Almanacco del Partito socialista italiano - 1931

-HMa ritorniamo al Convegno. Ricordo che a un certo mo• mento si presento alla tribuna un giovane magro, agile, elegante, che pronunzio un breve discorso, conciso, incisivo, un po' aspro di tono e di argomenti. Incuriosito, domandai ad un compagno che mi sedeva accanto, il nome dell'oratore. - Il compagno Matteotti - mi fu risposto. Matteotti! Quel nome,· quasi oscuro in quel tempo, doveva rifulgere qualche anno appresso sotto la doppia aureola dell'eroismo e del martirio. * Stringemmo amicizia a Roma nel '19, dopo le famose, o. famigerate, elezioni che inviarono alla Camera un ~ gruppo di 156 deputati votato alla sterilità e all'impo• r tell.7:a. Un'amicizia che non divento mai intima, ma che : .fu senza nubi e resto sempre cordiale, anche attraverso . le divisioni e le ire di parte. Cio che mi piaceva in Gia- • corno Mattèotti, più ancora della sua bella intelligenza, ~ erano qùelle doti, apparentemente secondarie, e che ogni ~ buon politicante -si-mette oggi, e con disinvoltura, sotto ..i piedi, ·vale- a dire la modestia, la buonafede e la com- - petenza. Non· certo a Matteotti si sarebbe potuto applicare l'ironica apostrofe di Maria von Ebner-Lehrlinge: « Allievi timidi non ce ne sono più; ci sono soltanto dei maestri timidi! » Niente facilonismo, come niente di cattedratico in lui . . Egli studiava con metodo, con ardore; nulla lasciava al cas,o dell'improvvisazione. Matteotti dovette sopratutto a questa sua seria ed onesta preparazione in ogni campo della sua attività, se in breve volger di tempo egli fu considerato alla Camera come una delle individualità più ·. in vista e più apprezzate. Orato~·e chiaro, preciso e docu- •mentato egli seppe farsi ascoltare, come seppe imporre « troppo » spesso silenzio agli avversari, cio che -gli valse odi e rancori, mai sopiti.

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