... l, □□□□□ o □□ oooo □□□□ a □□□□□□□ o □ o L'INNO DEI.LAVORATORI' ,Eravamo nei primi mesi del 1886. Volevamo inaugurare lo stendardo. della Lega clei F'igli clel Lavo_ro di Milano - un n1agnifico stendardo, vero capolavoro del genere, di-· \ pinto da un nostro compagno pittore di cui non. ri,cordo il nome,· con la maschia effige di un bellissimo giovane nostro compagn(!) operaio metallurgico e ri.cam,ato dalla .compagna Norma Casati - e per rendere più attraente la cerimonia avevamo deciso di far cantare da un coro un Inno che fosse la sintesi d~i propositi e delle aspirazioni del Partito Opier.aio. Avevamo tentato fra- di noi, nella povera sede di Via S. Vittore al Teatro N. 3, di combinare qualche strofa adatta, ma non eravamo poeti, benchè l'estro non ci man- .e.asse, e in una m-odesta cena di carnevale, nella vec,chia Trattoria Tresoldi in via Bocchetto, colle nostre donne .._ quelli ,che l'avevano -_·visto che i nostri strampalati tentativi non riuscivano, decidemmo di ricorrere al poeta della compagnia. • Veramente Filippo Turati, allora giovane, avvocato· e lettera,to - più letterato che avvo-cato - non· er•a della nostra compagnia,. la qua-le era tutta di veri e autentici proletari disperati, ma egli faceva parte della Lega_ Socialista Milanese ,che era il nostro vivaio intellettuale dove noi pescavamo le cognizioni e i conforti più elevati della cultura e della s,cienza e in tale qualità era da noi conosciuto, amato e stimato. Io che avevo con lui maggior dimesti.chezza di rap- . porti fraterni, fui incaricato di domandargli la fabbricazione BibliotecaGino Bi~nc~ \_ \ ..
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