--- 10-1 - -- E nella gelida notte di San Silvestro, sopra. il gemito di Lazzaro, sopra il giubilo di Epulone , le campane si chiamano, s'invocano, rispondono, cantando la preghiera de' dolenti, inalzando l'inno della vita. gettando nell'aria il rintocco memore su quello che è morto, lo squillo auguroso sn quello che è nato. Qualche cosa, infatti , muore ; qualche cosa ancora rinasce. ETTORE CICCOTTI. LA FESTA DELLA PATRIA La disC;ussione, priuc1p1ata quasi alla partenza del treno, seguitaYa da un pezzo, nè accennava a finire. - No, ne,; lor socialisti hanno torto e le sue r!lgioni non mi persuadono punto. Il Yenti Settembre è la festa di tutti , pernhè de,' esser comune a ogni cittadino il sentimento della patria. Della patria? Di r1uale . in grazia? ~ Lei scherza ! - O dica lei, eome può essere conrnnione di sentimenti tra l'umile la,oratorn e il superbo milionario. Dica, in coscienza. se non è un insulto parlare di patria all'operaio, fatto schia,o dal bisogno e cacC;iato dalla fabbrica a capriccio del padrone. al contadino, a eui la malaria insidia la vita, e al piccolo proprietario, il quale, con lo schianto dell'anima. si ,éde portato ,ia il campicello, meschina eredità paterna. e sola patria eh' ei conosces e. Ah. signore mio . non ha patria chi non ha pane ! - Questo non ha C;hevedere. Loro giornni banno la testa un po· calda e corrono troppo. La di ,err,i tà nelle condizioni sociali non e' entra; non è quistion di partito. Vede? io ho i capelli brizzolati e un po' d. esperienza l'ho fatta. Le dirò dunque che, qu~ndo r Italia non era ancora nazione. i partiti c'erano for ·e più: di oggi; chi ìa rnle,a ct·un colore e chi d"un
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