L'Avvenire del Lavoratore - anno XXII - n. 17-18 - 1 maggio 1919

dio credere che questa terribile esperieJUa insegnerà alla ~oventA .borghese a pe,ns.are ~listicamente. La nostra nuova defocrazia in Germania, la quale spero diventi realtà e non :sia soltanto episodio, scatena una nuova gara .fra le professicni intt:Ilettua.li. Nell' avveJUe non v, sarà nessm~, che dalla inascita sia già pre~sùnato ad esse.re priafessore o giudice. CG!Si l iSOc..alismodiventerà anche per i borghesi il problema della Propria esistlen2la. Essi vi saranno sospinti dalla massa. Bisiog,na combattere contr.> il Privileg~ della ~Lai. Creare un fruttiff:1'o ordinamento di 4uttle I.e forze degli uomini: ecco il nostro compito, ecco il socialsmo. Nvi tutti vogliamo lavo.rare, creare i Ì>~i neoeissari; tubti senza disitinziq. ne M·a. v~li.aimo aver tutti anche la possibilità di oart~cipar,e ai beni 'Spirituali dell' umanità. E se Si sentivan lagnanze intorno alla irragionevolezza delle masse, ciò proviene d-aJ fatto che col\)fo i quali vivevano nell' oscu.• rità, non appean penetrò la pr.ma luce nel loro capi, Si muovono 'e si agitano con impe- «i. Il primo germe de.l.Lariagion.ecrede subi±o di p1vter tar miracol,L Cosl intendo 10 il socialismo, e ~ l1ti pare debba essere la missione della, gioventù: nutrir•e gli spiriti, prepararli. Non de~ Più essere lecito nè p1vss_bileche la grande mas.- sa. della p,opolazione sia messa ne!l' imPvssibilità di godere, di oensare, di sentire con gli altri. Noi dobbiamo CSS'ere :rutti una comuni!.\, tutti, senza distinzione; fin àalha, rutsci- ,ta dobbiamo a.vere tutti la sicurezza di wtcre spie~e le nostre iorze, di lasciare spiegare le sue ali al genio, che vive iai ogni bambino che nasce. Ogni JYersona è un genio dalla na~ta: bisogna S'Oltantocurarre che -non venga 50ifoca.to già nel terzo aillll'O. N-0; siamo giunti al sovv~t.,mento di tutti i itempi_ PoPOli che vengono aizzati l' uno contrQ l' altri0; claSSi che soietatamernie si combatllvno a v.cenda: questa è storia d' içri. La nuova gj()rven-tùè chiamaita ad edilicare il nuovo mondo; essa Si deve veramente e. ma.nei.pare da tl!tto il passaito, deve inuna.g:i,.. IlarSi ~à ~11• aivvenre. Questa è, infata, la massima fierezza della gioventù: aver rispet- ,flo del proprio avveaure, del nOSitruavvenirei, e flair vivere in sè la COSCJ.enzdaell' uman.Jtà. KURT EISNER. Che cosa vogliono • I socialisti La parola a urfaltra martire tù:la rivo!uzione. La rivoluzione germanica, comindata fra la Piil promettente unione del proletariato tedesco, sl dlbaite ancora, non solo fra le insidie e le violenze degli avversari, ma anche fra la dlscordla del proletari stessi, motti del quaU ancora non sanno cldaramente che cosa vog la il sodalismo. Che cosa voglia, a che cosa mlrl la rivoluzione, lo diceva, con la solita chiarezza e predsione, Rosa Luxemburi, poco tempo prima dl cadere sotto l colpi 11rodltorl tùl nemico. e a l.el voiUa.. mo poriere oggi attenJo e devoto ascoUo. La rivoluzione d·et orolt,iariato, ora tnoomincia,ta, non può ave.re al.tra rnèta .nè altro nsu.ltaito che a reailizz.a..zuiedd soo:.alismo. La classe 0J>Craiadeve procuraire, in prima linea, di conquistare ,tutti ; Poteri ~.iflici neLIo Stato. Ma per .JlOi sccialisl.i il poli-t..co è solta11toun mezru. Lo scopo, pier cui no; .abbiamo .bisogno del ootere ociiti~ è la completa trasfor,m.azione di tutte A.e condizioni economiche.. Oggi tut.tie <1u~ le ricchezz.e. i pià vasti e n:igl ori ,terrenii, le miniere e le officine ap,- par,tengcmo _a pochi Junker e oaoitalisti pri• v-.tt'. La ir:ui- ir.a~ deg}t opefai noove da quei Junker e c:3p:tal.:si.ts,olbanto dietro duro lavor-.>,una soar-sa pag:i per vivere. L' a.rrlccbment.o d' Uh picroio r.umero dt fa.nnulloaij è 110 9COJ>doell' 't:ccnomia odierna. Questo s.t-ato di cvise deve essere eUm'nato. Tuite le ricche.tre s,c;dali. il teneno con tu~ i tesori che es.so na.~condenel suo seno e alla superficie, tutte le fabbriche e le ofi.cine deò.- booo essere strappa.li dalle mani degli sfrl!t· taiori e div~ntdie be.ue romune det J>Qpdo. Primo dovt1e <i1 1:m (Averno operaio è quello di d:chiarare,, in ori.ma linea. proprietà nazionale i più i111,pOr,;a:m.tiezzi di produziooe. 11 di porl; 'SJtto il oonla'ollosociale. Allcn però commcia. il vero ·e 1>iàdifficile •.oomP.ìbo: Ja :ricosrr.uz.QDe <i'JJ' ecommia su nuove basi. Oggi la produzione in ogni in\presa è di· retta dal sing,;fo caipw.aiista secondo la ISUa volootà. L' imprenditore decide quanro e come si debba produrr.e, Quando 'e -00me Si debballo vender.e le rnqci fabbricate. Gi; operai non iSi occuP.u10 per oolla di tutto oiò; essi S\Jno ~to maçchine viw,nti. cl1e deb- oono fare U loro lavoi::,o. Nell' ecaOOlla socialista ,tutto ciò · d~ cambial"e. L' impre-.cditore J>rivato scompar~. La prQduz:ooe oon ha più 10 scopo di arniadure un singolo indj,viduo, ma cli fornire alJa collettività i mezzi per soddisfare i b~ di tu11ti. Perciò le fabbriche, le officine, le a.ziende agr,colc .debbono essere trasfo.runaite seoon® punti di vista completamente nuovi. In ·primo l~o, se la ,produz.l.onedeve avere lo scopo di assiuuare a tutti una vit.a dignitosa., se deve fornire a tutti sufficiente nutrimento, V'e5t1an e rtUtti gli altri mezzi di esistenza cuJrur2h:, allora il prodvtto dei liavoro deve essere m".)to Più grande di oggi_ I camoi debbono dare un raccolto molto maggiore, nelle iabb1iche s; deve impiegart! la tecnioa più peri ..Lta,fra le miniere di ca.rwnee di min:erali devono es.sere ·espletate soltan1l0 le più redciitiz.ie.Ne consegue che la social.zza.zicne si estenderà.. .innanzi tuLto, alle grandi ia2.;ender.ell' industria e nell' a,griocitura. Al piccolo c.c,nta<lino o al 1>iCQ)llo airtigianQ, che sbarca il lunario COIorovr.ro lavoro suJ suo ::X:.tZt;;ltdvi terra o nella sua officina. non dobb amo e non vQgliamo to- ~iere Quel oo' che p,ossiEde.. Col temp0 verranno anch' ie,,ss, spontaneamente a noi, e impareranno a cu::iascere i pregi del sociaiir smo in conirontù cc;>nla prQJ>r,etàPrivata. 1n secondo IUvJi:O, affinchè tutti nella Sùcietà possano godere <li un benessel"e, debbono lavo.-are tutti. S,liìanto oolui .che fa un lavoro utile per la coliettività _ tanto lavoro manuale qua.nto la, vro dt tesba - può pre,. ~ndere che la sc;.,età acc...rdi anche a Jui i mezzi per so<ldi~iare i propri bisogni Deve ce'Ssare ogni vita <;zio.sa.quale è quella che fanno oro I ricchi s:ruttaU>ri. Dcxvere generale di lavorare Der tutti i validi al lavoro, con sola ecceziòne pei piccoli bambini, pie, VC\;ch1e mal21ti, è una cosa nanirale n:ell'eco~ nomia socialista. Per ili inabili al lavoro dòve st'nz' altro provvedere la oollettiviià; non Pt:rò COn ~ere elemosine, ma con ialbbondanite mantenimeptv, educa<l.io.n.seociale oes i fig!i, comoda a5Siste::izaper i vecchi. cura per i malati, ecc. In terzo luogo, sempre Per il bene della OOlkttivitl1, isi deve procede~ rag:onev.olmente ~ fa.re ri~r,armi nell' inu>iegodei mezzi di DToduzione e delle forze Javoraitrici. LIJ sciupio., che si fa ,cggi, de.ve cessa.re. Debbono quindi essere abol~ce tutte 1e indllìS'trie di guerra e di munizioni. giacchè la società socialistica non ha bise,gm di armi micidiaU, e le preziose materie pr;me e forze 1'woratrici adopra-tc in esse J>OSSonoessere impiegate per produzioni utili. Simlmente debbono ~oermmite tuffe le 1bd113trie di luSSlù, éhe1. labb~ iran1.olt, per ·~ fannul~ e.i pari.menti i ~rv-i P'CèSOnali. Tutte le forze 1ayoratrici, impegna.re ili. simile modo, troveranno un' cccupazic;ne più utile e più dig:nilvSa. In quatTtofo:Qgo, una volta clte iaiVTemoin quest.9 modo un poi.,olo di lavoratori n.e1 quale itutti laivùiano per tutti, ,per il bene e per l'utile gener~~. aoche il la,vwo deve es.- sere foggiato t.ìltrimenti. Oggigiorno, tanto ncll' indusu-.a. QuéJlto uell' agricoltura Quanto altresi ne.gli uffici, il lavoro è per lo più un t,.:rmento e un. aggr a,vio per il Proletarfa,to. Si va <al lavoro pcrchè ci Si d'eve andare, perchè a.ttrimenti non si ricever,ebl:>eroi mezzi di sussistenza Nella società socialista, neli.a quale tutti lavorano in comune per il proprio bene>wre, <: naturale c:he. net 1avoJ10, si debbaino a vere i mass.mi riguardi .ail.la salute e alla \'\lìon~à di 1avonu-e. Breve durata del lavoro, che noo supeni la capacità ~- vora:t.rice norma.le, locali s~ubri. tutti i me.z Zi ,per la ricn:az.onc e per la varietà ne1 lavoro, debbono essere adottati, iaiiìiochèognu~ no faccia run pi.a.o.!re CO.tt alJlOI'e}a qua, pago. te di lavoro. Per itutte queste gra'l1dt rilonme però ci vogliono uomini c1d~guatLDietro .ili' operaio sta oigj il çapitalista con la sua frusta; o lui in p'!TSll)Dao ; su<>icapi-fabbri.ca ~ so:rviegl.ranti. La .fame. splnge il pr.oletario nella (abbrioa, al lavoro presso -il grande a.grtool tore o all' ufficio. 1l padrone Ci ba~a lui aochè non venga sciupato il tempo, nè sorecaito il materiale, acc:hè ~ si furnisoa un buon ~voro. Nell' economh socialistica soompare 4! oadrone con la .sua frusta. Cli Operai son.o OO· mini Lberi ,ed eguali, ~ lavorano ne.i Pr>v1Prio utile e beness~re. non sciupano la r..cchezza sociale,, COLsegna.no lavoro reale e puntuale. Cosi è ba1urale, ogni impresa oocialist.u ha biSOg)T,ù di <lirottori ,tecnici, i Q\A· li s' iantendaoodella madl6nia.d, iano ae di.9POsizioni necessa-rie, aff.inchè furto vada bene, aff .nchè si ottenia il mauiet'e e il miglior lavoro pOSSibilc. Bisogna dunque ieguire qu-elle d.iSp~izlooi volontierj e per Ullte.TQ. mantenere di.sc.pima ed ordin.e.. ev!i.ta.requalSi.Csi .aitrtritio e confusione.. In una parola: l'onerai.o dell' econootia sq.. ciaJ~ca de"e mostrare che. senza la sferza d1!l~ ìame, ~e1ua i ~ital.sti, s-enzas gli stimola.~ alle soalle, sa lavorare dil]Zen.temoot.e, mantener aisciP1i.na. e iar del suo m~ glio. Ma oier tutito questo ~li deve sa-oer dominare sè stesso, e1 vuole maturità soirituale, serietà morale. Ci vuole senso di dignità e di responsabilità, Cl vuole insomma un intimi) rinascimento del protetano. Con persone r,igre, frivole, egoìStiche, spens:erate e :.nòifterentinon Si può r.ealizzia,. re il socialismo L. società rsoc~alistaha bisogno di persone, ognuna delle quali stia al suo .l)ll)Sto,, piena di ardore e di entusiaisll11o p:er il benessere g~nerale, piena di abneigra- -zione e di simpa.tia uer il suo orossimo, pi~- na di coraggio e <li tenacia oer osaire le ,eose PIÙdiiiicilL N<.1pi erò n0n dobbiamo aspettare secoli o d'!cenni i.nchè c:-es<..asimile ienerazlone di uomini. Proprio ora, nella lotta, nella rivoluzione le mas.:,"'çornie!:arie imparano l' .idealismo n-ecx~.ario ·e a::4uistwio ,per tempo la maturità spirituale e~: aggio e costanza, inlti:na chiarezza e ..:1:lie~mone ci occorrono per portare la riv.:ilu,.1on~alla vittoria . .Men.tre Qrocuria.mo valoros; combattenti alla riwluz.one d'oggi, formiamo futuri Qperai socialisti, quali de!Jbor..oessere oome base di un ~vo ,>rdinaroomo S.OCiaJe. ROSALUXEMBURG. · La prima e la piil grande fra le necessltd presenti per liberare U /avoro dalla schiavitù che g:I ha imposio Il capitale è la promulgazione di una legge che fissi ad otto o;e la riornata normate di lavoro. Noi siamo risoluti ad adoperare tutte le nostre forze fino a che tale glorioso risultato non sia raggiunto. Ouasi contemporaneamente (In sui primi de: settembre 1866) il Congresso dell'Associazione internazionale dei lavoratori a Glllevra, dietro proposta del Consiglio Generale di Londra, prendeva uguale decisione: e Noi dichiariamo che la limitazio11e della giornata di lavoro è la condizione pre.iminare senza la quale tutti gli sforzi per ottenere la emandpazione non possono che fallire. Noi proponiamo otto ore come limlte legale del/a giornata di lavoro •· (Ma,.x - Il Capitale - JJQZ. 265). I COMPAG!'II che dlsponesserodi llbrt dì lett.i: c1 o d'Istruzione adatti per opera, larebbero opera degna, non usandoli più, a rimetterce11 onde possiamo fornire di libri IL.i• UanJ le-biblioteche deUe Case dJ Peua d~I CantOo~ Z'u.ri&o cbe a.s iOOO totalmeul.: iprOVtjste L'AVVENIRE DEL LAVORATORE Peirl nost"rAovanti!,, COMPAGNI I Quel che non osarono i Gavemi, tementi fira del f)Opolo, osarono pochi energumeni, certi che l'a11onimitù li avrebbe protetti. L'Avanti! di Milano è stato soppresso. Orde di reaz:onari ne hanno invasi, distrutti gli uffici. Rf.OAZIONE, AMMINISTRAZIONE, NON ESISTONO PIU'! telegrafava da Milano a Roma il compa;rno Bacci, presidente della Sodetà Editrice Ava:iti!, quando si trovò doranti allo scempio, elle era stato fatto del nostro giornale. Redazione e Amministrazione non esistono più! No:-1esiste più il nostro Avanti!, l'arma delle nostre lotte, la bandiera delle nostre vittorie. No11esiste più? Tornerd ad esistere! Nol non possiamo stare senza quezrarma. Dobbiamo fabbricarcene un'altra. Al più presto possibile. E Sia f}i1ì be/;a, oiù forte, più pungente, più tagUenie di prima. !,fa per una lai.e arma ci vogliono ctanari, danari assai. Ammontano a cc11ti11aia e cemillala cU migliaia di lire i d':lnni, causati dal furore nazio1wUs1a.Bisogna dunque che gii operai, che i sodalisti rechino tutti il Loro contributo_. Ad essi il metterst subito all"opcra. Intanto la Commissione Esecu1fra dc.lbererù. intorno al modo di provvedere. ERA NUOVA Son itrascoJiSi c:nque anni da quand'v la borihes_a naziOnal-irru>erialista di rntra Europa, ca,pestando ogn; umano diritto, scaraventò sui campi di bati:agl.a della !-rancia, della Russia, del Trentino e dell' Isonzo le m.gli...:m en...irgi.ein difesa deùe sue losche .aunbiz.ion, e ad airricchue ai una gemma di più le corone dei monar.chl La buie@ mil,t.airista.disgrazia- ,ta:mell!l1.eu,-.aivolsegraQ parte dej nosm. ca.11pagni c~. convitHi w un ia.sv S'~numento di umaaùtà.,diedero J1conso,amente il loro aPt· J)Oggl.(a)lla carneficina :ardita. dal oa.1>-talismo europeo, segretamente, aiutatù da una nefasta burocna,zia 1>0..iuca. Molti, fl)erò, si ricre .. detter,o durante il periodo di guerra OZlUSa le grandi delusi<>nÌorov-a,te, e moJti, simili a M'2!Cld.aitepnentite, cea-cano adesso di cancellare d 1oro passa:ro ritornando, come il figl.u~ pro~o. i.n ~embo alla nvStr, iarniglila. M.li, d.sgraz.iatamente per J.oro, e buona lùrtuna nostra, non è possib1te dimentlcare te maudite soi:ie.renzedei cinque anni di iuerra. Però in mezzo a questo caos di pr,ncipi e di idee vi fo una pic.:ola e Cùraggjosa m..noraruia.che, tenendo fede ai postulati veramente sociahsti e l.lll'érnazional.sti, no.n badando ~la losca campagna deg<l avversairi e alla spietata reazione dei Goverilj i Quai!per tinQue anni soffocarv.no o~ni opena. di propa. ganda ma· le iulle n0n ancora travolte o.alla tn.ft.rnale mischia, serbò intatta. la prapria iede. 1 suoi sacriì.ci non furono vani inQuantochè i.i germe bu\)l]o e fecondo del.le male fabte della, borghesia (.Jlusa di aver por ~ pre sterminato Cùll'opera detla guerra. il SO· cialislno) cominciò a penetrare anchie nei caunp, di .guerra a gpargere quei matcontenoo ~.usùfi.cato da, una guerra orribile ed inutile. A iatti: che e.cl.o 0ot~vano serbare i proletari .francesi., ~ prolt!taru tedeschi; i Prol..it,a.. n itali.ant a qu.etli aus1.riaci; e vi.a.di seguito i Avevano tavora.w z.isskme sino alla vigilia d'ella guerra. avevano loutato per le comuni aspu-~ioni contro la classe ca:PiWisti· ca che li sirutlava ed avevano -aiss.eme,come iraitelli, d.sertato in Questo g.-orno di .Primo Maggio le oificine per riversarsi a protesta.re ed a volere te ste~ cose, gli stessi diri,tti deJ rispetttvi paesL Invece. il capricdo criminale delle classi dominanti li fece diventare nem.Ci e doveoiero a vicenqa scannarsi. Qu sto compresero, ~ POCOa oocQ. coloro cbe .si trovavano neUe· tr .ncee, e, primo di tutti il oopolo russo, che abba.rtè lo czarismo con la sua cricca, insoatlirando come segno del!' era nuova, la rossa RepubbLtca·d i Sov1ets. ll germe era buono e non si fermò tra queUe terre, a cui il proletariato mondiale deve ricOnosetnza ini..nit.a,. ma d.la.gò n~l [)()Polotedesco che, stauco di essere turlupmaliO e massacrato dalla casta milLtarisna d_egli Hohenzollern, si ribellò e proclamò nel p.ù foudale e mi11rarista Stato d'Europa, la repubblica. Così l'Ungheria, comprese e mandò a spasso tutto 11suo vecchio organ:Smo statale orizzomanaosi verso il s,stcma ddla .repubblica dei Soviets. E' vero, questv hanno iatto i prolerairi &~gli Imperi Cemral1 'e Nordici, in consLderazione dello siace,o guerresco; ma è da augurairsi che pure il o.roletar.a,to deU' intesa. g-emem;e sotto il falso giudiz-0 della vitt.ona, ma soliccato da umiJazioni e sofferenze d' og-n.i ~pecie, segua l'esempio dei suoi predecessori iacendola flnalmente WJJ.~ac0n colc.ro clle, SPUdoracaimernte :arbitrariamente ne dirigono ancora i destini Noi 2.bb.amo fiduc:. elle presuo (i s.ntomi 10·stanno annunciando) dJaJ. le oontinue a,git.aZiOnei daJ fenno desideriv di volersi reggere da sè, non Più a mezzo cLlla vialeitiza coli' ineguaglanza 15oc1a1e,ma in una comune società dove non esistano parassiti, sia anche ira di nvi un fatto compiu!IQ, che obblig,h1a non mangiare chi non lavora. Ed è con l' auspico di ques~a nuova era che nOi so~alisti internazionalisti, in questo Primo Maggio 1919 dobbiamv salutare le nuove Repubbliche, .augutandoci che tutto il prolebariat-0 mondiale ne segu.a l' scempio, colla fonnale promessa che, alla g-.rer.raiatJta da;la cl21sse dominante, a ruta.le suo benef~ cio, subentn la guerra nostra, senza tregUe, i1er il trionfo d I benessere comune, dell' affratellamento dei pro1etari di tutto il mondo nella grande famiglia del Socialismo. Dei SocialismJ, unico miraggi-Oe speranza delle iolle clre, da secoli, si aspettano l' avven.'..o GIUG I DANTE. :: Leuete ·· L'AnendirelLavoratore,, :: Produzione Produrre dì più e consumar me,10 sono i rimedi che la s::tmpa bori:-hese prQPu!;lla pe riso)- , ere l'artu:i:e crisi di malcontento che minaccia di rra\'O ;.tere l'atru:tle ordine capitalistico. Che questo rimedio sia l' uttico veramente eiflcacc per risolvere l'attuale crisi allroentare, nessuno lo contesta; ma i lavoratori ba.,no Il sacrosanto di:itto dJ disconoscere ali~ c)asse borghese u diritto di predicare alla classe lavoratrice QUI> stc due verità socialL La borghesia propug-na la necessità di produrre dì più e di consumar meno, unicamente per dliendere I suoi particolari Interessi di classe priv:leglata. Ciò face:1do essa tende a porre un argine alle sacrosan!e aspirazioni delta classe lavoratrice, aspirazioni che tendono a limitare la giornata lavorativa. li suo ragionamento è questo: • Dal momento che l'attuale etlsl d;pende, no:1 dalla distribuzione, ma dalla produzione dei prodotti, non si comprende come Possa essere giustificata la smodata agitazione della classe lavoratrice per dlm:nuire te ore di !avoro! Per produrre di più. è duopo lavorare di plil: di qui non si esce, essa afferm1. Og,1i altro rimedio è demagogia di teste esaltate e di individui irresponsabili- e malvagi •· Ragionamento questo sodo solo In apparenza. e che può far presa urucamente sugli Incoscienti e sugli lg.iorantL Per quanto riguarda una maggiore produzione la verità è questa: e Il principio» produrre di più» è incontestato e incontestabile. ma è l'app\tcazlone pratica d'esso che è sbagliata, Iniqua o ma:vagla. La borghesi.a vorrebbe risolvere Il problema di ,ma maggior produzione. co.1 uno speci:ile sistema intensivo a suo modo, col propugnare, cioè. una Intensificazione del lavoro da parte di coloro che sono già elementi produttivi; dlspensa.ido da ogni produziCfltl tutti coloro che vlvono del prodotto degj)i altrl Non un accenno. mal, si legge sui gioma'i della bonrhesla sulla necess:tà cli ua riordinamento dell'attuaki società nel senso cH uina maggiore adiblzlone al lavoro produttivo di tutti I !annuii~ nl che iniestano la società, e di tutti coloro che. pur la,;orando, n !oro lavoro è del tutto lmproduttivo quando ·aon è nocivo. Il diritto di oziare o di compiere un lavoro Improduttivo per costoro è un diritto acquisito o lntangibne. Togli6re a costoro questo dirttto, per la bor- <:rhesiasignifica sovvertire la società, significa la soppressione della più sacra delle Ubertà, la libertà Individuale. I lavoratori coscienti invece vog1Jono risolvere questo esse.izlale problema coo un dlverso sistema, col s;stema estenstvo di marca proletaria. Queslo sistema consite nel"estendere l'obbligatorie!à al 1avoro produttivo a tutti indistintamente gli individui abili. Quando nòn vt saran.10 più oziosi da mantenere, e quando tutti sar:tnno adibiti ad un lavoro produttivo, le otto ore di lavoro saran.10 ptù che sufficienti ad assicurare a tutti, compresi I veochl. gli invalldl o gU ammalati. I mezzi per l'esis:enza. Gli ecorwm·stl borghesi, ooloro che pretendono di ,possedere l! segreto atto a risolvere la crisi aUmentare, dicono: « Produrre /n qualunque modo, pur di rendere c. meno de.,sa la crisi aumentare da cui siamo e presi, e per prevenire si produca di più. Non un e palmo d1 terreno sia lasciato Incolto •· Ebbene noi diciamo: tutto ciò sta bene, ma non è tutto. Per risolvere lo modo vcrame.ite efficace e radicale, nou solo l'attuale crisi alimentare. ma tutta ia questione sociale, è. duopo che non un uomo va'ldo abhia il diritto di sottrarsi al lavoro produttivo. Se l'introduzione di questo o;inovo slstelrul sociale significa voler sopprimere la lirertà Individuale; noi slamo, senza alcun scrupolo, per la soppressione di questa libertà, ma non r,er quosto I borghesi hanno Il diritto, loro che ha,,no soppresso tante altre libertà, d'Inveire contro di noi come fanno. Noi vog:·iamo abolire Il diritto all'azlo e al lavoro improduttivo: vogliamo Instaurare U diritto per tutti al lavoro, che oggi non esiste. Oggi, tutti han.10 Il diritto di chieder lavoro, ma nesstino ha l'obbligo di <:farne. Questo è U solo mezzo per risolvere. non la crisi attuale, ma la questione sociale. Quanto a• consumar meno la borghesia non ha diritto di predicare al lavoratori questa virtù. E' vero che a,,che fra I lavoratori vi sono coloro che potrebbero fare delle economie; che non tutte le si;ese sostenu~ da essi sono necessarie a una sana esistenza; ma è anche altrettanto vero che la grande maggiorana dei lavoratori, noo solo non può fare delle economie, ma non ha neanche lo stret,o necessario all'esistenza. Predicare l'economia a. tutta questa gente è u.ia atroce ironia, t recare un Insulto alla sua miseria. Le virtù si Insegnano coll'esempio; cominci la borghesia a dimostrare coll'esempio che essa è capace di praticare questa virtù, nell'interesse .sociale. Non si pretende che essa dnunci al necessario. (oh no!), ma dal mome,1!0 ch'essa ha scoperto :he la virtù del risparmio è uno del mlg'iori coefficienti per risolvere l'attuate crisl alimentare, rinunci almeno al superfluo. Cosa fa invece la borghesia? Fa tutto Il contrarlo di quello che predica. Basta guardare dall"esterno nel ritrovi del'e l{randi Città, per farsi uJ' idea del risparmJo, che nel!' Interesse sociale, essa pratica. Basta vedere come sono Imbandite le bvole dei grandi Restaurant borgllesl, del treni di lusso; come sono siolgorantl di lusso I grandi Caffè e I grandi Teatri~ ireque,tati esclusivamente dalla borghesia; basta aver visto quel luoghi dove essa costuma ritirarsi per godere I meritati rlp0si, e riparare al;e consumate energie, luoghi cosiddetti di cura; basta aver visto solamente questo per farsi un'idea dello spreco dJ ricchezza ch'essa certamente fa nel luoghi più recondltl, dove non arrivano it:ll spardl de1 ~ indi9crete. • • e r1sparm10 Ora, dopo tutto ciò, come sl pcò fare ad avere il coragg:o di predicare agi! altri, al poveri, a coloro che prcse.i:ano le stigmate dc'la denutrizione. una ma~giore economia? Non è quec;to uno dei ma,;rglori insu'ti che si può recare alla immeritata miseria? E quale efficacia persuasiva può a,·ere sull'animo dei miseri e de:,:rli sfruttali questa predicazione fatta dalla borghesia gaudente e sfruttatrice? C'è un vecchio ass:oma che dice: < Il pensiero precede l'azione e la de,ernti.1a •· Ebbene quail possono essere i pensieri dei miseri e deg'i sfruttati di fronte a questo triste spettacolo di sociale disuguaglianza? E' impossibile, - e non sarebbe neppure umano - che costoro non senta.10 vibrare net loro animo un sentimento di sdegno per tanta ingiustizia di cui sono vittime e il fermo proposito di porvi fi;te. Da tali pensieri più che dalla propaganda socialista, scaturisce inevitabilmente, razione. quell'azione che si chiama !otta di classe che inevitabilmente si esplica anche colla ,·iolenza. Sappiamo bene che la borghes1a giustifica la presente sua costituzio.1e sociale, che di questa iniGua disuguaglianza ne è la causa, coll'asserire che tutto ciò è conforme a giustizia perchè c<>- stiruisce il legittimo riconoscimen'.o dei meriti e de'le capa<:ità dei sin&o!i: ma sappiamo altrettanto bene. che questa asserzione è una gra.,de e patente menzogna con,·enzionale ed un iniquo privilegio. AbWamo il dirilio di dire ch'è u.,a menzogna l"asserzione che I privilegi sociali della borghesia costituiscono il legittimo riconoscimento delle capacità dei singoli, perchè sappiamo che molti degli odierni privi'egiati SQno tali, non perchè siano pri\'ilegiati d' ingegno, ma u:1icamente perchè sono privilegiati !jli mezz;, perchè hanno avuto la fortuna di esser nati ricchi. Ma a tutti costoro noi neghiamo Il diritto c!i guardare dall'alto in basso la grande massa esctusa dalla co!tura, e neghiamo loro a:1che l'a'tro diritto, quello di asserire che l'ordine attuale che s:incisce questo priv:legio deve durare in eterno: · come neg-hiamo a tutti gli organi borghesi il diritto dl predicare ai lavoratori una maggiore produ~ione e una maggiore economia. SOLITARIO. =- I repubIi e an i per I arep u b b I i ~a " Pagine Ira.liane• due se:t!ma.,e or sono, pubblicava al posto d'onore de l'articolo dì fondo, il manifesto che i socia!-trasionn:stl, ed I repubbUcani dl sua maestà, tipo Comandini, Mazzolani e Compagni, hanno 1a.1ciato al popolo !tallano In risposta alle deliberazioni ed agli atteggiamenti del Partito Socialista. Qualcuno di noi che In gioventù militò non passivamen:e ael Partito repubblicano ba sempre creduto che g'i scopi, le asp:razioni, la tattica. l'azione di quel Partito, che ceno ha delle tradizioni gloriose, fossero tutte rivolte a rendere realtà le vecchie_, rr.elanconie dei gloriosi trapassati: pr~sori e militi della s.essa idea, che si adoperarono per smonarchizzare l' Italia, scoronare '.a dinastia dei Savoia. Noi abbiamo creduto che t repubblicani che si adunarono a Foql a·,rebbero saputo rammentare la storia d'Italia, che si sarebbero ricordati che il loro grande maestro G. Mazzini fu dannato a vivere la v1ta deJ'esule fino al giorno della Sua morte, e che la Casa Sabauda che regge e i0verna le cose d' lta'ia, si macchiò due volte del delitto, di aver condannato a morte li grande dormiente di Staglie.101 Come abbiamo creduto noi, cosi hanno pen- · sato anche i repubblicani de I' e Iniziativa •, l'organo centrale del Partito Repubblicano, che proprio r 11 Aprilt u_ s. polemizzando co.1 Mazzolaru. scrivevano: • Ida che cosa pretende, ron. ·Mazzolanl, elle mettiamo la lucerna de, carabiniere· e sostanziamo iJ nostro disse11socaricando i socialisti colle mitragliatrici in ddesa della monarchia•? E per mostrare agli ermairoditi del giornale di Rodio che in ltaUa, dei repubblicani onesti, int.elllgentl che non... dondolano, ve :te sono molti, togliamo dal c. Giornale de1 Mattino• - titolo compreso - la seguente corrispon'denza: I. repubbllcttui ui Aucuuu per uu 1uot.o rivulu&iuuurlo. ANCONA, 9 sera. - La Sezione Repubblicana di A.icona, riUJùta in numerosissima assemblea, esaml'nato l! manifesto lanciato al paese dal Contitato Centrale del P. R. I. insieme all'Unior,e ociallsta ltaJiana, dopo elevata ed animata discussione che si protrasse sin verso la mez.zanotte, ha del,bera!o Il segue.1te Ordine del Giorno: e La Sezi~rie del Partito Repubblicano dl Ancona, riunita in Assemblea la sera de! 7 Aprile, dopo letto e commentato li proclama del Partito, lanciato unitame,1te alla Unione Socialista ltal.a.,a, convinta che sarà vano qualunque ammonimento alle attua'! istituzioni afiinchè queste cedano il potere al Popolo, ritiene che la rivoluzione sia il solo mezzo atto al raggiungimenio del:e ideali,à repubblicane, delibera quindi di promuovere ed incoraggiare, se.iza esitazione e senza pregiudizi, i! movimento inteso ad ottenere il trionfo completo della repubblica sociale•· Alla buon'ora! Ecco degli onesti repubblicani che si rifiutano di iare da gendarmi a Casa Savoia! Peril nostro"Avvenire,, I compagni aHeztonatl al nostro organo d battaglia orocurino, durante i comlz~ I cortei, le riunioni del Primo Maggio, di indire sOttoscrizioni a favore deJ giornale ct1e è solo a difendere gli interessi dei lavoratori e non disoone de1 proveutj seitreU dea ~otrabbande intel'~Qll.

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