Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1919

- 455 - ' croati tendendo a uno jugoslavismo croato, i serbi a uno jugoslavismo serbo. Nel 1905 la necessità di non essere più turlupinati e di non fornire al governo austriaco la migliore arma contro H popolo jugoslavo, trionfa nel patto di Fiume e nelle dichiaritzioni di Zara, in cui i ca,pi dei partiti più importanti serbi e croati affermano ·1aloro unione con l' opposizione magiara (partito Kossuth) perla lotta contro l'oppressione. Da questa unione non restò separato che il partito croato più conservatore, bigotto e poliziesco, detto clel diritto, che ha sempre più perduto terreno nel paese. La dichiarazione di Fiume, alla quale hanno colla.borato molti di quelli che poi vedremo nel Comita,to jugoslavo all'estero, dice: « Il partito croato consideri Croati e Serbi come formanti parte di una stessa nazione per la lingua e per il sangue, e uniti per sempre dal territorio che abitano>). In Dalmazia, il sindaco di Ragusa dichiara pure nello stesso tempo a nome della maggioranza: « Il capo del partito nazionale croato e il capo del partito nazionale serbo, profondamente convinti dell'unità nazionale dei Serbi e dei Croati, sono prònti a, combattere a fianco uno dell'altro nelle questioni nazionali, e a riunire i loro sforzi per ottenere la riunione della Dalmazia alla Croazia». Le stesse espressioni si trovano da allora in poi in tutte le manifestazioni jugoslave in occasione della annessione della BosniaErzegovina; sia in Austria che fuori dell'Austria, nelle riunioni politiche o serbe o degli emigranti americani. Una sola differenza: nelle dichiarazioni fatte nell'interno dell'impero a,ustro-ungarico non appare, come nelle altre, e si capisce, la volontà di staccarsi da l'Austria. Qualcb,e volta, persino, ultimo rimasuglio di speranza e di fe. deità austriaca, oppure, più spesso, concessione d'opportunismo politico, si fanno voti per la riunione di tutte le provincie jugoslave sotto gli Absburgo. L'ultimo segno, per esempio, si trova nella ormai celebre dichiarazione del 30 maggio 1917, che è stata votata da centinaia di sindaci di comuni jugoslavi ed ha ottenuto la firma di migliaia di uomini e di donne anche dei piccoli paesi. Essa fu letta dal deputato Korosec, presidente del Club jugoslavo, in nome dei deputati serbi, croati e sloveni: « I deputati sotto firmati, riuniti in Club jugoslavo, dichiarano, basandosi sul principio delle nazionalità e sui diritti dello Stato croato, di domandare che tutti i paesi della monarchia sui quali vivono sloveni, croati e serbi, siano riuniti in un organismo di Stato indipendente e democratico, libero dal dominio d'ogni nazione straniera e posto sotto lo scettro della dinastia Absburgo-Lorena; essi dichiarano che ponanno tutte le loro forze a realizzare questa loro domanda della nazione unita>>. La frase « sotto lo scettro degli Absburgo >) è certamente ·un abile inciso, che permette di rendere pubblica la dichiarazione senza pericolo e di 11,ttirarenell' orbita del movimento naziona,le anche gli elementi fedeli alla Casa regnante. Nei tempi anteriori a questa dichiarazione, nata dopo la rivoluzione russa e dopo la morte di Francesco Giuseppe, appena si cominciò a respirare in Austria un po' di libertà, non sarebbe stato così. L'ideale jugoslavo si fermò qualche tempo a contemplare la possibilità d'una realizzazione sotto J:oscettro degli Absburgo. L'ideale jugoslavo trovò in questa speranzà la sua ultima prova. La Jugoslavia sembra per un certo tempo poterai formare sottò lo scettro e con l' impronta degli Absburgo. È il periodo che va dal 1905 al 1912, dal patto di Fiume alle guerre balcaniche .. L'idea jugoslava si dibatte fra la possibilità di un'Austria trialista o di una Serbia ingrandita, ch·e annetta le provincie jugoslave dell'Austria. Il trialismo sembta godesse il favore dell' arciduca Ferdinando, ucciso poi a Sarajevo. Ma per spiega.rei questa oscillazione di possibilità, bisogna tracciare la storia del1' idea jugoslava in Serbia, come l'abbiamo tracciata in Croazia, in Dalmazia, in BosniaErzegovina, i11Slavonia. VI. - La Serbia. Scioltasi nel 1904 dal giogo turco, ma non interamente, la Serbia ha sempre indirizzato i suoi sguardi alla liberazione dei fratelli serbi in Macedonia. Ma questo scopo non è stato raggiunto, nel 1913, senza una lunga serie di prove, di oscillazioni, di periodi d'abbassamento 8 d'oscurità nazionale, che non hanno mai potuto, però, corrompere o troncare la forte fibra del popolo. Particolarmente n_ociva è stata al paese la dinastia degli Obrenovic. Questa con l'altra dei Karageorge, si contesero e ottennero a vicenda, il trono di Serbia. Sotto Michele Obrenovic la Serbia era salita molto in alto e forse avrebbe potuto fin da allora diventare il Piemonte dei Balcani, ma sotto i suoi successori, guerre sbagliate, corruzioni e bassezze asiatiche, asservimento ora all'Austria ora alla Russia, ne prostrarono per anni la potenza militare e morale. Finalmente essa riacquistò forza con Pietro Kat·ageorge, dopo essersi violentemente liberata dell' ob• brobrio del re Alessandro Obrenovio, e lo dimostrò nella guerra balcanica del 1912, rompendo a Kumanovo la mal!sima forza turca e contribuendo alla presa di Ailrinnopoli da CREDITOITALIANO Qualsiasi operazione di banca

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