Almanacco del Partito socialista italiano - 1931

• - 80 - Difatti, durante la notte e sul far del mattino successivo, affluiscono a Parma colonne di camions carichi di fascisti, venienti da Piacenza, da Spezia, da Cremona, da Carpi, da Bologna, da Modena, ecc. I giornali fascisti annunciano che << a Parma si sono concentrate ventimila camicie· nere ». Il generalissimo Balbo riprende coraggio e, passando in rivista tutti quei prodi, proclama: << Prima di domenica, ventimila camicie nere soffocheranno nel sangue l'orgoglio idiota della marmaglia ... ». Ma il generalissimo vorrebbe le cose fatte proprio per beni~o, e perci6 tempesta in prefettura chiedendo con alte strida che le barricate dell'Oltretorrente e del Naviglio siano distrutte dalla truppa. Dietro la truppD, gli eroi fascisti avrebbero poi mostrato il loro caval- . leresco valore scannando i vecchi, le donne e i fanciulli, come avevano promesso. In prefe.tfora nicchiano, sapendo che cosa vorrebbe dire cacciar~i nel ginepraio dei « borghi » stretti e tortuosi, difesi da un popolo deciso. a non cedere. In breve, mandano Balbo a farsi benedire, suggerendogli che - avendo egli ormai più di ventimila fascisti adunati - pu6 benissimo tentare il colpo da solo. Il generalissimo rimane assa-i male -e torna a grattarsi la pera. Pure bisogna fare qualche cosa, per 110n .: perdere la faccia » come un cinese qualsiasi. Il 4 agosto è giornata di battaglia, in città e in provincia. I fascisti pensano di rifarsi facilmente su qualche paesetto; ma trovano pane per i loro denti, specialmente a Sala Baganza, dove - dopo un giorno e una notte d'asprissima lotta - devono ritirarsi con undici morti. In città le cose vanno ancor peggio, per i fascisti. Le opere difensive dell'Oltretorrente e del Naviglio risultano costruite con perizia, da gente che conosce l'arte della guerra, per averla fatta durante quaranta mesi, e non soltanto 38 giorni come l\Iusso-

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