L'Avvenire del Lavoratore - anno XXIII - n. 24 - 12 giugno 1920

ANNO XXIll. A. P. ' /,lJl-?lCO, lZ (;[UGNU lY20 Wum. 2-4. ' ·- --.~ SETTIMANALE DEL PARTITO SOrJALISTA ITALIANO NELLA SVIZZERA centesimi Hl fa oopta fJN NUMEROARRETRATOCENTESIMI 1 COrtto Cbèques N. Vffl-3646 REDAZIONE: 11 L'AnendirelLavoratore,, • En,tg~ Teietooo Ano Fr. 5 - semestre Fr. 2.58- .Eattro fl',. 4475 Abbonamento postale. cint. 20 In p!t. AMMINISTRAZIONE : fl I I E f dl P S I ZURIGO n; •.;Omssomnesecu.JYe a• • • Mlllfautros#, 35 i ABBONAMENTI PER L, SVIZZERA ========~===========::===-==========- • LOTTE O I COSCIENZE ..., LA VITTORIA MORALE DEI SERRATI I muratori di Zurigo, Ginevra, San Ga11o, Rapperswil, R.orschach e VV'.i:n.terthur eh biettività Molti operai difetta110 sensibilmente di obbiettività di giudizio. Discorrendo delle cause conducenti allo svolto rovinoso dello sciopero edile. essi le personificano negli uomini del romitato Centrale della Federazione muraria. ( "ià dirti ugTW!lù che WJ)f}Ù.l !;iudicare ol,niet'irnmente. I muratori, i manovali, che .c;on disposti a ra;.rionarc coUa coscienza della realtcì. che hanno serief(i rii carattere, sono versel'<Jranti nelt entusi~;no e nel coraggio, eh<'sentono la 11obilt<idr/ !)<'nsiero socialista e lo!- ancora. 1 u:o wnt ru le piccole e le .~raw!i m1 - 1•ersitd della l'ifa; (flrelli si stringerC!nno sa/damentr' i1domo alta Federa?ione, f-<ffOrerarmo a rafforzarla, a migliorarla, preparandosi alle lotte incdtah!i del domani rnsseggiante. I. r. Qualcuno va fino· a dar prova forse senza pensarlo e senza veduta malignità - di somma scortesia ver - so gli stessi dirigenti della Federazione. Ora, può esserd 01,eraio, comvagno, che voglia dubitare del valore' di una dignitosa coscienza e di una serietà di pensiero alle quali noi dobbiamo \·olere e!el'arci? F: certo, ad esse non si avvicina chi fa ed acco1dle insinuazioni, che offendono owi mente ragionatrice. A noi _:roiI clispiacciono le più oppa.ssionanti ed aspre discussioni pro,·ocate o accettate per la difesa, il propug1zame11to di un'idea, di un metodo d'azione. 1/i una tattica sindaca/,e. F, ci opponiamo anche agli uomini, che hallno intdlettualmente concezioni trasmesse rreUa pratica di tattira e metodi differenti dai nostri. L' EPILOGO Ma ,;,entiremmo in noi una pan- ~enlc bassezza di pensiero, se per il .:;c-mpiicctetto del!a di,·ersità di concezioni e della lotta de~li opposi{ metodi, facessimo sul conto dei nostri compagni ovpositori volgari supposizioni, che la realtà ritorcerehbe contro noi stessi. I compagni nostri sanno ad un dipresso le --wstre concezioni ed i nostri metodi' d'azione sindacale, afiermati e chiariti senza sottintesi nellr L?. grande battaglia dei lavoratori cdiii volge alla fine: probabilmente quando uscirà questo foglio il lavoro sarà stato ripreso quasi dappertutto; resteranno in lotta una mezza dozzina o poco più di rocche-forti dalle quali i nostri compagni difenderanno ancora strenuamente, disperatamente il diritto riel lavoro. GJ"imprenditori hanno vinto: i munttori e mano- \'a(i sono stati sconfitti. Dopo la constatazione faua dal Conn•gno dei rappresentanti delle federazioni di mestiere e delle camere del Ia,·oro tenutosi a Olten il 1::; maggio. che non era possibile finanziare la lotta, la sconfitta era prevedibili' cd inevitabile. ~la i compagni serrati o per lo meno gran parte di essi non ,·olcvano persuadersi. Erano entusiasti della battaglia. si sentivano moralmente forti. si ritcne,·ano incrollabili. invincibli nella loro tenace volontà. E al Congresso straordinario della Federazione muraria tenuro ,I 19 maggio. Congrcs50 che a dire i! vero fu tutt"altro che sereno ed ordinato. respinsero le tesi ,Jcl Comitato Centrale seconclo k quali 5; avrebbe dovuto imerromperc la lotta su tutta la linea e continuarla in alcune singole località a c;econda dei mezzi di- .,ponibili. Le in~cnzioni dei congressisti ·rano e,·idcmemcnte <li cont' ·rnar1; la lotLa ,u tutta la linea. lasciando ma~r: cadere q,:ellc località eh<· nnn an'·ssero poI •no rcs=0 :erl' l fatti 'lt!~Ì• -;·incaricarono ancl1L qll(:- ;;, l'n!ta di dimos:,·ar•· che nelle lotte. , ,1:ci:!lntu1le se vast('. ;1011 hasta h buona nostre modeste conferenze. \ r,!n:n~à e lo L.. pirito di c;ac~·itlcio. tant"l~ Ricercando e considerando le cau- che huon ,rnme,<J di sezioni. cs;,minata se vicine e lontmze dei risultati dello s,•r.-;,:rn,~:i:c ,. ,c--::u;')"nt•· h ,itu:u,on~ <;ciopero edile, perr<;famoc/z"essertnn fJOSSonoricercarsi affatto ·uei Sllf!.fU.'- rimenti, nelle disposizù>ni e nella tattica consigliata dal Comitato c<'ntrale della Federazione edile. ,:,. J"ii:ierarono. subito dopo il Con- (.'res<o. cii r: prendere il lavoro. Scnoncht r.::·imprcnditori si rifiutarono di riaprire 1 e<tatic,i e pretesero che il lavoro vcnisst r·prcso dappertutto. "O si la,·ora <lappcr1 :itto. o in nesst1>1 ,iro . di%c b fedcn- ,1nne p~dr0n:i.lc·. e i ~0ri clella 1:wdPsim:1 1:bh' <lirono. La situazione della Fcdcrazionl. m,,raria fu '.lllora oltremr1do imbarazzante poi- ·hè mentre u•1a parte delle sue sezioni v0lcrnno continuare nella lotta anche ~cnza il suo aiuto. le altre- non potevano insistervi ~enza il sussidio e· l'hicdc,·ano p1indi: o sussidio. o lavoro . Queste ultime raccoglie,·ano il mag-gior numero <li soci coim·olti nclia lotta e avevano quindi diritto di e,sere ascoltate. \"el frattempo i serrati cli Berna facevano delle dimostrazioni davanti al Palazzo federale; una loro Commissione accomLa proposta era tutt'altro che buona, ma allo stato delle cose non si pote,•a sperare di meglio. Parecchie sezioni si erano dichiarate dii;poste a riprendere il lavoro; gl'imprénditori sapevano che i la,·oratori non avrebbero potuto resistere a lungo e quindi non ,··era nemmeno da pensare che i primi cedessero.' A dire il vero i rappresentanti degli operai fecero un ultimo tentativo in questo senso. ma con risultato negativo. La proposta fu accettata dal Comitato centrale della Federazione muraria e comunicata immediatamente alle sezioni della stessa Federazione. La maggior parte delle medesime !"accettarono con un certo sollie,·o, ma alcune protestarono. si scandalizzarono anche della dccisio11e del Comitato predette. Eppure. data la situazione, ripetiamo. la soluzione suggerita dalla proposta era ancora la mis.;liorr che i serrati potessero attendersi. Con essa si avrebbe provveduto a mettere nella possibilità di riprendere il la- , oro i compagni <li quelle località chc ,·olevano o erano csotretti a farlo e si permetteva di proseguire nella lotta ai compagni che ,·olcvano ed erano in grado di farlo. Restava l'impegno da parte del Comitato ccntrale di non aiutare nè moralmente nè finanziariamente quelle sc7.ioni che avessero voluto continuare nella lotta. Questo impegno fu assunto per mdurrc g-1" imprenditori ad ... abboccare; in linea di fatto però esso non modificava per nulla la situazione. Tant"è che ,nchc 5enza tale im!)egno la Federazione non avrebbe potuto aiutare i compagni ·he :wc<<ero ,·oluto c0ntinuarc nella lot- •a per la semplice ragione che finan7ia- ' ;amente era completamente esausta. La proposta stessa invece metteva la Fedèrazione padronale in imbarazzo per chè tanto accettandola che rcspinge1:c 1r,'.a •·orrcva pericolo di provocare discor<l'.< ·ntestine. \cccttandola avrebbe scontentato i soci di quelle localit;1 nc1]c '1uar ~li operai ,·elevano continuare h lotta: resp;ng-endola avrebbe scontent:1to ~li altri. In quesfultimo caso p0i <i ,;arcbbe n1essa anche contro l'opinir.nc pubblica. f padroni avrebbero don1to decidere lunedì 31 maggio circa l'accettazione della proposta stessa, ma im·ecc decisero marted1 L corr. La re~pinscro e deliberarono di mantenere la serrata fin che il lavoro non fosse stato ripreso dappertutto dai muratori e manovali. e anche dagli scalpellini rii 7urig-o e dai carpcn tieri di Bienne. V i sono emise che derirnno specialmente dal movimento sindac[lle svizzero, preso d'insieme coi suoi diri- ~enti e colle sue masse in quanto si riferisce alla loro seusihilitd politica conversioni e metodi c;fw!acali, al temperamento ed al loro rnlore; vi sono cause strettamr>nte sociali, cioè fuori dell'ambito delle organizzazioni operaie svizzere, e che esistono ora efficientemente nella stCÙJilifa unità deUa classe padronale triplicante la c;uaforza finanziaria e la sua capacità di resistenza, per cui certe armi della lotta economica del proletariato vanno perdendo 1'ieppiù la hontà e w t•fficacia di una volta. pag-nata dal segretario della locale Camera del Lavoro si -ecava <lai Go,·crno F, la serrata continuò tutta la scor~a Quando la baltaf!lia sarà interamente cessata, quando i nuclei più forti e battaglieri e tenaci dei muratori crederanno opportuno o convenevole di dar tregua alla grande competizione, allora noi diremo dalle coionne dell'Avvenire tutto il nostro pensiero. Ma possiamo fin d'ora af- •ermare, che il C/Jmitato centrale delle federazione fece tutto quello che -;ii era possibile fare, che il suo entr'"iasmo non fu inferiore all'entusia- ,mo della massa dei serrati e degli vioperanti e non perdette nulla della "' a buona volontd e chiarezza d'idee anche nei momenti più duri della lotta. Superiori poi ad ot;ni volgare soSfJ('ffO sono i suoi componenti, addoTr ~r:ti quonto gli altri dell'esito sfavorr ·o1e dello sciopero. :i chicderg-li d"intcrvenirc- nel conflitto 1 inclurre g-l"imprenditori a riaprire i cantieri. Fu in seguito a tah dimostrazioni " alle precise dichiarazioni della predetta commissio1•c· che 11C.overno il 2i maggio invitò telefonicamente i rappresentanti della Federazione dei capomastri e qucll; della Federazione muraria ad ur colloquio. Questo durò a lungo: occupò due sedute ed ebbe per risultato la ,;c•z11\'llt<' proposta conciliativa: « 1. Il Comitato centrale della Federazione murari.:i svizzera delib<·ra che tutte le sezioni hanno da ripr-·ndere il Ia,·oro. Se l'una o !"altra ,;czionl' si rifiuterà rii attenersi a questo deliberato. il Comitatn centrale. a nome della Federazione. le ri lìutcrà oi;:-ni sussidio morale e materiale. 2. Da pa:te sua la Federazione wizzcra dei capomastri si i•npe~na a r:ammettere al lavoro gli operai di tu•te quelle locali• e11<',.,1ali la sezione della Federazione muraria si dichiara di<pnst.i a riprendere il lavoro. ;;. Le pa1·ti si impcgna110 reciprocal1Jl:nt<·a non usare nc-ssuna rappresaglia . BibliotecaGino Bianco settimana. X cl frattempo però il la,·oro era stato ripreso a Le Locle, Interlakcn. ()Jten. Aarau. T n alcune località forti g-ruppi d'imprenditori minacciavano la <cissionc se non si ave,se permesso loro di riprendere il lavoro, visto che g-li operai erano disposti a reintrodurre l'orario ~ig-cnte la scorsa estate. D'altra parte le 'lutorità e l'opinione pubblica. la stessa oninione pubblica borghese ,i rivoltavano ·ontro i prepotenti della Federazione pa- <lronale. La òecisionr dcli' \mministrazione comunale di Berna. di cui diciamo 111 ;iltra parte del giornale, ne è un indice. Tutto questo indusse la Federazion<: !)aclronale a rimanziarsi il proprio ,leliberato del!" r corr. e ad accettare la pro- !)osta. Lunedì 7 corr. il Comitato centra le dc·lla Federazione muraria ricevette dal Dipartimento <li economia nazionale ·1 ~eguente dispaccio: ~ Federazione capo mastri dichiara adessn accettare propo <ta conciliativa del 27 maggio ccl è disposta a riprendere il lavoro in tutta la Svizzera alle condizioni contenute nella proposta stessa. '\oi facciamo assc~namento sulla immediata ripresa del lavoro. Dip. di economia naziotJale • Questa a larghi tratti la cro111srona ie- <lele dell'ultima fas<; della Rr:tnd<' battaglia dei lavoratori edili. Abbiamo voluto riassumerla qui perch.: i compagni tutti e particolarmente grinteressati potessero conoscerla esattamente e mettersi in grado di giudicare con co;uizione di causi. La grande lotta quindi può dirsi virtualmente finita: continuano <lei combattimenti locali: si. tratta di guadagnare huone posizioni o di raggiungere lo scopo on111que lo si ritiene possibile. I vinti non sono domi, si raccolgono, ~i rafforzano e si preparano a nuove battaglie. ESEMPI I muratodri Ginevra sulla brect;la (Ritardata). / muratori e i manOl"a/i so. no i11piedi e lottano con un ammirabil,e spi. rito di sacrificio. Fin-0 a quando durerà la tolta ? Forse a,1_ cara a lu11go. Cosa faranno quel/e federaziorù che sono per la lotta <li classe ? Poco o nulla, perchè i dirigenti si. sono adoperati pochissimo, sla per fare propaganda, tra le masse. sia per agitarla a mezzo della stampa_ Noi riteniamo che i dirigeuti della Unio. rie Sindacale S,•izzera non ha11110suificien. temente valorizzato la nostra battaglia. Cre_ diamo che l'importallza della llOSfra lotta //On fu sentita dai dirigenti delle Camere del Lavoro che esteticamente, e di conseguen. ?a l'egoismo <li molti operai 11011ebb<>quella vressione che la 11ecessità 1·01ew1. I padro1ù si sono armati co11iro di noi, con gioia, per darci ruUimo colpo di grazia. - Privi di sussidio - sussurravano i padroni di Ginevra. - Lunedi 24 /a serrata terminerà e il lavoro sarà ripreso, così a Gine. vra come, a quanto par<>. a11chenelle altre località! Ma il lavoro a Ginevra no11 ci stato rioreso, anzi, non vi è che e11tusiasmo per la continuazione de/la battaglia. Nai affrrmammo al Congresso che avremmo lottato an. che senza sussidio <>dabbiamo mantenuta lr. parola. Purtrovpo altre località non aspettarono molto a doma11dare sussidi; è comvrensibile ma è male. I delegati dovevano dunque sapere /'imµossibi/ità di continuare la lotta ne le loro risvettive locaUtà e farne esp/ic,ta d!chiarazioue. Si sarebbe fo,-se deciso di1•cr~'l•nmue. Ad ogni modo, noi sosteniamo eh<', se a Zurigo come a Ginevra, .~ome pure ·11 ;ltre locali/e/, e' è prssibilità di resistenza, bfsogna resii!ere ver ar trio11fare in più località 1111 orar!a 111,1coB. isogna resistere -· diciamo r.oi - - 11nn ·•erchè abbi:1111.l?e 1ascl1e v;en. di bancowte. ma perchè vogUaT'!r; hr t 10nfare la nos!·a '•uona ragio11e dei dirit. to uma110,e ma111trremo alta ·c. nostra /1an. tl1Cra, che dicr. dignità e sacr! icio. Cadrc mo ' 1-orsr: .. ma non avre,n.• discu<sn la r,;, .<~ a 01!'rrezione. Uuesto è q,wn11to aff.J:mano i IIIMQl'>ri di 'Jmevra, di q111!l/aGinevra eh•• "1 sun. ,?re 1~mra in così vo~·a consider2z,111,c, da/. la mai•ta padronale. Oggi la devo.,o rarw· 1,e11 .-era la loro reazione, qur.;•i vadro11i 'ia1 salutiam? i forti comµag"?i che so11r; ç,,11abreccia impavidi e fia1 i a dispetto di i11tfi i vili sfruttatori del orol<Jtariato. 1-· ·viva le otto or<'! C.inevra. SERt.\"(1. e quelldiiWinterthur I.a se,-ra/a dei muratori e mano,·a/i con. ii1wa. Come la Prima setl'ima11a, come il orimo giorno, i serrati sono animati dalla stessa iede 11('/lavitoria, dallo stes,ço çpirito di lotta. Le dolorose delezioni dal movime11to di ce11tri importanti, se harmo portato stupo_ re e rammarico fra la massa. 110n11ehanno per niente scosso il morale. L' A rbeiterunion locale ha assicurato l'atu. lo finanziario ed è Quanto basta. Per tene. re svegliali i crumiri ci penseramin i serrati t qualcun altro quando cavi/a. Oualcuno dei più buli lw già avuto il con. to suo ed ha cambiato strada subito. Del resto dovo il repulisti fotto venti giorni fa, ormai questi disgraziati sono ridotli a q,,a_ si nulla. Nelle case operaie cke fa costruire il Co1111menon ce 11· è piti uno, ed è un lavoro di una tremina di case; nemme110gli assisten. ti Pitì. Italiani si dice ce n'è uno, ma non si vede, ma non si sa dove sia. Speriamo ver. rà scovato. I compagni che lavorano ver ditte che hanno accettato le 48 ore, sono rimandati ancora al lavoro dopo che hanno aiutato a Pulire la Piazza. Rimarranno i soldati di scorta ed appena sorti necessario verranno ritirati dalla seconda linea e portati in pri_ rm,. J:: ava11ti! IL MURATORE. ... a di Rapperswil Alla vrese11za di molti intervenuti, fu te. r.11to sabato sera' al Restaurant Echi, una conferenza pubblica, colla quale il nostro /JfLsidente Pe/izzo11i seppe con molta preci. sione i11formarci sulle fasi Principali dell'at. tuate sclovero edile. Ma se l'attuale sciopero è lilli/o nella fJià gra11 parte, i nostri muratori rimangono an. cora comvatti nella resistenza, dola la di. sciplina esistente fra gli aperai stessi. Decisi, solidali e fieri, tfnacemente resisteremo fino alla vittoria, qual1mque sacrificio possa a rwi costare. Ognuno dei nostri fedeli compagni impjega tutta la sua e. 1iergia onde tenere fronte agli avversari. Malgrado tutte le enor,rr, ai!flcoUà, I.a si. tuazio11e è buorusslma, e si spera ancora Più per ravvenire. Allo scopo di imvedire qualche inizio di crumiraggio, si è costituita una Cooperativa si11dacale che Procurerà lavoro a Più bisognosi. Nel vrossimo numero 11e varieremo dettagliatamente. Un 11uovo Comitato è staio e!,etto di buo. ni e voùmterosi compag1ù, che già Si son messi all'opera con serietà ed amore. Osservazioni e Come tutte le battaglie che si perdono. anche quella dei muratori e manovali lascia dietro di sè larghe traci:ie di più o meno mal celato scoraggiamento. di palese malcontento e <là luogo a critiche di o~'.ni ~cncrc. :,pcsso tutt'altro che spas- ~ionate. E' un fenomeno generale al quale difficilmente si sottraggono anche le ca•egorie operaie più accorte, meglio organizzate e più temprate alle battaglie sindacali. Tant'è vero che, salvo casi eccezionali, dopo le sconfitte una parte dei combattenti si sbandano, le 'file dell'or- ~anizzazione si diradano con evidente compiacimento dei padroni vincitori e ~rave danno degli operai vinti. Tutto ciò è deplorevole fin che si \'UOle. ma è pur sempre una realtà immanente della quale bisogna tener conto. ~aturalmente bisogna tenerne conto non per adattarvisi. ma ocr affrontarla. vincerla. superarla o per lo meno rorrei;gerla megìio che ,ia possibile. Diciamo ,11oito che e un compito a:,sai difficile inquantochè spesse volte gli sconfitti sono eccitati, esasperati dalle sofferenze fisiche imposte dalla lotta e da quelle morali causate dalla sconfitta, e quindi non è facile che ragionino serenamente. freddamente come occorre quando 5i ,·uole esaminare sul serio e profoncJ:1:11ente una f]Uestione o una situazione · :!<;la e complessa. Cionondimeno conviene tentare; le difficoltà non possono impedirci di farlo; se non lo facessimo ricadremmo nel medesimo errore che vogliamo deplorare. cioè nello ~coraggiamento. F. veniamo al :,odo. Che perde~e delle battaglie non faccia piacere è certo; che il disappunto e il dolore siano tanto più zrandi quanto magg-iorc fu lo sforzo fatto per vincere è fuor d'ogni dubbio; che il d;sappunto e il dolore siano giustificabili ,. compre:1sibili nessuno lo può negare: e però tutti si spiegano e compr,.ndono il penoso stato d'animo di molti lavoratori cdiii. Tutti i compagni lo comprendono e lo condi,·idono; chi scri- \"C ha sofferto e soffre probabilmente più degli <te~si muratori. Ciò che non si comprende o comunque si de,·e deplorare i- lo scoraggiamento di certuni. « Abbiamo perso. fummo vinti. si salvi chi può~, dicono certi compagni e g-ettano il fucile. spezzano l'arma della loro difesa e dell'attacco, ~i allontanano clai loro compa~ni, abbandonano l'organizzazione. Essi credono con ciò dì salvarsi e in- , ccc si rendono inermi e quindi più deholi e più facile preda <lei loro avversari, Talvolta dopo alcune settimane o qualche mese si accorgono di a,·er sbagliato e tornano ai rispettivi battaglioni e riprendono il loro posto di lotta. Ma intanto si è perduto del tempo preziosissimo che avrebbe potuto e doYuto venire utilizzato per la più vigorosa difesa di classe e per la preparazione ad altre batta~lie campali. I muratori diRorschancohn pieg~ne Nel/'assembwa plerraria di. sabato scorso, il SimJacato muratori e manovali delibero ad unanime votazione di perdurare nello sciopero ver la conq1dsta delle otto <>re. La piazza di Rorschach è rigorosamente BO/. COTTATA. Prima che i padroni ci abbiano fJifgatl a/la loro volontà dominatrice, a1•ra1mo filo da torcere, perchè ogni sacrificio sarà bello per nOi che ci condaca alla vittoria. .•• ea Oerlikolon stesso Anche a Oerlikon lo sciopero continua colla compattezza di tutta la massa. I crumiri son rari e i pochl non si fanno vedere in giro. Tutti i lavori sono Paralizzati; l padroni resistono anch'essi tenacemente, ma non si dànno vace. Noi saremo gU ultimi soldati che si arrenderanno in questa lotta. Abbiamo preso l'impegno di dimostra. re ai vaaroni, che non siamo cosa trascurabile, che possediamo una volontà colla quale essi, anche se noi fossimo questa volta battuti, devono contare. Domenica prossima, alle ore nove Preci. se, nel Ristorante Heimat, è corrvocata la assemblea straordinaria del Sindacato. Ct va. re superfluo di rilevare fimportanza deUa rù1nione, alla quale nessllno vorrà mlJnCare. considerazioni Tl milite convinto della bontà della causa per la quale ha combattuto al fianco dei suoi compagni, non diserta le file nemmeno dopo lo scacco; al contrario la sconfitta subita lo convince della necessità di una migliore preparazione per vincere l'avversario: non diserta, ma si prepara alla rivincita. I forti non si arrendono nemmeno di fronte alle più gravi difficoltà; cercano di superarle; se non ,·i riescono la prima volta si ritirano, tesaurizzano gl'insegnamenti tratti dal!' esperienza, raccolgono nuove forze, tornano alla carica alla prossima occasione, finchè riescono a vincerle e trionfare. [l proletariato ha incontrato e incontra enormi difficoltà nel suo cammino ascensionale; spesso gli accadde di non poter superarle e di dover retrocedere. 1Ia poi è tornato all'assalto una, due, cento volte finchè le ha vinte e superate. La battaglia per le 8 ore per esempio dura da mezzo secolo; i lavoratori dei diversi paesi d'Europa e d'America subiranno innumerevoli scacchi e sconfitte, ma non si scoraggiarono. insistettero tenacemente finchè vinsero su quasi tutto il fronte. I lavoratori edili della Svizzera ~ono tra i pochi che ancora non hanno le 8 ore. ma se v'insisteranno le otterranno e tanto p1u presto quanto più , iva e tenace sarà la loro insistenza; 11011 le otterranno mai più im·ece se si scoraggeranno e lascieranno che l'acqua vada per la sua china. In conclusione lo scoraggiamento dei larnratori edili è dannosissimo alla loro causa e giova soltanto agl'imprenditori loro avversari. Quei compagni che vogliono giovare a questi ultimi non hanno che da perdersi d'animo e abbandonare la propria organizzazione di classe. Gli altri invece, coloro che vogliono giovare a se stessi e alla propria classe intensifichino gli sforzi per irrobustire maggiormente la propria organizzazione. Oggi siamo vinti; domani Raremo vincitori. ••• lJ n altro ienomcno che si osserva dopo molte, se non tutte le battaglie perdute, è quello che moltissimi sconfitti non amano cercare e nemmeno riconoscere la causa vera della loro disfatta. Vi sono p. es. delle lotte che si perdono unicamente perchè le forze di cui si dispone sono infinitamente inferiori a quelle dell'avversario. Non quindi per false manovre, non per errori di tattica, non per altre ragioni. Ciononostante !>i vogliono cercare e inventare altre cause della batosta, per non riconoscere e non ammettere la propria debolezza. Così rnole forse un esagerato e quindi falso amor proprio. Anche questo è un errore gravissimo. Così facendo non si rimedierà mai alle lacune che furono la causa vera della sconfitta e non ci si metterà mai in condizioni di vincere. Un ammalato che voglia guarire deve purgarsi dalla malattia \

L'AVVENIRE DEL LAV0RATORE da cui è affetto non da altre che non ha; ora i vinti che cercano altre cause della loro sconfitta per non palesare a se stc~- si e agli altri la propria dcbokzza. mi fanno l'impressione di un tubercolotico che si facesse curare i calli. A dire il vero, nel raso no~lro. la enorme maggioranza dei vinti riconoscono di aver don1to soccombere perchè le forze non bastarono a sostenere più ·1 lunr,:-o l'urto an·ersario. Ve ne sono tulla\·ia di qudli che attriLuiscono la colpa a Tizio, Caio. Tiburzio. a errori tattici. a mosse ~hag:liatc ccc. Tutta fantasia e non della più sana; la ; erità incontestabile e incontrovertibile .': che la battaglia fu condotta e combattwa henc fino all'ultimo; che tutte le po~izioni furono clifei;c strenuamente e mantcnu te finchè ressero le forze elci no~t ri combattenti. Quando le forze, os~ia 1 mezzi assolutamente indis1,cnsabili per l'esistenza. che sono poi parte integrante di ciò che noi chiamiamo forza, vennero a mancare si dovette cedere. Si c.:det' e dunque per mancann di forza. per debolezza. Debolezza, diciamo subito, di tutta la classe la\·oratrice svizzera, la quale non seppe e non potè sostenere i suoi campioni di prima linea come quella padronale. ch'è più forte e più azg-nerrita. '-Ostenne i propri. E' dunque nella debolezza che bisogn,1. cercare la cagione della sconfitta e non altrove. Accertare il male vuol dire indicare il rimedio: la classe lavoratrice svizzera, e quindi non soltanto i lavoratori cdiii ma anch'essi, ha da rafforzarsi. spiritualmente e materialmente, se vuole vincere le sue future battaglie. Zurigo Seraptaromuratsoerrirati OPERAI, COMPAGNI, INTERVENITE TUTTI ALLA GRANDE SfRAT A Pl?O MURATORI E MANOVALI, ALLA ST ADT1-IALLE, SARATO PROSSIMO, 12 CORR. CONDUCETEVI LE FAMIGLIE. r ACCIAMO UN'IMPONENTF, DIMOSTRAZIONE Al SERRATI! ABasilseicaontinuerà aI~ ,orare 48 ore per •e&tl•ana Il principio dalla solidarietà La lotta di una minoranza pngna- .:e, sorridertte aJlc minaccie cd alle soffe•·cnze, è sempre bella e mortifi- .:·111tc.Bella per chi la combatte e per chi sa comprendere la fierezza .!elle avanguardie; mortificante per le 11aggioranze snervate ed indifferenti, 11er gli ~goisti dello stomaco. Bella e ·oraggiosa è la resistenza degli ulti111inumerosi nuclei edili, minacciati Ji ostracismo e di fame da padroni ben forti d'organizzazione e di volon- ,:\ di dominio. Sono padri di famiglia e devono dar pane ai figli, sono gio- , ani sostegni di rispettose canizie. Quaicuno ù la dom,a all'ospedale. da lungo tempo. Son vissuti lavorando. producendo. am: 11do. I fanno i mu- -;coli rifatti nel quotidiano esercizio t.lci polverosi cantieri; lo spirito modesto e forte. Hanno anche i difetti, le dcbGlezze 1un,111cS. i capisce. Ma essi sono brec.:;,1 e lott:lno: pochi 'Ontro molti, po\·eri contro i 1ic::hi. ;;,cn,1i contro gli arn1ati colle leggi ,tatali, forse digitLni contro i gaudenti 5atolli. Perchè dunque lottano ancora, se ~li altri ànno dornto piegare od ànno rnluto interrompere? Il conto non ric<;cc a chi usi le ragioncelle dei mr111etidelreconomia domestica. Sono dei pazzoidi? Io li l)rcfcrisco ai fedeli che si accovacciano alla prima frustata del padrone. Eppoi, ,·ivcre nella miseria non è di per sè mia pazzia? C'hi cerca di slargare il cerchio della miseria che lo stringe, non è un uomo normale? Ai sen'>i di una certa scienza e della morale borghese è anco,ra più normale ed onesto. se riesce a spezzare il cerchio colla ben fa,ta frode commerciale. col raffinato -.fruttamento di fabbrica. col trucco e colla truffa. Sono dunque degli ostinati! E i padroni non sarebbero degli ostinati anch'essi, forse solo per il fatto di avere la forza del capitale a fianco loro? Sono degli uomini a sentimento. Il comusnoecialidsitBaerna sussidIialnoratoardi llsl errati Ec:..:otutto. Hanno il sentimento della dignità operaia, il sentimento della solidarietà, che li lega alla causa ge- ·1erale del proletariato. Se non tutti, la parte migliore, che a,·vince il rec;;to. Perciò, tanto più bella è la loro resistenza, tanto ptu mortificante è la scarsa solidarietà data dagli altri. C dciiamo pure t11,e5ta verità: non solo il proletariato svizzero, specie quello della l::lmpagna, à dato poco rispctti\'amente alla ne~essità della lotta, seppure nHilto in confronto ai precedent\; Yi sono interi gruppi di muratori e mano\'ali ,he àn dato pc<:.ima prova di solidarietà, e potevano dar molto, P::!rchO:: lavorarono sempre. Lo diremo a lotta èl!SS~, ta. Ma chi vuol intendere, intenda. li sentimento della solidarietà è la noc;tra forza morale che si tradu..:~_J;1 L,tti tangibili. La fa111i11;lia è il nu... h.:u sociale meno dic;trnttibile. pe:-chè ce111c-11tatdoal più squic:ito sentimento di solidarietà. La s0lidarierà che si ,.:)rigiona dal ctuwe che ama. Noi dician10, ..:hele nnstre iamiglie de,ono formare una f".miglia sola e cli,·idersi il pane e le soiierenze. Il precetto cfr~ti•,no è: d,1i il tuo surcrfluo .1gli altri: 1l socirilismo supera il cristianesimo mitingaio. e dice: accomuna coi tJJr i f::1telli an.:he il tuo superfluo. Noi siamo i costruttori di J1:1 a\'\'enire, d1e domanda la prova dd sangue. Ve ne sono, ..:helo dareb1'ero a parole. ma la stori1 li cancella; ,·e ne sc11.J~hc lo ,ersano realmente. Questi sono i veri comhattc,ni dell'ide:ile socia!: ,:,t. Oggi ci si d 1111::11da 111~11" ~i doman<la la genero'; là finanziari:i per sostenere le -;colte a\'anzate clelh classe muraria. - Compagno. stanco! io ho dato ,; - C'ompag•10, pc.rchè gli altri Li:-.' lottano non son stanchi ancora? ANGELO DIRlVOLTA. Resistenzaammirabile I.a lotta eontlnoa a Wlnter•hnr La . reazionae Zr igo Indispettiti per la magnifica prova di solidarietà e di resistenza dei muratori e manovali di Zurigo, la borghesia paladina dei capimastri cerca di stremenzirci colla reazione, arrestando i nostri più buoni compagni e minacciandoli di non si sa che cosa. Per il sempl;ce fatto di aver incitato gli scioperanti alla resistenza, i compagni Gasparotto ed altri, sono stati trascinati nelle galere della libera repubblica. li prolet:iri.--.to di Zurigo è completamente solid::ile coi compagni perseguitati. La borghesia vedrà che non sono le minacce e le violenze legali che potranno far p:egare i mu~atori e manovali di Zurigo. La lotta sarà continuata. I compagni di tutta la Svizzera dovrebbero aiutare gli sc:operanti di Zurigo, che sono disnosti a combattere fino all'ultimo per difendere i dir:tti dei muratori e della classe lavoratrice intera. L'esodo dei muratori de 82'n Gt-<ll..-- INDICIBILI SACRIFICI. (epe) La lotta dei muratori continua, ma diventa sempre più grave, perchè siamo abbandonati da tutti. Eravamo riusciti a combinare in qualche modo con due capimastri disorganizzati ed avevano cominciato a lavorare quasi tutti i compagni che erano restati sulla piazza; ma dopo un giorno e mezzo si videro tutti licenziati per imposizione della Sezione Capimastri. Vista la grave situazione, si deliberò di partire tutti da S. Gallo, meno due della Commissione, per occuparsi magari a far fieno, pur di non cedere senza condizioni. Sono tre mesi a S. Gallo che siamo in lotta, e benchè la fame batta alle nostre porte, il nostro spirito è quale il primo giorno. Avanti sempre, sperando. Alp,oletariato taliano ·da Hrt11,a e l\'ntheH COMPAGNI OPERAI! Dopo si.orzi e sagrifici ben granrli. fa Se. zione del P. S. S. è riuscita ad aprire, in questa valle del feudalismo pretino, la Ca. sa del Popolo, con addetta Camera del u,-. ,·oro, 011devo.ter organizza.re tulle Le: forze operaie ciel Sempione e del Loctscilberg, forze che du molt1 anni son diSperse ed ab_ ba11do11a1e1df'/11gord1gia mai sazia dei ca. f)ilalisti, Voi avl'le visto co11Q11af1s11a11cio ii pro. leta.riato di Qui corse u/l'foa.uguraziorie dL"l- /a Casa del Popolo e quanti furono già queL li che si inserissero alla foro lega di me. &fiere, ma molti di l'Oi purtrovpo sono re. stati indlfferenci col dire: -- Abbiamo scm. I muratori e manovali di Basilea possono dirsi i più fortunati della Svizzera. Infatti grazie alla famosa legge cantonale che proibisce alle parti contendenti di proclamare scioperi e serrate finchè pendono trattative davanti l'Ufficio di Conciliazione. essi sono riusciti a mantenere finora l'orario di lavoro di 47 ore per 5ettimana. L"Amministraziont comunale di Berna, :n maggioranza socialista, ha cercato altre volte di derimere il conflitto pendente nell'industria edilizia. I suoi sforzi però s'infransero sempre contro la cocciutaggine padronale. La serrata del mU'ratori e manovail con- pre mangiato senza l'orga11izzazio111- e man. geremo ancora! Le trattative dav:mti l'l,fficio di conciliazione durarono quasi 3 mesi. L'Ufficio stesso ebbe occasione più volte di fare delle proposte conciliati ve le quali però non soddisfecero mai appieno ambo le parti. Ora però le trattative hanno avuto termine. Vencrdl 5 corr. ebbe luogo l'ultima seduta davanti l'Ufficio di Conciliazione costituito in Collegio arbitrale. Dopo sentite le parti. il Collegio stesso, in considerazione che prossimamente il popolo di Basilea sarà chiamato a decidere circa l'introduzione per legge dell'orario di 8 ore in tutte le industdc. ha riconfermato le sue precedenti proposte, e cioè di mantenere l'orario di 48 ore settimanali fino a tanto che !:'li clrltori fuma. La situazione da parte deg-1! ope, ai Compagni di m~cria e di Fatica, i-01.sic. è sémrrc buona, iol'SP.mig-l!ore deU·' ~e,;.1n- te ili errore, pe11s1'ndo che /'organizza_ da settimana di sciopero. zio11e 11011porti a 1·oi ,l, i benefici! A l'ere La settimana scorsa, cioè dopo che gli operai si erano dichiarati disposti a riprendere· il lavoro con l'orario vigente la scorsa estate, l'Amministrazione fece un altro tentativo; essa invitò gl'imprenditori ad aprire i cantieri e far la,·orare gli operai. Gl'imprenditori bernesi si dissero personalmente dispostissimi a farlo, ma osservarono che non era loro permesso: il Comitato centrale della loro Federaiionc lo aveva proibito ed essi erano costretti ad eseguire gli ordini del Comitato stesso. Visto che ogni sforzo riuscirn va1;0. constatata la tristissima condiIl ripulisti di cn1miri fatto 1ue sett'manc fa, ha servito a meraviglia. O,m ..i il n-rn.ero di questi disgraziati si conta sulle dita. Nessuno, nemmeno un oi:;eralo it11iarw tra. db('C 1a causa. Degno i!i nota, l'elemento nos1~o, abihr:lto a fatti più che a, p~rol-~. si ma,:,tiene in prima linea. Forse in nessuna località della s, izz._.ra ia situaziorc è così buona come per noi. Le dolorose n-otizie di abbandono ct: lotta ·n 1ltrc !-. ·,,•·.'\ non ha1,H{l per niente arf;;Jto scosso il mora!e Jel serrati. Nell'assemblea di sabato scors,l fu deliavranno deciso. F.cco il lodo del Collegio: zionc dei srrrati i quali non percepi\·ano t:,er1to di conttnuare fa lottai. Se la Fedcrnllcun sussidio. la Giunta comunale si zione dei capimastri aspetta che la piazza ~ Il Collegio arbitrale delibera ad una- riunì d'urgenza sabato u. s. per an·isare di \Vinterthur 5i pieghi. dovrà atte-:idcre nimità che le proposte del z6 aprile e ai mezzi onde ,·enire in aiuto dei serrati dell'R maggio riguardanti l'orario di la- 5tessi. molto. · · La Camer.a. del Larnro locale 'Jrtmli ha ,·oro \·engano mantenute provv1sonamen- Com,tatato che i lavori che potei·ano ·s mc te fino alla dec1·s·1one del fotto suo 'o spirito' di battaglia per cui i te e preci a n 1·enir eseguiti direttamente e subito a- - popolo circa le condizioni di lavoro nel •:rcbbero occupato soltanto una piccola muraiori sono scesi in lotta: ed i mezzi 1:on cantone di Basilea. :\ Ila Federazione S\·iz• parte dei serrati. la Giunta stessa del i- mancheranno. zera dei capoma st ri si chiede di permet- berò di mettere a disposizione della Com- Sti(!no sicuri i comp~ni del Comit.ito tcrc alla sezione locale anche in avve- missione comunale per i sus~idi la som- Centrale e gli altri compagni serrati di tutnire un'eccezione alle norme concernenti ma di fr. 20.000 per aiutare i serrati. Que- ta la Svizzera, che Winterthur sarà un bal'orario di lavoro da essa Federazione fis- sta decisione fu presa ad unanimità. vi I S · · · · lwa,rdo il1es]}UgrrabUe. ,ate per tutta a , vizzcra e CIO 111 con- :tdcrì cioè anche la minoranza borghc5e. 'd · d Il · I · Come 110,·c settimane fa: Vive le 4'- ore! ~1 rraz1one e a prossnna rego azione Pure ad unanimità fu deciso di chiedere clcll'orario di laYoro pc•r mezzo di una al Consiglio Comunale l'autorizzazione di Viva la lotta! legge cantonale •· mettere a disposizione dei la\·oratori ser- =================-- Va osservato però che questo lodo ar- rati altri 40 _ 000 franchi nrl ca~o chC' la hitrale non è impegnativo per le parti. lolla perdura,se. Lasezionsoecialisdtia5ciaffusr Però queste ultime hanno da dichia rare entro il 12 corr. se lo accettano o meno. I nostri compagni lo accetteranno ;ndubbiamentc come a suo tempo avevano accettato consimili proposte conciliath·e. :'.\!'on si sa invece cosa faranno !(l' imprenditori. Se si considera che la decisione del popolo di Ba5ilca circa la nuo- \'a legge sull'orario di lavoro non può hrdare più di 3 o 4 :settimane. ,ccondo ogni più elementare norma di buon senLa decisione produsse un;_ fa ,·orcvolis- ~ima impressione tra i lavoratori r colpì in pieno grugno gl'imprcnditori. :\fisc gli operai in condizioni di poter attendere e assestò un terribile schiaffo /I 6 corre1111: (assemhlea straordinaria della Sezio11e Socialista discusse, co11 ca/. ma e chiarezza, clrlla ,ituazione rirllo <cio. µero dei muratori e mano1•ali, dai quali si apprese che lo staio fi11a11ziariodel Sindacato è tale da rons/g/iare pro11te misure. morale ai padroni. [mmaginat<·vi: l'am ministrar.ione comunale della capitale della Svizzera delibera ad unanimità di aiu- •arc gli operai senati dai padroni: la decisione significa condanna dei sistemi !ella PcdC'razionc wizzcra <lei capomastri. so si dovrebbe attendC'rc che lo accet- •.assero anche i capomastri. ~fa da code- _ ~, i sig-nori ,-·i:, da aspri tarsi di lutto. quinAlcuni compagni socialisti si offenr'ro vote11/ierl di anticiparr la somma di fr. 2000 a titolo di prrstilo. affinchè i muratori più bisog11osi, che da sette settima11c lotta.no per una causa più che giusta, possa,w fare u,1 nuovo slorzo e 11011 piegar già la testa da1•anti alla rotrnza degli ,fru1tatorf capitalisti. di anche la pugna contro il buon ,enso. f'uò darsi qttil'di che 10 accettino. 111a non è escluso eh,· lo respingano. In quc• st't1!timo caso tenteranno d'imporre l'orario di ore 19 Vi ,c-ttimanali a cominci:m.• da lunedì 14 corr. Se lo faranno s1 avrà la lotta immancabilmente. T nostri compagn; di R'ls;lra non sono disposti a piegarr scnz' altro a11· imposizione padronale: essi sono nronti al ci1111:"IO.<::aranno truppe frrsche che ,c1:11rlcranno nell'agone e daranno parrrchin filo da torcere ai d!'~f)ot' ,!ell'orga ni77a Agli Abbona.ti Si era pensato a dare una festa pro mu. An:isuu11n i ,wstri abbonati, che ralori e manovali serrati, ma 11011essendo nella scrondt: (f'/ÙltliCirUT di gillf!llO in- possibile orga11izzar/a in breve tempo, me.,1_ tre il bisogno è urgente, si ricorse al wectmincerem I) ari lm·iare i rimhorsi o stilo. Più tardi daremo la lesta per rimborf>itfi ~li arrf'trnti del 1920. sa.re i comvag11i che voUero ve11lrr l11 a/u. Li preghiamo , irJmenf t di riser to dei serrati i11 questn mome'llo criticis\L mo della lolla. \'arei buona a( C!J!rlicuza, e intanto f)orgimno loro i nostri rin[!razia111fllt1 / 'A \/.vf/;..;/STRAl./()N/· Se le or~a1niuazioni svizzero;: fossero sta~ te :in.imate <la 1ltretra11ta buona ,·olontà! (N. d. R.l BibliotecaGino Bianco ~<'mpre mangiato è 1·t>,·:J ma c11·, tr ~emvre sgobba10 come dei J'Jm:iri e 1•: s•111 ab/Jru. liti sul la,•oro, ed in comve11so 11011a\'ete a. 1'1110 che le b1·iciolc dei su11!11osi f}l)Sti dei 1 '>ilri pac/ro11i; (/l'<'IL' sempre 111a11giutom, a uve/e b11g11a'vcol 1·osirv sudore Le 11ic1re '.!e· .''ll':',tii!i0ll'! e d,·i Loclsc·h!Jerg, 011tle r-. ,;. dei cvmoda e 'Je/or,, la ri1111io11i1e1I! ru!I: io. nate dei pescica11i ,•ostri sfm1fotor,: 1•oi, che negli arro1'entati meriggi d'es1c1t.: e 11,lle gelide gioru.ate d"im·crno 1abbricaste son. 111osipalazzi e deliziose vilu-, 1·ivete i11 fe. ridi /liguri o barcrccacce do111i11a1deal 1·e11. lo e da./la pioggia; voi che siete i vicconie. ri sepolti, i cercatori del carbone, qua11t~ volte, 11eUelunghe giornale d'inverno, ve_ d1ste i ,·ostri bambini batrrre i de111i dal frt:ddo, pere/ii lù ,·osi ra stufa era spi 11ta, e pur osate e/ire: - Si vive Lo stesso! Ma pensate qualchevo/la, o compagni, qual differenza di 1·ita fra ,·oi. che \ie1c i prodnllori di tulle le ricchezze, e i ,·ostri padroni che 11011 1eso,w che i gaudenti. E se pensate a ques10, do1·ete pur co11vl11cer1·i che la è un'i11giusrizia. Se una cosa è in. giusta, perchè 11011/iC11sateal modo di sop. primerla e vo1er fare ww vita 1111 po· me110 da bestie ? Se ciò 1•ofece, non 11otretc 11iai riuscirl'i rt•stando d11·isi; solo la forza ope_ raici fa iu giustizia oprraia, e solo /'1111io11e /11 fa forza. No11 è colla rasseg11azio11evrcd,cu/u dai ,a/si pastori in resze nera, che otterrete dei miglioramenti, ma solo colta vostra orga. 11izzazio11cpotrete strappa.re ai vostri sfrut. tmori degli a11111e11dtii ,,aga, drì mi!lfiOra. menti di vita. Orga11izzr.11do1•i 1·01 farete parte de/fa grande famiglia {)ru.etari<z, imvurcretc u 1•ia11da 1•i affrate,ferde coi (0\"0nJori tli alIre lingue e pùmo 11iano f'0rf!t1T1izzc;zio11eo,/. tre al hrnessere mora/e. 1·i farti comprendi:. re qua1110si,, bello r essere intemaziona!i,ti, 1·1 liberali du quell'odio di razzu prcdicafo_ ,·i dui 1wzio11rJ/!s1i1,escica11i, (amori dcUe guerre, a/JfJ0rla!,ici cli ir1audite ricclu·;;ze 11e1loro, d1 miseri .. e di /ag;-·me f)er ,·ot. Ascoltale, o io111pag111,a ,·oce di coloro che 1·1 1·ogl10110 \'lllCcram, 1:1e l1c·11e; 1wn dule '>l'lllllre asco/rn e, coloro che 1·i hanno sempre /radili, a coloro che in 110111c di una relif!iom• ch1 11cv1mr essi credono, 1·i vo. gfiono sollo111essi alle loro vogfic e a qut/. le dei loro compari borghesi. l'oi bcr1 sapC/c ,ma11te lugr111w, qua•1to sw1gue, qurnta 1·crf!0gna costi ai /JOPO/i la 1e/izio'11; \aTJele come abbia essa 1•io1r,to le lcgJli piu sane dc/fa Natura e dell'Umanità. Colla vromessa che l'Oi saiircte nelle imma. ginarie bct.titudini celesti. vi fa ora scende_ r1• nelle materiali abbiczioni u111a11te. Sorgete, o comvagni operai. una buona 1•olta dal /1111gole1argo; scuotete le 1·ostre pesanti c.:te11e e promettete a 1•oi stessi di dare ai vostri figli m1·a,•w11ire mif!fi<>re. L. f-. <per 111 TUPflOdi 50,·vcr,ili). p~-~ }L,~~~!,!!.'~se!!i~,~~ organ zza f e V i vello alla più , i\'C1 solidarietà delle sezioni e dei singolr cnmpagni di sot1oscrivere largamC!llfc ol prestito cumuni.,ta. la situazione economica e politica italiana è tale che, prima o dopo, non mancl!erwmo /f> drc113fa11ze propizie a1l'f1Zsurrezionl' 1J:,[ /JI oletariato socialista ed all'ini:oi, dcU'er•t rivolu:donrtria. Se il ,,onit,J e la clrln:,l lavoratrice darallll'} alla ; ·ir Pzione larghi mezzi finanzieri, le sarà pnssitJile fare una \'l''>la pr J/.r·~andn. di preparazione e di orrwnhzazione, svecie nelle campai:ne men•J illuminate dalla fede socialista. Tu'ti c,,foro che acqui-:,tano ml'aziona dd pre• stito comunista, contribuisccmo a,/ ar,rire le ,·ie ([('I/a •, it!oria del <;ucfoll- 'ìmc•. Le nostre sezioni devo1UJ rivolgersi dùctfanumte aUa Commissi?,W Fsern!ira per il ritiro delle azioni. L'imr,c,, to sarà rimesso in bloc··1 all,i Dir( 7 ·(,ne. La sezione di Zurigo acquista cento azioni La sezione socialista di ZLlrigo <le- ..:iseall'unanimità di acquis~:ir•~ renio azioni del partito comunis~1. f soci che ,·olessero Jquist:i.,nc per conto proprio e non potcs.;;c:-opagarle in una volta sola, ne verseranno l'importo per lihere quote da ;-imettere al collettore appositamente designato. THA.LW:L La nostra sezione, nella sua ultima riunione, discusse largamente il manife<;to emanato dalla Direzione del P,nito, per il prestito comunista. Conscia della necessità dei m-:!Z1,i o.:corren ti per l'attiva propaganda, e per sussidiare ed assistere tutti quei luoghi dove la fiamma socialista ,·:i accendendosi, illuminando dt!lla no- ,ra iedc molte coscienze che finora iurono avvolte nelle tenebre, decise tli appoggiare su Jarg:i base questa nol;lile irtiziativa, acquistando subito due azioni e proponendosi di acquistarne un numero maggiore. in un tempo non lontano. Inoltre deliberò di contribuire per '.'acquisto del biglietto ferroviario al •egretario del partito; il ritardo a questa contribuzione non è dovuto ~,Uanegligenza della sezione, ma bensì al fatto che l'assemblea aveva deliberato di attenersi alla proposta della sezione di OerHkon. alla quale pro- :-,osta era dovere della Commissione rs~cutiv, di da.re corso. Visto che più nulla si motivò in merito. la sezione seguì le molte altre, e cioè contrìbllcndo secondo le proprie forze. le delizdie llbaurocrazi~ e le signore d! Verona L' l.,"nità di Sal\'l:lllini pubblica questo articoll',to e noi ci affrettiamo a rega- :arlo :!i nostri lettori. • C't·ra nna voita a Verona ti deposito dcli' 8" hcrsag-licri. 1:-'-irl'che il colonnello di questo n·ggimento iossc di famiglia fiorentina. l' pen:iò desiderasse stare a Firenze: ma im·ece di andarsene a Firenze lm. occupando un solo posto in un treno \·iagi;iatori. troYa$Se preferibile che ÌOSSl tra,fcr;:o l'i,·tcr0 rl'g-g-imcnto a Firenze-. ln <1uc-st1 I< mJH cnt1c1 di crisi dei tra- ,poni e di mancanza di carbone, dc\·c forse l"amministrazion<' drlla guerra dare a nn colonnello il di~piacere di rifiutare un piccolo desiderio come quello di trasforirc da \"i.:rona a Firenze un deposito cli 1111 rcgg-inH.:nto? :--:eanche per idea! (Il compito dei sindacati nella rivoluzione russa - Gleboff). Insieme alla lotta per la giornata delle otto ore, vi fu lotta per l'aumento dei salari, che occupò molto tempo le orga,- nizzazioni professionali. Il prezzo dei generi di prima necessità era aumentato ad :111'altczza incrcdil/!e durante la guerra, mentre l'auwcnto elci salari non si era verificato che in certe industrie, in piccolissimo numero, perchè l'arresto di <JUCstcindustrie anebbe causato la rovina del governo imperialista. Di più l'aumento di salari an·en,e in lieve misura e non migliorò la situazion,· tconomica della chssc la,·oratrice. I capitalisti sostenuti dal governo bor- !;hese di !,eone Kcrensky, si mostrarono un po' benevoli verso gli operai. ma essi ;;-li disputavano ogni soldo di aumento spingendoli molto spesso allo sciopero. \llora incominciò una lotta per stabilire i salari minimi e fu grazie ad un vivo attacco ri\·oluzionario. che gli operai riuscirono a vincere la resistenza borghese. I capitalisti cedevano mal volentieri e quando gli operai riuscivano, sia con mezzi legali, sia con l'accettazione del contratto collettivo. sia con una lotta aperta, ad ottenere l'aumento dei salari, la borghesia si lagnava presso il governo dell'impossibilità di continuare la gestione delle industrie per le esigenze incredibili degli operai, dicendo che la disorganizzazione delle industrie era appunto il risultato delle richieste di salari e fantastici •· :\Ialgrado le lamentele della borghesia sull'aumento dei salari. lo sfruttamento degli operai proseguiva su larga scala cd i prezzi dei generi di prima necessità aumentavano straordinariamente. di maniera che gli operai erano costretti di tanto in tanto a domandare nuovi aumenti per non morire di fame. Le organizzazioni sindacali e le loro rispettive federazioni dovevano non solo agitarsi per l'aumento dei salari, ma do1·evano sforzarsi di stabilire dei salari e~uali. più che fosse stato possibile, per le differenti categorie di operai dell'inciustria. I sindacati si Yidero nella necessità di elaborare nel modo pii1 minuzioso delle tariffe dil'ise per grurpi e cate~o'"Ìc, secondo le difficoltà e complessità del lavoro. Questa lotta incominciata avanti la rivoluzione cii ottobre dai sindacati dei tipog-rafi e dei menllurgici, fu fatt1. n:Ìl tardi da tutti gli aitri sindacati. Tuttavia, l'organizzazione dei sinc!aca;i e la lotta per le otto ore e l'aumento dei sabri non era t11!10. Le organi:;zaz1oni operaie prrscro una parte attiva all'applicazione del controllo operaio e fecero molti sforzi per impedire la disorganizzazione completa della produzione tentata dai capitalisti in~ordi e saccheggiatori. :-.-ei primi mesi della rivoluzione - epoca in cui nacque !"idea del controllo operaio - furono i Comitati di fabbrica che s'incaricarono di realizzare il controllo interno; i mesi seguenti esso di- ,·enne il compito delle organizzazioni professionali. Le quali credettero necessario di prendere il controllo operaio nel~ le loro mani affine di centralizzarlo e di istit nirc in ogni organizzazione delle Commissioni di controllo economico incaricate di fissarC' lr condizioni economiche di ogni azienda, ncll'intere~se di tutta l'industria e di tutta la classe lavoratrice russa. Oltn al controllo operaio. che contribui senza dubbio all'abolizione delle industrie, i sindacati cercarono di estendere la loro influenza snll'organizzazione della produzione e d'impedirne la distruzione completa. r sindacati operai inviarono i loro rappresentami in tutte le direzioni cd organi di organizzazione per contribuire a lottare contro lo sfaccio delle intraprese industriali e contro i <lisorganizzatori stessi - i capitalisti. ?Ila tutto questo la ,·oro. che esigeva della continuità e della regolarità. fu molto spesso interrotto da avvenimenti poli1ici. Durante gli ollo mesi del governo horghcse-socialpatriottico. i sindacati si ocruparono non solamente ,kllc questioni economiche. ma anche delle questioni politiche. pcrchè essi comprenrlc,·ano che queste due questioni sono inseparabili e che se la situazione politica iosse restata la "tessa. la situazionr rconomica della li :\linistro .\lbricc1. dunque. in articulo mortis ordinè, il tra,ferimenlo. E fu cb,se lavoratrice si sarebbe nrg-giorata e ,·osi chl' nel marzo scorso, mentre alla tntte le conquistr san·hhcro anelate perI . ,. cinte. Perciò i sindacati ;,hhandonarono ,taz:onl' < 1 rrona era so~peso qualsiasi carico di ml'rcc-. ,i trp, aro no i numerosi ...,royvisoriament<· la loro azion<' economica nel mese di òllohrc e ,i consacrarono interamente alla lotta politica, assumendo quella parte, durante la rivoluzione di ottobre, rispondente alla loro capacità organizzatrice. 1agoni 11tces5ari a port1rc da Verona a Fircnz1 tutti ~li impedimenti cicli' W ber- ":-~g-licri. Quand'ci:co .1rn\ a u:1 nien:e pii1 trasfenm1:nto ! \'nona ~i ~0>10 lamcn':ik contr'ordinc · Le si:;nore di della partenza di un rc•gg:·111·11to,hl' ria molti anni ri- ~iede a Vrron;:; l' il ~iini~ti-ro riconosce dH• hanno ragione. :\fa il colonne-Ilo dcli' 1{0 ucrsaglieri sai I.i a Ronn t·d ottiene la revoca del!. rl".'OCa E nH'!!tn· ~! J1l•g-;n·a110 i va~on1 pc-r 1 .-ctrico di merci. l:l stazione di V crona ,i ella f lll' di marzo era ingombrata da vagoni necessari a trasportare da Verona a Firenze. le armi e i hal{agli dcli' 8° bersaglieri. F. Pantalon,· paga. e vede ridotti treni per la ,carsezza del carhone •· teg~ete " 'AYvenlre del avoratore., Da Ginevpa <'onfcr,.1,;~m~ ·~ notizi< dt·'l·• scnrs I se:- timana sul pros~iti'r- dcUc sc.io1>CT0<-dite. L:i \Olo·•tà di rcsiqt:rc 3d oltr:1111;1n0n ò ·1r.cora ,·enu:a meno. Il susùlio ~i -.errati scar-..is,imo, m 1 è <lll'nlo ci Pl'rme:iOIIO i 111C7.7i m"SS! a 110str:i. disr,,si1ivnc da ,niziative loc:tli. I .ntt:i•,' 'o•tarc: e<:~o il rostro v:rido. P(\sta de11"'Avvenire " OLTEN - Si11dacato U. e M. No11 ahhiarno pnluto pubblic~re il vo-:•ro comunicato, rer;:ht' Muntoci un po' tardi e no' do- , emmo 1nticir1,rc la puhh'ic.~zione del numl'ro p:t~,ato.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==