L'Avvenire del Lavoratore - Anno XXVI - n. 48 - 25 novembre 1922

..... = .. ,, L'AVVENIRE DEL LAVORATORE -=~~~~==~,;:':':---::-==.- =- ~==:;:;:.;;-:-.=. =-====:::;:::::==:::;;;=_=._._; ==:;:===:=::=. :==:...::=::==...;;:::.;;:;;=:;.;==========··=·--=-=· -::.-:.:.:..::-...-· :. . .:· -~==·=-=--:.::.:·--======.=.:. 11· dittatore dava1ti alParlamento L'onorevole Mussolini, presidente ~ dei mi,nistri della mo~rchia 1talii,ana e capo del partito fascista, appena saliito al ipotere, ha ordinato clle nel sigalilo destinato agli atbi diplomatici, venga impresso anche il fascio, l'emblema degli antichi littori romani e cieì moderni fascisti italiani. Non occorr_on.o molte parole, pc,r ispiegare il valore simbolico di quel.la disposivione, presa dal nuovo capo del Governo i•taliano. Evidentemente, ., i diplomatiici. i Coverni esteri. che hanne qualccs.a a fare coìl l'Italia e con ron. MussoLini, debbono ricor da.rsi, scongcndo quel fascio nel sigillo. della potenza e dell'autorità degli antichi L_ittoni; debbono .. ~ovratutto, ricordarsi della potc111,:t dei moderni fasoist,i. Pift ancora: da qu~l sigilJo debbono apprende.re e debbono essere sempre ammoniti che i11 Italia lo Stato e. il Fascismo so.tto tutt' una cosa. Vero è che, in fia1ttodi politica c- ~acra. il M-ussclini mi11istro ha giù parlato in tt~H'-altro mode, che il Mussclini fascista. Avventure per Fiume o per la Dalmaz;ia non istanno nel suo pro,g1ram1na; o almeno egli ha formalmente e ufficialmente dichiarato ohe i· Jtali::t rispetterà ; tratta.bi da essa firmati. Ma. insomma, anche senza aperte aspirazioni a Fiume e allia Dailmazia, quel fascio dovrà dire alH dipiJorn~ia estera elle in HaHa è finita oramai l'era delh.: d1elbclezzc e ad essa è invece subent:arc il rK,r::xlo della forza. Tutte- ciò, per Q:uanto riguarda gh strair,ieri. Per quell.o che niguarda poi gli ifafiani. oh! essi pure 11011 debbono farsi illusioni. L'état c'est moi: lo Sf<lto sono io; diceva il re di Fran~ eia. E questo appunto volle fa.r sentire Mussolini al Rari-amento italiano nel suo discorso-programma. Jn verità, noi non crediamo che 1111 altro Pa,r:lamento di paese civile si sia mai lasctatò dire, sew.x1. ribclla,rsi, quel che fa Camera itaJiana ,ascoltò a oaJPO chino dalla bocca clcll'on0revole Mussolini. « Ho costihLtto un Governo di coalizione, e non già coli' intento di avere una magg~ora,nza parlamentare, della quale posso oggi far.e benissimo 01 meno », dtsse il nuovo capo del Governo, presentandosi ailla Camera; e la Camera. ~a~ a dire i partiti costituzionali, i popolari. ,i cosiddetti democmHci, se ne restarono sile11ziosi. «· Potevo f.are di q.uesrau~a sor<la e grigtia un biivacco di manipoli: potevo sp-rangare il Parlamento e cositituke un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, in questo pnimo tempo, voluto » : idii~se aiocona l' onorevole Mussolini. E t\ltta la Camera, taceva. E solo i SO:)i-a1lf'sti ~sarono rivendicare il diritto popolare, lanoiando in faccia al dlitta<tQre H g·nido: « Viva il Parlamento!». li dittatore. però non era ancora contento. Se ai diplomatici esteri mostna nel sigiHo il fascio con la scure, davanti ai rappresentarnti delh Nazione egli aiitava già le verghe del fa.scio e le faceva 1oaderesulle spalle lom. « Io non ,·og-lio. fin cl1e mi sarà possibile, governare con.tre ,la Carne rn. ma la Cam~m deve ~eniire la su:t particolar-e nosizione, che la rende passibile di sciog:lime.nto fra due !?'forni e fra due a_nm ». Adunque, o ubbidire o andarsene. Se sarà b_onina, potrà campare due armi ancora; se no, due giorni soli. Poi lo scioglimento. E i deputati liberali, i deputati popolari. i deputati democnatici, e i depu,tati riformisiti ciel gruppo Bonomi, si pigliarono ~uelle Yergate sulla faccia e sul dorso. e tacquero. Solo i socialisti e comuniisri e repubblicani O'.S-aronolev;irc la voce contro quel brulrulc li,11guaggi,o e atteggiamento da clo111atore di bolve (eroci. (; li a Itri, 11011 si scossero, non mossero labbra. S'~ non p~r dare un grandissimo v~to di fiducia· a colui che li ave, a schLtffcg-giati in quel modo .• rncono elle quel <ldscor~O-JHo<~TJ 111. ma <lcl'!'on. M11ssoli11i suggelli; lé.1 sconfitta dei sooialisli. No! Nu11 è prop,rio così. Su!b nostr,a s..:oniitta noi non ci iacoiamo illusioni. L' abbiamo giù scritto altre volte: per un complo.550 di ca,use che ora è superfluo , icvccarc e per i iuavi errori dei 1iostri dirige11ti, noi siamo stati b:11foti. fiaramentc battuti. Siamo stati b,11:tuti. anche perchè coi fascisti ei'élillO p:ù o meno apertarnonte alleati e complici tutte te cliassi bo,rg!Jesi. rutt-e le istituz,ioni dello Stato. Ma nc.,ll abbiamo fatto atit•,r~. non ci i~- 1np d-isc-nor<1ti. AJb CamerH, :11voc~.chi ru vinto. i11 la bor1;hesia liberale. la borghesia dernc-crntica, la ibTida borghcsi:l oatto~:co-/fopo!arc. Fu vinta: e fu a,n'.:'hc disonorata, p-erchè,ri1111egiòl suo p.as- "'-ato. le sue aspii•a,z.ioni. i suoi icle:1lr. Si" disonorò da sè. perchè non ebbe !UI _ memento di rlbellione. 11011 ebbe unr. s~atto d1 sdegno, allorchè le ve-- niva stracciato in faccia il patto costit1L'l.:ionale. Ecco ·che cos· è ìo Stato fa,cista. inaugu,-a1to eta Mussolini. Ora. a nei che del P1arlam':lntr. s,iamo tutt' ;:ilrro che teneri. tu1to c,iò imp-orta solt:.111to fino ad un certo punto. lmport:t. 1~crehè m0stra ancora una vofta che cosa si possa aspettare il nrolctariato ·dn-;rH 1-st:tuti p0litici delta borghesia. Ades,o staremo- a v.~dcrc cl1e cosa farà cl~ conc"eto qué'>to Stat<' fascrsta: qL1esto Governo. che si è messo c1l disopra della Costituzione. $tare mo :1 vedere: e gi11di-ch~remo eh.i f,1tii. Ma entiìamo in questo 1~- ri0do d'attesa senza fare.i nessu.na -illu~:0ne. Già s11-,,piam0cli,e non possi2mo JS'.)ettarci m~lla di hen?. Ma sapf)iamo .~ltresì che tutti i Governi. <'he vol!t'ir-0 g-overr1ar-e c0r.. !a forza. hnirc110 pre-sto e male. zw === - Il sr-dalismo è uno sforzo e 1111 movimento di-elevazione materiale e svirituale delle classi oper({ie suf terreno specifi.co della lotta di classe. Ciò distimme r. azione socialistica da quella dei fi!a11tropi, degli umanitari, dei ·cristiani. dei democratici cristi<mi e simili. Finalmente terzo ele11umto i11lef[ratore della nozione ·di soci,a!ismo è fa previsione fi,!afisticd. fa meta verso cui noi tendiamo con tutte le nostre vo/on.tci, l'espropriazione cioè della classe !Jorghese, la rivoluzione sociale. (Dalla confere112-adi Mussolini tenuta l'S febbraio 1914 in Firenze). Operai I 'Lavoratori I Sostenete l'AVANTI ! 4, .A'pp~nd1f'e_d~ll'c.Avvealre del Lavoratore,. • • .1 naufraghi della vita cli MA.881110 GORKI (Continnaz. e fine v. n. prec.) Speranza tac-cva e so-spira,·,l. - E le nottate ~on così co11J( 1 Qua.ndo saremo arrivati al ,·il_l'aggio. sairà giorno. E poi andiamo adagi0 come ,signori al passeggio. _ - Durn fatica a.ca,m,m~11arc. amico mw. clisse sotto voce Speranza. - .\h. ti fa fatica. eh? esclamò Ballcrinù iro1ii,amente .. -\cies,;.o a\T;-tÌ ca.pi10 pcrchè. - Non posso quasi rc•·a.µirar per nie,11lle l)ev·csscrc per colpa della ma.la<ttia' :_ ;,[:i clw 1nala t tia ! è pr.:rchè sci 11 no stup'<lo. BalJcr.ino s; ic·nni, r.: volt·:mll.lo•.i verso iJ compag-no g-li free cenno col dito: - Già perchè s..:i 11110 s'rnpido ! Capisci? Sf)'Crnnza chinò h ll'::ta. e ri:\)o~· _con u.n tono di colpevolezza: - Sara cosi_ F. ,·olc, .. l ~oo-o-iun°-c1T alt1·0. ma-gli pn.'. se ;!li 1111;,.~ ~~~c-"s: dì IO%<: t.Lnto for'.t: eh<! è,o...-ctt~' :q,poggiarsi :id un •~Jbcro. B_·tllcrinò 11011 !>lacc.:wa g-fi occhi d;i. qu('l v:so magro. disfatto. - Finirai collo SYt-gfo,re ,tutti g-li ,piri~i do~ bosco - disse a.coi!glfa.to. Ouai~<lo S;,cr:i.i1r.1 ebhe finito di tossir..:-~. n·spira,·:t nh'.g'::o. :1.;?,llcrino g-1i diss in 10110 di com~11do: -- :vlettiti ;i, st<krc riposa{ i. lioteca E si sedettero sulla terra u1nida, all'ombra c~c<g-lai rbu-sti. Ball~rino ~i fece una :;ig-aret:La. l'accc.~e e cominciò a rlire: - Se a. casa av<':'Simo da man~i,Lrc. or:1. potr-t:"mmo toritare indietro. - E. ,,t1:c. rispo,e !"altro con un cenno ùe!la Le-sta. Ba.llerin,o lo ,:-uar<lò co.lla cc,<la <lcll'ut· chio ,. courinuò: - :\l:i ;iccomc a ca<.;, 11011c'è nulb. clol>biamo ,cgnitarc. - F.' n.'.ro: non ci rim:u1c :1.ltro da f-arc· - rispc,;:c Spcr:u1za sospirando_ - \'on combineremo cc110 1111 g;·,rn che ... !>Ìamo -:tt1pidi. prop1io stupidi. Sper:L11za. a qnclla voc<" stridula di B:il- !<::rin.o.s1 sc11,lÌa di~ag-;o. e so$pi r,ava contin 1,a111l'111c. - :\'on 11c _pc:-;so piÌl dalla Ea11tc. con1int1Ò lfalkrino. Spc-rn nza ,alzo di ~.catto, Do·n· ,·:1i' do111:mrlò Ballerino. \"icni. OoYc ti ;.alw 111 mcnk d'andar~ 111t1o :L<lun tratto? V te,1,i con mL E an<li:uno ... -- Ilallcrino s' :Llzò - :\"on .c;pcro u.n gran che, però. ~on impor1,a. Prenderemo tutto qucUo eh<' troveremo. replicò Speranz.a L1.~ci.u1do cadere il braccio in atto ilis'fle• iato. ;\fa g-ti..,rd~1t111po' come ~i di,<entato cncr!,!"Ìco. ■ 1no 1anco ij 'I~ Il Il - l ~- =--=-=--.:/ o H ::::::::~I· Il i~ Gli • eroi dimenticati ---- Do,•remmo t.:011 delle rose in bra ll'io andare 1111asera Di primavera Sulle tombe degli eroi di111e11ticali · Al cimitero Dei poveri. I loro alt( g/ori&si s1, 110 scordali Chi li ha mai contali"? f:"ssi 11011 erano rinomati L'erbaccia copre i cesvudi sulft fC,ro tomhe pia11tati Che i! veuto da t,11 pezzo ha c/11 nati. Ma giù nella tomba essi godono la pace che la vi1a 11011 dli Piano !aie! li loro riposo non turbate [ssi thamzo meritato. Il l&ro dorso sotto il duro peso si è chinato Le foro fronti di iatlca hanno sa da/o. I! loro so!e t!rde1•a forte, forte lxi è arso fino alla foro morte. Ma il sole è tramontato F.ssi donno110. Andate. Rose rosse JJia11tate S11!ie loro tombe. Chinate la fronte verso terra, set ene state E pe11sate Quei vici11i alla frontiera e/tifa vita Agli eroi dimenticati lo li ho vis/i da ba111!1i11Li.e do,111e con cupe/li /Ji([/zcheggianti Andavano alla morte per i loro cari. Cli uomini dalle mani callose Combattevano la loro dura lotta E combatten1110 ancora Fino a ,f!/W1l{fo venne la morie coi!a sua bara A gridare: « Basta! » e li conll11sse nel paese del rivoso Nessu110dedico pagine u /oro, 11è parole altosfilale E ben di rado Fieri sulle lCro tombe caddero Ben ptù spesso lagrime ardenti Di coloro che li avevano seguiti viventi Net foro Silenzioso martirio, come era piangenti Seg11il'lt110 il loro feretro. Ttlilc le loro battaglie le aveI•a110 combatwte Per a-more del prossimo e questo amore 11011 aveva loro concedllto Tempo f)er far parola o comJJ/imenti. L'amore li spingeva alfa lotta con la miseria OJJJJrimenie Altlt lotta per un panno onde coprir le membra tremaJ1li Dei bambini. Per il pezzo di Pane Essi fottawmo da sera a mane . · Ed il loro amore grande fu. di ve rifà ardente E solo f,{t morte spense quef/'amor. Spense ? No, i /oro cuori Vivono ed ardono ancora. Chè il fuoco che nel petto l'uomo porta Giammm st:ende nella tomha col 1,wrlo. Nuovi cuori E nuovi ancora Si accendono a quel haK!iore Di luce. Stelle fiammanti, farce ardenti, scintille eterne. Ma le croci dall'erbaccia e dotro hfio coperti. Sempre più marcisco,10 · Ed i colpi degli erci dai cespugli TJrOletti Laggiù in fondo, sva11iscc,1.o E; polvere diveiztano. Andate' ili silenzio raccofii Per i sentieri isolati Verso le tombe dei pvveri, o,•e scJJOlii Giacciono J!li eroi dimemicali. I Qu,e,sti versi del giov~ne r,oeta ribelle svedese R. Jandel, • sono stati tradotti <lalla comp,1gna Angelica. Bailab.anoff, la quale dedica la sua traduzione alle vittime ed ai martiri del fascismo. - Che devo fare ... 11011 mi la.se.i in. Lin c<,r,·o o ,n,a cornacchia. osser,·i, pace u11 minuto. Tè:allerino. _ E perchè 11011h·ai giuctizio? - Senti. d1°,,c Sf}r.:1;anza. cadend·o :1 _ Perchè? tc1·ra. Va solo: io rimango qtt:. non glie:.'.\ _ Già. perchè? io più: non mi reg-g-o e mi par c\'a,·erL - Pcrchè mì faceva pena. b t'c&ta di piombo. _ Chi? che cosa, - Come. tutt'a un tr,\llo <lis,e Ball..:- - Quell'uomo! - O nell'uomo? O anima ~cntim,eintaJ,c' ~011 llai cèn-ello. tu. Che t'~m!J)orta di quell'uomo' Se t' ag-gua11ta. t·a,111/111:LZz:1 come 1111 in·setto ~rhifoso_ E allzyr;i. gli pobrai racco11rarc lo ,pcn..~ierato11e eh< ~ci. Ti manorLzzcr,ì a morte, mal.grado il L110cuor, compassion.-c,·olc. J\lla tortun. ti mettercbhe q11ell"t101110. e tu scon~riurcr..:<,ti Jddw a farla finii.a pc1· sem,pr,·. ùibò. B,LUcri110 frem..:,--;1 d'i11dig-nazionc. l.:, sua voce stt~,<lula c,1 ironica '<·ch.~·~gian nel bosco. e il rumt>rc dei rami scmbra\'a assenlire al :=,uo discorso. Speranza. tultto ahb:ittuto dai ,rjmpr<>- :L'ri. seg-ui,nl il c0>lllp:ttT110a t<'st.a chii1.1 econ :1. ginocchia tr1cm:11iti. - f\bbi 1nz'en7..:t! dis~e finalmente -- ho bisogno ,li prender fiato. Poi a.ndro <l;, ~olo nel villazg-io e prcn::krò quel che m; capitcd. tr;c mano: poi torncrelllo a ca- .:--~.. non f'(>'~g-o plll. rino. di malt1·111ore: n<,11 puoi i'roprio .;eguiia.rc? :\' o. non posso propnv. - :\li rnl?~ro .. \ccidcnti' - Sono sfinito. --- 1 Xon è un miracolo! Ca1nmi11ì:11n,, d:t sta.n1:1ttiJ1a JH"<.'Sto. ~cnz'ayer n1an!!i,t:o nn hoccon<'. -- \o ... ~enlo che ,· an·icina 1a fi:1<. ;\011 n·di. m'e,ce il $:lng-uc dalJa bocc,1: Spc:ranz,, mostrò a B.Lllcrino la ma.u, •.porca {li .sa11~t1(•.ç)ucsti ;tllora domandò ron ,·oce ra'<id-olc..ita: - E che facciamo ora? - \"a• solo tu. lo rimango qui. Forst mi pa~sed ttn po'? -- E do,·c vuoi che v·,1da? Vado nel \'iJlag-!_!io.1 rlirr che ne? bo-'<COc'ì: un malato. - );o_ 11011 lo fare: 110,n· avresti da aspettai-ti che bastonate. - Hai ragione. Bisog-na g-uar<lar<;i bcnw dalla gente. Speranza g-eltò la tc~la all'indietro. to,- si (' .sputr, '-all.(?'11{'. ACQUEFORTI Uno che ha visto la euerra. Le parole che seguono non sono mie. Sono della grande scrittrice s:and;nava Sclma Lagerlof. Un breve racconto, semplice, profondo. Che sta mclto ber>.e in questa rubrica. E sarà una delle più se 13ate acqueforti, eh' io abb:a mai... trascr;tte. In una belb ~era d'autunno la co - tadi1~<:llaCaterina, che era bambir.aia a Marbacka dal tenente La-?."erlof. ai1dav, a p's- !ieggio nel boscc con una ra~azzin:i p~imano. · La Cate ·ir:a er;; n: t-i. in una capa:ma, rituata al di là dtl p;iderc. ~ull'or - lo deJ bosco. Ora ella si recava nella ca~a paterna con un inca-ico del st10 03..iron--: ~ avea nreso con sè ura delle piccole fil?;li0!e. Carnm'n facend, mangi.31,ano mi·till", •i 1·iempivzno i gremoia!i di bellis 0 imo musco. che vo\evan? porta,. a ca,;? pe~ metterlo nel'a finestra doppia della sta'1za dei bambini_ Non avevano fret•a. La Cacerin3 era lieta di ritrovar.;i ancora una "olta ne\ bosco. dov'ella conosceva cgni pietra, ogni zolla. Quando arri~·aro::o fi- "ialmente alh1 siepe, che ci·con::a il tratto di selva già dibo~cato, su cui si trovava }a cap:i,,nna paterna, Caterin, di•se alla bambina~ Ma ricordati bene, Selma, tu non devi parlar di gue:-ra quando è pnsente il mio babbo . avesse detto che la guerra è la. più bella cosa dç\ mondo, se egli ~ fosse vantato d'avere guazzato in torrenti di sangue e ammazzato centinaia di uomini, allora quella piccola bambma non avrebbe avuto la mencma paur:t di lui. Una riabilitata Parecchie> cose ha già riabilitato l'on. Mm:wlini in questi pochi giorni di potere. Ha rim~sso in auge, ad esempio, il Senato. Altre volte egli stesso av~va pono 1,el. programma politico de! fascismo anche l'abolizione. del Senato del Regno; "!Òe,so è andato a Palazzo Madama a tesserne l'apologia. a far!:le il fui~:> d?Ua vita legislativa italiana. Ma c'è una riabilitazione ancora, molto oiù clamorosa, foroe molto più • grave di conseguenze• che !'on. Mussolini ha in parte gi'à compiuta e che, certamente, d1 quel co~-rente ch'egli è. condurrà a termine: ìa riabilitazione delìa reli~ione cattolica. -... Intendiamoci: non già che il Cattolicismo avesse bisogno di riabilitazione. Ma nr.lla vita politica italiana, nelle manife- ~tazioni u!fìcJali del Governo italiano, la religione cattolica era oramai Ia, quinta ruota de! carro. Ha il suo posto d'onor<! nello Statuto, è vero. Ma quan::Jo mai, dove mai si mosti-ava lo- Stato cattolico? Anzi, lo Stato cristiano? Ora le ccs = sono mutate. Il fascista, salito alla presidenza dei Cor..siglio, ha comi.nciato, nel suo discorso-programma, con I' ac~ennar _ ai part;colari riguardi per la religione dominante che è il cattolicis,.-r,o . Poi, come già nel famoso manifesto del Qu:idrumvirato s.egrtto durante le giornate rildicse, ha tirato in baì\o il sommo lddio .. La piccola ragazzira era sommamente a'ttonita. Ella sapev;i che il p3dre dell:i Caterina era stato soldato e eh~ avea p2.:-tecipato a un, vera guerra. Ma. che davanti .:J lui non si pote,se parlar di guerra, ella non se !o sarebbe mai ?sp·t. tato. Che $;a vera la voce, messa in giro alcuni g,orni fa, che il nuovo capo del Go- • Perchè no!: debbo parbre di gu~ ra verno italiano ha tentato approcci col Vacon lui? , do-mandò alla Cah:rin~. "-icano? • Non si deve mai parlar di i,11erra ro:i coloro che ci sono stati • rispose h bambinaia. La ragazzina era sempre più attonita. E,la r:enrava a tutti i celebri eroi di guer. ra. di cui aveva l~tto nei suoi libri di 'Mussolini ha fatto sì profonde co'1versioni che. a parte lo scopo pclitico di certe i!lvocazioni. non sarebbe neppure a me.. ravigliare in lui un ritorno alla fed:: cattolica. Sembra però che i cattolici stessi diifidinc un oo' èi certi improvvisi atteg- :ìabe; e nella sua test.a si aggirava qual- iiamer.ti relig-iosi. Il giorn 2le cattolico cosa come una :-uot.~ di mulL,o. • L'Italia ,. di Milano, almeno, fa le seIntanto arrivarono nella capanna, dove gt\enti amare conclnsioni: . era già il t:~".lre di Caterin'l. Era un ·uomo di antico stampo: ella 1') riconobbe Fn l'agno•tidsmo ufficiale di un tem. subito dal fatto che oortava c,lzoni che po ed una religiosità che non sgorgasse anivavc1n? soltanto l-ino al gin.occhio. e da una profonda convin~io~e interiore, non aveva stivali ma soltanto scarp~ ba~-' ma fo~~e detta.ta da calcoli di sfruttamen- ~e E a 01 • • · d. . · li d' to poht?co. non saore-mmo quale sarebbe _ . ra vv LO 1n una su 1c,o pi; e 1 . 1 . · pecora, e aveva una facci 1 gra,,le ~rozza; !l ma e peggio~. ma nulla di nit: s: ra:, 0 che altri v~cchi Così m'assisia lddio, dicevano, finendo contadini. Durante tutto 'I t?moo che fu- i loro discorsi, Guglielmo e Bismarck, e rono nella capanna.. la ragazzina non p:itè far altro che guardai·e continuam~nte quel vecchio. il au2·e non vrl:va che si i'"arlasse di p.;uerra. Elh non conosceva nulla di oiù 1 bel!o che leggere o asco!•are storie di !;Uerra_ Ma non avt>a ma; vist::> nessuno che a una g-uerra ci foss~' proprio ,tato. Pecc3to, non ooterlo intur~gare! Non sapeva capacitarsi. Sapeva che. non appena ella aprisse la bocca. avrebbe j,,_ volontariamente detto qugJt:o~a d Ila guerra; e allora il pa:ire de-11.::tCaterina l'avrebbe for~c a,'Timaz7ata. Do~:, c:s e•· stata qualche te-npo là a o-servarlo, le parve che egli la guardasse così sinimamente ! Era qualcosa di inconcepibile questo non poter parlare di guerra con h,i; ci doveva essere certamente quaJch,:: cosa di raccapricciante che ella non capiva, Quanto più ella stava là. tanto più cre;;ceva la sua paur:i. Ella sent"va che quest'uomo era pericoloso, e non lo voleva più vedere. Voleva andarse-,e, sca~- pare. E quando finalmente la Caterina ebbe finito e presero ccngedo e p-::ter;)nO uscire da quella capanna. aHora h piccola ragazzina era fuor di sè dalla paura davanti a quel vecchio. Ma se quel vecchio fosse stato come s; conviene a un vecchio soldat'.1, se egli - E chi' - Forst: con nno :,forLo li rin,:c1rLl,b,· :,cl ,dza.r1i e potremmo continuare ... - Jmpossil1i°Ic. Ralkriuo si st:àcttc ,·icino al compagno. dalla parte del.la rcst;, e lu f:ua·rdava in viso: Speranza a,·c,·a il r,~~piru ir.rc~ulan• <' rantola ,-a. G'.j occhi gli usci,·ano •lalfu1 hi: a. k lahhra ,·r:ino insolitamentL· strette a.: ckn. ti. e dall'an:_::olu ,111istrc:, ùclla hocca u•c1 \"a l111 filo rli S,L11'ZUC. - :\'on •nwrtc ancor:L? l I viso di Spcr.t n za era - E~cc ~mprc·. c1;11,·nJ-..o. lh\lerin<, rltinò il capo l' tacq11c Cn ;ato del fo,..,o. 1:walo eia!!., p:..:11a. lticcic.a,·a cl:t!la u111idi1:ì nera cklla il'rra gra,ba: le ombre clc~li alberi che ,j a.r;j1.1.,·1.110rii qua l' di I:', <liscg-11.1,·an.1 ddk fig11rl' fan1a,iich,· •u qtit'lb s11p..:1·ficit: lnccj,cantc. fianche;[- g,:,to eia c<;<,p11~·lit.ra , quali fac•cva capolino qua " kì il giallo chiaro d,; tro11chi ck: fag-gi. clo1·c i con·i a, t:Ya110 il 11:- do. - ~011 aver paura. 11011 ~l,rà co1.;1 g-1-:11·l'. Parola tl'o1wn: I 11011ha.i r.i.g-ic,11.c di ·, Ila nn.art? . - Gr!<Ìt' Gc.sù ! ,;o;,pirò Speranza. dice ora Mussolini GENOSSE. Pro "Avanti I,, Somma prcced..:nlc LOC.\RXO Sonuuzi Fr. 1497,65 Edoardo fr. 2: :',f oranzoni Carlo 1; Vicinclli Roberto r; Sormani Steiano I; Sorm.ani Gìo,·anni 1; G11cri11i Carlo 2: Gaspa.rini F. 1; _lelmini Filippo _1: E. Sang-a.lli 1: L. R"ff_oni 1.30: :'-lo:ta E. 1: X. X. 1: Broggini Valeittin-0 1 : i\Ioretti Pietro 1; Sim0na G. 2: C',ariola Artul1CI 0.50: .\ntonio ('.ag-g'iMi 1: rario 1a A. o.so: Vig-iz.zi B. 0.50: Gnls,i P. o.5ò; N. N. I: N. N. 0.50; Bern~coni G. 0,50; R. A. 0.50, N. '\ 1: :\fol:nari .\ttilio 1: li . l lacnggli 1 : ..'\ VORCO.1 - Forna.e.ier Al~ 11(, h. l. Vi,·a SCllJl)re rAva:iti! rii·nrga ~ICmprc JiÌÙ forte; Ca,nd.ido Fornasier 1. Abbasso :--r 11s~olini cd i suoi seguaci. • '1'01'. \ I.E 27,- 2.- Perdonami. Stefano. per il c:l\·aJlo ! l 'erdona,mi. amico mio! - Sci tu che clc,·i padonarc a 111<'. riSJ,O'>l' _ Balkri:10. i)ll\·c a.ndare, che fare ora~ , Div li :•'uti ! • ;,ii:g-hiczzò Spcranz;1. e 1acquc. - l.in r:tntolo sordlo. una sc-O's.su con :uha agitò ;1 mo capo. la g-a.111,b'csi d1stc•crn. lia:1, 1·ino. 11011 <listoglit·,·a lo sg-ua,rdo da lt11. Ogni mi11uto gli sembrava u11?. etnni1:Ì. "vcr;,n?a alzò il capo. chl· r:c.add,· i~ :i erte. I - Clw C' <h;1i. fr~tcllc, mio? d~s::c B,lilr·n11,,, ch:11:u1do•i ancor più ,·crso di lui. ~ cs<..una ri,JH>~t a. ~pera 11za zi.:Kc,·a ·1rnto immobile. P,;cl11.:1·i Il" 1~:•-rò a n,or:L 1111pc-zzo vici1,0 al compag-110. poi si alzò, si .scopri, si •t>~nò. l' nrost'~uì la ,ua !-trad;i. Aveva il viso cupo e mrrmccio~o. ~a hiu-ba più incolta del solito. Cammin:w;i, d'un pas~o CO''t vc-, 0 :mtc:. C0llll' Sl' coi ~uoi piedi a- , es..,c ,·ohll o f·.-,r d..:l male :dia tierr:l ... ~·era i:-Ltto g-iorno 'i11tanto. lJ ciietlo ora grigio e triste: nel fosso rcgna.,·a il silt•.Hz.i<,.Sok, il ~11sctl'<, st1s~11rra.va 1.~ sua vecchia melodia. :-\1·e\':1 parlato con 1o11filo di voce; ,,._,_ ~nira,·a a fatica. r~rntolava stcntaramcntL', Ballerino lo guHdò con diffrdcnza e cQln. 1inuò a càlllmina.rc. sc;1za p-roffer'.r ~illaha. - Xc csc<' ancora? dom,.1_,n.clRò allerin;0, CQlrag-gÌ•>1 Li11 rnomcnio. e 1i ~cnti1·ai china.11clo la .\.t( un tr,Llto ~·i11t1.:,~un ru11101'L'.Un.a zolla di terra. ,scivolò nel fossato: o. un <,,Ol'\ 'l. <kHall) cl.al n1111orl·, -i libr:wa 1!1icL l'aria. 'Con un g,rave sbat.t~ d'ali. ;rmcchjacn<lo forle. Tn pa1i tc.mp<> s'uclfuv:.i il canto carcZ?.cvolc d\111\t!ijodola ... Per un ~ctzzo andarono in sik-11210. Un uccclfaccio scuro -p:.issò g-racchiando, al di sopr;t .dlelle loro teste. in pi·l'd1 accanto a lui e g-ua!'d-andosi a(- mc-,(!"lio.g·li disse Bal'~-rino, te,s.ta sn 1 comp'4!"!10. t o.rno. - Sì, 111olto, rispose Speranza i11 modu :qipena intelligihilc. e ricominciandc, a Que.sti ricominciò a lossirc: cd un ,,i.:.-0110;1.r:1no gli usci dal pct-ro. Re-spi- \" cll":lr'a 11.11:,id,e,lci f ossa'<o i suo11i si rossfre. rara sc-mprc fhltt pn·sto. come: se oorrcs- ~morz~-vano rapìda:nrente. -- Se potessi chiamare qualcheduno:? ,c. Rima,t cos.ì a lm1go_ I .. •

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