L' AVVENlRE DEI NOSTRI FIGLI. 117 clature barbare che si chiamano la geografia, pbi il racconto di régì delitti, e di orgie di papi, che si appellano sto1·ia. E come il fanciullo, anche ben dotato d'ingegno, potrà sbarazzare il cervello di tutte queste cose che gli si son fatte entrare. per forza, coll'aiuto alle volte della sferza e dei castighi'? D'altra parte, queste scuole sono esse senza schiavità, senza ore di prigionia e senza sbarre alle finestre '? Se si vuole allevare una generazione libera, si demoliscano anzitutto le prigioni chiamate collegi e licei ! Socialisti, pensiamo all'avvenire dei nostri figliuoli, ancor più che al miglioramento della nostra propria situazione! Noi stessi, non dimentichiamolo, apparteniamo più al mondo del passato che alla società futura. Per la nostra educazione , per le nostre idee, per i nostri resti di pregiudizi, siamo ancora nemici della nostra propria causa; la traccia della catena si vede ancora sul nostro collo. Ma procuriamo di salvare i fanciulli dalla triste educazione che abbiamo ricevuto noi stessi; impariamo ad allevarli in modo di svÒlgerli nella più perfetta salute fisica e morale; sappiamo farne uomini come vorremmo esserlo noi stessi. Non dimentichiamolo: l'ideale di una -società si realizza sempre. La società borg·hese attualè, rappresentata completamente dallo Stato, fece per l'educazione precisamente quello che doveva fare. Ora che fa lo Stato, dei fanciulli senza famiglia, dei quali esso è incaricato'? Lo sappiamo. Li raccoglie in ospizì in cui, mal nutriti, mal ·curati, soccombono iri grande maggioranza, poi prende i restanti per farne soldati, guardiani di prig·ioni, agenti di polizia. Ecco l'opera sua., e la società da blioteca Gino B anco
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