- 383 - meqte semplice. Ma si compl'onde pure come la sua soluzione sia legata, più che altro, alla industria del motore. Gli aeroplani d'oggi, a pieno carico, pesnl)o parecchi quintali: si faccist il confronto coi pochi ettogrammi di peso del cervovolante e coi pochi chilogrammi o coi pochi miringrammi di peso degli uccelli ! ?.fa, com'è noto, l'industrin. dei motori in questi ultimi tempi ba fatto passi giganteschi. NeUa formn. più elementare, il motore aereo nasce dal motore a scoppio comnne, a due tempi ed a quattro tempi; ed ha una stretta colleganza coi motori congeneri tipo Otto, tipo Diesel, perfez.ionando ed 11,pplicaudo entrambi il principio dell'abate fmncese che nel 1670 tentò di utilizzare, come forza motrice, la foi-za d'espansione della polvere da sparo. - Ma il motore aereo, pur serbando coi suoi congeneri, il principio, si allontana dal genitore nell'applicazione meccanica, per la sna caratteristica leggerezza, che impone, sia al motore del tipo a raggiera, sia a quello del tipo a stella, o del ti po rotativo, o clel tipo fisso, l'adozione di acciai e metalli speciali, come l'alluminio, per imprimere al s110organismo la più grande potenza specifica, cioè il minor peso, per consegnire maggior forza e quella resistenza limite che affida in sicurezza ed in semplicit/1. Tutti i motori, dai primitivi ai pii't recenti, siano Clerget-Blin rotativi, da 60 a 200 Hp., siano Beatty-Monobloc, siano W, H . .Alleo, Napier, Rolls-Royce, Gn6me et Le Rhlìne, Mercedes, Benz, Oberursel, .Argus, Rex; .Anzani, Fiat, Isotta Fraschini, e il tipo i<leale americano « Liberty », che ha una storia ed una leggenda, o siano i preconizzati turbomotori a scoppio, il principio è per tutti uno: la forza esplodente dei gaz. L'equilibrio è dato dai meccanismi regolat-0ri e, se questo, fin quasi alla vigilia della guerra, era ancora il punto debole dell'aviazione ora è risoluto in modo perfetto. Gli inizii della guerra aerea. Il primo uomo che abbia osservato dall'alto ammassamenti di truppe fu l'aviatore Hnmilton che si trovava al .Messico per pacifiche gare aviatorie, quando a Juarez avvenivano le note rivolte. Egli, volando, rivelò "!~attamente la ·posizione delle truppe messi- <'ane e delle truppe americane ammassate a guardia del confine . .Fece sommari schizzi (lelle posizioni notandole sopra una carta topogra fìca aperta innnnzi alni. Il vento, essendo forte e variabile, non gli permise di volare sopra i monti per scoprire le p0!1izioni degli inRorti. JJ viaggio di Harnilton durò mezz' ora. L'altezza cli tlll palo di centinaia di metri, e la grande velocità avrebbero reso difficile il colpirlo. Il raggio visuale, che aveva dinanzi a sè, si est,endeva ad almeno trenta chilometri, grazie all'aria limpida. Dopo di questo primo saggio di esplorazione aerea, toccava all'Italia adoperare per la. prima. volta gli aeroplani per disseminare bombe sulle truppe arabo-turche nel cielo della Libia. Il Governo italiano mandò in Libia tre o quattro aeropll\ni cli cost.r:1zione francese, che vennero largamente adoperati per i servizi c1i esplorazione. Il primo a lanciare bombe dall'aeroplano fu il tenente Gavotti, cui presto si aggiunse tutta una schiera ili aviatori militari e borghesi: questi ultimi erano Verona, Manissero, Cagno, Ruggerone, e Rossi: tutti al comando dell'ou. Montì:l. Il capitano Piazza prese in Libia molte fo. tografie, mediante una macchina assicurata sotto al sedile dell'apparecchio, con l' obbiettivo rivolto all' ingiì:l. Infaticabili ed effica• cissimi furono i Caproni. Le cassetto lanciabombe, adoperate in questa occasione, si debbono al comm. Campodonico, che patriottiramente le donò al Governo. Se n!3 costituirono quattro sezioni, rispettivamente, per Tripoli, Derna, Bengasi e '.l'obruk. Il sistema, come è noto, era già stato sperimentiito con ottimi risultati a G;allarate, su aeroplani Farman, Nieuport e Blèriot, alla presenza cli parecchi ufficiali, fra i quali il colonnello Montezemolo, i tenenti aviatori S:tvoia, Di Palma e Marro. La bofnba era quella di tipo svedese, ridotta a mo,imento automatico e dotata di un meccanismo cbe ne impediva l' inteITamento. Ogni lanciabombe conteneva venti di questi gingilli, ciascuno dei quali di azione terribilè in un raggio di quattrocento metri. Mediante un insigni• ficante movimento dell'aviatore, potevano es• sere lanciate tutte in meno di venti secondi. Poi la guerra aerea si esteso nel Marocco e nei Balcani dove accorsero anche aviatori italiani. In quell'anno 1912 Gianni Caproni costruiva il primo aeroplano che la nobile citt.11d. i Milano donava al nostro esercito. E da allora gli esperimenti si intensificarono dappertutto. In Ingllilterra, al campo aeronautico militare di Farnborough, se ne fecero col nuovo cannone Maxim montato sopra un aeroplano. Gli anatori si esercitarono a tirare verso bersagli fissi al suolo. In Francia, a Villa Coublay, l'aviatore Espanet provò, con ~nc• cesso, un nuovo monoplano militare blindato, cm,trnito sui piani dell' autorità militare. L'apparecchio era mnnito di una mitraglia• trice a tiro rapido. In Germania, a Colonia, i dirigibili militari compirono nn' importantistima mnnovra CREDITO ITALIANO • Qualsiasi operazione di banca ib1tul~l a \.:lii ,o t:,1d1 t\,;U
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