Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1920

- 300 - per fare della critica nrn della cronaca : tuttavia, giudicando dai fatti compiuti, convien dire che, il calcolo fu sbagliato. Regolate le questioni delle colonie (a no• stro svantaggio), quelle delle indennità, quelle della Sarre e del Reno, :illa vigilia della convocazione dei delegati tedeschi a Versailles per la presentazione dei pre• liminari di pace, venuti per forza di cose al redde rationem, ci trovammo isolati. Le buone intenzioni della Francia e dell'Inghilterra, se pur ci furono, s'infransero contro l'intransigenza del presidente Wilson: l'indipendenza di contegno di Sonnino, che sembrò essere l'unico che avesse volontà di tener testa a Wilson, valse a irritare di più quest'ultimo : la mancanza d'identità nelle vedute dei nostri due massimi delegati toglieva loro d'altra parte la maggior forza di persuasione sugli altri : d'altronde l'opinione pubblica italiana - da tempo esasperata - non poteva contentarsi dell'applicazione del patto di Londra, senza Fiume che - come sappiamo - non vi era in· eluso. In queste condizioni si giunse al 23 di aprile. Dopo i numeroBi e vani tentativi per ridurre la caparbia resistenza Wilsoniana, l'on. Orlando aveva dov:µto astenersi dal prender parte agli ulteriori colloqui; ma i tentativi per l'accordo continuarono. Orlando, preoccupato ma apparentemente sereno, scendeva ogni sera nella gran sala dell'Hotel Édouard VII, a pàrlare coi giornalisti, non sempre solamente italiani, giacchè in quei giòrni tutto l'interesse della Conferenza era concentrato sulla nostra Delegazione. I censori sempre presenti e vigili rizzavano le orecchie, pronti ad fmpugnare il famoso lapis proibitivo. Barzilai non nascondeva la sua opinione di abbandonare la Conferenza visto che di fronte alla resistenza degli altri dovevamo salvare per lo meno la nostra dignità. La mattina del 23 i nostri delegati si riunirono e inviarono alle due potenze alleate, Francia e Inghilterra e all'America una nota nella quale si contemplava ENTRIERE l'estremo limite di concessioni da parte dell'Italia, che voleva cosi dimostrare il suo spirito conciliativo. Alle ore 3 del pomeriggio un segretario di Lloyd George portava la risposta dei delegati delle tre potenze che accettava tutti i punti della nota italiana meno quello riguardante l'annessione di Fiume all'Italia. Il conte Aldovrandi che ricevette n• messaggio fu incaricato di domandare al segretario che cosa s'intendesse fare di Fiume. Il segretario si strinse nelle spalle. - Credo però - egli disse - che preva.l• ga il concetto di farne una città libera. - Allora furon fatti intervenire gli am• basciatori. Bonin Longare, ambasciatore d'Italia a Parigi, recatosi da Wilson non fu ricevuto - con molte scuse - perchè il Presidente era occupato in un colloquio col sig. Steed, direttore del Times e della politica wilsoniana contro di noi: il marchese Imperiali, nostro ambasciatore a Londra, fu ricevuto da Lloyd George che gli comunicò la decisione presa cli fare di Fiume una città libera. Questa. delle città libere è stata la scappatoia più disgraziata della Conferenza per tutte le questio:ai territoriali intricate. Imperiali era appena ritornato all 'Édouard VI I per riferire alla nostra delegazione la risposta del premier inglese, che scoppiava la bomba. Il Temps serale nell'ultima delle sue quattro grandi pagine portava il famos9 Messaggio di Wilson al popolo italiano, nel quale - scavalcando l'opera dei suoi legittimi rappresentanti - il Presidente invitava gli italiani a rinunziare a Fiume in nome di quei principi di giustizia che egli era il primo aviolare. Il metodo era nuovo e stupefacente: Wilson interloquiva con un documento pubblico - di cui la Francia e l'Inghilterra si affrettarono a dichiarare di non essere state al corrente - quando ancora i negoziati non erano terminati. I nostri delegati diressero allora agli alleati una lettera nella quale, esponendo il procedimento senza precedenti del Presidente americano, chiedevano se ritenessero ancora possibile la permanenza dell'Italia alla Conferenza di Parigi. Questa lettera fu, nelle intenzioni di chi SPECIALISTA ~RUTTORE Dolfor- BIUSEPP SIGURINI MEDICO C IRURGO MILANO VIA PLINIQ 10 MILANO Lea;a;ere " tJENNI 81JL METODO" ==== nella Vita P.ratica ==== IS GIENICHE: IGURINI ----------------- Biblioteca Gino Bianco

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