- 419 - • Da tempo gli alleati si preoccupano di tale questione; e fl n rlallll. Conferenza <1 i Parigi (giugno 1910) fo approvato un ordine del giorno, col quale le più importanti nazioni dell'Intesa si impegnavano a riservarsi re• ciprocameute le loro materie prime, e in ge• nere le loro risorse naturali, acl esclusione dei nemici ed anche dei neutri, e ad assicurare 11Jleproprie merci di esportazione degli sbocchi compensatori, qualom esse avessero perduto gli antichi mercati tradizionali. Un'idea più radicale era quella di formare fra gli stati dell'Intesa una specie di unione doganale, con una tariffa di preferenza fra Italia, Francia e Inghilterrn, e di applicare inYcce tariffe differenziali, cioè più alte delle normali, ai nemici di oggi. Una siffatta idea ha avuto modo di concretarsi anche nelle con• clusioni della nostra Oommissione reale per lo studio del regime doganale e dei trattati di commercio, la quale non ha escluso, anzi ha ammesso che fra l'Italia e i suoi alleati possano convenirsi, nel dopoguerra, patti più stl'etti per scambiarsi reciprocamente le merci più interessanti in un regime doganale di preferenza. È infatti una esigenza assoluta di salvezza che i popoli che oggi insieme combattono si abbiano a porgere una reciproca assistenza domani, allorquando cioè si sferrerà una terribile concorrenza nel campo commerciale. Sarà concorrenza vivace ed accanita cosl sugli approvvigionamenti di materie prime e di generi alimentari, corno sulle esportazioni di prodotti della terra e di manufatti indn· striali. Il probletna delle tnaterie pritne. Oltre alla Genuania, i cui stabilimenti adoperano abitualmente una massa enorme di materie prime e che oggi hanno comple• tamente esaurito le loro scorte estere, deb· bono essere calcolati ancora gli alleati europei, i neutri tenuti a razione, i paesi occupati clalla coalizione avversaria e la Russia stessa, le cui condizioni di approvvigionamento debbono essere, sotto molti rispetti, assolutamente tragiche. • Prendiamo ad esempio la situazione del cotone. La Genmtliia, l'Austria, la Turchia, la Bulgaria non ne ricevono più da anni. La Svizzera e gli Sta.ti Scamlinavl, per clifflcol~ sopra tutto di tonnellaggio, ne posseggono m quantità esigue. Grandi quantità di cotone sono destinate, nei paesi belligeranti, all~ biancheria militare, agli attendamenti, agh aeroplani, ecc. Ne segue che le stesse scorte, dapprima assai abbondanti, delle na1.ioni del• l'Intesa, sono venute aesottigliandos1. La ferrea limitazione del tonnellaggio marittimo disponibile fa sl che si dia la pref'erenza nel carico al frumento, al carbone, alle carni, alle pelli, ai combustibili liquidi, ecc. anzichè al cotone, il cui bisogno· è meno urgente. D'altra parte gli Stati Uniti d'America che hanno nel mondo la più larga produzione ed esportazione di cotone, tendono sempre più a lavorarlo nelle filature e tessiture del paese. Orbene : ognu~o può immaginare, partendo da questi dati di fatto, a qual punto di accanimento si spingerà, a guerra finita, la lotta per l' accapa1Tamento del cotone negli Stati Uniti, nell'Egitto e nell'India. In previsione di ciò i tedeschi già da tempo vanno accantonando da per tutto depositi di cotone, per poterne dispo1Te a pace conclusa. Ma poichè i tre principali quasi esclusivi centri di produzione di questa fibra tessile appartengono a stati dell'Intesa, è lecito supporre che questi stati ne riserberanno il godimento anzitutto a quei paesi che li avranno aiutati a vincere la guerra. E già si disegnano all'orizzonte convenzioni di questo genere, per tutte quelle materie prime che presentano uno speciale interesse industriale, ·e su cni gli Stati dell'Intesa possono esercitare un sicuro controllo. Zolfo, piriti, martno, canape e seta. Del resto il nostro paese ha qualche co~a da dare in cambio di quel che si propone cli ottenere. Nel campo minerario l'Italia ha il mono• polio europeo di una materia importantis• sima, e cioè dello zolfo. La produzione, durante la guerra, si è ridotta a meno della metà e si pensa seriamente a restaurarla nelle sue antiche proporzioni; ciononpertanto l'Italia, anche con suo eaorifizio, fornisce quantità notevolissime di questo prezioso prodotto clel ■. I Piccola Biblioteca Britannica - PER LE SCUOLE E LE FAMIGLIE - . R. BEiv:;,e~;1;;o ~GEFl~~IQa r:hi;iRENZ ■uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuwuu►•■ CREDITO ITALIANO • Qualslasl operazione di banoa Bib 10. --- •.::11110 L.I -••--
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