L'Avvenire del Lavoratore - Anno XXVI - n. 47 - 18 novembre 1922

L'AVVENIRE DEL LAYORATO~E GIUDA ISCARIOTA (Continuazion<; e fin.:, v. >.. prcc.) fl Maestro conLinuò: -- E' scritto che uno cli voi debba traèirrnj. E qneJl'uno sara esecrato nella memoria degli uomini, e sarà clann•ato per 1uU::i l'eternità. '.\];i quell'uno sa<rà il solo cd u11.ico sacrifica'to per la redenzione di tutti. Senza il sno tradimento. nessuno potrà redimersi. Col suo tradimento. tutti sar:i.nrno 11ed\CJ1tj_ Ed io in verità vi dice,, che qnel I radi mento sarà sacrificio snhlime. Se io 1·i a1'.cssi detto: E' scri•i1to che uno di ,·oi debba tradirmi pcrchè io po;,sa riyelarmi: ma qnell'uno sarà glori• fìcato in eterno. pcrchè il suo tradimcnQo determinerà h reldenzione del gcne11c umano: se jo qtieslo ave~,si detto. voi tutti v: sareste dichiarati pronti a. tradirmi, eè io ,l\"r<;i an1to gr::inl pena a tliscern~re qua.le cli voi. nell'offerta. sarebbe stato ):on reggendosi sulle gambe tremanti, !•:gli ,,i po~ a sedere su una panca a lato della porta, dicendo: - Ora è glorificato il Figl:uol dell'Uomo. e Dio è glorificato in Lui. i\fa a qu'L I<; pn.:zzo è eg-li glorificalo? A prezzo dclrctcrna infamia e dannazione di un uomo che meriterebhe di essere ben altrimenti rimnnci·ato ! ~e vale la 1>cna. Dio mio?' F,orsc no 1 '.\[a la tua YOlontà sia fatta! ìJi lì a poco arrivarono g-li sg-hcrri dei S..:t,·crùoti al, comando d'un ccmurionc che, riconosciuto il '.\Iacstro. ordinò di ,arrestarlo per tradnrlo in carcere .. a d1sposizio11c dc.I tribunale. Per meglio as,-icurarsi di non aver sbagliato. il centurione, rivoltosi ai discc- ;1oli che sedevano nella capa1ma .. dorrm.nclò se essi conoscevano l'uomo che i suoi 11~0. $O da piì1 puro zelo. !\[a porchè io vi ~~herri a,·cva110 arrcsta~o. dico· -- r,:· scritto che 11110 cli voi r discepoli rispo· ero tutti che non lo clc-bb.1 tradirmi pcrchC:: i.o mi riveli: coi.osccrnno. temendo cli essere arrestati 111:1 quc!l' uno sarà esecrato. quell'uno· in!.i,;-mc con Lui. E quando gli sgherri si sarà dannato. quell'uno rnrà li't1njeo sa- furono allontanati. i discepoli, ad uno ad crìficato sull'ara della redenzione di tu~t i uno, uscirono dalla capanna. e si dispcrque!li che furono. di tutti qnc-lli che sono, 1,ero per le, cam.pague e le città vicine. cli tutti quelli che saranno. nessuno di senza pe1· nulla curarsi dcll,t sorte del ,,c,-i si sente il cor,1ggio di affrontare il M1- .\lacstro. che sempre avevano protc tato premo sacrificio e ciascuno. per assicu- di amare piÌI di loro stessi. r:irc la propria incerta s-alvczza. im;pcclis::c Xci giorno ciel processo. il sommo sala mia ri\ic:<lazionc. annullà la g-en'crale re- cerdoLl, domandò al '.\faestro ragione dclèem,ionc. Voi non mi amate! lo vi di- le sue dottrine che era.no ritenute so,-- spr<'zzo ! "c:~s:vc. e i\ Maestro rispose: Ed il '.\fac;ctro si tacque. abbassando il - To ho ap(;rtamcntc parlato al 111011caro sul petto. in un senso di amaro scon- do. Io ho sempre inscg11ato ne-Ila sinagoforto. in· un atteggiamento di profonda g;, e nel tempio. e non ho eletto mt!Ja cli disperazione. occulto. Pcrchè m: domandi tu? Domanl discepoli. allibiti. erano muti e senza ùa piuttosto a coloro che han,110 ucl'ito ciò gesto. Ripugnava all'a:n,imo loro il tradimento. per quanto sapessero che fosse fatale, Ma r,iù ripugn;wa ad ognuno !"infamante sa. crificio. per quanto ,apc~scro che fosse indi!:,pcnsabik cl1'io ho loro eletto. ,cd essi teSilimonier,,nno la verità delle mie dottrine! l•,d il Maestro rispose cosi. perchè a ve1·a scorto nella folla dnc suoi lliscqpo!i: l'ictro. che s; era spesso proffcPto di morire per Lui: e Giuda. ehrc- ..i cr-a sacrifi, ,;alo pcrchè la s11a gloria si potesse ri,·eGiud.'. è scmpre rimasto a significare la più !,pregevole ic[\ea di tmcLiimento; mentre 1! nome di Pietro è stato ed è sempre oaorat~ come quello dell'uomo più devoto ai principi dd suo di,·ino Maestro, malgrado tutti sappiano che egli, ncU'ora del p<:ricolo. non rolo non ,·olle aiutarlo, ma lo abbandonò, e. dopo averlo abbandonato. lo rinnegò per ben tre Yolte, per essere sicuro cli nulla a,·crc a temere da parte dc.I tribunale. VITO '.\lt·\STR_\\"CELO. L'Università Proletaria MilanBSE ~e:ombrata 11adevastdaatafiascisti , Dopo tredici giorni di occupazione fascisti milanesi hanno fìnalment-e sgo,mbrato anche l'Università Proletatia Milanese, da essi occupata il lunedì 30 ottobre. Sebbene si trattasse di un istituto culturale. che ha soltanto per iscOpo la diffusione della cultura generale e socialista il Fascio Milanese ci teneva molto a oc~upare per sè quei locali, belli e si,aziosi, nei quali avrebbe voluto stabilire la sede di qualche suo manipolo. Vero è che l'Università Proletaria Milanese paga regolarmente il fitto sulla base di un r_egolare contratto scritto. « Questa è preda di guerra! ., diceva il comandante del Fascio ; e co_me preda di guerra. egli avrebbe voluto non più restituirla. A Roma, però, i superiori erano d'altro avviso. E sabato sera venne l'ordine di restituire i locali ai legittimi proprietari; il che fu fatto. Ma quando il compagn:i Sacerdote si presentò per prendere la sede dell'Università Proletaria in consegna un ben triste - sebbene non insolito - spettacolo ]'attendeva. 'l'utto essi anebbero fatto per il propi iv Maestro. fuorchè tradirlo; pur saµc11do che solfanto il tradimen'1:o di uno di loro avrebbe pcT'1nc,· 0 o a Lui di portare• a compimento h propri.a diYina m.i,_ ~ione. Dagli Uffici dell'Università Proletaria man-:avano molti mobili. scrivanie, tavole, sedie, un canapè, molti libri; i mobili restanti erano in disordine, i cassetti scassinati, molti vetri infranti, tutte le carte gettate alla rinfusa per terra. lare. DagÌi attigui uffici del • Gruppo SociaEc', allora Pietro. tcmc,ndo di c.:s,scrc lista Amici dell'Arte» mancavano ;mobiscoperto. si prescn.tò spo11tanean1c11t;c al li e i numerosi quadri ivi esposti ... 1;11 sa.çrifioio che producesse soltanto infamia non piac-<;"a a nessuno. ripugna-. \;, a tutti. E mcntre tutti· tacevano co-Stcrnati. il piu oscuro di loro. quello che :,embrava il meno adalto a sacrifìca.rsi per gli altri, il nominato Giuda h:cariota. conosciuto per la su,t tarda e disadorna parola, si alzò dal fo11do della capanna o,·c sedc,·a c. con voce commossa. ma ferma. tFsse: - '.\1aestro. se è fatale che por la tua gloria uno ti tracliS1ca. ebbene qttell'uno sarò io! To mi sacrificherò per lutti! Io, elle più ti amO'.. e tu lo n1oi. ti tradirò. Sc tu lo n1oi. io sarò lieto tli sentirmi 1:-,e::ralo da tutti gli uomini. purchè la tua !.:·}.,ria possa rifulgere in og-ni tempo. Jo s,,ri, contento di essere dannato per tutti i ~ecoli. purchè l'umanità pos~a essere. ndcnta in tutte le ;:1t1eg-cncrazioni. - Giuda. frate:lo mio clile:Lto. - ripre- ,-e a. di re il '.\fa estro con ,·oce rotta da an,arissimi sing-hiozzi - sei tu proprio cli:-r,c.stq a ~acri ficarti per mc, - Si! '.\[a.L• lro, - Giuda rispose. - Sci proprio cli,posto ad esporti alla unan·me c,ecrazionc. affin'Chè la mia glori'!. sì ri,·eli :' -- Si 1 :\L,(;stro. - Giuda rispos.e. -- Sei proprio dispo~to ad esporti alla ~t1:ri1;, dannazio11-. affìnch,: il genere nn1ano ~ia redento? -- Sì: :\facstro. • - Giuda - F, all'imm,,ne sacTiiicio ti con animo lieto? rispose. mponi - Sì! '.\faestro. Ci uda ri~po,c. - E sci sicuro cli non pentirti. pcn- -,ando che tu '-Olo sar:11 sncriiic,,to pn rutti? -· Si: '.\fa(;stm. Ci uda rispose. -- Pcr tc. JHT l:i. tua g-loria. per la rcdcnzio11t. llel g-cncrc umat>o. ciò la mia l'ita. <:lò la mia anima. ciò la mia riputazione con animo lieto l' ,cnza rimpianti. -- .\llora va e tracli,cimi I \-a e abba•- "'?. l'a11·ilime11to tuo fino a ricc\·crc: del ric:naro che non ti sen·irà. \fa prima ,·ic_ Il: qui. Giuda. fratello mio diletto. \'icni 011i che io t' lnci. Vieni qui che io possa ""Primcrti tutta la mia riconoscenza. Vic111qui ch'io pos•a ciarli 1'cstre1no saluto. perchè da quc<;to momento la tua Yita è linita. pcn.-hl! h mia g'loria sari1 la tua cond~.nna che durerà in eterno! l,'anima c«altata dal con,;apevole ,-acr'- ficio. Giu<la si slanciò ,·crso il .\f ae,tro clic l'accolse nell..: sue braccia tremanti e lo l>aciò più volte in f1·onlc. inonrlandog-li il ,·i~o delle: più cald(; lagrimc <l: comµ:anto e di riconoscenza. Sriolt-o-si dall'a hbraccio elci '.\fac:strr1. Giuda 11scì a pa"-E-0fermo dalla capanna. 1· Ji recò dal capo dei sacerdoti a ri,·clarc l;, località nella quale il ì\faestro si lro- ,·av:l. fl capo elci sacerdoti gli offri in co111.- r•e11so pochi denari. che egli accettò per <l~,r parvenza di Yerità aJ lraclìmcn.bo che ,ùmpiva per volere supremo. E con queL denari, di cu-i non sapeva ~h,· farsene, Giuda co1nperò il campo del 1-:i.sc:iiaiopcrchè Yen1ssc adibito a, dar se_ noltura agli stranieri. che prima d'allora ,·enini.no lasciati in pasto ai cani. non e-ssendol'i lnog-o <love potessero venir scp- ?Clliti. Quando Giuda. fu uscito. il :Ma.estro. affranto da profondo dolore per il gra,-e sacrificio che aveva richiesto al suo amato discepolo, uscì anche lui lentamenté d:tl!.a ca.pa,tUla. senza degnare di uno sguanlo solo gli altri d.isccpolì rim.a1;ti atterrili sulle proprie ~cranne. tril,unalc e testimoniò cli non :i.,·cr ma; Il Comando del Fascio aveva data la conosciuto il :'Ifa.estro. parola che nulla sarebbe stato toccato! \fa Giuda. che Ycramcnte ama,·a il l\lac~tru. non rico1fda,idosi più che, senza il sacrificio. 11011si sà•rC'bbc pot11to rivelare al 1uondo. si pre~entò an.ch· egli spo11tan,:··111·cnteal ·trihuna',e. e testimoniò di CO· noscere il :\laestro. di aver seimpre ascolta:c lb iui clotltrinc di ycriL;L e cli giuslizia, e citc poi si era deciso di tradirlo. p::-r ptrn,ettcrg-li di potersi ri,·clarc al mondo. Cl,c c,ra però era pentito di quello eh• :"·c.,·;. fatto. e volentieri avrebbe preso il ~uo posto dinanzi al tribunale. purch~ il '<l:0 :\lac$lro fo~sc stato sciolto dalle 'ia1;<;<• accuse che g-rava,·ano >-Il Lni. eh.e era fnnocc·nlc. ìl trihunaic non g-li cr(\Clettc. Eù il '.\faestro ringraziò Gi11da con un cenino d(;I Caj,O iacendogli comprendere che e;:-li fio1<1·a mantener fede -al suo impegno. e sacrificarsi all'ig-nominia per la gloria del ,uo \[aestro. per la redenzione cli tutta 1·c-11,anità. !~ Gittda si ritirò. ì•:d i\ :\laestro. abbandonato da tutti.- e ,L tut1i mi~conosciuto. fu condannato a ,,,orte. e crocifisso. come soii'llatore dc-I popolo. .\"cl momento stesso in cui il '.\!ats:ro mcrì per mano dei suoi carnefìci. Gi1;da mori di .sua propria 111:1110. non l'olendo so;, ra ,·,·i ,·ere al la morte del suo adorato '.\Iaes'.ro. E mentre l'anima del '.\[acstro sali,·a t,ic,11fant<; alla gloria semp;tcrna dei cieli, per la redenzione del g-cncrc um,<110. l'an.i. ma elci fido servo Giuda si s1>rofon1:cl.'l.va 11cgli abissi infiniti dell'inferno. pc1· la ,zloria elci suo :\[acstro di,·ino. Pietro. in,·ttato a riconoscere il \{a.c- "-tro. si rifiutò di farlo. rinnegandolo per la f crz::t ,·olta. l'iù tardi. quando la g-lori;i. ckl \faeqro fu ricc,11osciuta <: la sua fann di uomo g-iusto . i fu consolidata. i discepoli rltc aon si cr,1110 voluti sac,-ific.arc per Lui. con a capo Pietro. che lo a,-C'\·a rin. negato tre l'Oltc. uscirono dai loro nascand ,~li per i111p0,scs<arsi della sua dot. tri;1a e dichiararsi ~110: unici (; veri cli- <.ccpoli. li mo1tclo li crr·clc~lc. Fc1 e,•i dil'enncro i fonda.tori d~ una n uo1·;, scuola religiosa che. alterando le <!Òttri11c del :, r ;i c;tro. e scnvendosi del la frr7.: g-ià or:;:-anizz~ta dei dc•poti c_sistcnri cr,1H1uistò ~ran p~rte del 1110.n•doah'tato. •ottoponc:nclolo ad nna nnol'a schia,·itÌI ci1e fu pcg-giorc cll'lla precedente. pcrch~ a,·c, a l'ipocrisia cli appogg-iarsi sopra 1,) dottrine d'.i \"l'rLtà predicate dal '.\[ac,tl'O. m:i contorte dai suo: di~ctpoli per fini cli <lom;!,;O. E co,i. il ).fa estro. che per redimere il g-cn<'re 111n:1110no:, :l ve,~ es ilato a sacrific.1r,• st ,tcs.so. e ad obblig-arc il più fido dc: .suoi discepoli ad un'azione infamante, e!,!,c il dolore di Ycdcre che le sue dottr:11e di amore: e di verità serl'ivano ,ti p:c,lestal'o al più orlioso dispoii•mo. al p:,:i :~norante e pigro fan,ttismo. . \ maramcnte si penti il Maestro elci s·icc:ficio soopOJr'tato. " più che altro del ca- ~tig-o e del luclib1io a.i quali aveva con. tlam;Jto il suo ,caro discepolo. ).fa il !'-110 pentimento -n. nulla ,·atse. T1 male era fatto. crl Eg-li non pote,·~ ~.n11111larlo. E' ,·ero. che quando si fu pienamente con-,inlo della inanità del suo sacrificio, Ert: !+ottra.s•c Giuda. ai tormenti ,e.temi, per farlo a.•sidclfe in l'icina.nza dlcl suo troao cli gloria. ma è anche vero che, nc!l;, memoria cleg-li nomini. il nome rli Italiate:rrdaeci olori Non c'è che dire: se Guglielnw Glad'Stone. il celebre statista in,glese, vivesse ai nostri tempi, troverebbe che la famosa e pittorica sua frase, con la quale ebbe a definire l'Italia di allora · « carni val nation » - la 11azio11ecarnevale - 11011 è che u11 cè1stigato e co1 tese eufemismo: tanfi sono i colori, le sfumature iridescenti, e le masche/fe più buffonesche adottati dai \'C:ri partiti e fazioni JJOlitiche del nostro felice paese. Il partito socidiSta è entrato in Italia avvolto ùr 1111 fiammeggiante dra1ppo ro:,sJ, quale simbolo della nuova fede e dèlla 111 dente speranza di lutti gii oppressi, di Lutti gli. sfruttati, ed e;;co subito il partito popolare, allora democrazia cristiana, assumere il coloro «bianco», siml,olo li non so ouale purezza JJOlitica e morale .... Quindi alla « bandiera rossa», troppo abbacinante per le masse, ecco OJJporsi la « bandiera /Jia11ca », tinta più addomesticata e i11defi11ihile, come i programmi del partilo ... Poi ,·ennero le dil'ise « nero grigio » dei legionari di Fiume, e le camicie « azzurre» dei nazionalisti per amore della antitesi. Quasi non bastassero, sorse il fascismo con la trovcfa del/e camicie «nere», dei berretti-fo:z per ricordare gli ascari, dei suui simboli pieni di gentilezza, di JJielà e di amore per il prossimo: teste t.'i morto, f)ugnali, mazze ferrate r; :il:ri graziosi nùmoli del genere ... Se non che D'Annunzio, lorse per comf)l'ensilìilissime w;ioni di concorrenza con l' eser.':Llo dell'altro duce, non vuole imposizioni ... f)el colore e fa annunciare da un suo luogotenente al mondo attonito che è sua iernw intenzione di riesumare le le~- gendarie camicie « rosse » per il grande assalto di Roma, in edizione di lusso ... Sembra anzi che stia co111hi11ando con Mussolini per una grandiosa film cirrematcgrafica. Ciò, però, non JJOfevagarbare rrl partito liberale-democratico nazionale, e al Con:uesso di Bologna, tenutosi in questi giorni. comparvero le balde squadre dei giovani liberali in divisa color kaki, destando anch'esse vande entusiasmo. Il co!ore è clernie,- cri, è di alia moda.: ma che rnol significare ? La hago!ogia concentrata nel vuoto. E', quindi fuori dubbio- che se la politica italiana manca di dignità, di seri.età e di valore, 11011 difetta certmnente di colori carnaleontici e di maschere variopinte! Il nostro povero paese, celebre ve! mondo perchè vi fiorisce l'arancio e ·vi brillano tante gemme della 1wtnra e del genio, ll!ggùm{(e così una rwo.va e Se<!ucente attrattiva ver i forestieri: 11110 snwgliante mantello d'Arlecchino ill cui i partiti borghesi sono messi in luce dai colori del!' iride.... • U ,w vera bazza! a o· . ... 1otecaGino Bianco Pacificazione e disciplina fascista Mussolini e il segretario agli interni on. Fin.zi continuano a parlare di pacificazione, diramano circolari contro i bandi e le violenze personali, vantano la disciplina fascista. Orbene l'onorevole Farinacci scrive nel suo quotidiano fascista Cremona nuova, le seguenti parole: ~ Mussolini nella sua circolare diramata ai prefetti si dichiara contrario ai bandi ... Siamo d'accordo con lui ... Ma a Cremona la circolare non revoca i bandì perchè Miglioli, Garibotti ecc. continuano tuttora a complottare... Quando costoro cesseranno di rappresentare in Parlamento il Cremonese. che non è più nè s~cialista nè migliolin.o, e dichiareranno che non svolgeranno Opera deleteria e demagogica fra le masse lavoratrici, noi applicheremo la circolare Mussolini». Ecco dunque come in.tendono la libertà certi fascisti. Vedremo ora se Mussolini farà seguire i fatti alle parole. Per ora, intanto, non vi è riuscito. A Genova, il Lafflro potè bensì riprendere le pubblicazioni, ma a condizione che non lo dirigesse più l'on. Canepa, che pure fu interventista, e fu anzi al Governo . ' durante la conflagrazione. L'on. Paolo Cappa, che non è socialista, scrive che « le occupazioni di municipi hanno continuato in ~uesti giorni in Emilia, nel Veneto, in Liguria, in Piemonte, in Lombardia, perfino in Sicilia». A Corsico, presso Milano, i fa~cisti han_ 110 persino impedito di tenere i corsi alla Università Popolare, la quale è tutt'altro che socialista, ma borghese, borghesissima. Il Governo, o il Comando, però, hanno subito pronta la spiegazione: « Come si fa a tenere a freno quella gioventù squadrista? , . E che sia difficile e che non ci riescano, lo dimostra anche il seguente articoletto, che noi togliamo, senza aggiungere nulla di ,nostro, al giornale popolare L'Italia di Milano: Margherita· Imbruniva qLLando il treni0 entrò fragorosamente sotto la grande tettoia deHa staZiione. Tra g!li ultimi a sce1Ede,reforono un vecchio e<l una g-iovinetta: u,n vecchio alto e un po· curvo, tutto biam::o la barba e i capelli. Egli pareva sofferernte; cammina\·a a fatica appoggiandosi aJ brac~ cio della fai1ciulla che amorosamente lo sorreggeva, All'uscita qualcuno si ìecc loro incontro. Un uomo abbracciò il vecchio quasi in silenzLo. Jndi s'incamminaron,o per la discesa, \ erso la città. Discorrevano som1nessa1ne11te. - Diceva uno al vecchio: - Ti ringrazio a nome di-tutti g,Hamici cli l'Ssere vonuto. Tutti ti ricordano 0011 afictto. Lutti ti attendono. La tu1 letcra, colla quale ci a,rJJnunciavid'aver aocettato il nostro i111viw,ha prodotto 11ei ncstri ambienti un'impressione entusiastica. Sci atteso con impazienza. Si vuol senNre la tua parola in questa era triste. La nmtra città era rimasta fitnora i1111mundealla malattia che mina C;rmai quasi tutta l'Italia. Ma ona anohe qui si manifestano i primi ~intorni clel triste contagio e le nostre masse sono già inquiete, sono nervose. provano già un primo senso cli sma11rimentc-. li tuo passato. il tuo nome eserciterà su di esse iii solito fascino, la tua parola otterrù il solito benefico effetto. 11 veceIlio risponJCteva: - - 1 on ho a" uto etJorc cli opporre un rifiuto al ve;~.f.rc :nvito. Troppo cari ricordi mi legano a questi compagni. troppo g.ravc è il pericolo ohe ci sovrasta pc,- cui ognuno deve imporsi qualunque sforzo. M::l qua1le sforzo ho dovuto compiere per ve11i re! Sono vecchi 0. ~0110 stanco, seno debole, sono ammalato. E non a\•rci potuto muovermi da casa senza la compagnia di mi.o nipote, di questa, cara ragazza .... ma, a proposito, no.n vi ho prese,ntato rnia ni•pore Margherita ... La sera era caduta, iosaa. nebbio• sa. Entrarono in LLTI caffè dove si trattennero alquanto a discorre.re. li vecchio paiilò quasi unicamente di sua nipcte, il suo angelo, Ll conforto della vecchiaia. Margherita era aprmn~o un angelo di ibontà come lo era di bel,Iezza, egli clice,va. Era orfana di padr-e, mortole nel iiore de.li' età quando ella era una ragazzina di forse quaittr' anni. Del padre aveva ereditato la bcntà e ie ildieesociali cl' amo.re e di giustizia. E un giorno i\ v0ccllio, rimasto so·lo anche lui. l'aveva presa con sè. Ella aveva aiccettato quella mi,ssione coni gioia. Lo zio sostituì il pad,-e nel cuor,e clJ ilei. E<l ella che Ilo aimaiva con figliale affetto. gli prddigava tutte le ,cure d: cui la sua ta rcla età lo rendeva bisognoso. Mentre iJ vecchio par,Lava, Margherita g,uar:dava un giornale ·iJlushato e J)a.revanon udire. Dopo una pausa il vecchio ,disse con voce trema,nte: - Ora però sta per s,piccare il volo lasciando il. ve~chio abbandonato· e solo ... ; Marghe1ita è fidanzata. Vedete quel hracoiailetto d'oro ? giliel'ha ,negalato proprio oggi il suo innamorato ed ella se lo tiene come una reliquia. La fanciuJla alzò la testa: - Questo è vero. zio, ma non è v~ro eh' io ti vogilia lasciar-e. Io staTò sempre con te; tu starai sempre 1 con noi. - Cara, disse il vecchio accarezzandole i capelli. Era gtunta l'ora del comizio e la comitiv,a, si 1dli.res-se a1 luogo convenuto. L'apparire della .maestosa fig'Ltra del vecéhio a1)ostolo fu salutato dalla fo1la con una grande! e affettuosa acclamazione. E il veochio con voce commossa incominciò: - Jn questo vasto e storico salone, ecc. - Non disse pairole cU adlio, non parlò di rappresaglie, non di livore, non di vendette. Ra,nlò come aveva fatto per tutta la. sua vita, di ,amore e di kde .di pazie11za e di costanza. Disse deila fatalità del trionfo finale della giustiziai, ldella -caducità dei triornfi della violenza, della delinquenza· della barbarie .ammantata di patri~ttismo e di falsa civiltà. Esortò alla ,calma, al pend/ono, alla bontà. La fohla non uscì di là pregna di acredine ma con un senso di ca1lma: e di se.rena fiducia. n vecchio volle prendere hl treno pel ritomo, in serata. Molti amici lo accompagnar,0110. per gran tr~tto: verso la . stazione. La compagnia s.1 andò via via assottig,liando fino a ,riclursi a tre o quattro amici dei più intimi. Anche questi, mancando ancora tronta1 minuti alla partenza del treno, si accomiatarono, ,con grande effusione id' affetto. dai due. i qua.li entrarono in un pi,ocolo caffè nei p.ressi della staziione pe,r far ivi pass:1irequella mezz'oretta, li locale era clese,-to. La padrona, dopo averli serviti, sparì. Poco-dopo essi udirono un tramestìo, fuori nella strada, come cli gente _che si awicinasse. Ad un tratt.o si apre la portai ed un ragazzo cli foTse tredici anni, con un bastone in mano e un gran -ciuffo suij,la fronte, entra e va a sed.e,rsi, in atteg•giamento provocainte. al lor,o tavolo nroprio adJdosso al vecchio. rruarclanclo spavaldamente costui negli occhi. Assicuratosi poi che i suoi compagni erano lì fuori davai1ti ailla rorta, est.rass,c una rivoltella, un pugna!le. alcune coccar-cle tricolori e mi- ~c tutto, ccmpreso il bastone, sul taYolino clava1nti al vecchio. Dtte grosSC' lagrime spuntarono neg:li occhi di costui.' Margherita tremava di sot11·cnto. Pnre si dispose snbito a difendere lo zio e sè stessa. - Che vuai bambino? - disse dolcemente il vecchio; e feoe l'atto d; accarezzan-lo. Ma il ragazzo si schermì. scattò in piedi, brandì il bastone e gridando:· - Bambino ? ora v;edrai vecchio delinquente senza patria, vedrni cosa sap,rà fare questo bambino.' - fece l'atto di vibrare un colpo. Ma Marg;herita balzatagli addcsso, gli fermò il braccio. proprio in quella che la padrona del caffè. sop.rag-giunta, chiudeva precipitosa.mente il locale. Come il ragazzo non iscorse più j suoi amici e si vide chiuso là 1dentro come in una trappola, la::,ciò ogni aria spavalda e si mise a tremare e a pia111gere. Il vecchio lo ecnsolò. lo accarezzò. g,li diede al- ½uni biscotti e gli disse: - Va. raga7,- zo. torna a ca1sa che è tardi. torna alla tua rnanm1a. - li ragazzo. confuso. si diresse verso !a porta. GiWlto sul limitare si fermò, si v-olse, tornò u,'rsr il veocllio. lo abbr-aicciò e poi fuggì a precipizio. li treno stav:i per partire. Zio e 11irotc erano soli in 1111 vagone dii ter7,a alasse, tristi e pensierosi. ouando t:n:1 figura si affacciò cl' improvviso al fh1estrino che er,a apc1io. La figura . .aidoxhiati i due. gettò, con un rapido gesto un oggetto in grembo a Margl1crita. e poi scomparve. Margherita. per ass,icurar-e lo zio da altri pericoli d1e potessero attenderlo nel breve tragitto id.al caffè alla stazi011e, aveva offerto il braccialetto cl' oro a quel r::i1gazzo.Ma il ragano ora lo restituiv:a,.... DOTTOR FAUST. Sii pratico Lasc!,a a1ipe,nditempo le larghe discussioni teorfohe, ed agli airr.uffoni quel1ledannose di tenldenza. Discutere come deve ,dirig;ers.i l' ese;rcito rosse, q,uando questo Qui non esiste ancora, è per ilo meno oz,ioso. Cerca, Lnvece, di formarlo; ed il giorno in cui, rnercè la tua opera di propaganda e di 0trgarnizza.z.im1e, l' ese11cito cs.iste,rà. SalPrà da sè stesso, senza necessità di geni httelad, battere la sua viai: la via ,d!eMaem:incipazione. Nel campo tessile L' inchiesta sui salari nell' industria te5sile. • La Fedc~azionc tessi.le ha iniziata una inchiesta sui salari che proprio i'.1 qwesti kmpi d:i ridnzioni salariali acquista un~ i;crt.a importanza. Tra il ma_s.simo e. '.I m:i,imo cli salario si consta,la gia una dirfcr>.!nza del so % per il medesimo lavor_o i· la medesima ctà dell'operaio. Una disparità simile del salario non la si ricorda r•cmmeno ai t.cmp1 in cui l'org,1,nizzazione o:>1.;i'ai-11. 1011 ebbe una grande infltu:inza 11~!1'mdustria tessile. La -detta con,sta.ta- ~ione. dimostra come la reazione da un_a parte e il contegno. incliifercnte, fata_list1Cù degli operai stessi. si aiu~ia.no a v1cen• J:i. per falcidiare ri salari. Condotta a ter- •ni11e l'inchiesta ne riparle~cmo. Un « padrone benefatt<>re •· 11 signor Trnmpler di UsLer è padrone di tma filanda e tessitura cli cotone. 1 suoi ,mpporti colla ma.estranza sono tali da fare interYc.nire l'ufficio ca.n!tonalc <fi cancilìazionc a:d ogni c..'tmbia'r di luna. S,- rà superfluo dire che il signor Trumpler è uno di quei signori che possono definirsi: le col•onne di s,oote1gno della chiesa cr:stiana-ernngelic;.. Il suo agire inVlece è t uLt'a,ttrc, che d1 p,rincipi cristiani M-ent,·c ridusse i sa.lari per i sno.i operai. egli aumentò contcm.porancamente gli affitti tli casa del 300 per cento. Una po1·era famiglia chic 11011riuscì a ~oµportarc la sposa consiidcrevole dell',af. fitto di ca.sa clep.o le riduzion[ di salarlio. fu SC;.nz'altro messa sul lta\Strico e sarebbe stata esposta a 'ttttte le sofferenze della ~tagione invern.aJe se gti operai deUo stabilimc .. to aon si fossero impLe'tiolsiti sul destino di questi' poveri infelici e no" a•. cs,oro raccolto una discreta somma o_ndc mitigare i patimenti della poV:elra famiglia. r1u11que mentre il si.guorotto straricco ". pre,potc:ntc non csit'a. ia rovinare una in, tìcra famiglia per semplice avicliità di guadag-no. gl'i o perni del suo stabil'imen.to ver- ~:,110 il loro tributo di solidarietà ai colpiti 111algrado che es.si stessi siano soggdti alla 111Jiscria. Cionondimeno il signor Tru.mpler sf spaccia per bcn,eilialttore 1della classe ,operai,,. e non ?i perita ad affermare che egli tiene in efficenza la sua fabbrica sollt,ant-0 r,cr pura misoricord:a veroo gli operai. La ,·r:1·iti invece è che coJJ frutto ciel sudore <lt-g:1ioperai il signor Tru 1rnpler può circonda r~i cli un fasto da barone e recarsi n tutte le fc,tc di tiro per freg-iarsi del ti,olo e della coro,im di « scelto ~hatore ». Va eia sè. che il signor Trumpler cerca ~nche di sfogare la sua rabbia reazi10,na- , i:, contro operai che non lavorano nem .. meno nella sua fabbrica. In occasione d-el T'1 imo Maggio dli ques.t'an1110 alcuni oper;t'i ,li altri stabilimenti si recarono da- ,..:inti alla fabbrica Trumpler per indurre •]ttBg-li operai a cessare U lavoro e fcsteg-- gfarc i,n~iemc a loro il Primo Maggio. Q1,cst'opera di persuasione sembra sia troppo efficace per il signor Trnmrpler e così il nos.tro buon uomo sporse querela 1•cnaìe contro cinque oplt"ra,i per « \-iolazionc della libertà individua)1e » e « sequestro di persona ». Come se eg-1,:f:osse un amante della libertà altrui I Il tribunale distrettuale di U,ter si affrettò a comr,ier,c la volontà dd sig-nor Trumpler oon- --hnnando gli imputati a. diverse mul,te cii '!lcuni giorni di prigione. Gt:i imputati però ricor-'ero al tribunale superiore oa.ntonaie il quale dette a quel tribunale cli IJstcr 11 na sonora lezione sui principi di !!iustizia. invitandolo a non ripetere piÌI un'a~ionc simile e di fare in ognci ca.so ui.'inchicsta accuraita e precisa. cosa che in que;sto .ca.so rion era stata fatta. Si dice pure che al tribunale cli Us.ter foss·e ~ata ,nffitta una m11lta disciplinaria per hl sna azio.ne. Agli 'Abbonati Il nostro giornaJ,e è sempre 1mntua- !e tutte le settinume e gli abbonati devono riconoscerlo. Altrettanto però non 1mò dire di tutti gli abbonati la nostra. amministrazione. Una parte soltanto d'essi imitano, nella 1mnt11a- !itò, il nostro giorna.le e sono costantemente al corrente col proprio abbonmnento, un'altra parte è in arretralo dal 30 giugno di quest'anno. A costoro, se entro il mese non ci invieranno Fr. 3, manderemo loro il mandato vostale caricandolo c,eue sv11 se /Jostali. Ve ne è poi un'aJ.tra fJlilrte che è in arretrato dal I gennaio 1922. A questi ultimi, se non invieranno Fr. 6 e11• tro il mese dovremo senz'altro sospendere il giornale e pubblicarli nella rubrica degli sfruttatori. delU, stampa, ;;iacchè non devono impunemente, e senza gwstificato moti.va leggere il giornale tutto l'Uinno senz~ J)agarlo. Il nostro «Awe1ùre» non ha fondi segreti, perciò è necessario che ogni abbonato faccia tutto il possibile onde mettersi in regola colla amministrazione, per dar modo ad essa di fa.r f ronle agli imvellenti impegni.. L'Amministratore . •

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