Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1920

- 242 - dal quale imparò i misteri del chiaroscuro avviluppante, l'elevazione dello stile, l'equilibrio ritrrùco dello masse e dei gruppi, l'architettura armonica delle composizioni piramidate, la r'iccbezza del colorito, dolco ad un tempo e solido. La scienza anatomica di Leonardo e di Michelangelo sopra tutto dovette colpire Raffaello il quale, sebbene artista ormai eminente, ebbe l'energia di rimettersi a studiare e, come bene osservò il Vasari: •.di maestro ridivenire allievo », e pose tanto acca.nimento nello stullio che in pochi mesi appr0se quanto costava ad altri anni d'applicazione e ben prc~to i movimenti e_la struttura del corpo, gli attacchi dei tenclini, le forme delle ossa e dei muscoli noo ebbero per lui alcun segreto; tuttavia ebbe il buon gusto di non ostentare il sapere acquistato. L'ammirazione per Michelangelo non era ancora giunta in Raffaello al punto d'imitarlo, come fece qualche volta più tardi ; d'altra parte la natura mascliia, sapiente, severissima in arte del Ruonarroti non si con[acev(l, all'indole dolce e tenera del Sanzio il quale cercò invece di avvicinare Leonardo intento a finire (1505) il ritratto rlella Gioconda. Vi riusci, anzi giun•e a visitarne lo studio accolto, a quanto sembra, con benevolenza dal grandissimo artista. Nessuna meraviglia che poco dopo si avverta.no in deliziose "(V!adonne• raffaellesche modi e caratteri rÌel Vinci nella composizione e nel raggruppare, ma, forse ancora di più nel modellare, nel chiaroscura.re, nell'illuminare il volto riflessivo della Vergine (1) di quel sorriso lieve ed enigmatico ch'è caratteristico in Leonardo. E nemmeno deve meravi!diare che, mentre cerca di trasformarBi impressionato dal profondo ijapere della scuola fiorentina, pur ne' s1wi artisti rrùnori, Raffaello, disorientato produca diverse opere mediocri (2), ma presto ritro-.-a la sua via, la strada maestra che dalla ristretta rinomanza campanilistica di Perugia, Urbino e Città di Castello lo porta in breve ai più alti de- . stini ·nella Cittìi Eterna e alla. gloria imperitura. Quantunque Raffaello, durante la sua permanenza in Firenze, abbia dipinto delle Ma.donne immortali, pare non conseguisse in quella città una conside• razi_one proporzionata al merito ; infatti, ,J . (1) Ad esempio nella notissima Madonna del Prato, esistente nella qaneria Imperiale di Vienna. · {2) F'rà re alfre i ritràtti di Agnolo e Maddalena Doni (1504c.) a Palazzo Pi\ti; teste molto inferiori alle deliziose testine dello Sposatiiio di Brera. f?ibl1oteéa<..:;mtos1anco seùbene non gli mancassero amici tra gli artisti e i cittadini, non gli venne mai una commissione importante dal Comune o dai privati, nemmeno da coloro che passavano por mecenati; era, il vecchio mondo cli Perugia e di Urbino che continuava al giovine lontano la protezione usata. ••• Dall'intrecciarsi di correnti diverse originarono in ordine probabilmente cronologico le soavi, divine Maclonne del Gran Duca, tli casa 1'empi, di lord Coll"per, di Casa d'Orléans; quella An8idei, l'altra Terrarw1,a, la Madonna del Prato, del Cardellino, la Oanigiani, la Bella giardi- • n'iera. Tralasciamo le molte altre in cui più o meno, ebbero parte anche gli aiuti. Poco prima o parallelamente al periodo delle Madonne il maestro condusse altre opere alle quali accenneremo di volo. Agli Uffizi esiste un bello e pensoso ritratto di giovine signora sofferente (1 ), attribuito al nostro, ma non è certo che spetti all'Urbinate, sebbene qualcuno l'abbia anche datato col 1505, creando cosi una data nuova nella cronologia ra1Ta.cllesca. A parte questa fantasticheria recente rammenteremo 'che il Passavant, contro il Rumohr, lo diede al maestro, e che il Cavalca.selle inclina verso la stessa tesi, « riconoscendo in questo stupendo riti-atto manomesso dai restauri, lo stile fiorentino al modo ùi Leonardo ». Opera poco sicura è pure il mesto e nobile autoritratto, espressivo e delicato, ma piuttosto debole come tecnica e con certi toni insoliti in Raffaello, forse " a causa dei danni e restauri patiti •· A Palazzo Pitti il noto e discusso ritratto conosciuto sotto il nome della Donna ara1,ida, semplice e largo di fattura, potente di colorito (1505 c.). Il piccolo S. Giqraio del Louvre, con influssi leonardeschi; nel 150G· l'altro S. Giorgio del Museo di Pietroburgo, non già ripetìzione del primo, come fu detto, ma ben diverso nell'azione e nella tecnica. La bella e mestissima Madonna Conestabile pure nel museo di Pietroburgo, va raggruppata con queste opere, sebbene ricordi fugacemente il Perugino ; opera perfetta per tec;n~càl soavissima e R!}ntimento profondo:' Variano ,di molto le opinioni circa il' ~inpo in' cui Raffaello avrebbe ·colorito _le Tre Grazie, drlicata rniniatura ad olio, da t'empo nel l\Juseo Condé a Chantilly. Qualcuno le ritenne (1) N .0 1120.

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