L'Avvenire del Lavoratore - anno XXVII - n. 6 - 10 febbraio 1923

Preparando il Congresso N"eceseità della fusione Bren.•mc-nìc- dirò il mio pensiero in merito alla fusione non ,·oleruio clilu1ig1rmi lrnppo :i, di una discussiom già nolc, ol111e11tCd':batiuta sulle ec!o1111eddl' .\\.111ti! da diYersi eompai.:ni. Hill•ngo pc•rò necc!-'saria qut•st;1 mia ,..~pl:cnziull(' in qu; 1 nto k mie n:dutl' sul problema alluale ncn eo1-risp011dnno a quelle d<'i compagni dclh, ~cziont· d' Zu,·igo. ~ Il C( nn·gt10 cli Boma h., sci~so le for.t.(' ~<Jciaìisl<' in d1w parti. Da un lalo quelli cl1P ::incor.1 approY~mo il Progn11nma di Bolo~na del 1919: instaurazione dC'i So,·iel. c-onquisla • ,iolenta df>I pott re pol:lieo da. partt• c!ei hworalori. regime transitorio dC'lla ditlalura dl'l prnklari:ito. Programm;• fi:wli.\lic(J. clH· re,i;.le e serYC ancora. , Dalr altrn laio coloro che- oppont.f< no il n:1r!»ml ntarismo ai Con i~li opera' (SoYicts). l:1 ckm<'<.:r:t;,ia all:i lotta ri,·o!uzionaria. il lib~1·0 alternarsi dei p·1rtiti al polc1·e sec-ondo le correnti predominanti. 3lla dittal ura. E' q11i11dila c-oncezionc comuni t;i ~cparnt:1s· dalla cence1.ip11e ,-,ocialdernocratic.1. ~on occ01-rc dilHngar:;i ::.ul :,ignific.,to clellc p:ll'ole com111wmw e soci({lhmu: e: e ::.i cquirnlgono. Esiste' in,·ecc profonda differenza fra socwlismo o comuni mo e riformismo r, 'iOcia[i.,mo democratico. Del resto a Lh·orno i sociali. ti che ,·oleYano consen-.ir con loro la frazione socialdemocratica. si chiama,·ano comunisti unitari. In conseguenza dei deliberali di Homa. con l'cspuc ione dei socialdemo'Tatici. era logie-a la fu ione coi ,., munisti. coi quali nessun dòs. enso •lcltrinario ci separaYa. JI martellamento continuo della reazio1tc fascisu-1 sull<' 01·ganizzazioni ~'.'>Cialiste e comuniste. doncbbe rla per !>è stante r:lDpresenlare rclf'- menlo spontaneo di fusionl' fra lt' ,\w masse. separate per cin~a due ; imi da una lolla che spessissimo ha :•ssunto il carallere personale. senza ~wre pc-rò an1to grandi ripercussioni frn di loro. Tullo il rr~io è Ca\'illositù. nclla- ~;Ì,l. Tocca la forma e non la sos{anr1. Oinanz· alla lr:-ue<lia ckl prole1:irialo occorre !,!uarda1T piullo ·Lo ;1 questa che a quella. E In fusione è w1a ne~·c~,ilù :1,solt1ta. Occorre 1·isponder!'.' a!h1 pnrola d'ordine: Si formi il fnmll' unico intc1·na7.ionale . L TOHRES. p..iluto aflenn;irc nell' .\ nu1li ! cor,nm:sti-ggianlc, senza esse1·c smentili. che in molte- località noleYole p.. r,-degl'im,c1il I i al P. C. 1. sono ,,~,s;.;• t, al f:i-,ci;.mo. Tri ·Le e dolorosa ;-on'il.tlazionc qm·sta. ma della quale noi tlobbi:imo Lcnc-rne tonto. < o!oro c-hP pa.;saronc, al fa.sci:.mo • 1·:,110. pn:bahilmcnl<'. comunisti dclruttima ora. uomini malcontenti. di c<1rnltcrc , ioknlo. 1wr cui il robmlo ma sereno r'l"ionnml'nlo -'ocialist 1 cnt loro sc-ml;;ato troupo blando r lardo: en!no uo111i11;i nimali. in gr·m f1..Jrlc, di otiim,· intenzioni. pronti. forse. ,• llll'na1· le-111:;n·. nrn che· an'- , :cino capilo J>t ('O dc·I cc•mple ,-,o p1·•,- l1lrm:1 srwi·1k t· nulla delle• do:t,·in" so('ialiste. Or. dunnut· il P. C. I. ~i i· ri<le,llo al lumicino· (lo constatiamo con u 1 , erto ,cnso di amai czza. sebben•! ,,:·nfondc- di, cn!e!17t· di metodi ci d·- y:r(~,nP da c-'-,-,o) r pero e don'ro::.:> riconoH·,•rp che il matrimonio che ei si n•ol impo1Te non è più matrimo11iocli co1wPn·c-11z.•Ji quanto non lo ..:,\ d'amore. Chi- unéndo i due pa:·- liti assic:mc- ( dato e non concesso che la mag,gioranz·1 ks--e pl r il ma1rimonio ). Yi~to ('h<' dai due parl°li ::.i<=tacehercbhcro llna noleYole parlP -lei scci. che pr'lhabilnlC'nle ::.:.ircbbc-- ro J)('rduti per il 1110,·imc-nlo ri,·oluz1,m:ll'io. il nuo,o partilo a,Tebb,· ~a fusione col p • c. ? IP.nor c-flin•n;,~1(· capacità comballi- . 1 ,·a di quanta ne hn il P. S. I. da per :\cll'uilimo mtm,~n, t ia,,.::.umcmmn .\ tulio questo ::.i agg ung:i e le. iui. S•·nz:1 din• poi c-hc-il Partilo noi moti,·i p<'r i quali Yogramo che si;, quasi onmquc fa reazione lo cOLlSCtl· -lro pc-rderC'bbc il prestigio drl suo n•n-.crYalo il nome al noslro Parli- le (in questi casi <' c:,clusa la S,izze~ tlC'll.e Pff ò,,i:-i un nome che- in rtalo. in <'.Onlrasto con le dittatoriali ra - pC't· nuanto si riferisce agli ila- ii.i nou gc>dt' di gran buona fama. imposizioni di )losca. ìiani) le due te nd enze continuano La fusionc- immed:ata del noslrn tn qu<·slo d'ciamo il pen·hè ::.!~•- w!l,,r:i .~d :lccapi~liar·; più O menl' P:irtito con i resti di cruello comun;- mo contrari alla fw,i011c i.'é)l Parl!Lo rabbiosamente. ognuna rilenendo~i :l.l dunque. non . arebbc matrimocomw1ista e nel pros.--imo diremo le c!~posilaria dall'assoluto \'ero <' nio nè d'amore e nemmeno di conrngioni fondanwn_tali. o ~li pi·i~cipio. accu ando l'altra di tradimento ù \·enicnza: sarebbe una fornwlilà eh• J>t. r i quali non sia1110 chspo~li :'l s~1- di ci3 rlalaneria ' 0 bngolcgia · <' inn·ce di gioYare 1111-0cercbbeal mohirc le 1-t condizioni. o punti che dtr ~cconda dei casi <' delle po. izion·. ,·imento 1 .;ro!etario. · :-i Yoglia. ~hl::' ci ,·c•nnero detu~le dal E' pn!=sibile un matrimonio fecon- Yi snno poi profonde di,·ergenze l:ongre..iSo clella [Il lnlcrna:z1onale. do l' benefico in queste condizioni? li melcrii e di fatlic,l che de,·ono Ecce: la fusione rbnebbc esser.!. Gli amici riuniti a ,1osca cli ero ,li \·enir elimi:rntC' o per lo nwno in un certo ~crn-o. w1 matrimonio. ,1: i compagni d' ltnlia. in m..Jggio- smws;,tc prima di poter pc-nsan• Orn il b,1011 ~enso e re pericn7.a in- , • nza. ~0110 cli parer t~ntrario. ~oi il!a fusionP. Fra le allre quella ri- ~n3no che i matrimo1ù. per re'ldt·· da park nostra la pensiamo come •:u •rd:•nte l':•llegQ·amenlo del Parlire più o tnéno felici ~li ~pesi. de,·on? quest'ultimi: <:iò pc-rchè ·:amo con- to nei ri~uardi rlei partili ~'>eiali. li l' essere matrimoni d'amore. r matn- \·inli che non :;i p0ssano marginare ➔<'Ile nlire or~anizzazioni operaie con moni eonvenz:on:ili. imposti dai ca- C'On un:1 decisione congre..,sualc le Jirellin• sociafo,LC'. pricci dei ,·cechi o da esi~enze di ~a- profonde fcrilc clperte nei cuori ~ ~olnri:>menle. il P. C. t•sa nei rist~1 r; da inlere~i. son. nella m3M10r nelle anime' di numerosi comp;1gm ~twrdi dei suddetti partili e ori2anizpartP dei casi. infelici ~otto molti a- ·on le ani p:}ro!t~. lt' ('alunn·c e le ✓,azicni metodi d:,·prsi di quelli che spetti e non di rado -'1 :,eiolgono con insolenze rh·ulle contro di loro da u,;,ò il P. S.: in cma~gio alle decisioni cb~m-> c hcitc dei contraenti. ·1lh·i... che donebbcro unirsi in 111·1• ,, agli incitamenti della III InternaChi volesse afYC'rmare ora che u~ 'r:monio con essi. ✓ionalc es,o considera i parliti affini nostro immediato malrimonio coi s~nlimciita;;smi dirà qualcuno. posti alla sua deslra come i più pccomunisti è un m, 1lrimonio d·amore. • pic:ciner:e ribarlffà r altro: può ricolosi ncmid del proletariato e li affermerebbe cos:l alla quale nessu- d:l1·si. ma t,,11l0 il s._•nlirnenLo quanto ~-omb?tle con tm accanimento magno ci credt•: nessun ~soci.ali.sta C' ne<;• le ('f!~c modeste. in mdtissime ,icen- Qiorc di quello chc- impiega nel comsun comtm:sta. Tani' _è che la !1:1a~-dc della ,·ita sociale e di parlito. battere la stes,:-, ho1·ghe~ia. ~le lo 0 ioranza del P. C. I. s1 pronuncio m hanno un:1 ••randis ·ima influenza. E :-alula te voi il conclamato fronte uni- :cnso contrario e si disse disposta ad perl~nlo è ~oslra co1winzio11e che :::o prnletario. fin che un partilo ope- ;1ccclhi·e IP decisioni del Congresso un immedi,ho matrimonio tra i due raio considererà l'altro come il uo dell~ III Internazionale. c_osì. com_e partili. nlln solo uon sarebbe aJlic. più pericolo o nemico e lo lnitlerà una ,~c1gazza minorem1c s1. dice di- fatu da con en.si comuni e concordie. rli conse~uenza! ~posta a sposare un uomo stu:nato fin m:- al!onL:-inerebl1<' a p1ioli. os ia TI P. C. vuole e de,·e conserYarc che ~i vuole. ma che non le piace. Da rrima delk, sposaliz(o. note, ole par- ,1 ;.uo oro~amma. il suo carallere. parte loro i socialisti. nella loro 11 F1g- t" d<Ile cellul<' che formano i pattili la ,ua dirillura e il suo snirilo di fraf,!ioranza. accolsero malamen~e. c~u ,[l'~Si. Il 111all'im<Jnio sarebLe quindi lell..Jnza c- d·intesa cordiale ,·er o i delle ~morfìf'. l'ordine di malnmonio uu alto ..-anò perchè' ambi ì con.iu~i prrliti affini; non può e non vuole eoi comuni,ti. . ·;,-rebbero perso prima dello ~posali- ·omidrrare e Lrallare come nemici Tullo questo puo csse1·c deplo!·c- ✓ io la ,·irilità c.he loro resta. O(;[!.!/ori della b0,·!!hesia altii oarlili \'C~l~ !>'~ ~i ~-uole. ma è ut~c1_noe. -~lll- .\ proposito di Yirilità ci sia pe1. ;o~·,:ersi,·i ni· di destra nè di sinis!Jhcab:ltss1mo. I comui~istt s , s tac- mes:-a qualche ossen·azione e qmù- stra. ·carono dal no;.t!·o P~rhto, co_n_un :·lte dom.inda. :\oi ,·i,·iamo in Jsyiz- Concludendo. pc-r oggi. nfTermiaatto di inutile e n'!so~cnle alten~a : ~t.ra e conslati. 11110 per:.onalmenle mo che. nelle condit.:ioni alluaJi. la un certo senso d1 dt5pre~zo. (ricm · -oltanlo come Yanno k cose in casa fu, iene del nostro P:irlilo con quello diamo le dlimr parole e l ultimo gc-- . . • • d. · L' ~omuni.;tn snrebhe danno. i:,sinrn al t d ,1 dun Bonliaa a• Con!lresso di dn I p<:ln ... fu!un :,posi I qui. an- moy:mento operaio. per le ragioni f t ~ n)· . dopo ·;;.,~~ali c~prirono lamento è lutt'a~tro_ che ra~l~rallle dPllC' r quellP che diremo nei pros- _,,oi n. , . . . . d·r . co11fol'lanl<'· 111enlafTallo mc1lante d'inMtll1. c,tl11n111l.',.·,L_upC'nm_ ai u_ t ~ ·•I l .· . . D bbiamo tuttavia '.-imi 11umeri. il Part;lo no<:tro cd I H101 magg1on ma 1111101 1. 0- 0 . - nli Da '):,rte loro i nostn ln1scurc1!·e. pe.- ora. Cft:eslo detlagh? espone : . ' nlro h Yolga .rnche pe1· non urlare cerle susceltic~t?pa~,!! r~agl 1 !·{ìo,~o 1 ,,:,~, <leali att:,c: h ·ii là d1e pot :·ebhero rt m pro,Trar~i nta, (' 11tg1u5 I ICu ,._,.,,,il ~. e e -1· . d 1· t , . I · he 11nlJa l)Ol"lllJCa 11011 l I 111 e tea ezz,1. c n e. se ;•ne • , . ~ • . . . · . li· sce~crn in has:.o conH i ('O~u!11sll. Diciamo dunqu_P delle cose ~ Ila_ ,1 . d·1cco1•0·11fatto loro ai cum111che per quel che abblèll110 IPlto e senttlo pu, ...,._ b' · · · l · ltal· ·1 ,· •·te aono a . inistra. ln C'•• \ qua alo <.-1nsu la. m . · 1a 1 • I 11 11 ~ D C . . . d' h d f 1lto Quesk diatribe furono. com e· • . . es1,tc- p1u I uome _e <' , , . Con riò non inlencli~,mo neQ"are la nossihiiità e l'utilità di un~ ru~ione in a,·,·enirC': rile11iamo però che nnrhe più lanli la fuc;ione nossa fa1·;.i scltanlo ::.ti ba. i un po· differenti di (fllC'lle !:!<'ll:ite a ~rO'-C:1. Prr esempio con la riPntrata nel Parlito sociali- ,t:1 cli rr 101·0 e-be Il<' sono usc:ti :il o clopo il Cong1·esso cli T .iYorno. spicaabile <' ('omprt'nsibile. più asprt I la ancora q1_ialche ~uns1stenza u)la •i~lente tn• i diri2enti delle du.., carta. ma net ranghi. falle: lc- cleh1I<' ~e~dcnze. ma c;ca,·arÒno un sole.i ecce_zioni_, è u~1n1_olo d_es?la_nte. lllllll• l'ffltirl Hf lililli .. profondo anche tra le masse. Dn·ers1 scntton . oc1ahsh hanno )[IR \:\'00. A.ppea•tee •e1.t' e .Avve■lre del Lavoratere_• ___ _ LEO!IHA BO F&UK GLI INNAMORATI Jn ;-ui si destò una \'Olontà immensa: la <tsposiz~one di uno pirito puro, <li- ,;perato. a. incl1inar~i :llla ne.:~ ità del presente. Da quettora comin.:iò il :um:1::uoso peUegrinaz.~o. La ma,d:e inci-n..a non a,·ea pre o che ,mo scialle di 'a.na da:Ja ~ua a'bita7..ione.in cui non iecero più ritorno. L, chiamata '-Ot~o 4e ann.: er~ là su!'a taLa se',,·a~~;a. :rrpruv, i,a t>-.!!,,0/·I. destata<;; :•1 L:i, c::c le 1r;iL1te ,,.i;c·1:11te di tre arn,: jj g,H,~ra an,<crl, TC...•a p~•bilc r f.: -:cnsione del diri1to de!- r aomo. ;::_:r,:_,libenel ir.o oio 1a forza di t~...,1a1d1 spiegare a\tli uomini vio'.e11t·1ti. perchè il loro per '. cere e i loro :..i,·r!rCi erano un a. a. sinio r:Yolrn ..:on· ero loro •aes ;_ pregni ùel 1wzzc-id.;1 llÒl'fL ._. dt·lla iamc. G:i :~noti . e:,i:.tent.:e o ~ure u,~re dc.I mal chiuw erhatoio deT an:ma po1.1,lare. one per incanto nei:· iùea eterna <ii libenà. u -:irono '-ulla strada. L"n popo'.o strappato a~la coer~izione. '11. na!.1.ato af · umanità. ~d ~Ila _trada. E menrrt: i du..:i de 1 popolo. in una mod.e.sti.t cGperta di an~e . ..:oncinua- ,·ano a di, eutere senza risuhato intorno a piccole dorme e conr'nuay.mo a rezi. trare rranquillameme nuo,·e terre Q\:.:ttpatc. nuovi aiiondamenti d; na\'i e nuc,·e di.:11iarazioni di ~uerra. e ac· conse11ti,·t1no a .nuov: d~reti di yiolenza contro 'I p >P"~<> mart~riitl, ~ i.rn.:t- ,·ano nnovi indirizzi e nuovi ri~raziamenti a; ,··ncitor·. mentre in tal modo il popo:o annega\'a a milioni ne: ana lia ,·n, ( 'U<lJl.Ò nei quartieri~. i,.fiioc;oio e uoi . egua i. itu-·eme -:ol ..:a.;11uil}r-:! l! ;: •I l/:'o, ""·,e ventenne. cerca\'ano di innalzare i cuori martoriati e ,·iolentati ali' idea de::a libertà e <le'.r amore. Con una u'tima dedizione ;I ffo. oio .::er\.·,n·a di mo. rrare al popcio d:; qua J)drtt :-t, ''l'Hì. 1d paese ~l~ ~0. ;! n?mi.:o. la !l:it!<t ''t~ I.i ,wpidagginc. Una rete di smi-;11ratodolore e Ji cu11:t sommo5"a era te,a ·u'.la citlà. So'.o quando 'e ma. e si ·oEe,·arono dolenten1ente .;0111rolo pir:to di brj- .,.a11..1. ,.,,fo dì aJcune de..:ine di mi'{liaia di e.,i;;enze mcdioe,·a!i . .:011tro lo sp:· r'10 di br~an!a11:gio che a, e,·a .c:ucna:o la '{uerra. ;.olo al'.ora :a ,·\olenz.:i ..:o·pi i iìlosoio. mentre egli. nel -::orceo di per,,one. nelle .:ui TT'.e~aloppa,·ano 'e '{uard·e. proc'.amò ~I d:ritlO del!' uomr Jayan1i ul tenente che comandò :I iuo::o. La mo~lie ~; an·!Cinò {entame.Il(e a'- r assa inato. attraYer ò ada..~o la econda scarica .dei fochi di 1tio,·ar.i . oldati i quali. pallidi e ~ià col uore in ribe]:one. per · teYano an;;ora nel fare ,: !oro <lo,·ere. l ri er.·i ti di qua;anta e di .:inquan· La d1soccup-azione In Italia I dati ufficiali sulla disoccupazione nei Paese sono la cosa meno approssimalt- , a che si possa immaginare. Tolte iniatti alcune categorie che pos- ;ooo ancora far funzionare gli organi d1 controllo della mano d'opera disoccupata, e sono le meno numerose, per tutti, le altre funzionano come dio vuole lt Giunte Pro, iru:iali che adottano nel cal- ::olare il numero dei disoccupati un criterio molto spiccio: tanti sussidi accordati. fanti disoccupati. E o.1nun,, sa come la maggior pan1. Jei se:za la\oro sfugga al controllo e a(. le indad'ini degli organi burocratici, un po' per 0 le difficollà che ancora oggi (anzi ogg, p,u• di ieri) incontra l'estensioae del Decreto sul!' Assicurazione obbliga. toria contro la diso:cupazione; molto per la quasi completa esclusione dalli, .;talistiche dct la, ora lori agricoli che sono poi in un cerio senso i piu· colpiti :lalla crisi e quelli che forniscono il mag. ~ior contingente all'esercito dei senz., lavoro. Talchè apprendiamo come al I.o no- ,·embre 1922 il .. totale .. dei disoccupati ,n Italia ascendeva a 321,01 I di cui 262 mila e 500 uomini e 58.511 donne mentrL, anche soltanto lenendo conto dc, · tol.dmenh, disoccupati .. la cifra è per lo meno doppia. Che se poi a questi dovessimo a~iungere quelli' che lavorano parzialmenl<. (uno du2 giorni la settimana come av- , iene nell'agricoltura) il numero salireboc a una cifra che supererebbe certament<. il milione. .\1a anche tenendo per buoni i dati ufiiciali, ,·ediamo che essi segnano un 1umcnlo io coohonto del precedente me• ~e di ottobre del 2.78 per cento. La maggior d.isoccupazion.: è segnalata nell'Emilia con 56.564 disoccupati: se1uono poi: il Veneto con 54.133, la Lombardia con 45.002, la Liguria con 29,282 11 Piemont-.; con 27.481. la Toscana COD 21.818. la Campania con 17,224. le Pugiie con 14.356. la Venezia Giulia coo 13,269. la Sicilia con 10.852, il Lazio con 7526, l'Umbria con 7256, gli Abruzzi con ~919. le ,\farche con 3596, la Sardegna con 3115. il Trenlino con 2528, la Bas1licala con 13IO e la Calabria con 779. La relazione parla anche dei turni di !&,oro che ,ennero constatati per 78.495 operai e del lavoro a orario ridotto, ii quale interessa 7932 operai. Non v'ha dubbio che dal I .o no,..embn: ad oggi la disoccupazione è aumentata e, pur lenendo per buone le cifre uificiali, si ha una cifra che non puc,· non destare generali apprensioni. . L"an·enula sospension1< cii buona part.:Cdei lavori pubbli~i per opera pel nuo- \ t, Governo e i criteri .. rivoluzionari ·• che sembra disposto ad adottare nei 1.ampo della Assicurazfone obbligatoria non lasciano molto a sperare in provvedimenti alti a fronteggiare la crisi di la- \'Oro non già con dei palliativi cii nessun elfetto. ma con larga visione del beneficio che renderebbe alla collettività l'uli, le e intelligente impiego della nostra mano d'opera disoccupata. Per cui ai lavoratori itaH..ru non restano aperte che due vie: adattarsi alle riduzioni sala~li che il padronato puo• facilmente applicare ora, data l'esuberanza di braccia disponibili e lo schiacciamento delle organizzazioni sindacali. fa. cendo rivi, ere la lotta caina fra operaio e operaio per la conquista di un salano insufficiente: oppure emigraré, senza garanzie e senza difesa, in paesi lontani. affrontando l'ignoto anenire. Già; ora è tornato di moda il siamo in troppi, quindi bisogna decidersi ad abbandonare la Patria, la quale anebbe terre da dissodare. lande da bonificare. strade da aprire. scuole e ospedali da costruire. ma non puo· pensarvi ora ch1:: «Itri problemi premono da presso, primo fra tutti quello d'impedire chè i Sindacali operai italiani abbiano rapporti con quelli degli altri paesi. don? dovrebbero sfollare i nostri la ,oratori. Voi parla\.'aJe mollo cou f)Crsonc assai noiose. ParlaYo per la paur.a cti ascoltare. 1h11 ('nrMt. \ oci che si 'Spng1011ano da un rnucch'io di cada,·eri, di ossa, di d~- triti lf!1l<t.11•. Prima 1·ocl': A!nico, nemil:e,. essere umano, prossimo mio, risPondi Dove sei? Tocco h.! wc: r,::.s:-..,. ,-w>. denti, ma non ri \'\:ùu, aè ti semo. Quanto sangue. 4u:in.·1 1.:arn~, QUJOti cervelli. quan-1 cuori. -1ui. iu0ri. t nessun essere umane, cerco invan<•. IJunque non è vero che lo ~piri•o non lo si uccide, esso muore ;)liTJ12 e si suicida. Appena la morte co;nin- <..ia a falciare i corpi lo spiritc, ..:emincia ad annientare sè stesso. Se l<' spirito ci iosse, che cosa ci vorret;.l>c per rianimare queste ossa.. per iar battere i cuori? Con tutta la glor;:i che si sono acquista ti, ..:011 tutte !~ patrie aumentate, ci douebbe essere di <...heridare la , ira ai detriti eh~ si tr.:1.Scinano qui nel fango, nel sangue, nell'immondezza. Se fossi io Idctio lo iarei, mostrerei la mia grandezza.. Risusciterei. Un'alrra rnce: Che dici! Risusciteresti. Il riPoso toglieresti a chi non vive più! Maledir ti faresti? Prima voce: Finalmente! \ oet. uman sento. ~on so da quanto tenipo, mi trascino e mi cormenw. per essere più vicino aJla vita ... Ho set~ e be,·o sangue. Ho freddo e mi copre; col fango. Le forze sono scarse. mi appoggio sulle essa sparse dei miei fratelli. Bendo le mie ferite coi brandelli della loro pelle. Per dormire. per non soffrire, mi nascondo nella polvere che già iu carne umana. Eppure non mi so risoh·ere a morir di propria mano. \'oglio , i\·ere, ,·eder~. semire e sopranmo Poier ridere. Seconda voce: Disgraziato! \ u J. un·alrra ,·olta essere cac"-·iato dai t.:onsorzio umano. A hi vuoi r .1ccon1are? Chi ti YOrrà ascoltare? Prima ~·oce: Chi? CoJoro che qui ci hanno mandati. coloro d1e qui ci hanno tcllerari. coloro che mai sono stati Qui. \'orrei anziturro ad essi proibire cti ctire che hanno un· idea cli ..:iò che questa guerra è. ~on permettt:rei 11eppure che si adcperassero delle parole celle quali dipingere si vuole ciò che il nosrro destino iu. \ oglic.. smascherare chi ciò osa fuè. chi osa profanare. Proibirei pure che si parlasse cti torture d' inferno. Chi sa. eh! ha ,eduto, rimane muto. Seccnda 1·oce: lo scpratutto proibirei che i parl1Sse di lutto. di umanv dolore, d'i sensibili cuori. d: fedeltà. d'eternità. C-ha-cha-chci ! Prima ,·cce: E come fare. per poter ravcontare. Bisognerebbe far parlare. Il fuo.:o r<xente. Le palle. Le armi. Le rnitragliatrid. I cadaveri ambulanti. I gas asfissianti. Lo spa• ,emo incessante. I ,•ermi che .:i mll!- giano ,·i\·emi. Il ireddo ~he ia battere i denri. L· umidità. Il ,·en to. 11 nostro abbrutimenro. Lo ~pa imo dei nostri corpi e della nostra mente. l.a codardia prcpria e del nemico. Le barbuie nostre e dell'avversario. Far assistere ad una processione, non di parata. nè di mostr.a. Fare sfilare i cordoni degli scheletri nostri. Far redere i corpi e gLi spiriti deiormaci, dissa11g1nri. mostruosi, 1ùceranri neUa loro nudità. Solo aJlora una misera particella della ,·erità .... Seconda YOce: Ecco la iaUacità deUe tue pennze. r ingenuità delle rue aspirazioni. Le rimembranze ? Cli uomini non le ,·oS!liono. Voglieno illusioni. Ed oblio. Fratello mio. lo so. L'ho pro,·aro ic. (i sono sta· to. Pcrdò alla morte voglio tornare. ;\leglio , al morire della mano mia che dell;:i.Yigliaccheria di lor signori. Prima 1·oce: .\la di chi parH? Tu sbagii. Seconda ,·ace: Parlo di rutci. Parlo degli umani lutti. delle loro inanità. Parlo della rnnità degli uomini. delle cose. Pur io pensarn come tu. Ora non credo più, nè crederò giammai a nessuna paro!µ. a nessun sent. am1; :si erano rifiutati di parare ul t;mento o orcmessa umana. P11r io p0polo e con ciò di colpire sè _ tes,i nel da sotto le macerie. attraYerso tu ne cuore. La mattina -dopt'. :, iiio oio e !a commessa. quali rappresentami del popolo. ~"iace\'ano di n~tO\'O. r uno a~nto a'.- r a·:ro. nella :::amera mortuaria. L'idea le mi~erie. mi on tras-in.1to iino al mio casato. E ciò che , i hc ,·isto, emiro. nù ha talmente colpito, ch'io a\Tei preierito morire di palla nemi- ·a per non ,·edere e \<1.pere ciò che 'rruppe iu hr ,·eduto e sapult, . ..:he non può ~ ere u::.:::;,;a mi'ion1 di cuori. Il .:-ustode sm,·a da\' .. nti alla coppia e ad u11 trailo ·pin. e • due ca..-o:ati r1no a:::.:amo ali' atro. Prim.l1 ,·ace: Che ·osa vi hai \iSlO? Seconda rnce: lndiiierenza, 1lblio. allegria. - Eppure si ,eme amore per ~li uomìn'! S; ~ente amore per '.l;li uomini ... I PQ\'eri uomini! Prima voce: Tu deliri. iratetlo mio. econda rnce: .\lagari ! \'uoi particolari? Ho , i to il sole alz1rsi sor- .!...... came~a mortuaria era stata in- riderne. come s non aye <: Yisro i ~randita. La parete. che di,•ide\'a la ne tri tormenti. Ho ,isto gli alber' , tanza tle: ..:u.:,1odeda que!:a dei YiS!- tator. era ,catd abbattuta. conr.nuato 'I paYimento <li p:erre bianche. aumentato di . edi.::i il numero dei 1a,·ola ti. Come ~1 mobir d1e Po ·ono e.. ere inca-,tra1; :· uno neT aJ1ro. la con~iun11:r .1 non i PQteva :::orgere. L;n quano nuo,·o ,·emi!atore oriuontale gira,·a insieme con '{'.i altri tre. ,u; trentadue .:ada,·er·. F.J:-.:E. iiorire, come se non sap ero che là mlto dnvtllc morire. Ho senrito 11-: 1 celli cantare. alla ,irn inneggiare. 11M non ho entito ed,eggiare le nostre grida. I no_rre oiierenze. Ho \'i to fiori sbocciare a ,·ila nuo,·a. Ho vi· sto ta rugiada limpida e pura. con miriadi di goccie sue. non di sangue cupo, ma cti acqu1 chiara. rinnovare la natura. Ho ,; ro aratri. con· cimi e ,·anghe. come se non b~tas5ero i nostri cadaveri per condr~ h terr.t. iJ nostro sangue per iaali!a· re runi\·erso. Ho ,isto la pri.m-an~- r«. La risurrezione. E nessuna m:tlediziune ho udit0. L.1 ~era la luna sor· ride, a: le stelle ~,Hnmina ,·ano .. bai· larnno. scherzavano e uon ,;i rr..:or: darnno di quante hgrime. di qu..1.nt, ~spiri ed im•idfa noi le a~comp'3.g~ -..amo. quando si aJlomanav1no . luogc del nostro martirio. E ho v~- st0 l'arcobaleno. salut:tlù cc,n del1 : rio di gioia. perchè promelrern il be, tempo dop0 la tempest 1, com(.. se pe; noi la dimane pore, a essere meno mesta. Ho visto il cielo chiaro . .;.JT!h! S<! iosse innocente e non gifl te~timv ne del pandemonio cti cui cr.:ivamo \'ittime e Prvl'.lfNnisti. ... Ih \"i'5to de- ~ti :mimali e .iegli inse:·· , ,ere. ;i- .narc. pr~reare. aiutar~ ti 11rossim0. menrre noi besrie iero-.i c;-a \ -1m·1 d:- ,enrati. r un sull' altr:: ,.>ra·.Jmo but· ta1i. La specie ncstra 1,..:, :11,__, ..! ...:;- r.orata: le sembi-rnze um...l!e :,,·e,a· mo perdute· dello srrazio, deila morte altrui a,:evamo godJtt ... i.. e h::!<:ti~ si sarebbero ,·ergc,gnat.::, .:;~ ,l :1..,i iossero state parag0n:1~\..... Di rntro queste proionda,-;iem~ wnil; u.:;. su :m :tlbero mi ero ar,:.trr µi....a!o per \ edere senza essere ·'"'servar'). !a Las:1 o,·e ero nato. Prima 1·ocl:: Ch<! ..:0 ·'i •vi ,·edesri: Seconda \'OCe: Jndiiierenza .. <'bUo. allegria. Prima rnce: Gesù Mar a .-..:ell.i casa c,e ru sei nato! Seconda 1·oce: [ do,·e h; abitato iino alla partenza. Il teno non i crd mosso. Le mura non eran,> scosse 1-er k bestemmie eh· io 1, :::,·ù lan~iate li sangue delle mie feriti! 110n a,·eva cclorito nè i tavoli. nè i tp'.ldri. ne gli armadi. li !erto, in cui ero stato tenedetro. tutte le sere e tutte le manine. quando ero piccino, sca,·a ccme prima. \ i dormin un fratellino. Esso ,·enirn benedetto dalle stesse mani e dalle medesime labbra. ~olla stes...c;acroce e col medesimo bacio. sera e mattina. Il medesimo lume sul n.volo arde, a. ma un estraneo leggC\-a il libro che mia madre rrù a\·eva_ L,egalato. Oh! qu.esro nome. questi ricordi.... Nella camera accanto ho ,·isto. E" meglio che mi scordi ... Prima rnce: Che cos:t. di'. che e.o- ; _a vi hai ,·isro ? Seconda 1·oce: Ahimè! un mi~to di brio e di aUegri'.l. ~langiavano. be- ,·e,·ano. Dinanzi a nessuno era :ipparso il C::irsc. sul quale mi credevano morto. Ho sentito alla porta bus..c;are.Ho , isto il giornale port1re. Ho , isto i bicchieri alzare alla gloria. alla vittoria dei guerrieri. Vino spumeggiante per i nostri cucri san· guinanti ! Per le nostre membn. fracellate. per i nostri cen·eUi martoriati.... li vino. i brindisi. r allegria. Ah! che non si osi più parlare. nè _:::ri\·ere di costanza. cti dclori. di nobili cuori ... Eppure mia madre mi avevi tante ,·olte ripetuto che se io iossi cadute.: .. Eppure mi credevano mono. e la loro \'ita ha potuto continuare. Prima ,·oce: ~on hai rono di disperare. Seconda ,·oce: Il più terribile non I.! r ho ancvra detto. E' indidbile ! :\la\edetto il giorno in cui cl J.ndai. Ho visto coi miei o.x-hi mia madre. capirai. mia madre., vestirsi di lutto. eµpure pensare a tutto. ~-uardarsi nelle, spe-~-:hio. espirare perchè era Yecchi:t e ncn più giovane. Dunque per mia madre non mtto ancora era ilnitu. Ama,·a ancora la vita. Quando r ho , isra c:unminare. Quando rl10 udita scherzare. di inezie i:-arlare. come allcra. qu1.ndo io ci ero an.:ora. io mi son deno: la vendetta J)Cr ; ne tri tormenti non la dobbiamo aspenare dairnmana g me. Essa '-i rassegna e dimem:;::i. E ruuo a perdonare. Dopo quello che h3 ,isto, ti dico irancamente. ·e ios i lddio, la guerr,l la farei scoppiare nuo\'amence. tanic. ~li uomim neo ricordano niente. Hr , ;sto anche dei guerrieri .:he ieri .i\·e, anu giur.:uo di non dimentic• r~. c!i non perdonare. Li ho , bto in. mille iaccende a iiacccndafi. -:onte11t; (. r.,~,·egnati. d'essere tor· n Lt' alb , k; normale . Gli :mim.11: <,rnn ;Jiù cc tanti. più umani. Pri11ta n,te: Oanuni la nnno~ r.!11r;~m(.. d: m,n tornare più -illa , i1·1. Fan. ail!t I'- finita. :\lori:uno. t Si od<·m, cll:c colpi di rirnlrellil ç,ecd1i, i:f!"'i. Due corpi .·cmi-alzati cadono fulmirwfil .·\'-:C!::LIC.\ ·B . \L:..BA):OFF. ,l1a si lranquilli::ino i filantropi dal- ! ottimo cuore. ma poco chiaroveggenti. , quali pa:•entano l'avvenire. perchè pa1 1 <'1 o di scorgere in esso ro:ze::a e liberlinaggio. an:i un ritorno al primitivo sfato animale. L'umanità senza Dio, senza arbitrio d1 sovrani e senza egoismo sarà molto piu' morale di quella che .. prega Dio ma tiene asciutta la polvere ... .\\a-.: '\ordau.

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