- 275 - città, al quale l'Imperatore Federico, nel 1464, aveva imposto • l'onore • di essere sormontato dall'aquila imperiale, che i Triestini si ostinavano a tralasciare quando il potessero, anche negli atti ufficiali. Persino una festa religiosa divenne irredentistica, quella della Madonna della Salute che si celebra a Trieste il 21 di-novembre in memoria della cessazione dell'epidemia cholerica nel 1849. Ma poichè era festa triestina, e perciò non austriaca (preziosa confessione !), era giorno -lavo· rativo per gli uffici governativi ed anche per le scuole ; anzi si arrivò a tale segno che un catechista minacciò, nella scuola elementare tedesca, di dare un :5 in religfone agli alunni che avessero fatto vacanza ai 21 di novembre. . Il nome di Venezia Giulia,, proposto dall'Ascoli per designare le provinC'ie irredente tra l' Iudrio e il Monte Maggiore cbe il governo austriaco, servendosi di uno spunto napoleonico, aveva chiamato Litorale austro-illirico, era proibito come quello di Friuli invece di Contea principesca di Gorizia e Gradi.sca. Alla Società degli sturlenti universitari/ fu vietato di chiamarsi della Vepezia Giull11,,ma eRAi, poicbè la polizia toglieva loro il nome, la chiamarono Innominata. Cosi una volta il Consiglio comunale aveva deliberato (ma fu impedito anche in questo) di affiggere nell'atrio della sala delle sedute il decreto governativo col quale si vietava di murare una lapide per ricordare un convegno dei podestà della Venezia Giulia contro una delle tante sopraffazioni governative. ••• Talvolta il governo austriaco tentò di togliere importan·za alle manifestazioni promosse dai sudditi italiani col partedparvi, quasi cbe la riuscita fosse dipesa dal proprio concorso. Quando Trieste si vesti a lutto per la morte di re Umberto, che commemorò e pianse come il Re della propria nazione, le autorità non si opposero apertamente, pure sequestrarono i busti del Re esposti, e diminuirono la manifestazione come pqterono alla chetichella ; e troppo mostrnrono di far buon viso a cattivo gioco, pcrchè le manifestazioni di lutto perdessero il loro significato irredentistico. Ad una sottoscrizione per i danneggiati da un terremoto mandò un'oblazione un personaggio giallo-nero, ma da quel giorno nessuno ne mandò altre, perchè da offerta di,, amor fraterno essa s'era con ciò tra.sformata in elemosina dello Stato austriaco alleato. Pii-ano. - Il monu111eBtu 11, Giuseppe 'l'arli1ii (dello scultore Del Zotto). Da taluni letterati aulici fu tentati) una V')lta di interpretare ed esaltare la storia ed i monumenti della cultura nel Friuli e nell'Istria, dalle tombe Romane di Aquileia al palazzo pretorio di Caporlistria, come appartenenti alla storia del - l'Austria, ma s'accorsero ben presto della puerile assurdità ; e le autorità finirono con l'ostacolare queiati studi, tanto pii'I cari perciò agli Italiani. Ed ecco sorgere in Pirano il monumento del violinista Giuseppe Tartini: il quale monumento. fatto com'è ~ll'autore del Goldoni di Venezia, lo scultore Del Zotto, ne è quasi il riscontro e già con la apparenza esterna. simboleggia quella comune cultura veneziana, le cui memorie l'Austria cercava di distruggere. Vietati perciò i Leoni di San Marco, della cui caccia si dilettava . ' LA RINASCENTE ABITI MANUFATTURATI PER UOMINI, PER DONNE, PER BAMBINI. D1r,1 oteca Gino Bianco
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