- 85 - - Ma a Parma vi sono stati dei morti! Certo, vi sono stati dei morli, forse più di quel -che si crede, fra i difènsori dell'Oltretorrente e del Naviglio. Il loro numero non è ancora stato precisato. I loro nomi sono e resteranno quasi tutti ignoti. Ma altrove, dove non si oso nessuna resistenza, non si contarono forse dei morti, qualche volta in numero anche maggiore? E se ai fascisti fosse stato sgombro il passo per penetrare nell'Oltretorrente e nel Naviglio, non avrebbero mantenuto la feroce promessa di non risparmiar neppure i vecchi, le donne· e i bambi1Ìi? Che triste vergogna morire senza c~mbattere, senza neppur tentar di difendersi! Le vittoriose giornate antifasciste di 'Parma, invece furono tali che d'ognuna si puo' dire quello che fu detto di non so quale battaglia liberatrice: - La giorn.ata fu dura e sanguinosa, ma fu .pur cosi bella che anche i morti sembravano sorridere. Vi sarebbe ora da esamin~re come e perchè il proletariato parmense nell'agosto del '22, potè s6ttrarsi al- .la suggestione quasi tinivenale della saggezza passiva, che ha spianato la strada al fascismo, forse più d'ogni altro errore. · · Ma quest:;t - come direbbe Rudyard Kipling - è un'altra storia ... ALCESTE DE AMBRIS N. B. - Avr-ei dovuto. animare questo semplice racconto coi nomi de'i dirigenti e dei pa1·tecipanti più audaci alle cinque giornate antifasciste; nia - non potendo cita1·li tutti pe1· ragioni ovvie di prudenza nei loro riguardi - ho preferito tacerli tutti. Del resto il vero protagonista della 1·esistenza è stata la folla anonima, che aveva 1·it1·ovato in quelle giornate l'esaltazione e1·oicadelle grandi ore storiche. E di quella folla - nii piace 1·iconoscerlo - facevano pa1·te, con uguale animo, sindacalisti, soc'ialisti d'ogni gradazione, ' . '
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