- 84 - Ad ogni modo, l'assalto non viene. Sono quattro giorni e quattro notti di scontri sanguinosi, qualche volta lunghi e accaniti, ma nulla di più. La battaglia decisiva è stata evitata ai fascisti. Il quinto giorno, finlmente, il governo di Facta - visto che i fascisti non riuscivano nella loro impresa - affida al Comando militare l'incarico di ristabilire l'ordine. Il colonnello Simondetti investito del difficile compito, s'abbocca con le due parti: L'Oltretorrente e il Naviglio'fanno sapere al colonnello, per mezzo del segretario della Vecchia Camera del Lavoro, inviato come plenipotenziario, che disarmeranno soltanto quando i fascisti saranno partiti dalla provincia. Il colonnello - raro esempio d'intelligenza e di cuore - saluta « i legittimi difensori del proprio onore » ed accetta il patto. I fascisti sgombreranno Parma e il parmense sotto la garanz}a e _il controllo delle forze militari. La cosa riesce tanto più facile e sollecita in quanto i fascisti non domandano di meglio. L'ordine di partire, per loro, è la liberazione, la scusa segretamente invocata per mascherare Pumiliante sconfitta. _ Alle 20 del 7 agosto non si vede più una camicia nera. I soldati entrano nell'Oltretorrente e nel Naviglio, non come conquistatori, ma come amici, accolti fraternamente. La lotta è finita e il Comando della difesa proletaria ne dà l'annunzio con un bollettino che è uno squillo di vittoria. IX. Cosi il semplice istintivo eroismo popolare trionf 6 a Parma nelle memorabili giornate dell'Agosto f922. Trionf 6, non soltanto contro i ventimila fascisti concentrati in armi per vincere i quartieri ribelli, ma anche contro la saggezza eunuca, che aveva dato la parola d'ordine di _lasciar libero il passo all'orda sanguinaria, << per evitare il peggio ».
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