- 73 voro porge l'occasione tanto attesa per lo scatenamento contro Parma dell'orda fascista. • In città e nella provincia, lo sciopero g.enerale riesce - come sempre - completissimo, assumendo subito carattere violento perch~ le squadre fasciste fanno la loro apparizione nei paesi, dove trovano pero la consueta resistenza: a San Secondo, a Felino, a Sala Baganza, si combatte per le strade. In città, invece, i fascisti non si fidano ancora': tentano d'occupare alcuni punti strategici; ma sono tosto scoperti e cacciati. Azzardano qualche incursione notturna nell'Oltretorrente, ma sono respinti a fucilate. Perci6 credono più prudente di riservarsi, malgrado la protezione della forza pubblica, mobilitata contro gli operai. Passano cosi i tre giorni dello sciopero generale in una situazione molto tesa, d'ansia vigilante; ma non ancora giorni tragici, o almeno non gran che più tragici degli altri giorni, quali si passano da parecchi mesi. Nel pomeriggio del 2 agosto giunge l'ordine di cessazione dello sciopero; ma il Comitato Locale del1'Alleanza del Lavoro rifiuta unanime di ottemperare all'ordine, se il prefetto non fa prima sgombrare Parma delle squadre fasciste forestiere, che si sono venute concentrando nei tre giorni precedenti. Il prefetto non dà sufficienti garanzie, -e allora un comizio immenso adunato alla Vecchia Camera del Lavoro proclama la continuazione dello sciopero generale, << per permettere ai lavoratori di difendere le loro case e le loro famiglie dalle eventuali violenze fasciste ». Il prefetto, visti i popolani risoluti a difendersi, promette solennemente il disarmo e la partenza deIJe squadre fasciste. Promessa vana! Alle due dopo mezzanotte nessuna squadra era ancora partita e invecè .arrivavano dei camions- carichi di camicie nere, menI
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