PROBLEMI AGRARI DEL DOPO GUERRA La ripre5a della nostra agricoltura. DURANTE la guerra la nostra agricoltura è stata indubbiamente uno dei fattori essenziali che ci hanno resa possibile la gloriosa vittoria. A guerra finita, ci si è rivolti, e ci si rivolge alla nostra agricoltura come la maggiore delle nostre industrie e risorse, come quella che è da considerarsi la tavola di salvezza del Paese. Produrre, produrre per i bisogni dell'immediato dopo guerra, e produrre quanto occorre e occorrerà ai bisogni ordinarli del Paese e molto più ancora per poter alimentare una grande esportazione. È quanto noi agricoltori ci sentiamo chiedere da ogni parte. E questa, in verità, deve essere la politica di lavoro e di produzione della nuova Italia: per tutti, veramente, non soltanto per noi agricoltori. È la politica da seguire per valorizzare la vittoria, per trarne tutti i vantaggi possibili, se vogliamo dare al Paese il modo di superare J~ grandi diflì.- coltà create dalla guerra, e preparargli un avvenire della maggiore grandezza e prosperità. Sembrerà, a prima vista, che il fortunato epilogo dell'immane conflitto che mise in libertl\ energie umane, mezzi di lavoro, materie prime, tonnellaggio, ecc., abbia potuto permettere di risolvere presto e facilmente una situazione che era divenuta cosi difficile e di avviarci a compiere agevolmente il programma postoci. Ma, se per a.ltre industrie ciò era, ed è possibile, per la nostra è un altro cliscorrere. Il nostro còmpito si presentava più complesso e· meno facile da svolgere per ragioni di necessità immediate, di mezzi e di tempo. Invero il còmpito per la nostra agricoltura si presentava duplice : Bibl1otPcaGino Bianco ' 1 ° Innanzi tutto, provvedere alle necessità alimentari dell'annata stes5a. E contrariamente a quanto molti credevano, che per esser finita la guerra, fosse reso agevole l'approvvigionamento alimentare del Paese, si è vi.sto invece quante difficoltà la situazione tenesse ancora in serbo, e come sia stato provvidenziale che la uo:otra agricoltura abbia fatto ogni sforzo, abbia messo in azione tutti i più efficaci accorgimenti tennici per ricavare dalla terra, il massimo rl.ei prodotti che t>iù occorrevano al fabhisogno alimentare immediato del PaeRe. 2° Nel frattempo prepararsi a quella riorganizzazione e trasformazione della nostra industria agricola per ristabilire la normalità stata rotta dalle esigenze della guerra, predisporla al nuovo esercizio imposto dalla nuova situazione e avviarla a quell'avvenire di progresso, di riforma, verso cui dobbiamo tendere. Particolari di riarl.attamento, di riorganizzazione, certamente erano e sono variabili da luogo a luogo ; ma una condi• :r.ione generale, una nota fondamentale era comune, questa, che, dal più al meno, in ogni podere lo stato di guerra aveva croato una perturbazione, o per deficienza di braccia, o per imposizione di coltura, o per produrre ciò che più urgeva o più conveniva, e inevitabilmente per tutti, un impoverimento della fertilità della terra per difetto di concimi e di lavori, e uno spopolamento delle stalle per le requisizioni a cui si aggiunse poi sgraziatamente anche il flagello dell'afta epizootica. Non parliamo poi di chi venne c61to in pieno periodo di trasformazione del proprio podere, dovuta sospendere. Occorreva quindi, coi provvedimenti per soddisfare ai bisogni immediati, avviare anche il riordinamento nell'anormalità per molti anni profonda.
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