________________________________ A_B_B_A_S_SO_I_L_F_,\_S_C_IS_M_O _ _ ;___________________ _ TRAGICO BILANCIO Facciamo eco anche noi (una vo!- ta tanto!...) al coro di elogi d1e l:1 stampa lricolorala eleva _f.'iornal· rr,enle (guai~ se non fosse cos;; chi paga vuol essere ben servilo) ai lumi napo'eon;'ci del grrrrande Mussolin:. E, per una volta tanto, ricordiamo anche noi (non bisogna poi e~~ere del tullo ingrati!) i meravigiiosi effetti della politica goYern:it.vJ fasdsta. Dando agli scherzi e ven1,,11•t• at sodo. Per noi proletari il fascism11 tr>l le altre cose, ci ha portalo: 1) la riduzione del salari (pe1 alcune categorie la. riduz·.one arriv:1 persino 3:150%); 2) l'aumento (per legge) delle 0re di lavoro da S a 9; 3) la scomparsa dei m:gLiorantenti di carattere economico-mora, 1c che le organizzazioni rosse avevano saputo strappare agli industriali; 4) l'abolizione ~lle Commis:,ioni Interne; -5) centinaia di m=gliala di disoc1.·upatì; 6) aumento fantastico de\ c0~·to della vita; 7) la più ampia libertà ai pad:-01•.1 <li casa di aumentare ili =anitalamen te gli affitti; 8) scioglimento de.'le organ 1zt,..,- lioni econonùche di classe; 9) scioglimento dei. partili d'avanguardia proletari; 10) aboliz:one rdleiconsigli proviTlciali e comunali e istLtuzione di picCQ~i dittatori locali e provinc,al i (podestà e commissari slraordinar: provinciali); 11) peggioramento del sistema d1 rappresentanza nazionale a danno della classe lavoratrice; 12) destitu21ione deì rappresentant: dei partiti antifascisti; 13) enorme aumentò del}e lasse a danno rd!ella classe lavoratrice e del medio ceto; 14) pane nero; 15) Tribunale. Speciale: 16) centinaia e centinaia di assa!l'- sinati; 17) mig'iaia e m;.gliaia di conda.i1nati; 18) clistrihurione di secoli di gu !era; 19) domicilio coatlo; 20) ammoniz:one; 21) 22) ghi; pena di morte; centinaia di migliaia di 11rr9fu23) band:tismo ·du Stato (a~a,ssin'-,o Malleotti, Salvadori, Di Vagno, Spartaco, ecc.); 24) organizzaz.ione coatta (iscrizione coatta nelle Corpurazioni e nel partito s.e111Zcaontare l'obbligo fatto a lulli gl!i alunni di portare la cam1C'-,anera); 25) licenziamento in massa dei funzionari ed impiegali statati per poco entusiasmo fascista; 26) incendi, di"slruzione, occupazione delle sedi degli organismi pro- ' ctari; 27) controllo religioso nelle ~uole; ~~ dominio finanziario slran·ero; pericolo di guerra. Ecco brevemente per noi prolelari i1 bilancio dell'éra fascista. E nessuno lo può smentire. La trag;ra realtà è troppo ,•\ 1a nel popolo· il~- liano perchè sii osi negarne la ver:- dlicilà. Fascismo, per noi lavoratori significa miseria, oppressione, defnquenza ],egale ed illegale, degradaz.ione sooiale. Tullo un popolo oppresso, lorlu rato, è testimonio imp 1acabi'Je di questa verità. Il fasci.simo oggi ha paura delle sue stesse v·,olenze. Se non, fosse così perchè i.• fascism~ pcrfezion:a ed aumenta i ~,uot mezzi di oppress:one se non fosse per fr~- nare l'onda di indignazione e di r:- volla che cova sei popo 1o tormentato? Rpeto, la borghesia ha paura. Oggi essa, organizzatr•ce e finanziatr!ce del fasc:smo, teme Je conseguenze ,d,el,'e s.ue azioni sangt~inarie. Ed ha ragione. . Il proletariato nell'ora della nsco~sa non farà alcuna disl"!n.r.·one tra fascis.mo, borghes,ia e mona1·- ch\l. Per 1Lti non es.isle a1cuna diITercn~'l tra queste tre forme eslerio~-i di dominazione capita! :s,ta: Il nem - co è uno solo: il capitalismo, ra.p,'.l· ce, brutale, egoista, assassino e violento. Lo scopo deVa ballagl:ra è pltre uno solo: l'emancipazione del pro!elar· ato da!Ja sch~avilù borghese e la instaurazione di una sooietà in cui sarà abo'ito lo sfruttameuto dell'uomo sull'uomo. EUGENIO FRANCIA. La • • cr1s1 del fascismo Non solamente la stampa prol.ela.- i-ia e una parte della stampa bor'- ghese internazionale, ma persino daPe righe della stampa fascisLizVlta si rilevano i segni del'.l'acula crisi econom=ca in cuj si dibatte l'Italia fascista. Centinaia e eenlinaia <li migl;ai~ di disocc1~pati; mancanza di denaro liquido; esportazione ridotta; tmpos-- !'.ibi1ità di sostenere la concoi-rc117.a colle ind11strie straniere; perdita di vecahi mercati; valuta deprezzala; impossibilità di acquisto id'ella popolazione indigena; impossibiJlità d'inviare i diooccupati ai'l'ei.tero; coutro'lo finanziario straniero su quc1s• tutte le attività del paese; dimimtzione della forza morale del pae,;e nei consessi internaziona~i: ec,:o. succintamente, le d"f-fìcoltà nelle quali si trova il fascismo oggigiorno, senza conta.re il grande malcontm1to che regna in quasi tutte le c!as~i 5ociali contro ~l part"fo dominante Il fascismo, che non ha aie.una teoria fil<Y-S'oftca; il fascismo che basa la sua forza sull'oppressione dPl proletariato: il fascismo eh.e non è-'. che un'e:,pre~sionc politica-reaz:onaria della e.lasse ca.pita.'istica; il f:1scismo non sa e non può risolveìP la crisi che lo attanaglia. Es:oo !;j di-• mena nel g=nepraio senza trovai e J:i. Yia d'uscita. Sì, ne ha trovalo una: ha aurncnlato il contingente de 1 poliziotti, dei carabinieri e della milizia. Quale esempio d' impoten.za ! Esasperalo per i suoi insu?Cessi in tutti _i _c~~p:, viste fallite, pnma ancora di m1ziarle tulle le sue annuncia.te imer~se n~poleoniche, diviene furibondçi. Il fascismo ::,.;trova in uni l2hir111lo dal quale non: sa come uSdirne. _ Impaurito vi corre in, lungo e !11 largo ballendo la tesla a deg.lra eci a sinistra. Egli, che ha nelle mani tu1 to il meccanismo statale, percepì,;cc che qualche cos'a di. nuovo si _agita nel silenzioso inferno qrella peniso.a. Eali ,·ede eh.e il terribile dormiente - 0 il proletarialo italiano - a poco a poco si wcglia e si sla prepa~anùu silenzfosamente e con entusra.smo la propria liberazione. Il fascismo è spaventalo, ma che può fare? Mussolini stesso in un discorso tenuto al Senato, confessava che la perifer:a non era stat3: co_nqu·stala. Ma come, questa penfcr:a, vale a dire il proletarfalo, malgrado tutte 1e minaccie jmmaginabili e ùopo cinque ìu.nghi anni di lormené,.; fascista, non è stato ancora conquistato? E' questa periferfa, sig. Mu.ssolini, che, silenziosamenle, come un vulcano, senza manifestare i srgrii deU.t si.oura e.Tllll~one si sta pre: parando per pu1··:ficare l'Italia da.Ila peste che da cinque anni la tcrmenta. Persino il medio celo, che, iu un primo tempo, a.vern simpatizzato col movimento fasc:sta, a poco a poco se ne allontana. Non solu la pici::.-oh borghes;a oppressa Ida infinite iasse, ma pers.ino il olero proletario (il clero di campagna) manifesta il suo anlifa5icismo. Come salvarsii? Ecco il lerrihile dilemma. IL domicwio Goalto non basta. Le prigioni sono piene. Il manganei11o è insufficiente e la mil;zia non arriva a lutto: che fare? Le dere dirigenti pensano che una. v;:.1 d'uscita potrebbe essere la guerra; ma contro chi? Contro la Francia'! E' poco igienico. Contro la Turchia, la Jugoslavia? Impossibile. I musi allampanati deJ mondo finanziario londinese non ne vogliono sa.pere. Grattacapi nei Balcan~ l'Inghilterra non ne ,·uol avere. Non si sa mai l Sono così vicin;i a1la Russiia!... Ma l'Italia fu l'unica potenza che ha a:utato l'Inghilterra neUa mo lolla contro i,1 movimento d' indipendenza cinese ! Londra se ne frega. L'Italia, la grrrrande Italia. fa3c1sta, ,cl!eveaccontenla.rsi dell'amiciz1:, platonica de11a. grande 'Albione . .Ma e poi, se si fa la guerra, i 300.L)fJ:1 uomini della milizia non bastano, (chissà se in questo caso sareblwro tanto coraggiosi come lo sono ~!ali contro il pro 1eta.rialo italiar10 jn 1() contro 1). Bisognerà armare anche gli altrf. Chi gli altri? Ma, perbacco, quelli che non sono fa.scisti! Ah, no! quelli no!!! C'è troppo pei-icolo, Non ~i sa ma· l Chissà quale uso farebbero del f1;1cile e degli altri arnesi guer resch1 che verrebbero loro COJL'>egnati. Ma allora come si riso 1ve1·;\ la crisi? Ecco la risposta: La crisi, penserà il prnlela.r:ato ilaliano a risoh·erla. E 1a 1·1soh·erà tenendo conto del proprio interesse. La 1·i$olverà radicaJmenle dislrug~ gendo la soc:età_ che l'ha provocala. VIOLA VIRGILIO. U.STICA L'opi.m-one pubblica internazionale che si è commossa ed agitala per ,a sorte dei prigionieri politici nei campi cLiconcentramento ungher~i, che ha protestalo con energia - e qualch2 v0lta con successo - contro gli orron: delle galere bulgare e rumene, non cono~ce ancora a sufficienza le infamie del confino po/itico italiano. Altrimenti non si spiiegherebbero J'indi::rferenza\ e il siJenzio che tult' ora circondano la sorte cl.i oltre \ITlille ci-tla,dini i.talia,ni a,l::bandonati su un patio di scogli del Mediterraneo alle torture ed allo sp'rito di rappresaglia Scogli pr.i.vi d'acqua e di vegetazione, bruciati dal sole d'Africa e percossi dai venti del Mediterraneo, 11ivestiti di poveri ab"turi di pescatori e di coalli, accolgono oggi i! fior fiore dell'rintelligenza, della cultura, del disinteresse, della devozione al l'Idea. 'Sono uomini di studi"o, professionisti, organizzatori rimasti fedeli alla propria missi.one, deputati spogliali: dal mandalo conferilo da~li elettori, giovani operai audaci ed ardenti di fede, oondannat: a condurre laggiù una vita orriibile sia dal punto di Yista fisico che morale. Libe•tà alle vltti.me del :f'asclsmo Un gruppo di confinati polftlcl lo un'Jsoht : Altro gruppo di confi.uatl polltlcl I .. Un gruppo di a'eportu/i. Da s;nistra a desira: Urbir.ati (massimalista); corr.-n. Bacchetti, segretario generale della Massoneria; Giuseppe Massarenli; Avv. Bruno (repubblicano); on. Sbarag/ini (soc. unitario). dei peg~iori aguzzini del regime fasci- , _ L~ ~ele, _le_malatt!e i~fe~tive, i morsi sta. ctegh insetti, 1 dormrtori ripugnanti ed Il fascismo profitta di tale silenzio e antigienici minano la res:slcnza fisica se ne sente incoraruf ato per rincrudire <lei noslr.i compagni. La promiscuità con la persecuzione e sfogare la propria li- i delinquenti comuni, I ozio forzalo, lo bidine di violenza sui co~pi macerali e isolamento del mondo, la mancanza di sulle fedi indom·le dei compagni mera- notizie delle fam:.glie. le umil"azioni, le vigliosi ohe nelle Isole del!a relegazio- provocazioni co,1linue, le punizioni inne s:.mboleggiano lu:to i! martirio del giuste, ei:asperano · loro animi. nostro popolo. I Una cer.sura po!;[ab amplacabile che Agitare il probiema, ·mporlo a!l'at- fru~~ anc_he tr~ l_ep:e~he dei più i~timi tenzione ed alla cosc;e_nza delle orga-1 sen,nnenlt fam1gl1~11.t'ie:ne segreg~t'. ~al nizzazioni operaie e dz~l,i s.piriti lilnr' r~sto d:l rn.sond~,_an_halia ~• ?assi_ :stindi lutto il mondo, è compilo nostro - il ti _d~gu a.,.uz~m1, 1 nostri mfalic, ed p11mo ed il più urgente - di noi em1- ero.ci ~ompagn1._ _ grati politic•. A distanza ck tem~o. per le vie più Ustica e Lipari: correre ,il mondo rivoli.a morale! imprevedute, con i più ·ngegnosi e pericolo!;i sistemi, giunge di laggiù talvoldu?. nomi che debbono ta un grido di clo'c-rc, t1!1a lugubre noe suscitarvi sdegno e I tizia. , Ic1i e1a A:;,toi,io Povero, collo da febs·bliotecaGino Bianco E LIPARI bri infettive per l'acqua malsana e morto !Per mancanze di cure, i;ul duro giaciglio <li terra. zogna infame: chiedo protezione pere~ i politici mi perseguitano. Intanto i militi fascisti, i carabinieri, le guar,die, ordònaivano ai nostri compagni di rientrare nei caimeron.i, mentre lenla, lugubre la tromba squillava per Poi l'annuncio dell'assassinio di' Spartaco Stagnetb:I, il giovane idealista anarchico che lascia insieme a,I ricordo d'una vita esemplaire per altruismo e generosità, la moglie e selle bambini ... due volte le note dell'allanne faseisla seguito dalla ritirata. Oggi è l'iinvocazione cLi un gruqpo di confinati giunta alla «Libertà» di Parigi: Il fatto per Sè stesso à un valore relativ,o. Un volgare fatto di cronaca. Ne furono uccisi) lanti in questa male.letta isoletta sperduta ,in mezzo al mare, antico covo di pirati e di corsari, ohe l'assassinio non è che una pallottola nera nel gran rosario dei morti. Ieru la co-- sidetta anticamera dell'infermeria fu trasformala in cappella ardente, ove furono raooolti tutti: i pochi fiori di que- .sta isola brulla e ove tutti i confmati rivolsero ad WlO ad uno il ,loro mesto saluto. « Siamo tin una situai!ione tragica, siamo trattali peggio delle bestie- peggio dei delinquenti criminali, peggio, assai peggio dei prigionieri di guerra. Chriediamo che il mondo civile elevi la sua altissima protesta contro il trattamento indegno che ci viene riservalo. Chiediamo l'intervento della Società delle Na. zioni e della Croce Rossa internazionale, almeno di qualche società inglese di protezione degli animali!». Aippello disper,alo ma ingenuo! P,rigionieri di guerra, 6nfatti, essi sono, ma di una guerra che non ha fronte, che non ha regole, che nOill ha Croce Rossa, che non ha codici internaziona•Li: la guerra spietata dei potenti e dei privdlegiati contro i vinti della dominazione e del privilegio! E' d,i ienÌ! W1a circolare uffici3ile del Ministero degli Interni nelle quale sii richiama l'attenzione dei Prefetti sulla faciUtà con la quale i medik:i rilasciano al confinati ,dei cer#ficati di malattia! «I Prefetti debbano esigere - dice la circolare - che tali cer~licati non siano rilasciali che in casi gravissimi•. Ai moribondi, -dunque! Dal tetro 'Carcere ~ P~ermo, anime indurite di carcerieri, im,pietosite dallo strazio, han fatto giungere noti1>ie raccapriclanti: i confiinati malati, tr:i.nsita.nti in quella prigione, in luogo di essere . ricoverati all'infernneria, dietro ri-gorooi ordini superiori, vengono gettati, incatenati, nelle più sozze insalubri e tetre celle del reclusorio. Ad Ustica un subdolo ma coslante lavorio di ~gazione sui duecento coatti per rea.ti comuni - operato da.Ile autorità fasciste dell'fo;ola - ha raggiunto lo scopo di scatenare i ciechi e bassi islinlii antisociaJi dii questi poveri rifiuti umani contro i confinati politici. Si è giunti aid. armar,lii ed a garantire dell'impunità degLi atti crimina•li commessi in danno dei nostri compagni.! Ustica e Llparil Musei del nuovo riccatto •per l'Italia di ci.omani. Luoghi di wartirio, di eroismo e di gloaria per J'Ita•lia d'oggi che anela alla liberazione ed al rinnovamento! • • • Il mondo crvile non conosce :ippieno le infamie del fascismo: questa è l'amara verità che noi a.nHascishii italiani all"estero dobbiamo prospetta.rt_ dinanzi aJle nostre coscienze com.e il tiimprovero di una grave colpa. Noi non abbiamo compiuto tutto >il nostro dovere ~e 11 mondo - quello de.i lavoratori, quello degli spiriti md.ipendenti di fronte ai ricchi ed aijJ potenti - non freme ancor:\ del marlir.:oo dei figli migliori del nostro paese. Giorr,i or sono un fremito d'ind>i.gnaz:one e di passione scuoteva l'umaniià per la sorte di due oscuri martiri della battagl,·,a antioa.p:italistica. Le loro sofiei·cn7e desc1 itte, agitate hanno fatto p~r più (.iorni v'brare gli uomini degni di r-uesto no:ne da Parigi a Tokio, da Stoccolma a Belgrado. L'es,:to sfortunato della prole.sta non ne diminuisce il valc,re: l't:.manità, si è per un attimo sentita migliore ed i l'°ermi dell"indignazione non sono andati perduti se nella stessa America fruttifcano sintomi di r,,sveglio e di ripresa proletaria. Il martirio dei compagni confinati italiani deve suscitare nel mondo uno identico slancio collettivo d:i protesta e d I protez;:one. Il giorno in cui avremo saputo esserne caipaci, - noi profughi politici - potremo dire di avere assolto il nostro dovere e di essere sfati degni di chi con orgoglio e fermezza soffre per noi, per il comune riscatto. UGO COCCIA. -oUstica, settembre 1927. Ecco come andò che Spartaco ,Stagnetti, ex segretario della Fed. Ferr. Secondari, destinato al confino per 5 anni, alle -ore 20 di ieri l'altro, dopo avere capeggiato centinaia di dimostrazioni, affrontato serenamente chissà quante volte i pericoli dei tumulti p:-oletari, fu soppresso. Un coatto comune, certo Carpanelli Carlo di Alessandro, già reduce dalle galere per un aJtro omicid:io, sorpreso dallo Stagnetti mentre sottraeva il portafogli.o ·ad un confinato ipolitico, gli piantò diritto a polso fermo, un colpo di tn:ncetlo, che gli spaccò il cuore; Stagnelli cadde tra le braccia di alcuni confinati politici gemendo «Muoio, Muoio raccoma-ndo la mia famiglia, i m1e1 bambini, e nulla più, chè quando l<' porlarono nella lercia infermeria della colonia, nido d,i tutti i microbi, negazione di ogni elementare norma di igiene, en1 già morto. L"assassino dopo avere rincorso un altro confinato politico, che aveva tentalo di opporsi al misfatto, si gettò di corsa giù per la scogliera, urlando parole di vendetta e di minaccia: poi s,\ coslitui alle camice nere con una menAlla s'era -dovevano aver luogo i funeraibr. Poveri funerali di gente sperduta, povera bara. ,portata, a Dllano col so• lo seguito della grande fede di questi uomini tenaci. Inveoe la direzione, oon gli• uifi.aia1i .fiascist.i, cl&mò Romita, Schilivello, Bordiga, Piermattei, Angeloni e Sorgoni e comunicò loro che i funera.Lj erano proibiti e ohe tutti i confinati dovevano ritirarsi immediatamente nei cameroni. L'uni.ca!· piazzetta d~l paese fu cosi sgombrata, ed i carahinienì e 1 militi d~vennero i !Padroni della piazza morta. La camera ardente venne anch'essa ahbandonalaJ dai c.ompagu1 che assistevano la salma e Spartaco Stagrretti rima,se oos~ solo, con la sola. compagma dei poveri fiori rossi di scog.ldo, nella sporca infermeria del confino poli-tb dell'ltalt&. risorta. Pw per tutlii la notte grandi ,pattuglie cli militi armati di moschetto, sciabola, baionetta e ~ stolai perlustravano le buie strade e vi• sitavano ad Wla ad una le abitazioni dei confinati: più sospettj. A mezzanotte ll!- pnlròno due o tre cameroni d1 coatti, fecero alzare e vestire otto di essi e li portarono uniti versi l'infermeria dove senza più la carezza degli ocdhi dei com• pagni, nel gran buii.o deJ.la notte gLtteva !Spartaco Stagnetti. Entrarono niella camera mortuaria, che si riempi del luccicore di tutt-e le baionette, poi lo rin• chiusero nella cassa. I coatti, casacca color mattone a ist.risoie vi~la, la presero in mezzo ed il corteo si mosse nel silenzio della notte, fra i vico1i neri e sudio.r del paese, fin giù verso la maooa. verso ~li scogli, nella notte immagini grottesche di -diivinità fantastiche - nel p,'ocolo cimitero, dove l'aspettava la fossa nel recinto dei coatti vicino a quella degli arabi: creature wnane morte lootane senza il sorriso di un bimbo, senza la carezza di una donna, viandanti della tempesta, n'aJUfraghi_di tutte le lotte, eroi di tutbi fu .sacrifici, anime che sentirc,no tutti gli sconforti. lii corteo dei monatti color ma~tone, er,a preceduto da trenta m,liti rumat,i, seguito dal d~~ttore della colonia, degli ufficiali deJla milizia e da altti cento rni.li:ti: di fianco uomliini con le lantem'e come una grande processione di fanlasmi Ogri tanto vicino alle caise, ai cameroni piantonati nel buio deL!a notte, uno• se.atto, quattro talloni che si irr.igiidiscono, due moschetti che scattano. Poi più nulla. Ma mentre vi .scrivo un silenzio più silenzi,oso d1 queLio ord1inato dalla tromba ricombe sul paese. I confinati politici commemorano a modo loro, nei grandi e piooli ca.meroni della colonia il loro morto. Come rispondendo ad una parola d'ordine nessuno esce di casa per ventiquattro ore. I cara.binieri, le guardr.e, i militi si guardano m giro impotenti stringendo il c.111.ciodella. rivoltella. Ma tutto tace. Questi fatti non sono però che atntomi chiari di una siituazi.one preveduta da lutti i confinati, segnalata in lunghi me• moriali al ministero dell'Jntemo, ai funzionari cli] P. S. venuti da Rom:a, al prefetto di Palermo nonchè alla Direzione deUa colonia di Usbi<:a. Malgrado le asskurazi.oni del Duoe-, malgrado una certa circolare a firma Sua.rdo, qui non si è trattati materialmente e moralmente in modo d~verso dei coatti comuni. Se qualche volta vi sono differenze di forma qu1::sta è dovuta natura,lmente al contegno e alla figura dei .confinati che si distinguono in tutto e per tutto da quella dei coatti. Anzi iper molte ragioni il coatto ha agevolazione negate al politiC•): la corrispondenza tanto in partenza ohe ùn arrivo per i comuni, è libera), mentre per noi è sottoposta ad una duplice censura, quella della Direzione dell,a colon:a nel modo ~ nella forma la p\ù odJi.os3 1 e quella delle questure focali, che co~ trollano tutta la corrispondenza colpendo chiunque ha ra,pport& con noi: il coatto comune usufrui~ della c.osiddetta sconsegna, che gli permette oltre il lavoro la più ampia libertà di orario e di li.mite, mentre al confinato è impedito allontanarsi dal ristretto cerchio segnate, dallt: poche case del paese e di farsi trovare fuori dal camerone poch,;_minuti dopo le 21, che saramno le 20 fra pochi giorni e le 19 fin dal Lo ottohn:. Al coatto comune nessuna ingiuria venne ma,j rivolta mentre ai politici si fanno sovente udire canzoni e stornelli ingiuriosi alle loro com.pagne ed alle f;. gure ed alla memoria dei loro Martiri. Di più è un ver,o e proprio piane !'ab-
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