ACQUE.FORTI La 2loriosaavànguardia. La Conferenza di -Genova è finita ; discorsi magnifici all' inaugurazione e alla chiusura; banchetti, che si dice siano riusciti splendidi sotto ogni rapporto; e prima di congedarsi, attivo scambio di i;tl'ette di mano e di sorrisi. Adesso è la volta dei bilanci. Ogni S11ato farà il suo; ogni giornale porterà il suo contributo; ed ecco qui, tra i primi, tra i più caratteristici, un bilancio belga~ Lo fa un .,.iornale di BruxeUcs, il X :S.: Siècle. Ed ~ degno che se ne tenga conto. Tri~temente degno. Il giornale bruxe!lese comincia, natura \mente, col dire che la Conferenza di Genova è stata un fiasco colossale per Lloyd George, che vi avrà trovato la tomba delle sue fortune elettorali e politiche. Poi - da buon alleato - venendo a parlare degli italiani, scrive che essi «, hanno, come :;empre, fatta b. parte del compare, del terzo ladrone e hanno ,dovuto anch'essi registrare un sonoro schiaffo». Nemmeno la Francia se la cava molto bene, giacchè essa • torna da Genova i;enza, grave danno, ma non avvant;iggiata nè ingrandita, dall'opportunismo di Barthou, che per poco non compromise ia fama di lealtà e la posizione mo1·a1e di ouesto oaese,. E solo il Belgio, soio i su-çlditi di re Alberto se la cavano con onore. Infatti • l'onore di marci:ire, all'avano-uardia fÙ riservato al Belgio; e il Belgio ritorna da Genova con l'aureola di una gloria novella; come nel 19~4 esso solo rifiutò di lasciar calpestare un sacro principio della nostra civiltà, il diritto di proprietà individuale ... ». Sì, è vero, il Belgio era proprio all'avanguardia. Quando la Confer. di Genova oarve essere sul punto d1 mettersi sulla buona ·.ria per un- accordo, fu proprio il Belgio che vi si oppc,se. Furono proprio i suoi delegati, antichi proprietari in Russia che si oooosero a un acc::>rdo con la' Russi-a so;i-ettista. Fu proprio. il Belgio, che incarnò in sè le _vog!ie del capitalismo imperialista. Ecco come 11 Belgio è all'avanguardia d'or;iore. I capitalisti belgi speculano ora sulle simpatie che gode quel piccolo paese, così come specularono su di esse nel 1914-15. E lo stesso XX Siècle lo confessa apertamente. Perchè tanto martirio nel 19~4? • Per la proprietà individuale •· Ma chi aveva quella proprietà da difendere, dava ad intendere al popolo lavoratore che si trattava della patria. LadisgraziadidueSanti. Domenica scorsa, 14 maggio, i fedeli milanesi, che si recavano a pregare nella chiesa di S. Vittore, potevano avere la beatifica consolazione di, venerare le spoglie di San V-ittore in persona, nonchè auelle del suo compagno di martirio, San Satiro: amico il primo e fratello il secondo di Sant' Ambrogio, il grande patrono di Milano. Altri fedeli, inv.ece, celebravano nello stesso momento quei due santi in un'altra chiesa, proprio nella basilica di S. Ambrogio, perchè anche 11 si conservano le reliquie sacre di quei due martiri ... Chi avrà avuto più fortuna? La vecchfa storia. Quante reliquie della stessa persona si trovano in diversi !uoghi ! E così è dei due santi Vittore e Satiro · sicchè oer essi ferve, già da gran terr:po, un'aspra lite tra il Capitolo di S. Ambrogio e quello di S. Vittore. Affe;:;ma, infatti, l'una parte che le reliquie autentiche sono quelle conservate nel tempio di S. Vittore; altri invece sosteno-ono che le reliquie autentiche sono ~uelle possedute da S. Ambrogio. E ognuna delle due parti va. da gran tempo, in cerca di documenti e fa fare scavi, e ha mandato persino · un archeologo a Londra a fare ricerche in antiche carte, e fu anche chiamata a decidere la suprema Congregazione dei Riti. Ma adesso è intervenuto il papa in persona. Pio XI, che fu molto tempo bibliotecario a Milano, si era già occupato in altri tempi della gravissima questione. E. ora ha fatto scrivere una lettera 2. molto severa al Capitolo di S. Ambrogio, nella quale si dice come qualmente i veri l!anti siano quelli custoditi a S. Vittore, e si invitano auindi i reverendi di S. Ambrogio a farla- finita con i loro litigi. I Sant'Ambrogiani invece non vogliono darsi per vinti. E i fedeli non sanno ora a chi rivolgere il loro supplice sguarùo, su chi concentrare la loro preghiera. E se la disputa continua ancora un poco, c'è pericolo che essi finiscano per on.andare ambedue i santi a farsi be- -1edire... Adorazione di reliquie! A questi chiari di luna! ·Quanto cammino ancora da fare per la no:;tra civiltà, per la nostra ignorante umanità. Ragazte perdute. Centomila ragazze, di cui i genitori fanno ricerche ;:iresso la polizia. In questa cifra spaventosa culminano le considerazioni e le constatazioni. che fa il corrispondente americano d'un grande giornale italiano. Badate, centomila ragazze nella sola città di Nuova York. Centomila ragazze.' che scappano di casa; tutte giovanis~ime. E queste sono le fuggiasche, di cui i genitori vanno poi a fare ricerche presso b. polizia. Ma quante altre fuggono, senza -i:he la famiglia più se ne occupi, senza. per conseguenza, che nemmeno le statistica ne possa tener conto! Orbene - quasi non occorre dirlo oer lo più si tratta di ragazze povere. Il corrispondente del giornale italiano, il quale si serve di comunicazi<Yni ufficiali, dice cbiarcmente: le ragazze che scappano. sono più spesso povere che ricche, sono in maggioranza ragazze della campagna o di cittadine piccole. E non· fuggono soltanto per quel fascino che esercita sulla loro fantasia, spesso ancora infantile, il nome di Nuova York, nella qual città sperano trovare la sognat:3. felicità. La ragione della fuga sta nel conti asto fra la certezza e l'incertezza; e la certeiza della casa paterna significa :ropp') sp~sso penuria, vita di stenti, vita grett:i material,mente e soiritualmente L~ rnlite cause. Miseria ·materiale e -ipiritualc. Fuggono quella miseria. Alcnrte si sv \ ano. salgono. Altre - la massima parte - scendono, scendono sempre più :n basso, fin nei postriboli, fin nelle carceri. E. senza andare in America, anche noi in Italia ne sappiamo qualcosa. La "Perseveranza ,, E' morta la vecchia Perse,·eranza la gottosa nonna conservatrice, l'organo, come si diceva, della consorteria lombarda. Ma ora si vede che nemmeno questa consorteria ne voleva più saoere. E in ciò sta forse il lato più intere~nte del decesso. •Oramai era ridotta a esercitare ben poca influenza. Viveva delle glorie pasc;ate. Organo degli italiani nella Lombardia, appena strappata all'Austria. Conservatrice, reazionaria per la pelle, sebbene &i chiamasse organo liberale. Gran brontolona, come sogliono brontolare tutte le vecchie contro ogni cosa nuova. E per noi socialisti, per tutto ciò che aveva sapore di rivoluzionario, aveva sempre pront2 1tnolta corda. Ma di queste cose non si vive. Per un giornale ci vogliono anche danari. E i conservatori, pardon. i liberali moderni della Lombardia hanno altre mire. Gli industriali, i banchieri, gli agrari hanno già altri giornali; e per la !;Ottosa « Perseveranza • tenevano chiuso il borsellino. Restavano i nobili, gli aristocratici. Buon Dio, sono cambiati anche loro. Patriottismo. monarchismo, sì, va bene_ Ma dare danari soltanto per queste idee? E la « Perseveranza • morì per mancanza di fondi. · Povera vecchia brontolona. Senza rancore, rcquiescant in pace. Il trionfodel cilindro. Dell'italianità di Trieste, o meglio, dei Gentimenli italiani della popolazione triestina, oramai non si può più dubitare. In 3 A.ppe111dlt'e dell' « Avvenire del J.avoratore,. BASSIFONDI di LEONIDAANDREIEFF • Cammtn,a,v.a. Il veiruto I-e -tunbànav:i d',a ttonno e .alll-~iduè igiLDILSe sul :po,rnte, ;•e si g,ettò icc.n vi·aiJ.enza conbro i'. 1Je>tto, ·irmnea-gell1/doleg.l,i .aTti,g,!,1id',a~ciai\J 11eil:la ~ uain'oe ifreòd-e.. Naitalilia V J.adim i,ra.vnia si ieronò, appo~gi.a"n1 do'Si diJsiper,aitaal ,parai;>eitno. J!l 1ba.ss,o 'll,llJa .piccola, pozza ,d'acqua mon g;e,l~•t.ai'osservava come -un ,oc, cliii.o mera e iosoo, profon,diss~mo, oorn tJll'Osguair<lo -e111igmwtioo e terrirbi:e. Alle -srne OJ1e'QOh Ì!e 11.es,beisse•pa.TOeli rrfaona:v ano ·sempre, insi,srente.meintc chi,amarnido,!.a:: - VL3! N:eimtsdnof, •la S'e.co11ld!caasa ÒQPO f a,n.g-01..0. iDapo esse.rsi ve~ito, Kijnakofi en ,1,on11aJato le,tt,o, 1dov.e s·era .a.v\'Olto fiino iagiTi•occhi jm u:n pars,tra111.0o,vattato, una rdel'le ultime ,nobe ohe g~i Timanesscro. ifiaioevai ined<l.o, ,nei!,!,acaime,r.a, ~-trati di gihi.aioc.iosi •fomna va,no n.e,__g.a:!nigo,li •umid~· ma: e,g~i •re·spim•v.a .nel ,bavero. gua,r1t1,\to•di pelle cli Astrakan. c !111csto g,li a ,procttr.ava ,u,nJagira<lcvo'.e sen,sazion,e di cah:>ne. iPeir m,to il giwn,o si era Jusingato, ,dioe111dosdi te doman1 ,au<lr,eibbe .a ce1roa r.e 1La:v0<11,0o1,men,dica:re 1Qua,!d1e socconso; ,3$pettam,do, immerso· ùn u,rta specie ,di 1beaU,tudine, 11011 •pensava ,a ijuulia e rnb:briv.idrva, oign,1VÙ'lta ,cJ1e~tn-a v,ocei 1 si leN.a.va 1 di>e.tro il mLLro o che l.1. ,po,T.tasi ·ohi,udeva con ror,za. ,Molto temI110,er.a -T~maisto così, :ur.ail11qu.ìhlqou,wndo hussairo,110 tim1da,mell!te a•Ha :porta d',in.- ,gresso a ool1>i i,niegu.a~i,velo'ci e brevi, ~o.me se picchi.assero. com il doTsù della mruno. !La ,sua, camera ,e,na !a ,più viòna all',ing,-;esso, e vo<lge,ndo i: ca,!}(). di,stinguev,a bre.vissi1no, f-\elr ha vetrata, quel che ,acoadeva q1e,l,corridoio . .Matiren.a si .avanzò, ,l•a :p.ùir,ta.s'aperse e si clùu,sie di•etro qua,lcuno chie ne eTa e,ntr.aico,,pOJ .s,e,g.Ltìm breve sile:n,zio. - iOhe volete? - 'Cloma:n,dò I.a vooe ;rauca ed ,o.sti(e .di .Matrena. Ed un.a voce ,ig.nota, 1dolce Ie rrott•J1 , r,isP'<)Se: - Desidero :ve-cl'cr Katì,a Netciaievn,a. • I o anco L'AVVl!;NIH DEL LAVORATOU occasione della visita dei reali d'Italia sono stati venduti 58 chilometri di stoffa tricolore, sono stati adoprati 170.000 metri di filo metallico per attaccare le lampadine per l'illuminazione, sono state vendute 90.000 lampadine, 4000 tmetri di seta alle signore, un numero incalcolabile di frack e di cilindri ... I cilindri ooi andavano veramente a ruba. Oggi ; Trieste non si trova più a comprare una tuba nemmeno a pagarla un occhio del capo ... Ah. quando si farà la storia del patriottismo triestino durante e dopo Ja guerra! Si, Trieste ha dato i suoi morti· mòlti sono generosamente caduti sui campo di battaglia. Ma quanti, che oggi sventolano il fazzoletto e il cilindro per Casa Savoia, li sventolavano già per gli Absburgo ! Quanti che ora agitano la bandiera tricolore, agitarono già quella gialla e nera. Quanti che oggi gridano « Viva l'Italia! • firmarono già - ,e non soltanto per forza, ma con entusiasmo - il prestito di guerra dell'Austria! E per costoro i nemici della patria siamo noi. GENOSSE. DottPlne marxiste La grande industria assolrebaeltrfeormdeiproduzione edaume1n1nt-aumedreosialariati Nel corso !della stori.'.I, s;a per il mento di lavoro s·impadronisce di progre sivo aumentare della popo- un dato ramo indus.rriale e quindi in !azione, s.ia per la graduale evoluzic-. rapporto a!le speciali condizioni di ne civile del!' uomo. d1e determinJ una daca località in confronto di alnelle abitudi,ni di questo continue tra- rre. In generale però vi è em.pre la srormazioni. vengono ini11terrott:1- tende za al concentramento, 0 ia mente maniiesranèlosi nuovi e sern- ,,,1 sorgere della g,rande indusrria. pre più f{ran,di bisogni, !)er il cui sul- clcll:l ial.;brica i11sornma, che as ·orbe dì faci111\;nto si rende necessario nn C'gni altr,a fo.rma cti produzione. ancorri pendente aumento della produ- che meccanica. se si eìfettu.a in piczionc in generale. c0li la:horatori e a domi0ili0. Sottù fi111pulso di qut:sli bi ognl Questo concentramento vi-ene il'ii:~egno umano va allora escogitan- noltre aiirertato dalle leggi stess-.: d·J forme di lavoro J}iù evolute e pro- sulle fabbriche che ocrnpano ·donne cJ.utti\'C, tali cioè da fronteggic1re. per e fanciulli. qu:1nt0 è possibile, le sopravvenute La rcgvlari.zzazione. impesta lenecessità. Al lavoro individuale iso- galmente. dema g-iornata di lavoro, 1:tto, ba<;tevob ai biscgni cruna so- r~~clusione dei ianciulli che ·11011 abtictà 11011 .molto progredita, success.e biano ;-aggiunto un:i certa età. ecc. quindi i I lavoro associato, os<;ia )a determinano il capitalista a moltiplicocper:a.zione cli diversi mestieri, c:on- care il numero delle macchine. a perco;-r;;nti neHa iabb,ricazione d'un pro- iezi:)narlc. ad ingr.andire lo stabilidotto ccmune; forma di produzione mento per cqui1librare con la magquesta che. dopo aver avuto per ol- gior p,roduttività cli nuovi strum::,nti tre due secoli il predominio nel cam- di lavoro. la perdita cagionata d1lpo produttivo. dovette poi a. sua voi- le swddette restrizioni legali. ta cedere il posto ali.industria mec- Le leggi inoltre che riguardano le canica. condizioni igiieniche delle fabbr:•2'he li la\·oro associato basato sull'abi- ia,·oriscono. ancor più, la oppreslità del mesti,xe aveva. <iiuirante il sione delle pi,ocole in-dusrri-:; in quanperiodo manifatturiero ridotto di mol- to queste. vivendo già in condizioni to rartt11:ia11ia1to senza però riuscire I'..-e~·:1rie _r,erchè premute cl,dla cenaci assorbirlo completamente. correnza dei grandi stabiliimemi, raL"industria meccaniica compì inve- ramentc si trovano in condizioni di ce una rivoluzione molto più vasta e poter sstemare i propri lc~.ali in mon1dicale. così eia ridurre ai minimi do d?. corri5pondere alle wescriziotermir.i il lavcro manifatturiero cd a ni legali senza grave sbilancio delrafar quasi sccm'parire l'artigiano iso- zienda che per u,ltim~. impcssibilitalato. E ciò potè compiere in poclle ta a sostenersi. è destin:ita a scomdecine d'anni mentre la manifattura parire. impiegò dei se.coli prima di giungere Tutro qu1i1ndi viene a contribuire alalle sue fc,rme più progredite e domi- l'ulteriore cé,ncc11tra111ento e svilup111re nel -campo della produzione in- po dela g,rande industria rc-nclendo dustriale. nerciò sempre maggiore il numero Ciò si spiega facilmente se si con- diei' salarati. Ma qmnto più grande \'a s·idera cl1é la manifattura non aveva facendosi questo esercito proletario facto altro che disciplinare le forze tanto più aumentano le sue forze di cli lavoro. riducendo i mestieri ad o- res:stenz.a. peraz:oni di dettaglio peT affina,rne l suoi me:tcdi di lotta contro il cale abilità convergendole poscia, os- pitale si moltiplic,a,no e si affinano: si.a associandole, nella fabbricazione cresce lo s,p.irito di solidarietà e con di un unico prodotto. Il rivolgimento e.s o la poss-bilità di agibzioni su del prc..:·esso di produzione non riu- lar11:a scala. montre sc.rge e si fa piì1 sd perciò ald effettuarsi che assai i11tensa la cr-s ·ienza di classe· milcnta1111ente. Ben altra cosa a.vvenne ranre a Q!lclla ccmpieb trasformacon l"introduzi•one della macchina z:one cli reg-irne che le stes e leggi ne'll'J~dustni~- _ che pre· iedettero allo vilL',pno del Qui abbiamo l,a trasfor1113.z1on~ si~tema capitalistico renderanno necielo strnmen1to di lavoro che sosti-· cessa ria ed ineluthbile. tuendo l'abilità dell'o,peraio veniva ad imporgili un nuovo e più fer-reo.çli- si• amo sciplinamento de.Ile sue forze. Nella ricchi! manifatttLra lo strumento di· lavoro, . . . \'utensile. era il se.rvo del lavoratore; . 1 gwn~al, Pf.!bblrcanoche se~ondo nell'industria meccanica il lavorn..to- 1 calco/! falli dal Dr. fahrlanc!er. . 1 ,1- cl t • · -1 la ,0 se9retar10 della Federa:1011e econo1ei ne ! 111us_-r~a m~canica 1 <'_-- mica di Basilea. il patrimonio della ra:,ore 1 dhvc~to li sei vo della m~cchi~ Sui::era che nel 1918 era di 34-mina. S_er~o 111 qua;1to_ la macchin~ ~ liardi e me::o, alla fine del 1919 era prcpneta del capitalista e ~uesti di salilo a 47 miliardi. In quest'ultima essa se ne seirve per maggic,rrnente data la Sui::.era cloueva all'estero 1 esei;citare il suo dominio e sfruttare miliardo e 600 milioni e l'estero alla l"Dpera,io ~lle su~ dipendenze. Syi::era 8 miliardi. Pertanto il paLa trasronnaz1one dello strumento lrimonio loia/e ciel/a Svi:zera che di lavoro, ovvero l'i111troduziooe idei- nel 1913 era di lt0 miliardi e 100 mila rnaochina, <lete.rmina un rivolgi- /ioni. ne/ 1919 era di 48 miliare/i e mento dei varii metodi di J}roduzio- /2()0 milioni. ne sociale, rivolgimento che si com- Ci sia)no arricchili, dunque, possiapie in svariate forme transitorie a mo gioire: peccato che non ci riesca stcorrda della celerità con cui lo stru- di nccorgercene! Abita QLÙ, Ka,iia Netci.aievna, 11011 è ( vero'? - Abita <le,r,la? -Ne ho è in casa? qui. Perclrè, .ctesj<len:te vea&Solutame,nte bisogmo. Noo1 rUino pa'Vent0 v,ibrò ,neMa Yoce. - !K,at,~aIè morta ... M!orr-ta. aJJl'Opcdal!e. Di! nuov,o seg,uì un ,!.un,g,o.sùlenzio, -così J,ung,o•ohe Kis.nako.fi ne pr\)vò Lm do'.,ore alla •m1-ca·,pe:roh:è mo-nosava vo~ge1rc i•I caipo, a'Viélintiche la coillversaziome ,1,er;-- min.as,se. AIJlOr.a fa v'Oce ig.110.ta disse, 1Dilain:0 cc.me tnn timbro cnza e pressione. - ,AldcL'io. 1 Ma, evidentemen,te, la 11,uova venuta ,non er.a riuscit"a, perchè Iun i tante dopo IMatren.a 1d01man11Clò: - ,Che iave•te co-stì'? Por.tavaire quallohe oo.sa a KaUa,? . ;sa Poi <li ,n,novo s,i fece 1rnLuni.go b],e,nzio, rotto da -1.11li1eve •numo.re di i11gihio.zzi .<lispcr,a.ti, ch,c ,par,'.1aviam,odi urta m:Yrta!,e sta.nahe.zz.a, <li um ,dolore inco,ns.o,!abi'.c. Sembrarva ,che u.na:mano estem,wa,tatoccasse se,nza forza u111acor,da mc,Jt,o te• a, l',tl'lbima di 1t111 i tru1T11e.ntoJ)neòos0, ,rotta !a quale. ùl uano del,icato e •t.ri,stc si sa•rcb'be S(Pento ,pe,r ,sempre. - ,Ma il'avclei ,qua, i omf,ooa,lo!- gridò ,M,atrein.a iir.ritala, 00<11 1 ;a sua voce hruta,'.e. Clte ,perusier,o vi 1 da!!ie diei ifi1g'.i! E' 1Possibi:J-e!,111ia,g0t,twre•tlJn,ba11nlbinoa quei'.1111od'0V?e,nitr.; 00011, me ... Ma è !POSsi'bilc ,e ere così Jn,espeirta? Questa v•ol,òa :1 silenzio si p,rc,ltt,ngò presso ha ~Jo.rta. K•~nakof.f -orhgliò aa-coriaJper uI11,poco, ,ricorioamdosi, ,felice che ,non fossero ve,nuti i,n •oame:r.a a cerca,r- +o ,e e n:ro g)reoocuP1arsi id' itnd-o;v Ln.a re QL~CJ,clh•e.noI- 11' aioca1d11to,g,Li riusci,va ìn00tmpi;e11slli~l·e. Ou,a'.-che oo a Lnfatti cwdde Sttl ,p.avim.ern.tù,i&fioram<lo •le gin1•ooolliadell'aff,it- Ki n.wk.olff oo,miinciav.a: g,ià .a se.11.t,ire tacamerre, e !•a voce kg.nota p,ronui!iciò, i!'.avvicirr~,arsi,deHa ,notte ed .av:retbbevo- •i,n frnLta: 1 luto ·che qualmnn,0' ,a-c<:eindesseil Jume. - P.nelidere: pr,e.ndete. pe;r <lmOr di l_a sua 1 tra111Quiuhtàdi ,spLrito s,i dite.gua~ Dio! P1remdete... Ed io, io. mc ne vado? va, ed e._~U si Slforzav.a di ,fermare i'. pei:i- - M:i co a {:! Qttcsto? siero: n.e,I•Pcls! ato, v'era il fan.sco. la caCongresso delfleaderazione ltinerdaegOllpeTreasisili ASSEMBLEA GENERALE DEI DELEGATI Sabato 17 e Domenica 18 Giugno 1922 al « Greifenbrau ,, HORBURG-KLEI BASEL ORDL\'E DEL GIORNO: l. Elezione della Commissione per il controllo dei mandati; 2. fissazione dj un regolamento per la discussione; 3. Elezioni dei segretari del!' assemblea e degli scrutatOri; 4. Lettura del verbale del!' ultima assemnlea generale dei delegati 1920; 5. Discussione sulla relazione morale e finanziaria 1920-21 (Rapporto della Cornmissione di vigilanza); 6. Discussione delle proposte sulla tattica e linea di condotta della fede· razione; 7. Revisione parziale dello Statuto (Fissazione delle Quote federali); 8. Discussione delle altre p'roposte presentate secondo le regole dello Statuto; 9. Relazione e proposta del Comitato Cenirale allargato sulla questione della riduzione degli impiegati; IO. Fissazione della sede centrale e de!J,asezione centrale; 11. Elezioni: a) del Comitato Centrale: b) del r,rcsldente centrale; c) del cassl~.-e centrale; d) della CommissioPe federale (fissazione delle tre sezioni eletti re): e) dei f-unzionari iederali (segretari centra!i); i) dei segre,iari circonctc?riali: - 12. Diversi. la serradtaeifalegnami In (fual.clze localitcì, la serrata dei falegnami incomincia a preoccuvare anche le auforita costituite, A Zurigo, 11. es., la Giunta 1nzmiciva!e ha creduto di dover interl'enire nel conflitto come vaciere. Ha chiesto ai contendenti se fossero dif)Osti ad intervenire ad un colloquio richiesto per la sua iniziativa. Le parti annuirono ed allora fa Giunta comunale incaricò l'Ufficio cittadino di conciliazione di tentare di indurre le parti ad una soluzione. Questo fu fatto sabato, 20 corr., e poichè le parti 11011 si accordarono, ognuna restando ferma alle sue richieste, l'Ufficio di conciliazione fece le seguenti proposte: 1. Riduzione del salario di IO cent. entro il 30 gicwno; altri 5 cent. dopo il I .o luglio. 2. Le riduzioni di salario effettuate dal primo di gennaio 1922 in poi vengono com.putate. 3. Dove il .salario medio è inferiore di fr. 1,30, la riduzione sarà soltanto di cent. 10. ./. Primrt che sia trascorso il 1922 110n si può effettuare alcun'altra riduzione di salario, a meno che 11011 subentri 1111 peg(J'ioramento nella congiuntura, come sarebbe p. e. la sospensione del/' importazione, ecc. I .J NIJJ/Jresenta11fidegli imwe,ulitori, che di sclifo a/'lermava110 di non essere autorizzati a prendere decisioni, dichiararono seduta stante. di respingere la proposta stessa. Lor signori' non credettero necessario nemmeno di sottoporre la proposta ai foro col!eghi. Temel'lmo forse che venisse accettata ? Anche (fuesto tentativo di conciliazione è fallito du11qu.eper la caparhietcì padronale. Gli operat vogliono e devono insistere acchè venJ!a fissato il termine di durata die/ nuovo salario. Quindi occorre resistere fin che i padroni rerranno a migliori consigli . PI 1ST duta, i,t •te.r,rore, ,ed an torrorc s:,m,ile J~asco11IdcvancLl'a vve,11ire. Si ,r.agig0tmire<ia 1v.a ,a poco a. pvco, tu-in- ,ge,n.<lole mar.i ei i ipje,cli sotto I.a coperta, qua.n<lo entrò 1D111nLasci.oah,e aveva i,r.- dio.s ato, .per usojre, ,tJ,n:t b',11sarosa. c,d ena un 1po' lbni'.ha.~e-de.t·~c.sul •lct,L,J.,libernmente, e giriclò battendo ,le corte maini: - ,Ah! .mio Dio - 1po.i.a.lzò ,la lesta V si mi.se .a .ride.re. - Ham,o porla.lo Lll1 bambino, piccino, ,picci.no! die ur.!a oome :i.1111 pl)lizio•r.to. Pa.ro,\a d'onore, come un po!iziott,o! iBestCirrnniò e con u,n fa.re ciivettuolo -diede %11 biui'>feitto 111q1.aso.a Kisr.akiofi. - Anlcfa•amo a veder-lo. ,P,a1r-0la,d',onore. •Cùsa ·c' ,è idi .c!,illlfi-ci,!e?ùo gua1rdeine1110, e tiunt,oarnirà Jì. 1MaiLrenaha vog,l,:a di 1 la-v,air.Joe ct·acco1J1dere if « samov,a,r ». Ab'l'a,mo Petrovic atrnzz,a rl foooo co,n Q1Inostivale - è <lliV'ertenti,ssi,mo! 6d ,iL mairmooohiv girid!a: U.aiu ! iU.a11.1 !. . 1D.un,~cia fece ,ua\a S11110r.f,oiahe SLtP- •PO.rteva,rassomi,g,l~ai e a queM,a,dc,l fancin~lo e trip,ebè.aInco.r.a>; tUl,av: olta: - Ua,u, 1Ua.tt!Oome un 1POlizio,b1,oP!arola ,d.ùino:rc! Su! •non VlttOi? Allora. che Unvaecchcioanoscenz Un avvertimento al muratori,minatori e manovali. Dobbi.arrno ùCOtWaroi nuov,aane;n,~cdella tristemente noia •ditta RodijJletz e Lit1:-,ha,r.d di Bema. -ill Ci!IPO idi que1.51ta .ditta, ,i: signor -ingegntJ e J?.c,,th1pJetzc,olon.r1101Lo de11' arma,ta ~vizzera, cons~gltere n,a.zton.ale, t:~..:., è ..:c.1:,csciutù dai no,stJ·i minawn come il r.::nic,,nario più arna.bbi.ato .come l' uomo ohe ~: op:po,ne IPÌÙ osti-~a,tamer..te e più re1ra,ce,mC1J1.a,tlele '.oro giuste aspir~1z:oni. di Ro-r,h/pfotz i ~ fàtta una t! istc iarna nei 1laivor-i-delle gait.ler.i'.eidei Lorsclrberg. ,dc.ve ,Pt!'nnon,o numero~i l,Lvoraitcr:, si ai,Lrò il' omo <lei' mimato:·1 adtlet,,i a'..:a galllenia dii Grenohtm-Moutier; si ài.si,ln e ,per oocctutaggi.rJe reaz:cnariia 1:e·1'.a\·e•rter..za se<r.ta ,tra 1a sua c:itta ed i min.ai~ùri a1ddcr«ù.ai i La1vOri di r;11:.a.raizio11\ce:,tc.la :g.a(ileiria lci'ètìl' tHa>ttenstctn. UtLr:u111:~ lo soic,pciro -dei m:.na,cori del vers.untc ·ud tdeila ecc,ntda gatte- • ia ,del ~canip,jo-r•e,un ma.novale Tomagr-cl-o ~.fcgò la su.a lira ,ccmLro IjJ tiram1:e'.lù w'u;el1/doLc alla te~l:1 ca,n un ma1,ico di bwae. Ora j; s:;çn-c1rRot.hr.~tz, o la diitta di cui cg',: è capo, I\ ueile a,ggiumgere .au:iro 1:.-mro a1b sc:<1gl.cria. I J1LLqv,a; iLc.ri li v1:c,,Jc0gl:,~re 1ne(a gaUL'rta •d•i WJiJ)ki-ngen. -tra Zur:zo 0d Oeiùkc11. Ou·i,vi la d:na e,,e,-:;u:sce ::I rinir.~. vame.lltc ,detl ,rivc:c,tl:-merJ.oc!eLJ::g1a. !lcriJ, less.a. PeT la bi_s;ai11.aha c~;-cato mu,r,aroiri, minaitoni e m:w,eiva'.,i wat;,ci di 1tar.I,ilavo,ri.. Della r:ce.r~a c}i 1,a·Jiopeir:::,i era .staito ~ncaric:ito andre w1 cerro RL1JbhA11rntonio detot P;emc.n.ie, ~.si:istenie pre.s o la 'cti:ta. Costui cerc,wa ~ipec~~iisti,facerntlo capire h~ b. d,:tta :avr,cbbe corri:,7>0s;, 1i s:i!:rri cle,Y:tti. oeorr~.po~oo un SUJ)p]eme11,toPc.r ,il ,!<21,·orona::turno, ~Jagato i~ c_:·brro cd i be.::cncci del'.e .lampade. ec:. Nai:1tra'.mer.te, di queste p,r,c1mese, fa.te, a d',l'è i' vero. i"n icirnna v.aga, ibi!.!fJ11a. n.• $uPa Yicnc maieirJitba. C~,i or,erai ci .soI:q. ,aib:lt. pna'!ici, s,pec'.alisti. ma !e paghe ... da _pco:atlisbi re-91.an10 un de:si.de1:i.o. !\o: murat0ri la citata <Etta c0.rri~onde c'rca fr. 1,50 .a~rCina; ne:,- _un ~1;ç,p·:,,111e1f,oper colcro che '.avora1 o duran,le '.1a1:0:tc, e .sor,o ,i pi,ù; ne·- su•n s11tP,P'leme,1~Ipt.eo,r ,!·e ora strr.aondlm.1rie. H carr:buro ed i beccucci ,cJie'!Je lampa•de v,ar..no ,a carie:) <legl•l ope,r,a;i, do.'! la 1.K,.-:aforn\sce ~I canb.uro stes o ma poi tr .1tùne ,a,ghi apcrai l' '.llr.Jl)c~-t.o di e~o .sul'.:a,p,aig-a. e quab,mo si ~aig,1La, .i rafl)pre ent:tir.ui ,dcMa dbtta r~,su)O.ndon.o, in rfC.)rmatutt' .aùnrù ohe conber,e, ohe se 1!0•11 è cclll\'n,fo può .anè.a:rsMe. La dnt•ta ha JPOi ei!aIbor.a•t0un reg0Lame1~rn ,di lruvoro ,eh~• puzza !.111 ,pochiì'.O idi caserm'.I. lin ess.o si :r-,arla di Te- ~PCU1iS'.!lbi!i,td.àegl,i cipe,r.a:i,di mu\te, di traitte.nure. ,e.cc. Lo stc..-:soTegci'.amer,to Sl'.aJb;l!isceé.110,l·~roche ~! alar;o ,deg,Ll or,cr.ai v:-:.1,gafi.siSOi'.ocas0 pe.r ca.so, emiro il r,rhmo g-jc,rin.odi IJ)a,g,a. 1Aiveta c..:upiw? La -ddtta Rc-tlwletz e Lien1iard e 111se:1rqpiccia dc,L'.e c:0indizionr ,di l:i•voro e di sa·Jarr:~o e,s,isten•ti1nel!a zona i,n cui e "a escgui,scc <le~ :a,vvri, non ,·.uole:;iL sarc a •pr~c.ri 1.m deltenmir.aito ~:.tl:.:rjo Ipe.r .gi!i Qperai, ma si .arrc.::n ,:1 ,èr1ritto di èe,tt.amroc~.s.a. secondo i ~-ur,: cri!•c,ri. Co1:r:is!p::>r-,de1,i,a:t1.Lralme,11tc, u•tt :,alai.io ~n-re-rio.re ,a q,ue1'òovi- ,gc.nt.• n~!i'-a zc,na •·•ncui si esegni-scono i o',::wori. E... hi .re.n è cc,nte,nto se ne v.ada! Sorh) ~: ,emi med:oe,v.ali ohe 1UJ1ta-no d imr.itamo. Tra ~ii ,c,pe,r.a.ideìba ditta ~en;)eg,.\('.t 1L11vivo 1T11akontcmo. che n-c,n 1-a,rdL'fà a ma.nifèsta:rsi im fo.rrna a- .ponta e vivace. PLtÒ ·d.ars.i che •la ditta a'l)b'ia ba!glia,to i 00111:ti.. se crede d~ {)Otcr vei';re a .d,,·,tt,arle,!('_{?b;i'e; che in que,J ,di Z.uinhgo. IFn.r.un t o. :111a,tte_ a ,dallo S!V%u,p,p) e ciel',o w,olgersi deg-Ri a,v.vc.n\menti. i ccmpa:~ni .c,r,,::ir,aidi ' ogirn: mestiere faranno 1bcn{.1aie!e-V'ibairei 1truvari del!a ga',le- .ria .d'i Wiu)ldn,gen. Leuu"eh l'lnlllrl del Lafflltltl " =™ i1l di•a 1 vo1 ,o ti 1p011!1tCi repa 111e,:oL1uaa nic, chia, .meila ge!afa ohe 410:11 sei .ailtro! iE se r·e ar.,dò .p:,roettando. Mezz'ora dopo, vadllando SL~llc debo'.i gambe 1.:' a-egg-endosi a.i 111u ro, Kijnako,ii, in·dcciso, spafancò la porta ide1!,acuot111,i. - ChitLdi, che v.ion,c ti i:-rc1ddo!- gri- <lò Albra.mo Pet,rovi~. Egli -e111trò,chiu,se la p0r,,a, ,gua:rd.andosi aitt.or,1!0con t'ar',a •di 111,1coJpev,ole; :ma 11,cs LIILOg:i baidwv.a e ripTese cosag- ,gio. 1111cuoi1?,a,jn v111lù dc,l camirno, :1 fumo si •\ev,av,a i,n dc'lliSi ,iiocd1i, sbri- .siciamdo s,ui 1111urfireiddi. ,M,a,trenf!la, co11 un1a, pecie <li 1 dlg1lliità cor,r.ucciata, ba- ·gnav.a i', fam,g,o i.n un catino, e ,con la 011ainop'.a~,alla, ,g.\i' fa-oe1va~pmzza,rc addo _o l'aoq,u,a esclamam,d,o: - Su, ,su, bimbo mio! vedrai come sair.a.rÒLa/llCO e 'J)Uil it<> ! Fiùir~ pe1rchiè ,la cucina er.a ohi.ara e gaia. o pcrchè l'acqurct •tiepida J'acca,rczza,v,a, i: fanciu.Iuo ,taioev,a, •piega1}do ii co,n1>ìcilno 'Come se rv.c,}~e stair.n.nUrC. iDi 1 s0ri:ira· bei s,pail1e,di ,Ma,trein,a:, Oiuùascia, g,u.ardava il oat~no, e, sceg,!ien.do il m0rme,nto ,prùpi,zio, ·oon tre dita fece 7.ampit!a,rc l"a.cqna ml famciul'.-0. {Con1i,111ua. )
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==