Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1920

pletato o lcggcrmcnto modificato, veniva poi accettato dall'Austria, aveva una grande importanza per noi, per quanto non vi fosso compresa la, spinosa questioue adriatica, sempre rimandata a più tardi. Esso infatti fissava definitivamente il confino settentrionale d'Italia, chiudendo, por sempre, la porta granitica inviolabile allo invasioni straniere che per secoli avevano straziato· il nostro paese. Noi ottenevamo tutto il Trentino, tutto l'Alto Adige e la completa frontiera alpina dallo Stelvio al Brennero, dal Pizzo dei Tre Signori alla valle di Sexten e alla conca di Tarvis. Un assài lungo periodo di tergiversazioni, di proteste austriache, di tentativi por toglierci anche l'Alto· Adige, con la scusa che conteneva più tedeschi che italiani, successe alla giornata del 2 giugno : la faticosa redazione del trattato con la Germania, firmato il 28 giugno, il nessun progresso fatto dalla questione Adriatica, il cambiamento della nostra delegazione a Parigi, la diminuita volontà fattiva della Conferenza dopo la partenza di Wilson, fecero si che la compilazione del trattato con l'Austria si trascinasse per più di due mesi. Finalmente ai primi di settembre il trattato completo veniva rimesso agli austriaci con una lettera di Clemenceau che confutando le controproposte di Renner, ammoniva l'Austria sulla responsabilità nelle quali era incorsa e le cui consoguen• ze doveva scontare. Finalmente, la mattina del 10 settem• bre, la pace con l'Austria veniva firmata a St.-Germain. La cerimonia ebbe luogo nella stessa sala dell'Età della Pietra, nella quale aveva avuto luogo la consegna dei preliminari, con un cerimoniale analogo. Davanti a un centinaio d'invitati e ai rappresentanti della stampa, i pleni• potenziari delle diverse potenze firmarono il trattato e i protocolli addizionali, dopo che Renner - unico rappresentante dell'Austria - ebbe, alle 10,15, apposto la sua firma. Per l'Italia, la nazione più diretta• mente interessata, firmarono l'on. Tittoni, Scialoia, Maggiorino Ferraris e Gu• glielmo Marconi; per gli Stati Uniti: Folk, White e Bliss ; per l'Inghilterra Balfour, Bonar-Law, Milner e Barnes; Clemenceau, Pichon, Tardieu, Cambon e Klotz per la Fcancia; Chiuda, Matsui e Hij uin per il Giappone; Hymans, Van den Heuvel e Van d.!)rVelde per il Belgio, ccc. ecc. Alle 11,10 la cerimonia era terminata. L'Austria aveva segnato la sua fine di grande potenza e trasmetteva all'Italia una parte della sua eredità. L'Italia la raccoglieva, in premio dei sacrifizi compiuti, in nome del diritto e della giustizia, pur sapendo che tutto non era fatto, che la giustizia non era ancora completa. II. Le questioni principali. Il bolscevismo. Alla fine di marzo,il Consig-liodei Quat· tro, prodotto dal frazionamento del Consiglio dei Dieci, troppo numeroso per un consiglio deliberativo, si trovò improvvisamente a dover soprassedere alle numerose e gravi questioni poste sul tappeto, per rivolgere l'attenzione all'urgente problema bolscevico. Il bolscevismo, nato ·dal corrompimento deleterio della Rivoluzione russa, stava dilagando come un'epidemia sub• dola e letale dalla Russia, che l'aveva creato, verso i popoli che le erano a con• tatto o che attraverso legami insondabili si erano creati artificialmente questo con - tatto. Il bolscevismo è sopratutto distruzione ed anarchia, è· negazione di ogni tdcale democratico, per quanto pretenda BibliotecaGino B1anco applicare il vangelo marxista com'è stato formulato da Marx e da Engels nel famoso" manifesto del partito comunista" del 184,7. Por queste apparenze di dottrinarismo, il bolscevismo ha un certo fascino sulle anime semplici e sui malcoÙtenti, perchè si presenta come un forte potere che governa in nome ed a benefizio dellè masse, mentre in realtà governa per sè e per· i pochi uomini che a sue spese si arricchiscono con qualsiasi mezzo e senza nessuno scrupolo.' Incoraggiati dall'esempio e dall'aiuto russo, sostenuti da un mal consigliato nazionalismo, che vedeva squagliarsi i territori attribuiti dall'Intesa ai popoli cui spettavano, pochi uomini risoluti e spregiudicati, rovesciavano il governo di Karoly a Budapest e instaùravano quel bolsce• vismo magiaro che doveva per quattro

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