L'Avvenire del Lavoratore - Anno XXV - n. 17 - 22 aprile 1922

L'AVVENIRE DEL LAVORATORE Spunti, appunti e note Avete capito, Cicerin? Cacciato dal PaTlito per avere acconmagMto sulla soglia delr altro mondo 11,1, re morto! '-!IO d.i.rit -0 ad ttna vi ca d'U011110 e non di !:>c..<;t:.a, h vir~:o mo'Jltebabrag'.ic per nnigliar.are Jc sue con.dizioni monai!-ie materiali e, iJ)ur ,a.,ttnarverso <Sa,Criiie,i e dedusioni. v,1 Qgni gioono più temi>rail'bdo fo is,ue forze l])er ooove 1tQttcfino a.U.a sita 00t11pletaernainc'.ll)azi-ome. Acqueforti po, l'idea di reclutare una categoria si>«:- ciale di • eugenici ., di buoni generatori. cui affida.re la nobile missione di stalloni di Stato. • MOSCA, 12. Viva I rimproveri di Lenin il re Voi poi che avete applaudito a u11 re vi\'O... Il boia e la 2uerra. Lenin si intrattiene, in un articolo cli fondo della PraVKia, sui risultati della Conferenza degli Esecutivi delle tre Internazionali a Berlino, e dice fra, l' ali ro: Scri\•iamo colla erre minuscola. nvi « social-riformisfi cl' lf alilt »; restiamo gli eterni iconoclasti svregiudicati; i titoli e le cosidelte sacre persone dei re non sono mai riuscili a farci scapJJeUare. Matti chemetton sriudizio « Al manjcomio provinciale di orlingham, una parte del personale di servizio - i11fermieri e inse.rvie11ti - si è messa in isciopero pcrchè la direzione ha deciso di ridurre da due giorni ai uno e me-/4ZOil riposo settimanale. l pazzi e le pazze hanno fatto causa coInw1e con gli scioperanti che si seno bai!'ricati in alcuni locali del manicomio. Per il 1° Maggio L'aiutante del boia di Budapest, il riveritissimo signor Alessandro -Gyorgy, si è dovuto dimettere dall'alta carica. La· sua fidanzata ha paura di un uo.mo, che le fa carezze con la stessa mano, con cui, pochi minuti prima, ha impiccato un uomo. A dir vero, non tutte le donne sono tanto schizzinose. E lo sa lo stesso signor Gyorgy. Con la sua prima moglie, infatti, visse felice per ben tredici anni. E sì che ne ha impiccati parecchi! Durante la guerra, centinaia e centinaia, dice il signor Gyorgy stesso. E immaginatevi poi durante la furia controrivoluzionaria. L'ultimo strangolato fu appunto un comunista, Ludwig Engi. • Innocentemente condannato •, assicura anche il signor Gyorgy. . Perchè, naturalmente, quegli uomini e quelle donne sarebbero mantenuti a spese de!lo Stato. e lo Stato dirigerebbe e pagherebbe i loro connubii... Duelli punitivi. ,,.A parere mio, i nostri delegati alla Conferenza di Berlino non hanJ10 fatto bene a dichiararsi d'accordo sulle seguenti condizioni: 1. Ohe il potere sovicttisra 11011 deve emettere sentenza di mc.rte nel processo centro i 47 social rivoluzionairii; 2. Che il potere oviettista deve permettere ai rappresentanri di tutte le lntcrnazi{mali di assistere ai dibattiti contro gli accusati. Queste condizioni non so110altro che: una « conces ione politica». Se qualcuno volesse giudicar<! della fondatezza di questa definizione, basterebbe rivolgersi le seguenti domande per constatare la sua ingenuità politica: il governo inglese arebbe d'accorido di permettere ai ,rappresentanti della Terza Internazionale di assistere ai dibattiti cont110 i i-ibelli irlandesi o al processo contro gli c.perai dell'Af.rica del Sud? Il governo inglese, o qualunque aJtro governo. dareboe in nn c.rso simile analoga promessa dj non emanare se11tenza di morte contro imo di questi accusati politici? Se si va un pochino in fondo a queste domande, si giunge alla verità senipUce che da per tutto esiste la lotta della borghesia reazionaria contro il proletariato rivoluzionario. La Internazionale comunista, che è uno dei combattenti, ha fatto alla pane avYersaria. la borghesia ,reazionaria. una concessione politica. Ed al,biamo Provala non poca vena al sentire che Cicerin, capo della delegazione russa alla Conferenza di (;enova, abbia avuto il corfigianissimo gasto di applaudire, svellar i le mani, al telegramma del re d'IlaLia in piena seduta inaugurale, pro1>1'iomentre a Milano il si,ulaco « socia!-riformista », Per non essere confuso colla turba della folla di corfiKhmi laccheizzafi, dignitosmnente se ne stava assente dinanzi alla \'isita del sovrano. F. licerin non do- \'rebbe ignorare le tradizioni scrupolosamente anlidinastiche del Partito socialista italiano, la democraticissima mentalità del nostro Proletariato che potrebbe ridere di lui quando lo vede indossare llt... gaiana ed il caf]pello a cilindro per andare a far visita ai ministri di casa Savoia. Ed egli non dovrebbe ignorare 11eancheche molti Comuni, amminic;trati dai nostri compagni, si sono messi in conflitto sovente colle autorità prefettizie ver la mancata esvos!zione della bandiera nazionale alle sedi dei Municivii. nei giorni di tripuclii e di baldorie nazional - realiste; che i socialisti e/' Italia hanno subito f)arecchie volte gli oltraggi, le minaccie e le r,ercosse della tevpa dei sìrarii della reazione monarchica. ver non togliersi il ca,Jpe!/o o alzarsi in piedi al suono clPlla marcia reale; e che il fu dePLda'o socialista Enrico to per nvere part~cipato ai funerali di re Um/Jerto. Dottrine La solidari'eltà dei pazzi e ,delle pazze si è spinta a tal segno che uno cli essi ha malmenato seriamente un i~pettore eh,~ ha voluto assicurarSJ che i ricoverati non soffrissero. Gli scioperanti continuano a prestare le loro cure agli ammalati. ma rifiutano cli obbedire agli ordini dei superiori. Gli impiegati amministrativi e i medici devcno farsi la cucina da sè e anche il letto». Decisameute è una vera e vrovria rivoluzione quella che si sta compiendo ne! mondo. Dei matti che dlinno delle lezioni di ... ,riudizio ai savii. EJJ- /ìl!re vi furono dei sapienti che chia11wva110 alienati gli infermi di mente, principalmente, 'p~r caratterizZJare CJuellacarregoria di ammalati come alieni di qualsiasi raipporto socievoie. Che gli scervelati abbiano delle ragioni eia vendere ai dotti? In questo caso. noi non ,possiamo che a.rdente111entc augurar~i clte, i matti. diventino maggioranza nel mendo. Sarà runica salvezza per gli uomini assennati e pel vero e fattivo fronte unico proletario. Diavolo. Ai Reduci Proletari, La Pas,qua del Lavoro sarà, purè quest"anno, commemorata degnamente. Maggio rosso di fede e di vita. Mentre la bandai misera <lei horghesume nostrano, accodata ai retrivi che noi buttammo lontano dis,gutati, s'affatica a sventolaTe la su.\ pezzuola di morte, cons-unta dalla bile. noi reduci proletari, stringiamoci vieppiù con frenesia entusiasta e con pera11za att~rrio al ro so ~ fiammante vessillo ,ohe invitto sventola al sole. In questo cre-puscolo tragico, in cui la borghe ia tenta con ogni sforzo di gettarci nel ritornello del 1914, 11oi dobbiamo resisterf' alle sferzate sue. agli intrighi avversari che \·edono senw;-e 1JI11, immancabilmente, sebbene la parentesi fasci ta sembra dar loro ragione. s,pur1tar le loro armi al poùercso ostacolo. Noi siamo i niù forti perchè con noi è il lavoro, la, .giutStizia, la vita. Per-ciò noi siamo Hdenti nel sicuro e gJQrioso avvenire e con serenità gridLamo i:1 faccia ai necrofori in1Pazicnti che noi non vogliamo morire, che si.an10 semp,re più vivi che mai. Ma non solo a ciò deve limitarsi il nostro ,-ompito. Difendere la nostra vira, i ncstri diritti, i nostri ideali, le nostre gicie dalle mene del capitale: ma grandi doveri ci i111combcnoe non dobbiamo dimenticare che ono verso i lavoratori di tutto il mondo; i doveri fraterni e d; solidarietà internazionale. Tutti, ad ~ccczione di coloro che 11011vogliono saperlo. sanno che i s0cial rivoluzicnarii hanno sparato ~11 di noi comunisti. ed hanno messo in iscena delle ribellioni contro il potere dei Soviet. la lotta fra il lavoratore e lamacchina E. giacchè lo passiamo. corriamo verso la mèta. Giu,riamo in questo maggio rosso di fede, dinanzi al gonfalone sacro della libertà ncstra. che nulla tralasceremo acchè il nost.ro dovere di reduci proletari sia fatto. Giuriamo in questa Pasqua ro,- sa, in ouesta Pasqua dei Lavoratori che tutti i sacrifici che noi faremo si ,mimano d'una volontà uguale: quella della chiusura del periodo torico dei <:.acrifici umani. Ora si tratta di vedere se la borghesia ha fatto delle ccnces ioni. Qui la ri..<;postanon può essere che negar1va. Oua!e crnclus:one dobbiamo trarne? A me pare che Radek e Bukhari11 e gli altri che lianno rappresentato nntemazicnale comunista non hanno :.._gitobene. ed hanno fatto delle ccnc~ssioni senza assicurarsi della reciprocità"· Ma benissimo, ma benone: è il padre che vorrebbe trangolare il figlio.' Dopo aver smaniato per 'llt creazione del frvnfe unico. padre Lenin avrebbe voluto ucculere, strozzare la sospirata creatura nell'alveo materno. E va.re impossibile che siano degll uomini grandi che partoriscano delle idee tanto piccine. Concessioni? Reciprocità? Ma nei non abbiamo nessuna vittima relegala nelle mure di nessun reclusorio, di cui aspiriamo diventarne i viftimizzatori. Noi non abbiamo tribunali, non al>- biamo sgherri, non erigiamo forche, no11abbiamo i voliziotti della Ceka. Siete voi che avete imprigionati de2li uomini, li avete chiusi nelle vo- • tre carceri, affidati alla in<11risizione dei vostri giudici, so,toposti ai rigori de!fe vostre leggi, ed avete l'obbligo di offrire al proletariato del mondo !et i!OI unzia che 11011sacrificherete de!le vittime innocenti. Che se poi fosse anche \'ero che i social rivoluzio11arii abbiano gi11ocata una J)ar!ita di schiofJvetlate co11 YOi, si siano rihellati a certi \'Ostri atti personali di autocrazia dittatoriale, non è escluso 11otess<'roavere anchl' mille ed una ragioni. Poichè, o compagno Le11i11,(fuegli uomini sono anch'essi i facitori della grande RiPGluzione che ha merariglialo il mondo. Se :le SDOCia.li ,carattc1i tiche (.,J.ctl capita'.ie h1:c!1JStriale, tL'U1-<!ent1allo _frutl:\- mern.toiSeim?,1:e,più hntenso id~I-QTJeroi0, è":!tei11miina,r01110 fin odahle 'Sl'lC fP!'kmc origini 111n.., toLt.z.a10aba fra il C30)i-.trui-sta e j!l satlari.:.J:o,1l'introduzi,cinedella macc.hlna met:'in.du.9tria ieo,u i he i.'. la v,.),.. ~.a-toree,ntrasse in .pieoo confltbto :inch,.: ccm Jo trumento di ILalvo-ro. eJJ.amanifattura l'operaio 'J){)teva ~on.sidcrar.:: l'ute.nsiile. clle gli sorviva x 1 5uo m,ctstie-rC, come Liti aimico, ccITT1-C un coJ.:ab-orai:ore:cìe:!e sue :l!l.titudiml: ror<l~l!;nomccc.arico invece g1i_isi parò dii1a:nzicome un J1omioo.come un coo1corron.te ines<>rabifo <!al!e mol~J>lici brnocia idi forro, ohe vemiv,aa ostituii;- lo ,ni~lh'..al iorza e ne:!,'aibillità,creandogili tristi -periodi di forzata disoccupazione a cui fa;oeva se,g-uiito fo. 1Più<;qualtidami6eTla. .L'au,paTizrone deaa maccbina ,nel C3,!ltpo ,detllaJprO!duziooe iBl,dtisLria\~venone perdò iaooo:ta c1aiXocL.oe 4aU'eseorazione id,c1: 1c ·clai.9Si la-vor.aitrici. Carlo Ma:rx !l'e; « Cap~t.af.c > oarJa di un conwgno m<:eeanico per t.<'ssere n.astri irwrnta:to in Germ.aJti.a:nel -diciasethC's'J.Tlo SQ(',O!lo LI cni im'.J)ii}g-odic<le ori- ~ine a cldizioni operaie in quasi tutta !'Euro.pa. Riieirisce ino:tre chr. un italiano. t'.aibalte Lan,ceù◊1tit1, in un suo JibTO pubblicato a Venezia n.:1 lb.36 narra.va qu.an!tO e)!;ue: « Antonio Mi.i'~erdi Da:1zic1 ,ha 'V?i.>IOin .quc-tlacittà. -:01 circa c·n,qu:J:11t·ar,n;.una rru,cc-hi11amo'lo ;n. ~e-,gn~,a clic iaoeva da quattno a ~ci ,Icss1a;iper 1\ o:ra. Pt 1rò i" maidtollrnto. temer.do ohe questa in,venzione Pot~c r:-c'tir.re m,i ti C!Pe.rainel!;\ "-T!ÌM.iria,la soppresse e icce <;ofiowrc::•0 ~11.egare r:,n-ven·torc~- in ,prnncip10,abbia rbve<rsaLo contro !a maoohi.r.a 1uubi-0 jl uo Qdi-0, non riu- &cendo a distinguer-e d1c la :5U)òc'.atl-cs% funracmè 11-011 1Jotevn raippr~~niarc u,:i da,rnno,per la ola&.e hvora,~ri:ce, e cl~◊ se esso si vcri:fi.caiva cira, so:o in virtù ct~·~o oap'laJ'is1i_;oche de1ia 111.aochira i iaocva. E. soltanto in ,l'enn;i 1T?Olt0recen,~i ché i! Ja,vora:tore h:1 ,Po:,utocornprond:ere cll,o i' 'llOOl'co non e.ra ,:a maccMna, non io -st,ruunento<li Pfoduzio11e,m:t ili caipital;:. ohe di quc)o i se.rviva, -come se .n.e serve ancora, per i ,,;uoi scQPi, tn ia:ssoluto amla,goni-smocon QtteHi dei lavaratri. Ln 1111.a.cohina. oonsildenata ncJla ua funzione idi :ubbreviameJi•to <le.t proces- <;O <ti p-rodtt7'onc, se non foss.emonop:i1izzat:i. dal, ,caphtai'iSllTlO, r..dle etti l!;riJliie si tr.a:sfom1.:tin :.rumento di O!J)press~one e di sfruttJme11to. .sarebbe invece la r-oteme iamtc.ade!Jl'Qp~.r.aio,al qu,t'.e re1nderebbe •Più lieve la fahoa e IPÌÙ faicite !:i oododisfa.z:c,n,e-di mo!ti bis<Xgni.Ma ciò no.n>Potràa•vveira-rsi s,ci non quarJdo tutLt i mezz.i di prndu;r,:one sa.rar nio proprietà ca!;ettivia. In regime ca~Jitia!lustai ùristi efietti che l"impiel!"o <lc:ne maoolùne apporta .al!.:: classi Qpcraie .sonopiù evidCmi n•ct mom,etntoin cut t'ondigno moocar.:.co fa i! suo in~re~.,.onet'.indill.~.ria, ro:cl1è Cs 0 sc()'llivci'ge i J>n.c,.:dcati :,sterni di p,roduzio1e, e q.~1..~cfonrri",dab~:cc<',:icc:rre"ltl!. ,r,: 01<l-i ~nuti'e u;u .p:i,rtc dcg,Ji optir1i pr,Licede;ntcmentcooc1,pati. fn soguito ,poi ~i man.',ic.staspont:i-nLarnc,t.: u·t aumento di a 'I 'vità .\n nuove industri:! cd .i.il or.a le forze di '.a\r.OTo\ ongon nuovamc-n~ .e :i:-.,o-rbtc. ,da,·do 'uogo così a quc!- "a :,.nars' <li prr;odi ne: q-um:1L, tavora;!Orc ,,i ve,dc a ,vn!te TL<.~p;nto, ,a voàtc attr.atto da.t}a fabobri\."'.l,cc-ç,r7.amii avere: la c-.::.rrezzad·,un ·;:ivo.ro continuativo e <:icuro. Giuriamo di mantene.rei fedeli alle ,·oci d'una medesima par0la: Guerr,:. alla guerra! Ma ouest0 grido resterebbe invano "•~ egli non annuncia~s0 tutta t!na idea. 1111sistc111.::i.un dogma: ,;:egli non fo<:.sc che un lamento sentimentale: s'eg-li s'isola e-e si sterilizzass,enel cuore d'r.gnuno di noi. Noi sapoiamo he nei secoli di barbarie. nel mondo inte,ro hanno risuonato inutilmente. con grande eco sonora e VltOh. 211ate111'di poeti e di cuori ~ensìhili entro le barbarie, o sarcasmi 11111rdacie l:icr·mrsi dei moralisti. o gli'infiniti gridi di dolore anonimi. Tutto ciò a nulla serve. Cosa posc;;,)no fare tutte oue~te prrtestc per cnmhia.re rorclie delle co~e? 1on potrà essere cambiato che da noi un I111rwostato di cose. Compagni Reduci, Ricordiamoci, in questo giorno glorioso. ciò che il nostro Barbusse disse nel uo dis,corso al ConS1:rcssoJntcrnazione dei Reduci del 1920 a CillC\Ta: « Cosl cccc,ci gli uni davanti agli altri. noi che siamo stati gli uni da- \ anti agli alt,ri nclrinferno. noi che ci siamo sciabolati a battuti attraverso l'onore dei suoi l{iorni e delle notti di guerra che hanno risuscitato durante degli anni. Ed io, di trova1111i così •}g!!"i facci::t a fa .:eia c0n vci, che 11011~icte degli uomini passivi. i11erti. disarmati. ma che siete sempre elci soldati, risoluti a formare una nuova allea 117,apiìt grande che tutte quelle t:he sonc si.ate fatte dai grandi della terra. L la 11t1< va patria che .si con-· fonde con !"'<leale senza fine. sarà la ,rioria della mia \ ita ». Reduci proletari, li signor Gyorgy, adunque, si è dovuto dimettere da aiutante del boia, perchè la sua fidanzata minaccia di piantarlo in asso. Ed ecco quindi la Regia Procura di Budapest bandire il concorso per l'alta carica. Un concorso per il posto di boia! Chi mai vorrà fare un tal mestiere? Perciò si disperava .di trovare un sostituto. Alla dimane, invece, dell'annuncio della vacanza del posto, gli aspiranti all'onorifico impiego facevano coda davanti all'ufficio co:mpetente ! A chi dare la preferenza? Come fare la scelta? Sotto i papi a Roma - non sappiamo più fino a quale anno - quando era va.. cante il posto di boia, si bandiva anche un concorso; gli aspiranti scrivevano ognuno il nome sur una scheda; le schede venivano deposte ai piedi del papa; e il papa sceglieva tra i candidati, urtand6 col piede una delle schede. Era il disprezzo pontificio per una carica abietta ma necessaria. Ma ai tempi nostri certi metodi non sono più ammissibili. I concorrenti al posto di boia a Budapest furono quindi invitati a scrivere ognuno la propria apologia. Erano macellai, ex poliziotti, gendarmi. E quasi tutti mettevano in rilievo che avevano fatto la guerra mondiale, che quindi « non temevano la morte nè si lasciavano impressionare dalla vista di un cadavere•··· Guerra educatrice! Guerra nobilitante! Ladelinquenza Genova. Guerra educatrice! Guerra nobilitante! Ed ecco che cosa si legge a tale proposito, non già in un giornale socialista o comunista o anarchico, ma nella borghesissima , Nazione • di Firenze! • La somma delle pene crimina!i, che si scontano nei bagni penali, nelle carceri e nelle galere di tutto il mondo, non giunge a un millesimo delle responsabilità spaventevoli, che alcuni fra i convenuti a Genova, e precisamentç i maggiori, hanno accumulato sul proprio capo, e che pure portano così leggermente. Abbiamo a Genova gli stessi uomini che, con la voce del demagogo, col daiiaro della corruzione. con le intimidazioni imbavagliatrici di una polizia internazionale, l'tordirono pochi anni fa il mondo intero e lo persuasero della necessità morale della distruzione totale della Germania, a prezzo del sangue di milioni di uomini e della prosperità universale. Oggi gli stessi uomini. con la stessa voce, con lo stesso demagogi5}11o esasperato, con gli stessi sistemi di corruzione e di intimidazione, chiamano il mondo a Genova, per annunciare al mondo che la distruzione della Germania è stata un errore colossale. e che subito dooo di essa la faccenda immediatamente ~iù uro-ente è - b ricostru;rl.:>.. Fu mai vista più grande scelleratezza? Fu mai consumata più grande infamia? Nabucodonosor è stato consacrato all'odio umano per reato da pretura in paragone con quello commesso, per e3empio, da Llcyd George e Poincaré . E' un borghese, un patriota italiano che scrive così. Solo èhe a quei due nomi se rie potrebbero o dovrebbero aggiungere parecch; altri. P~runafabbrica diuomini. Guerra educatrice! Guerra nobilitante! I fascisti hanno una nuova trovata. Il recente convegno di Roma per la libertà di stampot li ha messi un po' in imbarazzo. Si sono mezzo impegnati a non fare più spedrzioni punitive per reati di stampa. Ma. d'altra parte, essi non sono uomini da lasciare impuniti certi reati. E hanno ricorso a un nuovo sistema. Chi deve fame l'esperimento primisi.i,Jll~, è il direttore o redattore del repubblicano • Dcvere • di Foligno. Quel giornale aveva scritto sulla crisi del fascismo umbro alcune cose, che non piacquero alla locale Sezione nazionalista. Pr'iflT:l del convegno per la libertà di stampa si sarebbe avuta una spedizione pun:tiva. Ora, non istà bene. E i nazionalisti presero un'altra decisione. Un barone e un capitano partirono immediatamente per Foligno, per chiedere al direttore o redattore del « Dovere • una ritrattazione o una riparazione per le armi: vale a dire, in quest'ultimo caso, un sfuello prima con !'on. Misuri, poi col maggiore Pergolan, poi coJ capitano Rizzali, poi coJ tenente Mundula... Il che significa quattro duelli per un articolo; il che significa specialmente che, se quel povero autore dell'articolo incriminato non sarà ammazzato o storpiato dal primo, lo sarà dal secondo, o dal terzo o dal quarto ... Accidenti, in quattro schennidori provetti. ci sarà ben uno che riuscirà a finirlo. L'importante è che a ogni° costo lo finiscano. Però. non più spedizioni punitive. Bastano i duelli. E se non riusciranno nemmeno in quattro, state sicuri che il numero degli offesi crescerà. Intanto, viva il rispetto alla libertà di stampa, garantito dal c0IJ.vegno nazionale di Roma! GENOSSE. Lacatastrofe dellafame In Rusela Cifre spaventevoli TI corrispondente della « Frankfurler Zeilung • da Mosca, le cui lettere sulla Russia si distinguono sempre da. quelle di molti giornalisti borghesi per la Joro obiettività, ri<1ssume nel suo giornale i recenti rapporti ufficia.ld intorno aJla cata,.. strofe de11a fame in alcune province russe. Sono cifre spaventevoii, dolorose. che noi riproduciamo qui con un senso di viva solidarietà per quelle popola,zioni ~offerenti. Al I lugi,io dell'anno scorso il Consiglio dei Commissari del Popolo pubblicava un primo decreto, col quale dichiarava e zone della fame• 13 governatorati. Nell'autunno. però. si era già visto che i territori colpiti erano hen più vasti; al momento attuale. nor, sono più 13 governatorati, ma -sono 22 n'!!Jla Russia europea, 7 distretti del Cauca50 settentrionale e in Siberia, 7 governatorati ne'.,J'Ucraina: e fra essi i territori più fertili. quelJj che furon sempre i granai del1a Russia. Il numero della popolazione affamata viene ora fatto salire <lallo stesso governo dei Soviet a nientemeno che 33 milio- !1i e mezzo di persone: 28 milioni e mezzo nelle campagne, 5 miJioni ne'le citt'à. F. fra essi 630.000 lattanti. 4-76o.ooo bambinl sotto i 7 anni, 5.895.000 fra i 7 e i 15 anni. Que te cifre però sono quel1e ciel gennaio. e ora sono certamente salite; ma. anche co(1Ì. superano già le cifre delle fami più terrihili a noi note: ne11e <.:resseIndie e nella Cina il numero degli affamati non superò mai i 25 milioni. Nel solo territorio del Vo1ga e cLcJl'Ural ci sono 23.325.000 persone <:he soffrono la fame! 1;aituale Russia europea ha un'estensione di T 12.3 milioni di Desjatine ( r De- ~jatina è eguale .a 1.09 ettare); la terza parie di quest~ immensa superficie è zona cli fame. TI territorio europeo de'l'odierna Repubblica dei So\·iet. compresa l'Ucraina. a\·eva neJ 1911 un raccolto comp!lcsSono anch'essi in rtran parte gli uomini che ver la causa socialista snifersero l'esilio, la relegazione nelle teppe della Siberia ver ordine def!li Czar, e \'Oi non potete pretendere che quella [{ente, quef(li uomini che tutta la /oro \1ifa fottarono per l-l1difesa della libertà del vovolo russo, per le loro JJersoncrliconvinzioni, OKrti al sogno anio cioso deUa loro tormentata esistenza, tirandosi da una parte, eliminando sè stessi per far piazza, forse, agi' ultimi arrivati: Jktt1 nn;:.~h'•navcn,nc u·-ata net t6JCJ a Lc~'da e ,:e idi a111m1: .in.arn~nti de,1;,1 o.pe.rai fal,brioca-tor; di 11.astri co~.rir.t,ero il magi"J:lfato a 1Prescr,i.vcrlada qud- ·.1 ,:'.tà. A11ro co11sim·Ic,trurncnto per t,e.c;;s.cr.;<li.:dc pure luO'{O a disordi;1i O· p{,rai che cb.blig1rono le autorità a proibirne fuso parecchie \'O),c. iinch~ ii Stati Centraill d·rna.nda lì•cl 1661, sotto ceri.: ocn,.Jizio:1i.• 10 ocrmLs~ro ru-:,vameJ1tc. L'tn r,ucvo -c011g-cino 111cc.car·'co:cl1 1,1m.a.<1.o B1rdstuhl, ohe fu 11 precursore rre'ite macd1ine ver ii(arc o -pe.r I.e,sc;erc, ve11,ncbair.icl5toda Cetonia nel 1676 e '.<1 H!J in•l1roduzioreprovocè, di "tl'<lin: anche fra i tessiwri d"lnghi~:ena. \la dù ~1 ·1 è tn·to: :.tvvit-1:<.: '·i.il:."50 eh~ dCiJJOu,n i)CTi<:-Jo ti: j("ra ntlc 111!c.nsi1à ,prcot:u·ha i\! m·_r.:.: f.-nfl;co:10 pc.,r COI1S::L':'it;on1.rc i mcr-::ati pr<.v0Ca••1do le cos:ck te crisi <li scvrn,prr<luzieo11c.~-u-.:- -cccl---:a';!or.i un ,de.prtzz:itrm.r'-c'de; pro- ·<lotli, pu cui zii ·-11<i1h ..r'a"; 110-11 trovar, r.'.r riù co1w-un',111,tc hr 1 .ivorrarc velia m;~un ,di pri,:11:1•Jro2(:>Jc:,...,al ti,.:◊nzlamento d, una G,N'e J.:''a mano d'c,l)C,r.a e, ,-e, Lia cri.si è ipmft..r 1,Ja, anc.hc a.:-!.a oh'u- ,ur.a <lel.1e"aihl->rich~- mettl,ndo rnt lastrico m~~l;aia di rir>~-rai. La \'i.a fu tracciata e noi dohbiamo <·"'g-uirlc e sulle lince sue drbbi:imo ~\·olg-crc la 11cstra propaganda. Eccovene un altro saggio, nuovo, fresco, generoso. venuto dalla grande Francia. La nostra sorella latina si doleva, già avanti la guerra, della diminuzione delle nascite. Poi verme la guerra, con la terribile falce: quella guerra, che. a dir il vero, non furono soltanto i tedeschi a volere; e il signor Poincaré ne sa qual,. che cosa. Le schiere dei maschi furono assottigliate. La Francia è vivamente preoccupata di quel terribile vuoto e della conseguente maggiore diminuzione delle nascite. Ecco quindi un professore della facoltà di medicina di Parigi proporre un rimedio. dare un suggerimento. Una cosa da nulla. Prendere due milioni di donne poi un numero considerevole di maschi forti e robusti. tutti fior di giovanotti scelti: e a codesti maschi e a codeste femmine dare l'incarico ufficiale di creare, creare. Creare nuovi figli della patria per la prossima carne da cannone. ' ivo di 4036 milioni cli pud (r pud è uguale a 16.38 chilograniini) di cereali. Questo raccolto scese nel 1920 a soli 350 milioni cli pucl. E anche ten11to conto che 1,na eguale riuantità ve1:ga tenuta nascosia al governo dalla µopol.uione rurale il raccolto ammonterebbe sempre a soli ;oo milioni di pucl. vale a dire il 18 per Lento della produzione prebellica. Ma nel 1921 furono dichiarati soltanto 150 milio.. ni ~i pucl; cosicchè .si può calcolare che da"!' autunno del r921 al nuovo raccotlto 1922. la Russia dispone so'amente di 300 milioni di pud <li cereali. Chiedi alla rondinella viaggiatrice Che rimtnci a quel tetto ov·ebbe il nido. CJ1iedj al sol che non splenda, al mar che taccia, Chiedi aJI vulcan che non dia più foco, Al leon cl1e non rngga. all'usignolo Che non pianga .... fn Genmainta vien'llc proibiìo con un 0C:::,btoé,rrwerr'ia:le neit I68..=i L a,c!Ambur~,, f,t pU!bbJicamentcbruciato per -<:1T<lh1c <lei ma~is,trarto.N-c1 1719 l'im1Je.ra 1tor~ ran:o VI ne vie.tò arx:ora fuso ,e so'.- fan1,o r;te,t 1765 i' suo tmpic~o fu -permesso 1n S.ais&0nira. Duran.t.e1i ))T.imi3!tl.'11i ,de] 1800nei distretJti maniia ttu,rieri ,crf,nghilltcrra 1'a distnu,zi0111eidi t11.lJTl1eirose rrnacollim,e per qJartc <l~i operai provocò vioten-ze l?:Ov erna,t.iveuLtraréiazion.airie. Ma non chiedete a quegli uomini la D:1.mt.o (ILLe-sto.e trail!as.ci.andoaltiri riru.mzia al sogno radioso della loro iatti consi:mi'.i avive,•uti 1,cd conso <le!!.1 libertd. storf'cl, si può ,rilc-Vi:liiecome l'OPer-aio, Ta',~ la vi,ta ,del ,.,avora-tore, sempre incer:o de' da.rn,a;:1i.c,,posto a tutte le m~ cr:e, aili ,sbaìzi d,;;rimc,r.cati che dec~?.r:ianoil suo s,z(,1,rioo !o ietta110 nella dì occu;pazi<ne; co. trcc!o ad a11darramir,s::o !)e,r il 1110,n,do lrascin.an,do·di paese i111 pa~ e la. ma m'seria ~otto la sier, 7.,a Idi ~ti 111111' 1 r..a.zionee SC\fferonz.a. Attraverso qu;el<JtaOld:isscaegli peirò ha i;1t,navvoch1to'•a ,possibilità di poter Meritr~ dentro. opponendoci ai · melanies norg-hesi. nonostante il harnglic e la reazione for;:aiola dei g-overnanri. iridiamo ::ti detentori delle ricchcz7e di stMc attenti ai mali passi. fuori dai confini statali agitiamo la fiaccola rossa della pace, e prniamo ai fratelli d'altri paesi, alle vedove e 111:idrimisere. la nostra par0b di ~peranza e di fede. , 0!0 così potremo orepa rare la ci- ,·i ltù nostra. ove unica legge ci sarà: il la\'r•ro: unica relkirne: ramore. Il Comitato della Sezione della Le[!a Proletaria di Ci11e\·ra. u·• gionn-0 !;!bcra!rsi ,da.~!ca tene che !o tengono Og'l{i a,wii1to e S,O,j{geittoal cap.ita!le.Si è .strett0 in forti organizza- e zi-o.nioconcxmicl1ee ~l.iticl1c, ha oppO&lo atle c~·z,c~1z:{'"l!;Oi,ik:hedel J)adronato il Compagni proletari, leggete àiffondete I' "A vanti I,, BibliotecaGino Bianco O per il lavoro, per la civiltà: ammettiamo pure. Ma che volgarità in tale proposta. quale bassl'zza di concezione della vita in questo professore "di università che vede negli uomini tanti stalloni ~ nelle donne tanti ciechi strumenti di ri- ~:oduzione. Eppure il professor Carnet, ! ideatore di questo mezzo di riproduzione, non è unico a pensarla cosi. Altri come lui sostengono, già da parecchio temProprio in questi giorni l'Ufficio Statistico cli ~fosca ha pubblicato dati intieressanti intorno a indagi,ni fatte nelle zone de11a fame. Ebbene. risulta da tali indagini che n<-i go\·ernatlorati d'i Ufa. ~amara. Orenburg. Saratof un adulto l:0nsumava nei 1919-20 annuailmente 23 pud cli generi alimentari (pane e !)'<Ltate); nel 1920-21 soltanto 1317 pud, e n.d 192122 soltanto 3.1 pud. La quantità di alimento cli un adulto è dunque diminuita del ì5 per cento! Che cosa sarà nelJlavvenire? Ecco il terribile punto interrogatfro, giacchè. se '.1vn arrinranno soccorsi, se non arriverà lii tempo nuova sementa, la catastrofe ing-ig-antiri, ancora spaventosamenlte.

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