Han le macchine inàust1•i, onde la schiatta Dei vincit01·i il t1·ono a1weo ci1•conda, Hanno t(n' anima anch'esse, una feconda Anima, d' infinite anime fatta. Sia eh' elett1•ico alato o vapor denso Le 'metalliche vene empia ed avvivi, Si che anelanti, quali mostri vivi, Affatichino al sole il c01•po immenso, Uno spi1•ito umano, ent1·0 a' fe1·oci Yisce1-i atto1·to, al cielo e1·0111pe1•tenta, E dCllle fe1·ree bocche ululi e voci D' i1·a e di pianto a' suoi tfranni avventa. « Se111p1·edunque nell' omb1·a, in va1·ie fo,•me L' altrui mate1·ia a fecondai• cost1·etto, Sp1·eche1·ò schiavo, anzi giume1ito abjetto, La mia fatica e il mio ma1'tfrio e11.01•me '! Piw è mio quest' ingegno, è mia quest'alta Fo1·za che te1·1•e e n1Cl1°iapre e discorre, E nella invan contesa ae1·ea tor1·e L' e1·ror debella e i nttmi ulUnti assalta ! Pur son opera mia gl'i a1•dui congegni Ond' ha l' avida inditst1-ia ed a1·111ied ale ! E devo io da ttn Fala'l"lde immortale Supplizio ave,• neyl' inve1itati 01·degni '! O nwnti avve1·si alle a1nistanze ttniane, O nwst1"l su' yelosi istnii sedenti, St1·ali d' un bieco dio fulmini ardenti, Ohi domò voi non av1·à tetto e pane '! E chi del sangue 1nio, chi del 1nio lutto Fa cibo e gioco allr.1, V'iltà natia, Goà1•,ì, sche1·,ie1ido alla 1nise1·la mia, Del ye1iio mio, del mio supplizio il fnttto 'l ». Cosi nella se1•vile op1•a l' ace1•bo Spfrito imp1•igionato 'ltlttla e b·eme ; Ghiyna dal t1·ono il vincito1• superbo, Ma il capo abbassa e impallidisce insieme. lVIARIO RAPISARDI. 4
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