Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1920

- 246 - potenza. A questa immaginativa eccezionale dobbiamo la ricca serie dei disegni preparatori all'affresco della Disputa del Sacramento. Por elimmazioni succesF<ivo l'artista da concetti o da masse di figure ispirate a Leonardo e a Bartolomeo dalla Porta, giunge ad una concezione personale dell'insieme e dei particolari. Da.Ila Rcena ristretta in un cortile passa, via via ad un luogo apert.o che verrà forse comprei:;o appena nell'abside immensa del vicino S. Piotro in costruzione dove le figuro dei Padri disputanti, sebbene colossali, sembrano vanire. Troppo s'è scritto int,orno alla Disp1tta e agli affreschi successivi della Camera della Seg-11atura e delle Stanze seguenti perchè in questo breve studio sia possibile riassumere qualche pensiero di ·ammiratori, o di detrattori, poichè non mancarono, e non mancano neppure questi ultimi. L'esecuzione generale, per quanto se ne può giudicare oggi attraverso vicissitudini d'ogni genere, ri~tauri e ritocchi che l'hanno incupita e, qua e 1f1., squilibrata, era degna del concetto o àella composi• ziono che l'incarna. L'opera grande venne compiuta nel 1509. La seguiva un'altra non meno mag-nifica, e fors'anche pi1ì.matura: la Scuola d'.Atene, ossia la Filosofia antica; poichè non può immaginarsi parete più perfetta ed armoniosa nelle figure e nell'architettura gigante del fondo ispirato, vuolsi, da.I Bramante, certo alle sue norme d'arte. Pare che il concetto informatore dei due grandiosi affreschi, dipinti su pareti opposte eia stato di offrire un parallelo tangibile : la Fede e la Ragione, oppure : la Rivelazione e la Scienza. Dato il soggetto, l'imitazione dell'antico è piil numerosa nella Scuola d'Atene ove manca del tutto qualsiasi ricordo arcaico o perug-inesco ben avvertibile nella Disputa. Ormai Raffaello si è liberato da gualsiasi reminiscenza umbra : solo g-li influssi fiorentini dominano ancora, temperati peraltro dall'affermarsi della individualità crescente del maestro e da elementi non nuovi nelle sue opere, ma più sviluppati, cioè studio della natura, visione ideale e classicismo avvalorato da scoperte recenti e clamorose come quella del Laocoonte avvenuta nel 1506. Ancora pit'1classico per soggetto, per volontà del maei:;tro e per derivazioni antiche risultò l'affresco del Parna.Qo, creazione nobilissima e degna veramente dell'Olimpo greco per calma e semplicità della scena, per sentimento protondo e animatore nell'Omero, ispirato nell'Apol• BibliotecaGino Bianco lo, per grazia di attitudini nelle Muse belle ed ingenue. Sono pure notevoli i freschi minori della Stan7,a: Forza, Prudenza e Temperanzri, Giustiniano che sanziona o pubblira le Pandette, Papa Gregorio IX che consegna i Decretali ad un avvocato concistoriale; e diversi mono· cromi ed ornamenti per quanto molto g1msti. Papa Greirorio IX ha le sembianze di Giulio II. il papa terribile ma innamo· rato delle arti, al quale i;i deve l'inizio dello Stanze e quello della Vlllta nella S,istina, i più grandi capolavori del mondo. Sono perduti gli affreschi che il papa commise a Raffaello per decoro del passaggio tra il Vaticano e il Belvedere; ma forse non fu grave il danno, perchè se vennero compiuti in q_uattordici mesi dovettero avervi una parte preponderante i discepoli del Grande. Con questi lavori usano gli storici chiudere il primo periodo dell'attività di Raffaello in Roma; crediamo che la divisione non concordi pienamente coi fatti in quanto la Madonna di Foligno e i freschi del passaggio vennero compiuti mentre si terminavano il soffitto e due affreschi della Camera dell'Eliodoro dalla quale s'inizia veramente un nuovo stadio dell'arte raffaellesca con tendenze di movimento e colori· sticho. Ma questo nbvello periodo, che pur s'inizia con opere mira bili per bellezza e colorito, non è preferibile al precedente. Le troppe occupa7.ioni, gli incarichi molteplici non permettono più a Raffaello ài colorire per intero quadri e freschi, oppure di ritoccare, e ricoprire anche, il lavoro dei cli<icepoli,ma nemmeno, qual: che volta, di tracciare per intero le nuove composizioni. L'intervento sempre più esteso degli aiuti toglie via via quei caratteri particolari raffaelleschi che rendevano preziosissimi i dipinti precedenti. È il tempo in cui Leone X (1513-152i ), successore di Giulio, obbliga il Sanzio ad occuparsi di cento cose : archeologiche, architettoniche, ecc. senza preoccuparsi se l'artista eseguiva di sua mano le opere le quali pernevano intanto gran parte del loro valore. I grandi mecenati romani pretendevano dal maestro-la velocità ed egli li accontentava come meglio poteva; la quantità cresceva a scapito della qualità, però il decadimento non avvenne di colpo ma per gradi. Se nella prima stanza può tenersi che vi risuoni la voce universale della Chiesa, nella seconda sentiamo intera la forza,

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