- 245 ·_ La compaTsa di questi automi terribili, il geLLiLodel loro fuoco mici.d"iale, spargevano il terrore fra gli esse1"i cl1e aYe,·ano osato alzare '.il pugno ed impriecare, costringendoli nel inginoc0hiar&i ·e a d.icJJjararsi vinti. . ·Se inzveoe 1i1 gest0 di -:minaccia era stato fatto quando .gli nttri eran lontani, e la protesta era stata somrnes:-;a, allorn sopraggiungeva un essere vestito in foggia strana, nè uomo nè donna, che pronunziava parole incom:Prensibili le quali, unite a gesti insoliti, inoombevano rispetto e paura negli intellet,ti e nelle azioni sempUci. Costui cosi' pa1·- la">1a: « Jì>erohèimprrecate? La vostra imprecazione è Tihdlio,nc alla sorte che iiddio v'·ba serbata; se a voi toccaro110 •le spinP e ad altri le riose, questo ,è seoondo la volontà delr onn iJJOtc.nlissimo Iòdio. Perchè dopo la morte ,voi andrete per l'eternità d'ra i fiori; e gli altri. se non pag'he1·anno l'ing1,esso ,del paradiso .a prezzo di buone opere o di danaro ahbondante, andranno tra le spi'lle dell'inferno per l'eternità. » Che cosa è mai la vita su questa tena, di fronte all'eternità? .S0ffrit,e dunque cou rassegm:azione tutte le sofforenze di queste viaggio breve, per giungere. al g0dimento eterno. E ringraziate Iddio che tale sorte vi ha preparalo provandovi oggi con la puntura delle spine. E rirMdale che se ancora irnprecherelP alla sorte a,::.,::.rgnaLa,,di al buon b10, questi nella sua onnip@t.enza. s.i vendioherà d:umanclovi alle .pene e.l.ea:nedell'inferno ». E gH imprecanti, abbag;lti-alidalla visione cli tanta onnipotenza, affascinati dal pensi ero cli un godimento eterno, terrorizzati daJla immagine dellp ililesorahi.li pene dell'inferno, 1-iabbassavano il pugno, si inginocchiavarn.J, si davano vinl i baciando la terra. e tornavano rassegnati alle loro spine. la miseria. la fatica ,l'ignoranza. J vincitori. in"- sieme all'essere WBlilo in foggia strana tra uomo e donna, che aveva compiuto il pr::,~;gio. tornavano tranquilli a godare il profumo· 'é!o:;€ 1·0se. Profezia della madre ve~gente. Ma una rnadJ'e, cbe pur aveva saputo sempre rassegnarsi ad ogni più dolorosa puntura, q.uando capi' che la miseria
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