- 218 - Cn,ronr nnn nhh:rn,1onl', plì'l qno~t'idC'n. e 1'11 oUol.Jro ISGO, proprio quando le clifficolt1ì della sna PCllitica croSC'PVano e i,;i intralclavnno terribilmente o q na,;i tutto IP Potenze, indispettite por la parto avuta dal Piemonte nella spoùizion<> dei Mille, avevano richiamato i loro rappresentanti da Torino. o~:li tcce in l'ariamonto 11nost11solenne dichiarazione: « La 110,:tra s~olla, o Fig-nori, ,o lo dichiat·o npcrtumcnto, è di fat•e che la Citt;\ Eterna, i-;ulJA.qnalo venticinque secoli hairno accumulato ogni g-cncrc di gloria, divent,i la i;:plcnclida capitalo elci rcg-n•) d'Italia •. Apponn poi il nu,wo rcg-no fu proclamato, Cavour volle che la prima affermazione ùcl Pnl'lamcnto Italiano rig-u111·,lasse appunto il <lil'itt.o dell'Italia su Roma. Nel mag-nifico suo discorso del '25 mo.rzo lSfil eg-li fissò in modo preciso i termini ciel problema : • Se si potesRc concepire J'[talia costit.uita in uniti\ in modo sto.bilo sen:~a che Roma fosse la sua cn,pitalc, io dichiaro ~.chidt,amente ()he reputerei diffl()ilc, for'le impo!3sibile, la soluziono della rinostionc romana. Porchè noi al>biamo il diritto, anzi il dovere, <li chiedere, cli insistoro pe1·chè Roma sia riunita a.ll'.[talia1 Perchè senza noma capitalo d'Italia, l'It.alia non si può costituire •. Proseguendo nel sno ragionamento egli espose noi moùc, più limpido le ragioni di questa necessità : "La qnostione dC'lla capitalo non si sciotslio, o signori, per ragioni nè di clima,. nò di topografia e neanche por ragioni straio.'.l'iche; se questo rag-ioni avessei·o dovuto intlnire sulla scolta della capitale, certamente Londra non sarebl>e canitale della Gran Breta~na e forse nemmeno Pari!l'i lo ;;aroblJo della Francia. La scelta della capit,ale è determinata da .granùi ragioni' morali. È il sentimento dei popoli r-ho clociùe Jo•questioui ad essa rchtive. Ora, o signori, in Homa concorrono tutto lo circostanze storiche, intollcttnali e momli che devono determinare le condizio11i della capitalo di un (rran1le Stato. Roma, è la s0111e,itt.ì. d'Italia che non ali hia memorie esclusivamente munici11111i; tutta ht storia <ti Roma dal tempo <lei Cesal'i al tempo d'oggi è la storia di una citt.h, la cui importanza fii estendo infinitlimonto al di lii del suo territorio, di una città cioè destinata ad os~crc la capitale d'un g-rande Stato. Convinto, profondamente convinto cli que:"ta verità, io mi credo in obbligo lii proclamarlo uol modo più solenne dayanti a voi, davanti alla nazione, e mi tcu;;o iu obbligo di fare in questa circostai!za appello ul pat1'iottisrno di BibliotecaGino Bianco t11tt.i I cittadini d'Italia e elci rappresentanti dello il11-tstri suo citt.ù, onde cessi mmi dise11ssionc in propoi'ito. atlinchò noi pos:::iamo dichiarare all'Europa. nf11nchè chi ha l'onoro di rapr,rosontarc q110sto pacRe a fronte dello e9tere Potenze possa dire : la necessità di aver Roma por capitale è riNmoscinta e pi•oclumata dall'intera nazione ». La diRcnssionc si cltinsc il 27 marzo l~Gl coll'approvazinuc di 11n or(lino del giorao, che costitul per l'Italia h prosa di possesso ideale della sua raflitalc. Questa dcliboraziono del· Pa.rlamonto Reg-:iò Ull PUSROardito e ùcciRiVO sulla via ùi Roma. pcrchè co~ì Yenne fissata al popolo italiano la mira prcoii;;a da raggiun~cro cd impresso nella coscienza nazionulo il formo J)!.'oposito <li non lasciar• sene ùoviarc. Pnrtroppo non erano ancora passati tre mesi da ·quel giorno, e Carnillo Cavour scendeva nella toml,a. a soli 51 anno d'eti\. • • • A far da pnngolo al goYerno od all'opinione pubblica nella questiono romana, si agitò i1 partito garibalclino, o fu bene• merita ag-itazione. porchò dimostrò che l'ideale doll'unit,'t non poteva assopirsi o illan~~nicliro. Sorvoliamo sopra l'epif'odio do!Ol'OS(ldi Aspromonte e sopt•a l'infolico convenziono fatta ()Olla Franoia uel sctternl•ro del 186-L JVIazzi11idioov,L: « ::\'on avl'orno noma, so non ,lono Venezia •, oò avvenne verament,o così. Ottenuta Voueziacollag-ucrra del 18G~. lo aspirazioni <li tutti si accoutuarono, ancor più vivamente cli pl'ima, alla oa.- pitale preconizzata. Nel 18G7 avviene il nuovo tcut.at.ivo g·aribaldino. Chi non rammenta l'eroica morto ùi .F:urico Cai· mli e dei suoi compagni a Villa Glor!? Apri, Hom..Lin11no1·t.ilc, apri le porte Al dolce eroe che 111uo1·e, 1'on 1uai, uon rnai ti co11sacrù la 1norte, llOllla, un viii 11obil cuore (I). Chi può dimenticare la pagina rli Montana 1 Anche questa sconfitta ci fece avanzare verso la mòta agognata. Le difficoltà por la soluzione dell11,questione romana dipendevano eRsonzialmcnt.e dalla Francia. E qui non sarit, inu- (1) Que~ti versi di Giosuè Carducci furono scritti in IUOl'lO rl~l fratello di Enrico Cail'Oli, GiOl'auni, che ferito a Villa Glol'i e fatto pri:;io11icl'O trasci11ò ancom per poco più di un a.uno uua vita trnvai;Jiuta dai dolori,
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