,. L'AVVl!;Nilt.E DEL LAVORATORE Il frontUenicionternazionale 1 compagni italian.i in gene,rale non hanno ancora com~resa \I.a verità d! quanto da al'Cuni di noi, si va insistentemente affennarudo, es.sere cioè Sa Pol:itli.ca interna costantemente influenzata dai quella estera e non potersi risolvere 1i!Iproblema della nostra lil>ertà ove non si ri.c;oiva la situazione intemazjanale. La politica estera pare, frai noi, un argomento da signoni. Lo si trascura. Lo si lascia ali.a d!iscrez:ione di pochi. Bisogna che avve11ga il contrario. Biso- ~rna che i compagni tutti comp,ren dano 1::heI' internaz:ionalismo non deve essere soltanto un sentimento oo una pairola. Dev,e essere un fa1tto e, per esserlo, è neK:essario che il Partito tutto 'v1ÌJVamaggiormente della vita internazionale. stri - non si svolge su un terreno egua1le e di continua ascesa ida parte deLla classe ,proletaria; ma ha i suoi inevitabili aLto e 1 bas.so, le sue soste, le sue dtirate, le sue -ral)ide avanzate, i suoi aHacohi a, fonido. E dimostra in pari te-mpo che il còtl1j)ito dei socialis,ili <leve essere quello di compre1tdere ed tntenpretare queste fasi diverse deUa lotta p-r<Yletaria. onde saiperla coodlurre col più g,randc beneficio dei l.aivoratori e col massimo danno dei lo-ro nemici. Il coltello alla gola Si sa come è f,inita la guerra. Stanche entrambe Je pairti od esaurite mo- ,ralmente e materialmente, si decise di por frnc ail. wnflitto che durava da quattTO anni, con tormente d·i tutti i popoli, prendendo a base dellla cessazione deHe ostilità le condizioni che la democrazia \\'ilsoniana aveva pro;paiganid:ato attorno per iii mondo cc-1 ,plauso cli tutti gli ingenui. La Germania si dichiarava vinta cedeva le armi, P;rometteva dl rip~rare. La Germania è stata presa pel collo. Le ha'Tmo messo 'ili colteHo alla gola. Oggi la strozzano. Le impediscono di viv1ere. Tentano soffocarne le energie facendole mancare le materie µrime. Poi le chiedono il' po1iafoglio. Il classico brigante esigeva• « o la borsa o la vii.a». L' iJn1)eria1lismo intesista ,pretende e 1a ,borsa e la vita. Tutto ciò non è nei1wure feroce. E" idi,ota. ;,oi 11011 ne ~ia,•·1101:reoccupati per la borghesia tedesca. Essa sa difendersi da queste v;olento attacco democratico internazionalizzandosi. I capitalisti tedeschi in patria ,ridu,cono i salari dei lavoratori per mantenere il ,proprio profitto; mandano all'estero i proprii ,cao:>itali pe.r tutelarli 1contro iJ ribasso della, valuta: c;i ,,Ueano colla reazione internazionale l)er d1ifendersi dalla rivoltLzione; si fa11110azionisti cLi imi])rese di ogni genere e cli ogni paese pe.r mettere in pa~ le loro borse .. E' •sui 1Proletarii tedesclri che ricadono tutte le pretPotenze e le violenze tlehl'Lmperialisano oocidentale. Sono - essi, i meno re~ponsabili --· che devono sormortare il Peso delle così dette TÌ!Parazioni. E' rper questo che incosciente dal retaggio di una guerra che li ha bestiali::ati completamente. Abbiamo rossore della nostra dabbenaggine. per la leggerezza colla quale li accogliemmo un giorno come compagni; ma dobbiamo nello -~lessotempo felicitarci con noi stessi che la operazione chirurgica del Congresso di Livorno ci avesse liberal? di tutta _auella zavorra che para/1:::.zavala libera ascesa del nostro partito. De,qli uomini, ~ia!10pure dei proletar_1.che per vigliaccheria, per incoscienza. consegnano i simboli, gll cm_blemi della propria fede. le propne persone e la loro animuccia. az propri persecutori: di qllesle lordur~ t(m?n~. noi dobbiamo essere f elic1ss11:1d1i ess~rcene liberali a tempo, rlu-: 1 _r.omun1sli ,P li abbiano porla/1 v1a. O bella. o pura e gloriosa bandiera delle battaglie nostre; o tu vessillo cli f110coche nor/i incise le inseqn_ea11spic_aldi~lla Repubblica dei So_v,e/11m: CIIfos/1. forse, tanto letam1::zalacome lo fosti dai « puri » di Scano prosliluitisi aqli schiavi.zzalori del vroletariato d'Italia! Ah pullani! Tre volle pultani! 'DIAVOLO. Le siperanze nate -d.-13 Convegno di francoforte - ,pur,e attraverso a incertezz:e, titubanze e inccmpren~ionl - rpare vadano realiuandosi. li C. E. ctt,Ha Tea-:za lntem.aizionale - nonostante le O!PJ)C6"iz:ion<Llei nostri cnmunisti, di qu,ellii di Francia e di SJ}ag,na - ha deliberato ~i parteci- _pare alla convocazione della Conferenza i'llternazionale ed i suoi rappresentanti si abboccheranno a BerJino, in questi g;jomi, con quelli dell' Internazionale di Y.iennai e cli Londra per russa.re le modalJirtà ,della niiunione generale. A questa adunanza preparatarla di Berlino sairanno presenti anohe i .rappresentanti del Partito sociali.sta ita!liano. E' rii primo passo forse i1 l più difficile, pe;r raggiunger~ !' accor<lb internazionale. Il r~sto verrà poi, fotdu1bbiamente, ,per le stesse necessità della situazione. Si sa queHo che è successo di poi. L' i.nvasione dei territorii ·tedeschi. L' OCClllpazione da parte cli tn,u;plJ)e di e-Olore. Lo sciu,pìo vasto ed incalcolabile Idi averi. La burbanza francese sostituita! a que1la tedesca. La camorra anilillarC.sca ÌJ1TIJJ)OSl!a ,dov,unque. noi protestiamo. E' per questo che """""""'"""'"""'"""'"""'"""""""""""'"""""""""""""""""""'""""9 Genova noi gr:i<liam'o contro il coltello aJla gola iposto dall'intesa a:I proletariat0 tedesto. L'Ufficio Stampa della Direzione del Partito. DOTTRINE_MARXISTE Lamaccheinilaprolungamento d ll!ai rnatdailavoro E' ben vero che i bol.scevichi hanno dato alla' lorn adesion~ a Queste riunioni i.l carattere di un tentativo di avvicinamento aJle masse al id:iso~ ·,pra dei capi e<l è anche vero che da ,parte dei desuris.simi di LoT11dra, e da pairte anlche di ,quaJ.che frazione sociaJista russa sono state presentate ecceziCJli e ,prieìgiiudiziali contro la ril.lll1lÌonegenerale. E' evi<lente che ogni GruPJ>O tende a salva.re in Questo modo ,Ja ,prCfP'tiiaanima ed a porsi apparentemente in armonia con i prOPr.ii gregairii. ii C)'Uali sono meno facili a campren<lere k: esigenze delle situazioni. Non è però possibile che. <laJl' una e dall'altra parte non si senta! la ,insostenibilità dri.questa situazione e la imPossibilità che essa -si mut1 col rnPido passaggio delle masse d:all' una alt' altra organizzazione. Masse e ca,pi sono un tutto ur.icc, :che risponde a sentimenti. a ~nter-essi. a necessità ambie1itali che ,non rpossc.no esse.re spostate da un momento ali' altro. Questi sentimenti, questi interessi e queste necessità. oggi cospira,110 Yerso un iine comu11e ohe è la sah-ezza del proletariato 11ella lotta contro la reazione, contr-:-> il ;pericolo <li nuove guerre, per la difesa della rivoluvi,one russa. Questo capiramno - al di sopra di ogni O)'J"'egiudizia1l,e- i ra:d1unati di Rerlino per costiiruire il f,ronte m1uc0 Proletario internazionale. [)®o l' ~o '®ll~ dTliaCOhine n~le MJKiust.rie, le d.laissi favor.aotrici we.nnetro a rr,qva,11Si, <li (fu,arute ad capirtìaile, i:n. icoD- <l:izioni 1111UOV1C le! lb-em ~ù tristi m CQllì• fu' onto a qudle idei ipre<ce;doot;e,per:o;do onam:iia:tìtiur,ie.r,c,. 11:l ieaip-itailista <lìl"ovò ,me~l:a imacchùn~ un'.alleata fl)Otenite oh-e ,g-Ji res-~ 1pi,ù racDe il 1111etterdren ,praitica J.a sua 11.2ti1 ra - 1\~ t1ert'C!'e,na,a Idi[ l])rn'iu!riigrure jlJ UJÌÙ possi • ibv!e lai ,gionn,aia idi ,;a,v-O•ro ai suoi operai. I ,mtov1i e ronmi.dialbi:li SlJTil.lilTICnrti di IJ)rO. ciu,zbOTI-e hber.airooo f i1111dru,st:ni,aic <la quei l\·,ri.ieoli-.SMciali dhe, idur.a.nte la man iif.a trt.ura, lo ten-e;vano m ,cer-t.o Qu~,t mc'.clo ,SOg:.,_Ol{',iatt,o['-0peiraio .abile <lel prnpJ""O ,meist=.ere. La maJOOhln,areir.!dentlo quasì vn.u-ti!-lco ~esi!rramen,~,o ,ne.i Javomi <li de.tta·glio, m Quarnto m1 breiv,e p,eriodo di tcm,ro ~uò bastaine IJ)e r ilrnp.r-a1ti,oht11si ,cl cn s110 fUill(;,i&,aanein.toll,)Citèc.ngersi rr.dipe11-de-n.- te i<,l.~ fron,te aLl'oJJiE1r.af.eo, questi 9:erciò si vt'1dcspezzata. fra ,le ma1li quella forza 'Cl!i mesiostc1n.zac,or1.ro !'es.o. it.à ieapita- ~-istica. che ,g,!i 'Vooiva, in preoedenz.a, dalla ,praJ]!ria aibi:lii1àA. 1ia1;z.ziamo ora it ;per:ohoèil maocfon~mo sebbene ,aibbrevi i!! tempo ne.ceissario aila ,produzion.c de~lc merci, si ,PTesti,d'aJtra pairtc ail oro- /.u:ngamento deUa giornata ,di l,avoro. 1 Inr&lll1iz'1i !u'.Ltboisogna coJ1.si<lcrare clic le ,maioclùr:•e on,o ,oon,gegmi cJ1c co tano moHo e isi ,log?Ta'liO ,pLù faic.\men lt ic:he :un semplice ute.ns:iie. Ta/'.e logorio può ,a,vvenirc o:to due ifonrne mveinsc, e .cicè: 1 d~l ,!oro uso o polteivai ilbiro ,i'111('1)!1'.m"' ;q,ooits:i.a.lsi oot d!izao... ine idi :lruvoiro. ,di sa'Lario e <lì qra,ri. La fJ)roduzione idi pLu.svailore in que1- ·le rmil!dirzroali r ggii;unse ~i limite massilJllO e -oiò idie:dje mqd/o aill'fui!cLu:sbnia: <li estern:der-e ~a ooa, :aittùvità ÌITl i;u,ftì i caim1Pi. .fl p,ml~a.memto d-etLa g.ionn.a.ta di lavoro aa11dòaig,g:r,a,v.a:ri..idlo ,d'eperimem,to diele cl.ais:sli proleit.airi-e, iel -o,s_pe-d.0::,i, oafl1CCrJ, m!alnii.carrù si l!)qp,ci'.ainooo ~n modio esotib iilam te, ,crea,n,do rum iTllvotlontam:o •eisemci,toKl'i,pairasst1J <li iiron te a:l {)ua.Lele classi <frrigicnti, t 1 né rono IJ)Cr 1prcoooupalrsi. iOH Snaiti ,dovettero rperciò i,ntervenjre :imJ!Qrn,em<oloer:ti ii.miti a:l''C 01Draiffa,- tior.i ca1pita•hsti10he rn ciò d1e ,ri1giuairda gili orari ,e ~I <liscipl',n.annento :de-'.,,avoru dei fainci:ulli. P.rovve<lirneinti !Q11e.s.ti ,però ,ohe aU'i"ITlizf o bein 1p000 1111 i,gi'o.,ri,a1nomo '.,e WP,di.0"-011 i di v.ita e di larv-01roidc!La -daisse La1vo.ratrice, la qua '.e so,:i:iaJ1to- ,a,ttrra1v.ellìS-O ag,;tazioni, lotte e sacrifio"i idi rn0Jte1<ledn1c ,<li an1ni,potè otn-emerc que-1famto ,ohe attua.I• rner:tc lo pe,rJTI.ett,c,di 1clivCr ,i111 po' m<:- gJ:o dé quainro 11.cnvi:v,ew,a mezzo socolo ai<lidicrro. 2'l"'è qu€ ,e.i s,: deve forana,rc: i', 1pro!ei11riato è aillcor ::c:nta,110,da1;ressc,rsi Doe,rato dal g;ioco ca,pita•lòstico; è n,1e,ce,sisairi:o Qiiirndi eh{)/ :ot,ti a;1C-Otr,a n'i 1110 .a rnaigig'ung-ere la mei::t ièm.a,l>C, i!l10 al giorno i:nsornma in cui ,gJ~s.t,r,umcnti'. idi J)r,cldiuzione. oora in ,ma,no <li ingoli. d~ven1Lno pro,pr;-c!à co1·ievttva. Solo aLlora. i!"c1per:1'0 x,-!Tà din'-i ,ì(bero da ,cg,ni .s-ùruttamenrtJo. Il fronteunicoborghese d.aMailc,ro 111.arz.ione. 1 D:a1na, la tr;utlru,ra comp:icata òe 1.Jc ========-======= Mentre si iavora attivamente, e con maioah'i11e !'ilf!azi011e p;1ò ainzi p.rodmro difficoltà. a costituire il fronte unico dQi ,gua~.i ais"lLi ;p;ù rilevamti di quelli proletario inte,rnazicnaJe, i borghesi IPTQdo:tida:il"uso oontiruaJto. hanno già creato il loro. L' uno e Ccnmmque sia, fjwJJ)or,tantc per il ca- !' altro, più che risponldere alla vo!on- 1pitia1 1.istia. è -;:'h:! r..t 1logori.o ,d'-una macchità di ,qualcuno, sm~o. il Pr~dotto dei na ,di.a un uti\e', e 'Ciò viene raggiu!ì!') tempi e I~ nece.ss1k1 del! ora che so:t.amto q,uam:do os.sa ~ ~n f11,nzionC' vol~e._ Chi. ben~ o~serv_a. ini~tti, gli • Uiri,a rnaoohina i.nol,,r,e,pc,rde, una ·.;nH- :vve111ment1_ dei d1vers1 paesi, ~on- ,t,c, i;:iiùo rne-110 ,g;ra1r:ldc,,d;c1sLuo v.a\or,e a -_~ata/he, sia ,pure att1?ver~o le. 111~- seco,:'da ohe. iruov,e rna1:::chior.tpiù perf~- v1~ab,li sfumature. la s1tuaz10ne e s1- z..ic,nahc ve,n,gono a fa,rle: concmrnnza. mile d?vu~que. Dovunque la crisi e- Noi ~:an,-piamo\Che la maoch1·,na. 00011c ocono?11ca _11TI!Pe:rversa e dov~nque le gn,i ,ai:tro 1.n1imento d~ larvol!'o, fa par-te classi ca1?1tal1st1che tentano d1 addos- del capit.a•1.c c=ta·rt 0 qu·n,d• ·.1 ·1 I . . · "" · -, 1 1 , , L ~,uo vas~rne _1 peso al e classi lave;r~tnci. lcre vi{l:IC intetr.ame-nte r.r2.1mc:,so nei s1~ ~t, ~ppando l_or? le co~qu1stat~ prodot,li. fn .aJtrc ,paircJe ne,'. valo.re de-lm1gl~one - d1m.J1'.uendo I salan_i. le ,merci con essa irubb,ri,ca.te è compreaUJTivntand? le Qre d1 _lavoro. soppn- so ,a1nche q1~ello ,raii:';}TC$rnt,t:ocla·l suo mend-o cg111 legge sociale a garanzia !og-orio. dei ,Jav<;>r~~ori ~ sia aum~n'.ando i Il ca,p:ta•ì;st.a ,p-~r,o:.ò ha tutto !"intcrcs· gr:varru . t1scal1 sull~ fan~Lghe ~~e- ~ a _iar sì che jl v,:i!c.rc totale dc-'.':t ra,v, s0p1 a tutto mediante il protez10- mac~h,-n:i \""TI"'a ,.,;pr"'d~•·o 11 I -- b · E l · J . . ~ · · - ,., ,., v vci, e, ,p,u rc- !11~mo._ a v1~ enza reaz1?11ana d1e \ e: •pcrio,do di tempo poo.~ihlc ia,c.:.niclol.1 1~ ogrn ,paese. si albbattc sui lavorato- la voraTc 1-;:orro e no,tc ,~~za i11terrur: tende precisamente a fa.r loro ac- zion.c. cettare ~ue~to stato. _di _cose: in ta- Jn t.al mo<lo e~'; s,i rnctt,c al sicuro lun~ naz1on! - le 'PI~~ nc~he - ~o- c!,,.•'1J}C.ricoiodi 'c,g-orarmento dc,"Lamaicstnng~ndo I proletarn al1a SLIJ)rna chiPa l}er i,na21omce, fi,no a un corto obbe~t~nza verso i borghesi gover- punto, am-ohc di quello d0!1:J.cOrN:.o.rrc 11nanti; 111 tall:ne al~re - le più pove--: za •cli nuovi c,rdig--niIJ)iù ,;JC,.feziori,ati. re -: tentamdo _ ,~1 a~dossa.re agli Eoco dunque atfalOCiar.,a,al ca,pi·•.ai:s•a s~_s1 la~oraton il ,carico della arn- la ,n-ecc~sità ,di !}ro1'un,g-arcla :2:io.n;at:1 m1111straz1one dello Stato e facendo lavo1r.at'iva ,non ço·o ma ct·,,,,, r1 , d l l · . ' · • .· "" .,rC1UJL! rre cosi e. pro_etan~to. li ge:ente r~- a1noh:! i', sistema K!.ei•lla1Vc,ro.nottLLt1rlo. s~on~ab1_le d1 tut~1 gli errori ed i m1- E facile tann.aiva ,a ,lui la possihlità di sratt1 ?C1 C_avern1 borghesi. far ciò, poidiè, ,dc.])Qa' ,vicr Tc1to la ,rL1·jCos1 0gg1 la class~ 01?~raia si tro- ~;tenza <lc!l"op-craro s,pcci.a1:1zza:o, le cui ~a su un terr~no ?I d1res~ . contro a·b~jità in ,saz;uito alfim1,pic,~o:d~l\:: mac1 att~cco_ reaz:1?nan~ e tutti I movi- ,ch!nc c,r,a•no djvemmc in:utili vcn-:va i· menti_ d~1 q1:1-ah abbiamo notizia in 1110\trca creargili u.n.a ionm:idla1bilccr;nQuest1 g1orn1,_ da_llo. s~io,pe1:o idi_ Chi- conrenza co,n rassu:n7J'.ooc al •'.avo110delc~go ali~ ag1t3:z1o.n1 111gles1, dai mo- !e clcmn.• e d,c; ianciulili. vimenti 111Baviera a quelli di Dani- L'arruolaimento ,di questi ,determinò 11:ar':1. - sono la c?nferma di questa ,pcri?tli d~ 1<Li.601Cvu1Pazi-ofmcrczata '])Or situaz1?ne. Essa d1mostr~ .come la molti o;cra.i adw'.ti, clie imn,nc, s:,rerr.a11i lot~ <l1 ,classe - contrariamente al- ,d.a:'.Iamiìseùfa e id.alle sorncrc:nze. caidefa Jlllgenua •credenza di talun! dei no- vano facile- iprcda d-c.1ca'J)italc. j-1qua:c Il front B unico 7 Tura/evi il naso se non vole/e correre il rischio di essere appestali dalle esala:ioni meti[ìche che emanunn eia certi carognoni respiranti 111 que. lo porchissimo mondo. l\. r:nrm{g11cmou, n gruppo di • 1111l"i , ;rwnqwcaslaqnacci e divora sot_.;a/ic:/i. si snn? [ìnalmenle d·erisi per rl · fronte unico•. volenli o nolenti /"in;1_P:1nRernrcligo e •L'Ordine. di Tonnn. La Domenica cli Passione è staia f>F: quella aente la qiornala più lacnmosa della loro vita. Si cele~rò in q11elqiorno la co111m:~mora.:1one dei due carabinieri Pucci e Verclini, morii cluranle un conf/illo coi comunisti. I comunisli del vicino paese cli Scano. cluranle la commem_or?zione di Carmignano. hanno d1sc1olto la loro Sezione e si s0no presentati in corteo con lo bandiera rossn alla lesta dei fascisti che er~1110r~~clatiloro . incontro coi gaolwrclel11 e lrt musica. I comunisti hanno conseçmalo ai fascisti la loro bondiera. rli:hiarando di voler passar(' lu/11 r11 Fasc1. Il caso. che non i> _rerl_omolto f r<:quente. è oggetto cli uwor, commen/1. · • Altri può sorprendersi. non nor. T,r1me11talil(Jd. i alcuni comunisti di quP1Ta è. per certi rispelli e in non poche moni[Ps/o:ioni. essenzialmente roo/ira. con{usionaria. violenta Fr:scista. \;on fu possibile la rivolu~ ::1o~e. dunque 11iva la rea:ione •. r.os1 com men/a l'.\ ,·anti ! . .l(a noi siamo sommamente umil1:1/1.addolorali per tu/li gli al/i di nbullr_1n~1>dedi:ione che venqono comp11_1l1 nel nome riel Comunismo. lihbwmo v_er_qognpaer quella genie _chP un giorno era venuta a· noi sp111lfldalla esnspPro:ionr> rii malcon/nn/o losr·iolo ne/In loro anima I 1otecaGino Bianco ( rappresentanti, o meglio i ministri di 34 Stati, sono dunque radunati a Genova, per discutere httomo al modo e ai mezzi, con cui restau-rare la distrutta economia dell'iEuropa e, si può dire, di tutto il mondo. "rroppo si è già scritto s-u qu~ta Conferenza, e troppo noto è il ,pensiero di noi socialisti, perchè anc ra ci dilungJ1iamo su questo :rrgomento. Uno dei mezzi principali, per ad.dive~ nire a Wla vera restaurazione economica, sarebbe la limi:tazione (non diciamo nemmeno abolizione} degli armamenti terrestri; ma la Francia non vuole che se ne parli; e a Genova non se ne p3'rJerà. Non vi può essere vera restaurarione economica dell'Europa, se non si mOdificheranno le infami condizioni per le riparazioni; ma la Francia non vuO!e si parli di tipa-raz.ioni; e a Gooov a non se ne parlerà. Non si p0trà · parlare di pace vera e dUiatura, fino a che n'on si saranno tagliati gli artigJi all'hnperialismo cap!talista; e la Conferenza di 'Genova è ,vrecisamente una Conferenza di Governi imperialisti, di quei Governi che hanno concluso il trattato di versallles e il patto di BouJog:ne. Nel g10'rioso palazzo di S. 1Giorgio, a. dunque, non si potranno toccare alcuni fra i principa!:i problemi, a cui si deve l'attuale sfacelo economico dei p-opoii ,d'Eurnpa. Come meravig!iu:.-si, se nei socialisti non ci aspettiamo molto dal con• v-egno della Superba? Ma si discuteranno problemi economici; che non p-0sso· no lasciare indifferente il proletariato: il problema della ripartizione delle materie prime, il p•roblema della ricostruzfone economko-industriale dell'Europa centrale e-cl orientale. il problema òei rapporii con la Russia ... Vedremo! Veòrerno che cosa vorranno fare, che cos}• sa1m:nno fa•re i rappresentanti della diplomazia secreta e dell'imperialismo cap1t!llista. E' su~ri!uo cggi l}erdersì in previsio11i e in oommenti anticipati. Aspettiamoli all'opera. Il proletariato, Jlerò, non li aspetti restandosene inerte e cullandosi in una 1:.ccessiva fiducia ma si r,repa:.ri a seguire il grido, che pr~prio ora gli viene d;;lle tre Internazionali riu· nite a Berlino. Il convegno di Berlino ha per esso b-en maggiore importanza è per esso ben maggior ragione di spe~ ranza. che non la confo'fenza di Genova. l' umanità /JIIÒ tutto. Lo sviluppo vrodigioso della scienza dia wi secolo a questa Parte, sviluppo che si ;, Prodigiosamente accelerato da u;z ventennio mediante scoperte inaudire che trasformano i dati dell' intellil{enza, questo magnifico procedere trionfale dello spirito umano apre al-- le sue_sp_eranzeun campo infinito. p 11rop1w m questo ,n,0mento i popoli ~l'.Eurova si gettano indietro nell' a- '7rssodelle passioni nazionaliste delle gu~rre Patriottiche, della ani/natit!i che v1cendevolm.ente li divora! . Su: risvegli-amo le eriergi,e, le viri~ eh speranza e la fede nell' avve111rePotente e fraterno, come quelle del (iero scetticismo e della libera negrmone degli idoli assassini del passato! Le_grandi bOrRhesie di Francia e ln_gl,hil~e~ra d,e 1/7,e[lJ.aoro vigorosa 1n:att~nta,hanno co,:wiuto le rivoluz1017!deKU ultimi secoli e che sulle ronne dei regni crollali, hannd PùJJn- '.at~t la loro dominazione, pretendono mltmare all'umanità q-uest'ordine: « Tu non andrai oltre! ». T!' andrai sempre Più avanti. Nulla ft arresterà. Umanità, è la tua legKe. La leK{!edello spirito invincibile qnesto_~offio cl' infinito, vero divino: 5?10 clivuio, che è in noi e che, fin che vn:a l~~l U?/110, cercherà di portare un JìO /Jf~' di luce nella notte immensa., con I mtelletto e con l'amore. ROMAIN ROLLAND. Acqueforti L'ufficio delleRuberie. Com'era naturale, tutti i giornalisti e uomini politici, piovuti a Genova da ogni parte del mondo, si sono messi subito a scartabellare vecchi libri di storia genovese, per poter saper qualche cosa anche intorno alle vicende di quel famoso Palazzo di S. Giorgio, dove è stata inaugurata la Conferenza dei 34 Stati. Si sa, l'ambiente influisce molto spesso sugli uomini. Un safone storico può inspirare un bel discorso e magari anche una bella àzione. Ebbene, i rappresentanti delle Nazioni, convenuti a Genova, possono trovare all'ultimo piano del Palazzo di S. Giorgio una lapide molto interl'SSante, che potrebbe anche essere - ma essi non ne hanno bisogno - molto istruttiva. Dice quella lapide che ivi si trovava nel 1296 l'Ufficio de11e Robarie o comè si direbbe oggi, delle ruberie; ~ ~recisamente, era quello l'ufficio, in cui appositi magistrati esaminavano i casi di rapina per terra e per mare, e giudicavano e sentenziavano e provvedevano anche, perchè i derubati fossero reintegrati nel possesso dei loro beni. .. Ah, se i popoli potessero veramente far sentire nel Palazzo di S. Giorgio la loro voce legittima, genuina; se i lavoratori di tutto il mondo - che sono poi quelli che hanno combattuto la guerra e ne debbono pagare le spese -, ah, se essi Potessero veramente sedere a giudizio, e met_tere a nudo la verità vera, e chiamare a nspondere i responsabili veri ! Quale Rob.a,ria dovrebbero giudicare! Quale a,:ttmenda dovrebbero far pagare! E, sovra. tutto, quale repulisti di tutti gli autori della grande urùversale • Robaria ,, a d~ no del proletariato non solo dei- paesi « nemici » ma anche nella stessa, « patria»! . 11fante che soara e la Madonna che salva. Questo episodio lo narra Giannino Anton.a Traversi, it drammaturgo italiano, che fece la ~erra col grado di capitano; e_qualche giornale ne trae occasione per ricantare le lodi del fante italiano. • Era un nostro tiratore scelto - scrive l'Antona Traversi -, vigile sui passaggi obbligati. Mirava bene e non falliva mai. Ma ogni volta, appena partito il colP~, mormorava, quasi a se stesso, net suo dialetto nativo: • Maronna ! scansa a me e scansa a isso! •· « Gli fu detto": « Se tu miri cosi e sai di colpire giusto è segno che hai intenzione di uccidere il nemico. E allora per- <:hè invochi su lui la protezione della Madonna?"· « E il soldato candidamente rispose: , Io aggio a fà o' duvere mio; ma a MaroiL-ia o' po' fà scansà ! •· Umanità semplice e pur così sacra e profonda del contadino italiano! esclama tu~ta commossa la « Perseveranza • d.i Milano. Sì u,m;;nità semplice del contadino italiano. Il suo cuore è buono. Egli non vorrebbe ammazzare quell'altro che non gli ha mai fatto nulla, ch'egli 1 nemmeno conosce. Ma cosi gli hanno ordinato. Ed ei fa il suo dovere. Ma mentre il soldato fa il suo dovere, l'uomo si ribella; e nella sua_fede ardente, invoca lui stess_o la protezione della Madonna su colui contro il quale gli hanno ordinato di far fuoco. Umanità semplice e sacra del contadino! ~a che dire di quella società, di quel sistema, che ad anime così semolici e buone ordina simili delitti? · Senza volere, il pensiero nostro vola a _un altro episodio, esso pure caratteristico, a un'altra frase essa pure eloquente: alte parole dell'abate cistersiense dur~n_te la strage degli Albigesi. Questi eretici, che, in fondo, erano poi dei com~1;-ist~ si erano rinchiusi nella città di Bezie:s nella Francia meridionale; e cont~o d1 loro mossero in guerra i crociati d1 papa Innocenzo III. « Sgozzate tutti• Iddio sceglierà poi i suoi » : aveva ordi~ nato l'abate cistersiense Amold. E la popolazione di Béziers fu massacrata tutta .. 20.000 persone. Eretici o no. Iddio avra poi fatta lui la scelta! .Que~ta era la ferocia cinica dell'uomo d1 Chiesa, dell'abate. Quella era l'umanità 1 sex:iiplice del contadino, il conflitto tra 1anima sua buona e il dovere impostogli dagli altri. Zita. De mortuis nihil nisi bene. Dei morti non si dica altro che bene. Questa la m~ssima antica. Una massima ipocrita, e~1dentemente. Non tanto ipocrita, tuttavia, quanto quei giornali monarchici che s~ Carlo I fosse morto in altre cond.izio~ n~. ne avrebbero cantato chissà quali eloo-i t . ' ,., · men re oggi .._ Ma noi non volevamo parla'.e di lui, che è morto, bensì di sua moglie che è viva. Avete letto? Gli ambasciatori dell'Int;5a stanno_ studiando la questione delI appannaggio per la signora Zita. A quanto narra poi qualche giornale, si sar:bbe anche deciso di porre fine alla sua vita. d'esilio, lasciandole piena libertà di mov1,rnento. Strano! Quando Carlo I viveva si diceva unanimi che - a parte le u'briacat~re - egli fac~va soltanto quei che gli d:cev_a sua moglie, che egli era nelle mani di_lei un? strumento docilissimo, che fu Zita a spingerlo a quei colpi di testa e di ~ano. che costarono la vita a tante persone e _che p~r qualche istante misero di nuovo m pencolo la pace europea. Ades. so ch'egli è morto, si dimenticano tutte le accuse di ambizione, lanciate contro Zita, e si vuole permetterle di ritornare sul continente, si vuol· dare un appannaggio che le pennetta di allevare degnamente i suoi figli... · Vale a dire che le permetta di continuare in favore del figlio quegli intrighi, di cui fu maestra vivendo il marito. Ma non si potrebbe abbandona.re la signora Zita alla sua sorte, sorvegliandola al caso come un individuo pericoloso per la pace europea, ma lasciando che si guadagni la vita col lavoro, co,me se la guadagnano molte vedove di operai e contadini, mandati da lei a morire per un suo capriccio? Miseriadi sovrani. Perchè, ben si sa, l'indigenza dei sovrani e dei principi è sempre una cosa molto relativa. Quella gente Il piange miseria quando non può più circondarsi di numerosi lacchè <e fare grande lusso e celebrare orgie. I cortigiani della signora Zita ce ne danno proprio ora una prova chiara e fresca. Appena si seppe che Carlo I era malato, corse voce che l'ex imperatore si era presi i suoi malanni nella casa umida, in cui lo avevano costretto a passare il suo esilio. Ancora alcuni gior. ni fa, tma dama di Corte scriveva da Madera a un giornale austriaco, versando lacrime amare per le sorti del suo. imperatore e della sua imperatrice, obbligati a contentarsi d'una sì povera abitazione; e narrava cose da far piangere le pietre. Adesso la stessa « Neue Freie Presse• di Vienna, un giornale bigotto della monarchia come nessun altro, pubblica una· lettera del fratello del padrone di casa di Carlo e Zita, nella quale si legge che " contrariaimente alle notizie pubblicate, secondo cui l'ex imperatore fosse male alloggiato, si constata che egli abitava un edificio, sotto ogni aspetto risponden-. te al suo « rango ». Veramente, non sappiamo che cosa significasse oramai « rispondente a1 suo rango •· Ma le lagnanze intorno alla Po· vera e umida abitazione di Carlo e Zita fanno un po' pensare alla paglia su cuf . molti dicevano dovesse dormire il Papa nella sua prigio"nìa al Vaticano. Oesti anarchici. E' il Corriere de1lla Sera, che scrive un simile titolo in testa a un suo articolo· e gli autori di quei « gesti anarchici » ~. sec~n~o il grande giornale milanese, quei fascisti, che a Bologna aggredirono un a~ato e il procuratore del re, percbè certi loro compagni erano stati condannati. • ~ che cosa vog.liono quegli aggressori? - domanda il « Corriere •. - Che i magistrati assolvano regolar~ente i fascisti e regolarmente condannino i socialisti? •· E dopo aver data una buona lavata di testa ai fascist~ il « Corriere della Sera • prorompe nella angosciosa domanda: • Chi vuole assumersi la resp<>nsabilità dell'anarchia? •. E:c_c?chi Yoglia assumersi tale ·responsab1hta, non sappiamo. Ma tutta l'Italia sa benissimo su chi cada quella responsabilità .. E sa anche che W1a parte di que.. sta r_e~pons_abi!itàc.:'de precisamente sugli uo~111t can e prossuni al « Corriere ». Ma noi n~n facciamo all'anarchia l'offesa di scambiarla col fascismo. GENOSSE. Rubriaclalegrau:ncretino L"f.:- vanguar?ia, gio~·nale della giovenlu comu111sla 1talwna, ha iniziai~ un? Sfeciale rubrica per i più ~1ccol1. A1 moccioselli che rappre-- ~en!ano le speranze del Comunismo lla!w~o. n~~1 si insegnano però i pnnc1p1 p11:1e-ssenziali del Comunismo .. !Y[arx1smo, lotta di classe, delerm1111sn:o ~~onomico, sono cose troppo d1ffìc1li per i giovinelli· le parole serene, buone che tocca;w il c_uoree p~eparano le menti infantili alle venia del socialismo sono i- _qnofea{ Cocciolone che scrive quella rubnca. All'infanzia che si vu.ol far diventare co1:1unista si insegna che il pro_letanato non ha che un nemico (;/11? Il _capitalista? Il prete? Macchè; li _Part,to socialista: questo è il nem1co! E meno male che lo si combattes~ ~e rac_conla'.1-~o ai piccini le infamie 1 _lrad1ment_1_,1soprusi di questo Par: lll_o. N?. ~1 • rnsegna ai piccini che ... • _1 ~0C:1al1sth1anno paura dei carab111!ene non vogliono fare la rivolu:wne •. Spiril?so,. no, il caro Cocciolone? E ~01 sc_n~e anche questo: , i depu(ati so~10l1sli vanno a braccetto coi ncch1 padroni e voqliono diventare 10!·0 . fJ'Idroni ricchi e cattivi invece di lif?erare il proletariato •. Dfìavan/1a_tanta insulsagqine cessa per 111?og111voglia di polemivare lnfall_1, che si potrebbe dire a ~que: sii? s1qnor Cocciolone? Della canag 10. dell'asino? . ~a~cliè! Troppo_ onore. Al più al pw si potrebl~e dirgli: caro Coc~iolonc, come se1 macaco! PICCOll.R. POSTA An onu· no, Basilea. - Non p,ub-b1,rc:hia.- 1~0 s~itt1 _ia.noni!ITTtlai;!llto memo qua1!,d,0 si ,trailt,a di con'VOc.azioni di r,iruni-c.ni.
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