Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1920

- 305 - tato di Londra che diceva: • Nel caso iu cui la Francia e la Gran Bretagna au - mentassero i loro domini coloniali in Africa a spese deJla Germania, queste due Potenze riconoscono-in principio che l'Italia, potrà reclamare equi compensi, specialmente nel regolamento in suo fa• vore delle questioni riguardanti le frontiere delle colonie italiane dell'Eritrea, Somalia e Libia e delle vicine colonie del• la Francia e della Gran Bretagna •· Gli equi compensi si ridussero, dopo molto pregare, a questo : 9i ottennero gli angoli rientranti libico-tunisini, la cessione delle oasi d'El Barkat e di Fehout, e della regione che comprende le strade oarovaniere fra Ghat, Gadames e Tummo : inoltre una zona ad oriente della Libia comprendente l'oasi di Giarabub (che costituisce lmo dei fulcri della vita del senussismo) ed un vasto territorio sulla riva destra del Giuba col porto di Ohisimaio, che è l'unico approdo e la vera porta della .Somalia meridionale, e che ci dà la possibilità di una larga penetrazione economica per la valle del fiume nelle regioni dell'interno. Infine la Francia si acconciava a ri· solvere le questioni da tanto tempo esistenti in Tunisia, accordando alle scuole italiane colà esistenti lo stesso regime delle scuole francesi, e regolando a nostro favore le disposizioni sugli infortuni del lavoro, _sull'agricoltura e sul regime fiscale del t,ra :,asso degli immobili. Ma questo della Francia costitul uno dei suoi rari sorrisi verso di noi I La questione adriatica. La succinta storia del conflitto italoamericano o meglio italo-wilsoniano può spiegare molte cose relativamente alle difficoltà incontra-te da.Il' It.alia per ri· solvere la questione adriatica, ma non le spiega tutte. Dopo la trionfale vittoria di Vittorio Veneto sembrava che l'Italia potesse finalmente pretendere di assiderai padrona fra i suol due mari, annettendosi i, paesi geograficamente ed etnicamente italiani, anche se abitati di popolazione mista, purchè tosse lasciato uno sbocco sull' Adriatico ai popoli nati dallo smembramento dell'Austria. Invece nacque subito una viva opposizione al progetti onestissimi dell'Italia, deprecandosi - per arte polemica - un preteso spirito imperialista Italiano, che non esisteva, e inscenandosi un'agitazione per l'abbandono della Dal· mazta, capitanata all'Interno dall'on. Bissolati e dal Oorrìer,e della Sera, agi• t.azione che pur mossa con Intendimenti onesti e per quanto seppellita rapidamente dall'indignazione del paese che dopo i sacrifici compiuti non poteva essere rinunciatario, pur nonostante ebbe la sua influenza a generare nel presidente Wilson e ·forse anche in Lloyd George e Clemenceau il sospetto che l'Italia non fosse concorde nelle sue richieste : l'opera della delegazione nostra fu dunque, fin dal principio, svalutata. Inoltre c'era il Trattato di Londra. Il Tratt.ato di Londra dell'aprile 1915 che impegnava l'Italia ad entrare in guerra, tu combinato e sostenuto dal•· l'on. Sonnino. Di ciò gli si fa una colpa : ma Sonnino ebbe almeno una linea di condotta, anche se non sempre felice ; quello che è da rimproverargli è di non aver sostenuto una revisione del Trattato di Londra in base alle nuove condizioni createsi In Europa e in base, più che al• tro, alla vittoria ottenuta da sola, dal• l'Italia, che le apriva tutte le vie a legittimi e più larghi compem,i. Nel quarto e quinto articolo del Trattato di Londra si assegnavano all'Italia i territori del Trentino, Alto Adige, Goriziano, Istria, Dalmazia e isole. Fiume era assegnata alla Croazia. Si assegnava alla Serbia e al Montenegro distintamente, Spalato e gli o.Itri porti meridionali: Valona all'Ita• lia. Lasciamo andare le altre clausole ri~uardanti gli lnt,eressi italiani In Turchia, i diritti sulla Libia, i compensi coloniali, e il misero prestito Inglese, che più non Interessano. Qui basterà dire che l'assegnazione di Fiume alla Croazia, e delle regioni dal• mate meridionali allà Serbia e al Monte• negro non 1>resupponevano nè la sparizione della Russia, nè la. fine tota.le del1'Austria, nè la formazione di uno stato iugoslavo : era naturale che a quattro anni di distanza e dopo i risultati della guerra le cose dovessero mutare. E mu - tarono infatti, ma in peggio : giacchè gli alleati, trincerandosi dietro ai patti scrit• ti, che l'associato riconosceva solo fin dove gli faceva. comodo, perchè non aveva firmato, dimostravano evidente Ja loro intenzione di opporsi a un ingrandimento e ad un rafforzamento eccessivo dell'Italia. Questa. non seppe o non volle opporsi con sufficiente fermezza a un tale arbi• trio, ponendo la soluzione della <iuestio• ne adriatica a. condizione per proseguire I lavori e firmare i trattati. Inveoe in tutto il primo periodo della Conferenza. là questione Adriatica tu appena toccata : 20

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