di xxxxxxxxx pel d· n-t··o irnmnne xxxxxxxxxxx vile o~g-L calpesta; fieri domani per le forze amane, domani invitti lcvcrcm la testa. " lo ti penso. 4. · INCASTRO. Dalia. Io ti penso là in faccifl a l'infinito Che l'alma avvince in una trama azzurra, Ne la quiete incantatfl che sus~UlTfl L'amor de le sirene come un mito. Nenie fiorenti al bacio de le spume, Olezzi di natura senza ùrunie, Immenso favellar di nostali;in, Ondate di malln. Io ti penso là in fondo a r orizzonte Che sa il poema di più puro cielo L'eterno ricantare raggio anelo Che di rossor t'imporpora la fronte. Languor di sogni a l'inalhar sereno, Splendei· di luci belle a l'etra in seno, Novelle flamwe pronubi d' amori, Miraggi di colori. Io ti penso nel !\faggio tuo ridente, Fata gentil, di mimmi a un vispo coro Donar consigli, e a le tes.tine d'oro Carezze ad ora ad or soaveme11te. Voci di mamma f'he van drHte al core, Fiammeggiar di pensiero educatore, Dolcissimo fiorir di benefici, Candor di sacrifici. Bice Del Balzo. Tristezze primaverili. 5. • SCIARADA. Or dite con l'accento più sincero quanto v'è noto del mio vivo affetto ed esprimete l'eco d" un pensiero eh' ama svelarsi armonioso e schietto I Oggi a festa s'adorna il Maggio amene e la campagna è tutta un lieto incanto; ma voi molli scorrete, e il vostro seno ben pare accolga ogni terrestre pianto. Così finisce il gaudio e de la vita l'odio acerbo comincia .. Oh, come amara questa trama nel nulla s'è compita, mentre fioriva in cor la speme cara! Ora tutto è agitato e il turbamento passa di cosr1 in cosa, onde il mio volto l'ansia rivelfl per la qual mi sento in ogni venfl trepido e sconvolto. Pad,.e Cefalo. La fine di" Carlo Quinto" 6. • SCIARADA. Vaghe illusioni de' miei giovani anni, Sogni ridenti d'immortale gloria Quando all'ingegno dispiegati i vanni L'epico carme m'ispirò tu,1 Storiai Cantai le gesta tue e i crudi affanni, Quando compagna. avesti la Yittoria, E quando, sfiduciato, i disinganni UN AL'.l'RO seppellisti, e la tu:i. borin. 677 - E qnanto nllor~ t.rcpidò il mio core Che " Carlo Quinto " e la mia Mus:1 alata Delle stampe attendevnno l'onore! Ma l'attesa non fa dL l'{t\ns-a dat~: - 'l'U'l"l'O sciupato I - ùisse• l'editore, l\'.[imostrò l'uscio .... e {cce un:i;riirntn. h.,..· 1 1Ju,·111clu11a. Di palo in trasca. 7. • INCASTRO. Che gioia! Le vaghe donzelle occhieggian dal verde balcone. Oh come son care e son belle! Che gioia! Son pur tanto buone! Che pianto! La biera. megera sul mondo la falce ha diste8a .... Di salme oh che lugubre schiera! .. , Che pianto! La \1ita è sospesa! Che noia! Ma quando avrò letto, - e poco davvero mi svaga - vedrò che si tratta, scommetto, (che noia! !J d'aumenti di paira ! (POSTUMO) Do>i Fastidio. 8. • CAMBIO 1:1 VOCALE, Così, senza distacco, in sfumatura di suoni sale, via per l'etra azzurra ..., ma ecco che passando piano piauo, con sacrificio, il tratto à reso vano .... mentre s'accende, fulgido portento in uno scintillìo d'oro e d'argento. 1'upina. 9. • DECAPITAZIONE. Correr gli azzurri spazi oggi Io Yedi; ed ie1i, senza testa, andava a piedi! Dotto,· SJ1·io. . 10. • 8CIAilADA ALTERNA. Ho itn: perchè? Perchè, specie al secondo non mi piace veder visi abbujati. Siam forse per il pianto messi al mondo? Per lamentarci sol forse siam nati? Abbastam:fl lfl vita oggi è totale per farcl anche da vivi il funerale I Ca,·afulla. Vn testardo. 11. • SCIARADA. Io t' o!Iro - e 8pesso per femminea mano - l'ara.bica. bevan,fa, o il licor grato, o pnstkcini, o bibite, o gelato, frigida birra od imbottiti pani. Consumo ogni ora di vita ferace tra astrnse carte, arditi esperimenti, e non solo la mia, ma le altrui menti di mie ricerche illumina la face. · Nobile ho il geni tor, pronto e gagliardo; paziente, mite e pircola la madre. Niuna virtudc alligna in mc del padre; della madre, sol una: .... io son testardo. .Pio ~·01a11a. 12. • CA)lDIO DI CONSONANTE, Dipingo in grande cd in suc<'iuto se-rivo. Dutto,· Sel'io, CREDJTOITALIANO • Qualsiasi operazione di banca Aibhot • JUI I\..
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