Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1920

22B palii:nto ; e n0I si Yiveva tutti in continua anslusu u.Uusu.. Noialtri stnùcntl rrn,amo, è facile lmmag-iuarlo. in una insta11cuhile mobiJitaziono di :-1tr::tùa, tanto più (\ho volgevano lo v:1canzc autunna,li, e non creùcvamo <li impicg-arlo meglio che nelle ùimostrazioui per Roma. Nelle c,ittà di provincia - tl tanto ph'l in Romag-na, dove la politica è passione che tiene il primo posto, ancora prima ùel giuoco, dei cavalli ,e delle dounc non si pensava ad altro, da mattina a 1,era, che alla liberazione di Roma. Il conte Ponza di San M11,rtinn. Il murkdl 20 settem br1-1,ucl pumcrigglo, eravamo, tutta la solita numerosa e briosa comitiva, attomo ai tavolini del caffè di mezzo - a Cesena - sotto i portici, quando verso le cinque arrivò di gran corsa il fattorino del telegrafo con un di-. spaccio ùiretto al sottoprefetto. Vole• vamo prendeNlielo ed aprirlo : ma ci scongiurò n non fargli tale violenza. Ci disse che recava la noti1.ia della entrata In Roma ùello truppe. Lo accomp1Lt;"nnrnmo in piazzn frn gli evviva. Tutta la cittii fu irntnc<liatamcnte in csoltaziunc. Al· cuni di noi salirono sulla tor1·e del Riilotto, mentre il campanaro conù11ciava g-ià. a dare i primi festosi rint.orc-hi che rintronavano, innanzi tutto, nella 1,ron• zca trsta della colossale stnt.ua di Pio V 1. e tutta la città cominciò ad im bunùicrarsi c1l a prepararsi per lu Ulnminaziol)e. l:icorùo u11 cpi:lodio c11rlo.~o. Vnr,-;o le BtblotecaG noBianco f:l'i pomrrh1lnne, dnl primo rbno di nnR casn, dirimpot 1 o al nu:iLr·u :11,ituale cttft'è uscivano degli urli rlisper·tt ti, romc di gc11tc che frroccnwnte q ucstionasse e stesse per mettersi le mani aùdosso. Era un nosti·o bnon amico - 1111a 011riosa macchiett.a ili veneziano - Lui~i Piloni, impiegato alla Socict.ì per le miniere solfuree. Scapolo, egli abitava, in quella casa, in due camerette d'affit.to, una delle qua.li prospettava sulb strad!l davanti al caffè. Udcnilo suonare IL distesa il campanone 11.vcva ca,pito di che cosa potevai:i trattare, ed ern, vennto via dall'ufficio, cd era corso a casa, munito di quattro c-and<'lc, e appcnti sn si era. messo a pi11,ntarc quattro lJravi canòellieri improYvisati sui òavanzali ùcllc due finestre. In quel momento rientra va a casa il padrone ~ un papista inceonciliahilc - t11tto so!'lsopra pflr quanto andava accadendo nel mondo, e che, YC· dcndo il suo inqniliuo afl'.acceodat,o a piantare le c11.nclclesulle finestre, accompagnando l'operazione con degli evviva formidal.Jili all'Italia e a Roma, confor.- tati da certi moccoli venczi:1ni che ba - sta.vano essi soli a fare tutt.11,una illnmi· nazione, <'ra cnrso di sopra per im pcùir-c in -casa sua lma tale profanazione. Il Piloni a griùare che egli pagava regolarmente l'aflìtto e che l'u~o delle flnestro era suo; qucl1'1ùtro a, strillare che il padrone della Catia era lui e che non avrebbe mai permesso che si dicesse che le flnbstro <li casa sua erano state illuminate per un fatto che offendeva e turba.va le coscienze. Piloni a replicare con «ost .... rich<'• tremendo, da fA.r crollare la volta celeste, e persino con minacele di coltello - che, innocuo oome era, con le sue gambette storte e la sua person11, tnzz11, e rattrappita, erano una contraddizione ia termini ; e quell'altro con minaccio 11! querele e di scomuniche da far sca.pparu U diavolo in persona. Noialtri tutti ·era• va.mo nccorsi sotto le finestre a mescolt1.ro agli evviva all'Italia e a Rom11,,gli • ovvi• va Piloni •• flnchè ad un certo punto sa.linuno tutti in _casa a tirar fuori dallo stanze cli Piloni il paò.rone della casa, prima che si afferra.ssero l'un l'altro coi denti. Costui fu accompa~nato mo men, tancumonte via dalle guardie accorse, e Piloni potè, fra le nostre acclamazioni, acccmlcrc lo sue qu11ttro candele. l\lo, le altre duo finestre accanto rimasero senza lnmi fnccnrlo parte dell'alloggio del padrone cli casa, il quale, ritornatòscnc, chiuse le proprie persiane, inflschian<lo• scnc dei no8tl'i sibiU altissimi.

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