Almanacco socialista per l'anno 1880

PERCHÈ SIAMO COLLETTIVISTI. 143 impiega tutte le sue forze d'essere umano al solo .:;copodi non morire di fame, e serve gli uomm1 agiati, quale oscuro e vile istrumento. E quando non può giungere a procacciarsi il necessario, quando il ricco non ha bisogno di lui, non g·li resta che morire di morte violenta, mascherata sotto una lenta agonia. L'economia politica riconosce questo fatto, e l'accetta. In quanto all'uomo istruito , che può far egli .:;enza capitale'? Un mondo si presenta alla· sua attività. Il suo genio vede dovunque cose g·randi e ntili da compiere: terre da dissodare, paludi da bonificare, nuove vie di comunicazione, processi nuovi da mettere in opera , servizì da fondare , metodi nuovi. Se ha fatto d'una scienza la sua specialità, egli sente agitarsi in lui lo spirito di ricerca, intravede tale o tal' altra scoperta. Se egli pensa, ama, spera con forza, avrà delle rivelazioni da fare, un mondo nuovo d' impressioni o di riflessi_oni da formulare per addolcire o migliorare la vita umana. l\fa è povero, sconosciuto: che può egli? Nulla. Per dissodare, bisogna comprare, occorrono uten- ;:;ili, cioè capitali. Per ogni saggio , per ogni ricerca, per ogni realizzazione è indispensabile il capitale. Dunque, egli non può nulla, e la sua capacità, come la sua volontà, come i suoi desiderii, sono ridotti all'inazione. A meno che non trovi, a forza di persuasioni, un capitalista che voglia arri- .:;chiare la sua moneta , dividendo i beneficì del1' opera. Che farà dunque quest'uomo capace e attivo ;:;enza capitale'? Se non perisce di miseria e di dolore, potrà essere un funzionario pubblico o privato, un servo della gerarchia e dell'arbitrio, e viB bi teca Gino Bianco

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