- 76 - I saggi, le cui spalle si curvano grame sotto ogni responsabilità, esiterebbero tremando. Per fortuna, non vi sono di codesti saggi, la notte dal 2 al 3 agosto 1922, nell'Oltretorrente di Parma. Perci6 lo spontaneo eroismo popolare pu6 disfrenarsi senza pastoie. Si corre alle campane e nella notte tragica va la furia del rintocco. I dormiglioni vengono svegliati dagli spari ammonitori dei fucili. I campanili si popolano di vedette armate. Dalle chiese escono i banchi e i confessionali, dalle rimesse i carri, dalle osterie i tavoli, si disselciano le strade. Le barricate sorgono quasi per incanto, i fili del telefono e del telegrafo sono accuratamente tagliati ovunque. Non resta un solo lampione acceso dell'illuminazione pubblica. Due ore sono bastate a questa sommaria organizzazione difensiva. Più tardi essa sarà perfezionata dai comandi dei Legionari Corridoniani e degli Arditi del Popolo, che ga- .reggiano d'attività, in fraterno accordo: Sono scavate trincee, disposti reticolati di fil di ferro spinato, completato il sistema delle vedette e degli avamposti, st::i.- bilite le squadre di collegamento, diviso il compito in modo da evitare attriti e sperperi di forze. La difesa dell'Oltrètorrente è perci6 ripartita in due settori, uno a Nord affidato ai Legionari Corridoniani, l'altro a Sud agli Arditi del Popolo. Le non numerose forze legali sono paralizzate senza gràvi difficoltà: Il Commissario di P.S. leva il tacco ed al Commissariato s'insediano i ribelli. Le guardie regie e i carabinieri si barricano nelle loro caserme, dichiarando che resteranno neutrali purchè li si lasci tranquilli. Cosi si promette, ma tutti quelli incontrati fuori della caserma, compresi i soldati dell'esercito, vengono disarmati e tenuti prigionieri. N1entre l'organizzazione difensiva dell'Oltretorrente si va cosi completando, l'iniziativa di alcuni Arditi del
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