Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1919

- 452 - incolte ed incapaci di sollevarsi ad una vi• Questedifferenzeformalinondevonotrarci eione superiore della loco unità, ebbero sem- in errore 1ml fondamento comune che ha la pre di fronte allo straniero, resistendo, con lingua nei tre popoli. Essa è anzitutto una tenacia istinti va, alla ellenizzazione, alla ita- lingna popolare, cioè tanto più letterarialianizzazione, alla magiarizzazione, alla ger- mente bella quanto più si accosta a quella manizza.zione, anche se tentate per le vie più parlata dal popolo e ricca dei suoi modi di diverse, con la superiorità civile, con la dif• dire; quindi la migliore letteratura non è, fusione della coltura, con l'emigrazione for- come accade da noi, staccata dalla massa pozata, con le violenze sanguinose, con l' op• polare e contadina, ma ad essa comprensibile pressione politica, e ciò durante secoli. Non ed alla mano. Il buon scrittore essendo scrit• e' era una coscienza jugoslava ma le lotte tore di lingua popolare, è scrittore per ecceldegli sloveni contro i tedeschi, dei croati con• lenza nazionale e non di classe colta. Non tro i magiari, dei serbi e dei dalmati contro occorre studio all'uomo del popolo serbo per i turchi ne sono l'antefatto necessario e na- intendere ciò che scrive il suo poeta. Non e' è turale. Talune di esse sono immortali nella un vocabolario poetico, antiquato, aulico: poesia che le eterna. Ma quello che ancora più importa è il La lingua e la poesia sono il veicolo ed il fondo dello spirito, le tradizioni, i canti polegame dell'unione nazionale. La lingua jugo- polari, la musica, i balli, il folklore, il quale slava è un seguirsi di dialetti leggermente si rivela identico in tutti e tre i popoli, che per differenziati, da quelli più settentrionali slo- secoli hanno cantato e cantano, nella plebe veni a quelli meridionali della Macedonia che come tra i signori, di Marco Kraljevic e di si confondono con i bulgari. Dialetti serbi e Lazzaro, delle Vile è dei Tutchi, in Slovenia croati formano in realtà un gruppo profon- come in Dalmazia, in .Bosnia come in Croadamente unitario e fra di loro sono assai mi- zia, come in Serbia, come in Macedonia. nori differenze che non tra dialetti toscani e · In questa letteratura e in quelle lotte nadialetti romagnoli; si rassomigliano come zionali sarebbe facile andare a trovare i germi •certi dialetti marchigiani a certi dialetti um- e le affermazioni popolari e letterarie della co• bro-toscani.Idialetti sloveni presentano qual- scienza jugoslava, come nella letteratura e che maggiore differenza, come, per es., l'aver nella storia italiana si sono andati cercando mantenuto un arcaico numero duale; ma per i germi e le affermazioni della presente noaltro minori che non abbia nelle radici il pie- stra unità. Ma sarebbe un lavoro antistorico montese col toscano, o il siciliano col friu- che, se è lecito alla coscienza pratica del pro• lano o col sardo. Da molti anni in tutta la paga.ndista., non è permesso a quella dello classe colta dei tre popoli jugoslavi si nota la studioso. In realtà gli accenni che si posson tendenza ad unificare la lingua; anz~tutto trovare nella letteratura. slava di Ragusa, o depurandola dai barbarismi, i serbi da quelli nelle pje,me serbe, non hanno nulla a che turchi, gli sloveni da quelli tedeschi, i dal- fare col movimento di oggi. ma.ti da quelli italiani; adottando le riforme dello scrittore Vuk Karagic, che fece riconoscere nel dialetto del!' Erzegovina il toscano della Jugoslavia; facendo propaganda per l'ecau,tina, cioè per la pronunzia dell' e serbo, che in Croazia suona ie e i: infine tentando di unificare anche la scrittura, accettando quella latina dei croati. Infatti la stessa lingua viene scritta in Serbia con l'alfabeto cirillico moderno (quello simile al russo}, in Croazia con caratteri eguali ai nostri, debitamente modificati per certi suoni, alcuni altrimenti impossibili a rendersi, altri resi così più sicuramente che coi nostri 11egni (lettere z, 6, 6, i, é}. IV. - Sviluppo. deJr idea jugoslava. Se mai vogliamo risalire un po' lontano, la nostra attenzione potrà fermarsi sopra Napoleone che, trasportando con la sua spada le idee della rivoluzione francese in tutto il mondo fu, come da 1 oi in Italia, come in Germania, così nei paesi jugoslavi il primo risvegliatore e suscitatore del sentimento na- , zionale. Creando nel 1806 le« provincie illiriche» egli obbedì certamente a vedute politiche ohe rispondevano ai suoi intenti orien• tali, ma intanto riconobbe e affermò la prima Almanacco dello Sport 1919 (LA GUERRA E LO SPORT) 260 PAGINE' -- 260 ILLUSTRAZIONI -- LIRE 2,50 R. BEMP0R110 & FIGLI0, Editori - FIRENZE CREDITO ITALIANO • Qualslasl operazione di banca Bibliott. ___ .._

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