(Con 18 illu,trazioni). I ~llll 11 111111 11 111111 11 ~TENDIA1\IOCI subito: sia• = = mo ancora lontani dal- =- -= l'avere creata una vera - I = e propria industria del ;;-- - giocattolo, un' industria vasta, solida, che, per = _ qualità di articoli, per _ abbondanza di produzio- = = ne, per mitezza di prez• ffillli11illllhiilllli11ill1~ zo, possa non soltanto regnare sui mercati nostri ma cimentarsi alla, conquista. dei mercati stranieri. A ciò si oppongono tuttora fra noi diversi ostacoli, e due su tutti : la scarsa importftllz\1' che si dà al gi<J'cattolo - prima fonte, invece, dell'educazione qel carat· tere e merce di larglùssimo esito; - la timidità dei capitalisti. Fiducia e coraggio : ecco due doti indispensabili ad ot· tener qualsiasi serio risultato, ed anche, quindi, uno sviluppo positivo dell'indu· stria italiana del giocattolo. Da noi si procede per gradi, per tentativi, facendo un mondo di prnpositi futuri e cominciando, intanto, daJl'a,,,<>irePoco o niente. Accade, poi, che il futuro non diventerà presente, perchè gli affari, iniziati sopra base ristretta, con penuria di mezzi, non permettono di dare vita alle imprese. Se si vuole vincere la concorrenza straniera nel mercato del giocdttolo come in tutti gli altri mercati, bi<;ogoa vincerla con le stesse sue armi : con la forza della produzione. E la forza della produzione deriva dalla vastità cd organicità degli impiaDti. Chi ùetenne fino a ieri il monopolio de.Il' industria del giocattolo! La Germania. Ebbene, in Germania le cose si fanno o non si fanno. Abbracciata un'impresa, il tedesco vi si getta dt:ntro anima e corpo. Cosi le fabbriche tedesche riltotHca G,no Bianco di giocattoli sono possenti, organizzatis• sime e.... nvono. Fino a quando non fa•· remo noi pure altrettanto, è premature, discorrere cli un'industria italiana del giocattolo. Tuttavia non Llsogna credere che l'Italia contempli il fenomeno cott le braccia cnnserte. Oggi non si dice pit in Italia, con quella passiva rassegna· zione che ci danneggiò tanto e sempre : • È inutile fare noi quello che già fanno per noi insuperabilmente gli altri •, ma, al contrario, sorgono una quantità di iniziative tendenti ad infrangere la catena di questa sconsolata esclamazione. Soltanto, la via giueta non si è ancora trovata. Ma esserEi messi io cammino è già qualche cosa per chi stette fino ad ieri fermo. Come preparaziono ad una futura, e speriamo prossima, industria del giocattolo, questo movimento com· plesso merita di esseT.'econosciuto. L'industria tedesca dell' ante-guerra. Le sue origini muovono dalla guerra. Prima. del 1914, come abbiamo detto, l'Europa, cd anche l'America, erano in· vase dal giocattolo tedesco, che poteva presentarsi meglio di qualunque altro per bontà di fattura e di prezzo. Questi due coefficienti derivavano dalla. serietà deg-liimpianti che consentivano una larga ed accurata confezione, dalla. mitezza dei salarli, dall'econonùa de.i trasporti e dagli aiuti del Governo. A Sonneberg, modesta città che può considerarsi come una piccola Norimberga, poichè, con soli 15.000 abitanti, produce il 4.5 % di tutti i giocattoli tedeschi importati negli Stati Uniti, al• cune famiglie non fanno che agnellini ;
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