Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1920

828 - zione nazionale o ooll 'importazione di concimi azotati o potassici. In conclusione, uno dei maggiori e più prossa.nti bisogni della nostra agricoltura clel dopo guerra è positivamente quello di ricostituire la fertilità dei terreni per riportarli alla loro efficienza proùut.tiva di avanti guerra, non solo, ma por aumentarne la produzione, se vogliamo cho la terra concorra potentemente come lo può, al più sollecito risorgimento economico dell'Italia. La ricostituzione del patrimonio zootecnico. È uno clei maggiori problemi, se non forse il maggiore, ohe la nostra agriool• 1,urasi è trovata da risolvere dopo guerra. Gli effetti inevitabili di depauperamento prodotti dalla guerra, le forti continuate req1ùsizioni, l'invasione nemica nelle vasto pianure venete hanno fatto nel nostro patrimonio zootecnico tali falcidie da presentare la "ricostituzione del nostro patrimonio zootecnico come un proùlema formidabile. Non è facile stabilire il vuoto effettivo compiutosi con siffatte sottrazioni. Con una certa approssimazione si calcola oh~ p·er i bisogni dell'esercito si siano macellati 2.270.000 bovini; cho ne assorbì circa altrettanto la macellazione per la popolazione civile: 400.000 capi rappresentano la distruzione nelle provincie venete invase <lal nemico. Nel 1908 il nostro patrimonio zootecnico contava 6 milioni e 200 mila ùovini. I nostri allevamenti in quale misura hanno riparate alle falcidie operatevi 1 Complessivamente si oa.Icola che a colmarle mancassero non meno di un milione e mezzo di capi ! E fosse tutto qui! Malauguratamente nell'inverno 19181919 divampò l'afta epizootica, cou una virulénza quale non si ricordava da molti e molti anni! 11'.lietènumerosissime vittime : in molte stalle la mortalità aso~se al 20-30 per cento I Al vuoto già enorme causato dalla guerra, va qlùndi aggiunto ancora questo causato dall'afta. È perciò ohe non è esagerazione affermare che la ricostituzione del nostro patrimonio zootecnico si presentò alla nostra agricoltura dopo guerra come un problema formidabile. E come tale fu appunto proRpettato, e formò la preoccupazione assillante sul modo di affrontarlo e risolverlo al flue di attenuare più efficacemente e sollecitamente posRibile l~ sue gravi ripercussioni non solo Biblioteca,GinoBianco sull'economia agraria, ma anche del Paese. Ed è una soluzione ohe non si può nè improvvisare nè averr;i in un ti'Jt, si capisce. È una ripercussione ohe si farà sentire per alcuni anni ancora. Soltanto per colmare i vuoti e giungere nol più brovc tempo alla rioostitur.ione quale era nel 1908, - mentre occorrerebbe inveca andare anche ben più in là per soddisfare adeguatamente ai maggiori bisogni della nostra agricoltura - si ritiene ohe sarebbe necessario imporre alla popolazione una economia di carne per almeno altri quattro anni, riducendo la macellazione annua alla metà, circa, di avanti guerra, e cioè limitandola a 600.000 capi in luogo di olt.re un milione quale ora prima della guerra : e per i bisogni della alimentazione della popolazione importa.re carni congelate. Contemporaneamente spin· gere al massimo possibile l'allevamento ài tutto quanto J)uò portare un valido contributo alla soddisfazione degli a.n• zidetti bisogni, e cioè intensificare gli allevamenti degli ovini, degli equini, dei suini, del pollame, doi conigli. Naturalmente occorre, frattanto, dare il maggiore e più efficace impulso all'industria zootecnica per poter giungere il più sollecitamente alla ricostituzione del nostro patrimonio zootecnico. E qui abbiamo il programma predisposto dalla apposita Commissione del dopo guerra per l'industria zootecnica; programma ohe si concreta in questo : Bovini. Forte organizzazione zootecnica basata sul rafforzamento presso il Ministero di agricoltura, del servizio tecnico direttivo. Mantenere in vigore il divieto di macellazione <lei vitelli ; vietar la macellazione delle vacche e giovenche gestanti e delle giovani bovine fino all'apparizione dei P.t:imi quattro in· oisivi da adulti. Divieto di e8portazione dei bovini. Importazione di un quantitativo di carne congelata quasi uguale a quello del periodo precedente alla pace, e, in ogni caso. non inferiore a 120.000 quintali all' anno (corrispondente a 60.000 bovini). Acquisto dei bovini pel macello a mezzo di Commissioni Comunali. - Nel caso in cui per ostacoli insormontabili faccia difetto l'importazione della carne congelata, evitare ohe per un triennio almeno il consumo carneo complessivo importi una macellazione di bovini superiore a 50.000 capi al mese, da scegliere fra i soggetti di riforma e .fra i bo· vini meno jndispenRa.bili all'incremento

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