L'Avvenire del Lavoratore - anno XXVII - n. 6 - 10 febbraio 1923

1.·.-\n·E::-.1Rl-. OEI. I.:\\ UrU."l'ORi: La nostra • • crIs1 indipendentemente d<1lle deliberazioni del Partito, alla esclusione di com: {)ogni o di gruppi di compagrù; LA DECADENZA DELL'EUROPA. l{OMA. 5. La crisi. la nuova crisi dei nostro Partito è scoppiata e si va acuendo proprio in un istante. di cui è diifidle immaginare, per un proletaria1c, rivoluzionario, il piìi trag1cu. Fuori d' Italia si succedono con sin_istra ireciuenza i bagliori iorieri di ~uerra; e a Losanna la borghe5ia mostra ancora una volta I-a sua impotenza. la s.ua incapacità a riso!· vere i problemi Ken\!rati dalla guerra: e a Losanna e alla Ruhr e al Reno l'imperialismo mostra ancort1 una volta quali iano le sue \·oglie e quali pericoli esso nasconda in sè per la pace mondiale. per le classi lavoinvita\'" la Oi:rezionc del P irrito a non fare il referendum e<l a licenziare immediatamente il redattore-capo dell'Avaflll! Come in Fr .mcia, e, ide111emence. Ma \·ogliamo noi e porre 'il nostro Partito allo scompiglio in CUL iu gettato il Partito Socialista e poi Comunista di Francia? Noi. con la rea- /4ione che d perseguiu ? 1 o. non possiamo. non dobbiamo. ~la dobbiamo serbare intatta la no- ~tra indipende1t2:1 nelle questioni di tattica interna. dobbiamo restare qucl che fummo sinora: il Partito Socialista Italiano. r. p. rilern che con la inf empeStiva deliberazione di Mosca, col ma11ifec;fo firmato dalla Delegazione del 110tro Partito, con la deliberazione della Direzione, gli organi direttivi si sono assunti la responsabilità di arrestare il lavoro della Commissione 1x1ritetica ,,olfo a preparare gradualmente le condizioni psicologiche e politiche di una fusione. che taglia - e corto con le asTJTepolemiche JXJ ·- sale, delle quali irz nessmI caso il Partite nostro oorta la re J)Onsabi/ità. GliStatiUaltl ,et..za ldl1trlal1 Già da prima del)a, 1DJerra, fii Staii Uniti non erano il gran merca10 dei gr,ani e delle ~mi quali essi iurono alla iine deJ XlX secolo; la guerra li pone in prima linea fra i paesi industriaH: nel 191& essi esportano 45 milioni di tonnellate di acci.1io. 65 milioni di tonnellate di carbon iossile. fra il 1913 e il 191 - le esportazioni crescono di 25 ,-oJte per le sbarre, verghe e lamiere cli ierro e di acciaio. raddoppiano per gli oggetti di cotone, triplicano per le macchine. gli articoli di cuoio ed i coIoni. quadruplicano per le automobili. tle hanno d.eJle succursali in tutta l'As.la e ii:no a Samarkand e Otnsk: le lnclie neerlandesi decui:,lano in Quattro anni r impartazione degli oggetti iabbricati agli Stati Uniti; l'Australia compera più del doppio di abiti. ressuri. cuoi. caria. prodorri chimici: la . uova Zelanda ordina quattro voi· te di più cli automobili. macchine elet'rriche. vetri. calze. cotorri. E. I' eredità tedesca che pass1 agli Sta1i Uniti (e al Giappone). guerra avendo limitate le import1zioni inglesi al Giappon~. questo d~ ,·ette bastare a sè stesso. Quindi I' enorme aumento della produzione daJ 1913 aJ 1918: il carbon fossile che raddoppia la sua produzione: I' acciaio che la decupla; lo- zolfo, il cemenro. lo zinco. r acciaio (il Giappone. povero in minerali di ferro, .a&ogna, le miniere di Corea e di Cina). ratrici d'ogni paese. LI IDzltll dli c,mnato lazltRIII In Italia. oh! quel che accade in ILa Sezione, di fronte al problema dello scioglimento del Partito (nè accennato 11èJJrevi lo al Congres o di Rema), mentre ritiene che la Delegazione a Mo ca è andata oltre il mandato rice\'l/lO e che la Direzi.om· del J-'<Jrtilo non w.-eva i poteri per sanzionare l' OJ)Oraed autOrizzarla a continuare i suoi lavori: Per vendere ed esportare. essi creano una ilotta: la _marina mercantile americana ~h.e non a ,·eva nessuna importanza prima della guer. ra. dispane di J 2 milioni di LOnnellate nel 1919. più 4 milioni cli tonnellate in costruzione (sui 7 milioni di 10nneUate in costruzione nel mondo); alla iine del 191 c· erano 203 can1ieri di costruz,ioni i quali occupavaGià i prodotri americani appaiono in Europa: il carbone americano scacc.il i _·arboru ingles! dai porti francesi e (fanesi. la Swigna diventa un cliente di primo ordine: delle cennati di vem!i:a. degli uifici di info:-- 111azio11a1:i!ericani sono creat: negll Stati Scandinavi. in ls,izzera, nei nuovi raesi dr:ir Europa central~- Le ric:hezze n1sse C:h·entano de.lit: g.1r:1nzle ciei , redi ti americani. Il Giappane invJde il mondo con i suoi prodotti.' la sua carta. le sue scarpe, i suoi giuocattoli. le sue conserve di pesce. e persiho i suoi grani di Manciuria. che esso trasforma in farine, i cotoni dell'India. della Cina e della Corea che esso manda trasformati in filati e tessuti fino nell' Arrica del Sud. e in Inghilterra. I grandi agglomerati industriali (250.000 operai a Tolcio). la formazione di una classe operaia. il numero crescente degli scioperi {50 nel 1914, 400 nel 1918) sono degli indni di questa rirnlu.ziooe economica. MILA O. 6. talia supera clan·cro tutte le aspett:ltive, anche le più pessimistiche. Proprio oggi. col pretesco d' uno dei soliti complotti contro la sicurezz~ de.JloStato. si annunciane da ogni parte arresti fn massa di rivoluz.ionari. anar hici, comunisti. sociali ti. social-democratici: ~i è riunit0 r Esecutivo del Comiiato di dHesa socialista. Esso h:i a- ,coltata la relazione della Commis- -;ione che l,1aconferito a Roma con la Ofrezione del Partito. Ha preso a110~on soddi5iazicne della delibedichiara che le nuo,·e condizio11i\'Ofate dal IV Congre so della Terza /11temazic11a/e 11011sono accertabili •. ----•---- .la i1 !(;:-e, Yero dominio è l':!\.mer·- ca 1a1ir1aa. lrr.1 volta cal;da riserv.1ti dcli lnghilterrn: i baoch:.eri :wrct-2nicr;.:ani prestano al Govei-nJ del La guerra sviluppa anche la marina mercantile giapponese. la qu3le passa daI sesto posto al terw. SOTpassando la Germania. I 1 Norvegia e la Francia; il programma del 1919 importava più di un milione di tonnellate: 'I clntieri battono il record della sveltezza (una nave di 9000 tonnellate è costruita a Kobè In Z7 giorni) e dei guadagni (i cantieri Kawask i di Kobè nel solo anno 1919 aumentarono il loro capitale di cinquanta milioni di yen, distribuirono 20 milioni di yen tanto ~li aztonlstl che di direttori ed impiegati). Ed ecco che. intanto. nelle file del proletariato ccntinuano i dissen&i politici; e in seno a quello eh· era finora il partito proletario piìi forte sta maturando una crisi. che ancora non si sa a quali conseguenze Potrà portare: o meglio. questo si sa, che le conseguenze saranno tutt" altro che e+ e 1):1 e -o-i i fil _..A CARNEVALE liete, tutt'altro che bcneiiche. Ma le cose sono oramai giunte .t ral punto, che oramai la nùStra mèta è o dovrebbe essere chiara: salvare Voee dalle soffitte. .i!ur.cavc, il pan. numcava 1.;opra s<,lti!e a reggere la vita: llllel che ancora si può salvare, ado- 8 prarsi pcrchè il danno sia, per quan- ~ E vi freddo f ocolar sedeu tremcurte. E muta mi guardava. l'ullida mi ouard«va e sbigottita. to è ancor .l PoSSibile. piccolo. Orbente, t·ome è o dovrebb' esser chiara la mèta. cosl è o dovrebb' esser chiara la via da seguire. E. secondo noi, per saJvare quanto \1 t! .uteora di sah·a-bile. nou e-· è per ora t.-he un mezw: restare quel che sia· mo, se117,a fonderci con nessun altro partito. La nostra iedeltà. il nostro atta(.- camento alta Tena lnrernazionah: sono fuori di questione, fuori ùi uub· bio. li Partito Socialista lraliano nella Svizzera aderì ad essa nell'estate 1919, prima ancora del Congresso di Bologna; e ,·erso di essa si sente ancora attratto. Ma ora meno che mai esso può rinunciare a certi postulati, a cer~ condizioni che sono per tutto il Partito Socialista Italiano semplicemente questione di v1fa o di morte. Quando si dice che si vuole con-- servare l'antica denoininazi1me di Partito Socialista Italiano. non si ia det vano feticismo. Non è per una parola che si lotta. Si lorra per conservare. col nome. tutta la tradizione, tutta la struttura del Partito; si lotta. perchè ben si sa che. quando rinunciassimo a tutto ciò. seppellirUJ11T)o per molti anni tutto il Partito, tutto il nostro movimento. E che cosi sia. lo sa benissimo qualcuno dei nostri delegati a Mosca. Or.1mai. infatti. è cosa nota a molli compagni qui a Roma come a Mi- -laI\O come altrove. che prtma di dare il proprio consenso ai famosi 14 1>unti. la Delegazione itali,ma prese in esame altri progetti. presentati da uno dei più autorevoli deJegati nostri. forse il più autorevcle. Ed erano progetti. che tenevano il dovuto ce,nro delle deliberazioni del Congresso e delle nuo,·e condizioni dei J>lrtiti rivoluzionari in ItaJia; progetti che -- a detta di chi li ha letri - collimano quasi interamente col pensiero cli coloro che sono av,·ersI a una immediata iusione coi comunisti. Ma ora lo stesso presentarore di quei progeni è ia, orevole alla fusione. Or che cosa signiiica tutto ciò? Signiiica che egli a Mosca avrà iorse subito r influenza locale e si sarà forse c01wertii:c a una nuo\·a resi: ma signiiica certamenre che e• gli stesso. Quandoancora interpreta- ,·:i -- libero da ogni influenz:i mC'- sco, ita - i deliberati di ~oma e- \.Ondo la loro parola e il loro. spirito, sentiva che ncn si dove\'a ancora parllre cli fusione eccetera. Le.: nwdre: ~ un lungo giornc, ivi pass<mdo C.ne perseguiami quel silenzio e 'I guardo, (Juw1cl'ic, lm,sa discesi a passo tardo. 00 Piovea per lu brumale .\"ebbi i lwidi raggi alta la lunu In su 'l trivio fangoso. e dispariva Dietro le nubi: tale ~ Di gia,uine::;:1(1. il lume \11 su la bruna .U iu vil<I mesto {ra il dolor fuggiva. E la man lesi e vidimi in cospetto Q5r,eni g1tiw1i: e in cor mi . cese 1111 dello Immane. Ahi. ma più immane .Ile. o superbi. premelI la lunga fame E il guardo e il viso de la madre anlicn Tùmai: recai del pane: ~ .Ua lacewI del digiuno in me le brame, .Ua sollevare i gravi occhi a fatica Sostenm: o madre. e nel tuo sen la fronte Ascosi e del segreto animo /'onte. Addic,. d'un santo amore Fantasie lctgrimale. e voi compagne. Di questa in{ elicissima fanciulla! A vo; rida il candore Del uel che la pia madre adorna e piagne E 'l pensier ch'erra a studio d'una culla. lo derelitta. io scompagnala seguo L ... P!u· la lrarcic, clell'ombre e mi dileguo. razione della Direzione del Partito circa la convocazione del Congresso. Osserva però ·che la data del 2L marzo è rroppo lontana e lascia per un troppo lungo periodo il Partito in uno stato di incertezza pericoloso, in una situazione diificile come r attuale. ragione per cui sortopone al giudizio della Direzione la opporhmità di anticipare il Congresso. Rilevando nelr ordine del giorno della Oirezione r accenno ad " atteggùmenri di compagni a grupoi di compagni elle considera pregiudizievoli alr unità del partito,. dichian che un simile appunto non può esser<! ri\·ol!o al Comitaro di diiesa socialista. sorto appunto per impedire lo cicylimento del P'.lrtito e che ha condotro e condurrà la sua propaganda aJr infuori ed al discpra di o- !!"lù vclgarità e di ogni perscnalismo. avendo di mira r inter • e delr Idea !-~i:llista. del Panico e del proletariato. Il C'o111iraw ha pci rn1aro la eguente mcnione tipo. che i compagni rono pregaci di SC'ttoporrc al \"Oto delle loro -ez:oni: • La Sezione socio!ista di . ... , di- ~cwe11dodei ravµorri del Partilo con l!r lmernazio11ale, premette che nei rapporti fra la Terza /11temazio11a/e ed il P. . I. ques(ullimo ha acce!. i -o i ,, o Lemeditazioni di 1 pazzo ... Io andavo volentieri in piazza. Come tutti gli Italiani. La piazza è il giornale parlato: è ii megafono della pubblica opinione. Nel 1914 un brulichio denso d'uomini ... Gridavano: abbasso la guerra! Nel 1915 una marea di tumultuanti ... Gridavano: viva la guerra! Nel 1919 un esercito tempestoso ... ;]ridavano: Viva Wilson! Viva la Società :Jel/e Nazioni! Dopo sei mesi una dimostrazione ruggente ... Gridavano: a morie Wilson! Abbasso la Società delle Nazioni! Nel 1920 un serpente nero di lolla ... Gridavano: viva il Bolscevismo! Nel 1922 - /"ultima volta che sono an- :iato in piazza - un corteo rumoreggiante.... Gridavano: abbasso il bolscevismo! Sono salito s<>orauna carrozza e ho •1rlafo: ·· Ci/fadini! ··. La lolla s·è formata. Silen=io. ..Ciftadini! ·· In questa piazza (applau- ;i) nel 1914 si gridava: abbasso la guerra! {applausi): nel 1915 si gridava: evi•iva la guerra! ( applausi frenetici): nel 1919 si gridava: viua Wilson: pochi me- ;i dopo si gridava: morie a \Vi/son! (ra• ri applausi}: nel 1920 si gridava:· viva il bolscevismo! ( silenzio sospettoso): nel 1922 gridate: abbasso il bolscevismo! 'applausi_ frenetici). f' è una alrra prova. la quale arll.Sta ~he le condizioni di Mosca s~- no inapplic.1b.ili. Qualcuno degli stes, si delega!i di Mosca. vistJ 1 < ,;;p:!!C<• che Jomim1 entro le nostr..- i,k. \'ista la s;ti;a;,:;cne in cui ci tro,•i:t!;:•). dit'.e <,ra dtc ; 14 punti sono ·!at1 male. interpretati. che le cose 11011 sono an- ~ora ;:iu11,c agli tremi ;<,me po. crebbe p.m~re. che il ài:i\-,)io n('ri L cosi bru:10 come i dipinge. 1:-:1.·•. ~ ..:c. tate nl applicate le co11di?io11iche O_•benc. questa tessa tn.::!zza I ili- finora .\lo ca gli a,·ern JJO to per la rara J; quaJche delega1P mr,,1n sua ammi ·ione, ed lur proceduto nel qu:rnro siano fuor di luogo i lid1be- Congre ·o di Roma alla e. pul ione raci d; Mosca: ma che ques:i del i be- dell' a!a desEra e ce/l(ri. fa; Ebbene: io mi compiaccio con voi per la meravigliosa elasticità del vostro pen- ;iero. perchè io. che partecipo per curiosità ad ogni dimostrazione. io vi riconosco tutli. o compagni; voi che gridale .:on fan/a disinvoltura gridi cosi diversi voi siete sempre gli stessi .... r.!t" .;1:10{' sfati da noi e3II,am<.;nrL c&11.E(uache con i /.I pumi \'Ointerpr~r ... P e che il C.· E. J! ~lo ca tali dal IV Co11gres o del/'lntemazio- ~, wn~ider1 già il signore :' oluto 11ale, il Pattito è po 10 di fronte a del P,1rtito ucialisra Italiano. appa- 11110,•ceo· ndizioni ed a nuove . ci ,;0 • re d.1 <ilc1:n1ialli inoppug11:>_:.,:TI:r.a 11i, que te ultime artgr<ffate dal di- e ~I, altn questo: che \·er v !:.t metà di .,J.itto che rt:sec,1 i~ di Mosca si rigennaio t les;r~ 1 d M .c-::iFser '<' drr o ede eJ'"f:;. i , 111t • 1ario Mariani. Compac.ni proletari, 191,ete liilfondete I' I I .A V&lltl I I I L Voee di •otte•••. Taci o fanciulla mestu; Toci o dolente madre. e l'aflamato Pargol rocche/a nella notte brnna. Fiammeggia. ecco la {&;lo Do' vetri del patagio. ove il beato Odia libero patriu ordin s·uduna. E magistrali e militi tra· uoni E dotti ed us11rier mesri> e buroni. De' luui begli onni il fiore O jc,nciulla intristi'. chiedendo invano f;oer e l'amor ch'og11i animai desia: Jfu ride in quel bagliore Di sete e d'or. che co11 le, uianca mane La marche~<. raccoglie e va giulia In dan:.(I. Or pianga e aspetti pur, che importa?. Lri prostilu::,one alla sua porla. Quel che nella pupilla Del figliol tuo gelo' supremo pianto Che tu non rasciugasti, o madre trista. Gemma s·e· {allo e brilla Fra 'l nero crin della banchiera. E intanto Il leggiadro e soave economista A lei che ri<k con la rosea bocca Senlen:e e baci dissertando scocca. Cioite, trionfate. O felici. o potenti. o larve! E quando Il suol nuovo la plebe a l'opre caccia. C.:scite e dispiegate. Pur la mal digerita vryia r11flc111clo. Le vostre pompe o· suoi digiuni in faccia; E non sognate il dr ch·a /"auree porte Batta la ;cune in compognia cli morie. GIOSL'E. CARDl.'CCL - i'~f¾ o- ~! • e , I, no 386.000 operai e pagavano dollari l0.500.000. _ Questa flotta conquista agli Stat1 Uniti del nuovi mercati: la bandiera americana appare in tutti gli Stati dell'America la~a. poi al di là del Pacifico a Yokchama. Hong - Kong. Changai: la diplomaz,ia americana le assicura delle basi navali. compra le Antille danesi. si fa concedere la bafa di Fonseca al Nicaragua.. getta de; c:1vi verso Honolulu. Guam (isole Mariane). Manilla. Da esr>0rtatori. gli Stati Uniti. di- ,·entano potenza capitalista: r enorme eccedenza delle espor11zioni sulle importazioni ( 11 miliardi di dollari per 51 mesi di guerra) fa afiluire r oro. La riserva d. oro era di 3 miliardi cli dollari nel 1919 ai quali bisogna aggiungere il ricupero dei vaIeri americani derenuti nei portaiogli europei. ossia IO miliardi di dollari. Da debitori. gli Stati Uniti dr- \·emano i creditori del mondo: ogni anno essi incassano 665 milioni di dol lari. I pae.'!i d'Europa che non Possono più pagare in ero nè in mercanzie. cr.mpr:mo a credito. e il loro cambio peggiora. Glilhtl Uniti ptt11za 1101dl1l1 Que ta upremazia indu. triale. marittima. capicali r.1. ia degli tari Un.iti una • parenza mondiale,.: es i 11011comprano più dei prodotti 1naniiatrurati. dÒmandano delle materie prime. le trasicrmano e le ripartiscono nel mondo. · L·A111erico11/11fematiorwl Corporation. iondata neJ 1915. uni ce in un tru t gigant~ -:o le banche e le diue che la,·orano per r espcn.azione: le banche americane accomanùitano in Cina e1ntieri cti cosiruzioni navali. oiiicine cotoniere. ierro\·ie. canali. e iinanche lo ste so governo cine e: le grandi ca :! di ~e\, -York e di Seat- • ,I , I sud. gli ingegneri sfruttano le miniere (pelrolio. oro. acciaio. ni ::,e:, 11;- t:-,nil, •i:istal:.mo dei irigor.ier:; a: Brasile. al Messico la situazione degii Siat1 Li1;iti è preponderant~. Ques?àc~pansione american 1 lta la sia t!-:ttr:!l?., in panamerican~-;·,m >. il quale • materializza nei co11{re,<. nelle espo:.::zioni, nei trattati J; protczk,!IC industriale. malgrado il sosretì" ~il~ repubbliche latine. Oj)rat:i:t<; deirArgentina. le quali rem•Jn,1 J' 1mpcri.1lismp yankee. ' l'btrlca latlarail11wellata ln qualcuno di quesri paesi nuovi ~1 !•roduce 0ggi l!na vera rivoluziun-~ 111· dustriale. Ji cui sofire soprnlUttfl la [!lropa. Per ~sempio il Bras;lc: ~enza dubbio C!>!:,O rima11e se.nore un gran paese agricolo, e le sue esportazic11i form?.:ic ancora la fon te principale delb ~ua iortuna (grami, pr;)- duU1 colonial:. c:tiiè. caoutct11Jt>.::.. e :rnche dei i;.il vi prodotti: 1,uxhero, .:-arne, fagiuoli. riso). Ma già l'a1!ricolta;-a. .::r,mC:: negli Stati Uniti, "i inclustriaiizza: si fabbricano dcli~ oiiicme. ,i creano delle banche, delle industrie fondamentali tentano di 5~::,rintire la loro produzione agli oggeì!i iabbricari in Europa. soprnrutlu I industria tessile: il Brasile ;I quale espartaya tutto il suo cotcne nel 1913. fabbrica adesso il 75 per ceni(, ùelle stoife che adopera. ha costruito 250 iabbriche. dà del lavoro a 73.000 operai. e i suoi c<Honi (che valgono O milioni di dollari) si \·endono in tutt:i l'America del Sud. in concorrenza con i cotoni degli Stati Uniti e delr Inghilterra: la stessa Francia ccrnincia ad importarne. Il Gla,,,11 , t11za l1d11trlal1 Dalr altro lato del Pacifico si contrappone un· altra poienza industriale e conquistatrice: il Giappone. La Questa flotl.l ar~icchi il paese: es-· sa fece guadagnare in cinque anni per la Vendita delle navi ali' estero. ~ p~r i trasporti, più di u11miii u u 1 cii yen_ Essa rimpiaua la ilot:a europea che scaccia dal Pacifico: Yokohama, Kobè diventano i Porti principali é~! Pacifico per il valore Jelle n,erci: a San Fraoc~co al Pudget Sound lct bandiera giapponese rappre;enta rispettivamente i 3/5 o i 4/ -l delle uscite di Quei porli. Le esfl'Jrtazioni aumentano, ~rp:1,')~m, le i•llJ)Ortazioni. La ti5':rv .1 d' !)r1., del Giappone gli pennett.! di. r imtorsar{' i debiti. di fare dei o,·e. sti!i ai ~uoi aileati: il capitale delle sue banche :tumenta: il yen giapnoìl~!-e s· :mpone nell'Estremo Ori'!nte e ~caccia i! c.ommercìo europeo. Il I"'- 111111Z1 lt I prodotti. i capitali giapponesi' retlamano degli sboochi. La guerracon t ro la Germania pennise li Giapi:or.e li, impadronirsi delle Carotine, de'le MarshaJI. del_ Chantung, punti d'appoggio sul Pacifico Orientale. Ma scJJWhd,1 ess1 aumenta il suo CJmmerdo: le sue vendite in Asia aumc:1tano del 700 per cento dal 1904; •jn Australia triplicano durante la guerra. quadruplicano in India. sestu:. plicano a Java, decuplano nell'Africa del Sud. i ~oi cotoni sostitiscono nell"lndie i prodotti inglesi; i suoi gioielli. i suoi cuoi, i suoi tessuti sostitu:iscono i prodotti olandesi nelle Indie neerlandesi; fornisce anni llla Siberia, delle munizioni. dei vestiti, delle scarpe. - Ma la Cina iorma r oggetto delle ambizioni gia11ponesi; esse ne abbisognano pe_r fornirsi del minerale di ierro. del c.1rbone di coke; le manii~tt~1re~fa~panesi invadono i mercati cmes, co, loro tessuti, il loro zucchero. le loro macchine; le banche giapponesi prestano dei fondi al governo cinese. In cambio esse prendono ipoteche sui telegrafi. sulle ferrovie. sulle fcreste e sulle miniere. I giapponesi si fanno conèedere le ferrovie. il monopolio deJle forniture. e le banche. L· indipendenza cinese va a rntoli. I consiglieri militari s· install~no _accanto ai tecnici. agli ingegneri: c, sono l0.000 commercianti giapponesi a Ohanga,i. Questa espansione gjapponese tende sopratutto alla Manciuria. dove b Russia per pagare il suo creditore. gli ha ceduto le ferrovie transmanciuriane. ed il paese diventa una cotonil giapponese: in faccia il Giappone si rende padrone della baia di Kiaotchèou e della ierrovia che porta ai bacini carboniferL inoltre il trattato del 1918 gli riconosce una J>Osizione privilegiata nell'antica colonia tedesca del 01antoung. Del resto dovunque e particoJarmenre in Am_erica. i Giappanesj tendono a rimpiazzar:e i tedeschi: essi hanno già una piantagione ili caffè aJ Brasile e fondano a Tokio un; società latù10-americana, la quale deve studiare la conquista di questi nuovt mercati~ La d•••m ,,1rE111p1 fllrl ftll'Elllfl Il sorgere di questi nuO\i astri nel cielo economico eclissa l'Eurcpa. Do- , unque fuori d'Europa, i. popoli tendono ad 1!manciparsi dalla tutela europea: la mano d'opera nera agli t

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