- 199 - il Partito Socialista e contro l'Avanti!, che non hanno potuto conquistare al Congresso di Livorno. Essi cei·- cano di riversare le responsabilità del disastro su quel Partito, di cui fino a pochi giorni prima erano i dirigenti. Non c'è arma che rifiutino per raggiungere il loro scopo: uccidere, se non è possibile conquistarlo, l' Avanti! E già - prendendo a tradimento Serrati - mentre in Italia la guerra civile infuria, e il proletariato cede, cede, cede - i corpi, non le anime - quasi il colpo riesce. Un'improvvisa reazione dei compagni conserva !'A.- vanti! al Partito che l'ha creato. I riformisti l'hanno abbandonato. L'avevano abbandonato, spiritualmente, prima ancora che il Congresso òi Roma li espellesse dalle file socialiste. Vinti vera, mente dal fascismo - che era riuscito a far loro rinunciare anche alla speranza nel Socialismo - essi se ne andavano timidi e smarriti in cerca d'una collaborazione di cui la borghesia; ormai vittoriosa, non sapeva più che farsi. / . 6 L'Avanti! è ormai tutto il Partito. Le masse sono disperse, ferite, calpestate. La bandiera sventola ancora. Un comitato di rea~ione, composto· di Olindo Vernocchi, di Pietro Nenni e di Riccardo Momigliano - che si alternano nella funzione di direttore - provvede a1l'indirizzo del giornale. · Gli uffici e lo stabilimento subiscono una prima, gravissima devastazione il 4 agosto 1922. Bande fasciste giunte dalla Lomellina assalgono di sorpresa, nel tardo pomeriggio. estivo - lo sciopero generale cosidetto << legalitario » era finito dalla mattina - gli uffici di via Settala. Tutto è cosparso
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