- 339 - rian'iente, contro tutte le regole ·e le convenzioni del diritto delle genti e delle Conven- 'zioni dell' .Aja, con le devastazioni arbitrarie, col maltrattamento e l'asservimento de"li abitanti. Tra i danni delle due specie non°si deve poter invocare alcun principio di reciproco condono. Restituzione reciproca dei territori attualmente occupati. - Qui la Nota papale cit.a, in forma 1soltanto di esempio della regola generale nella sua applicazione alla Germania, la evacuazione totale del Belgio, con la garanzia della sna piena indipendenza politica, militare ed economica, di fronte a qualsiasi Potenza, frase che sa alquanto di ispirmr,ione germanica, quasichè volesse mirare a scusare o attenuare la criminosità dell'invasione perpetrata all'inizio della guerra. L'invasione del Belgio per parte della Germania violatrice della neutralità che essa stessa aveva garantita, ha fatto retrocedere cli secoli tutto il diritto delle genti. Togliendo ogni valore di garanzia alla parola, impe~nata e rendendo cosl assolutamente vani tutti i procedimenti finora escogitati per la conservazione della pace, mediante la semplice accettazione comune e volontaria, di istituti di conciliazione o di arbitrato tra le Nazioni, si torna all' ora selvaggia e preistorica del1'umanità. Non vi è più garanzia, che valga 11,lli'nfuori del pegno del possesso, cioè degli elementi sicuri di difesa contro la violenza. Il jus bellico non ha più nessun'altra sanzione che l'esercizio delln pura rappresaglia. N ot hat kein Gebot, proclamava Bethmann-Hollweg dinanzi al Reichstag. La fede data, dunque, non ha valore di fronte al vantaggio del momento. Necessità non ha legge, e per necessità valga il comodo proprio e la soddisfazione delle proprie cupidigie. L'equiparare la questione belga. e i snoi ripari a quella di qualunque altra offesa. e danno di guerra legittimamente e lealmente condotta è un sanzionare solennemente questo nuovo diritto di violenza e di sopruso. In tutta la guerra, il Belgio ei si presenta, e quindi dovrà considerarsi anche in occasione del trattamento di pace, in una situazione speciale, diversa da quella degli altri Stati e territori, e meritevole quindi di una tmttazione e di un trattamento speciale. Kel caso del Belgio non 11itratta di territori occupati in conseguenza delle vnrie e fatali viconde di una guerra. lealmente combattuta 8econdo le regole fondamentali clel j1ire bellico nniversnlroente riconosciuto dalle stesse popolazioni più selvagge. Non si tratta di Llanni risultanti dalle varie sorti delle armi lealmente maneggiate; nel caso del Belgio vi ~ Mnta nn' aperta, sprrifica, flagrante, scandalosa violazione di ogui legge cli guerra e di pace, di ogni più elementare e fondamentale principio, nonchè del diritto internazionale, ma della stessa bnona fede tra gli uo• mini, del rispetto alla parola solennemente c liberamente data. Onde il mettere semplicemente a pari la questione del Belgio con la restituzione e lo scambio degli altri territori occupati dall'uno o dall'altro belligerante durante le ostilità, è un alterare la verità dei fatti, è un confondere insieme situazioni diverse, è uno sminuire ingiustamente le sacre ragioni di diritto e di moralità pubblica che militano a favore del Belgio, indipendentemente o al disopra di ogni altro aggiustamento o accordo. Si verrebbe cosl in realtà, a proclamare pel futuro con nn solenne precedente storico, la piena giustificazione di qualunque violenta o fraudolenta occupazione di un territorio neutro, anche se preventivamente garantito dallo stesso invasore, quando una siffattn. occupazione gU possa 1-iuscire vantaggiosa come pegno per la rivendicazione, al terminare della guerra, di altri territori propri di cui si sia impadronito il nemico. Lasciando il Belgio e tornando alla proposta gonorica della restituzione reciproca dei territori attualmente occupati, osservo che non si fa nella nota papale alcun cenno di ri8erva di restituzione per qO.estitenitori su cui vertono specialmente le questioni tra Potenza e Potenza, per le quali il Papa esprime la speranza che si vogliano esaminare" con spirito conciliante, tenendo conto, nella misura del giusto e del possibile, delle aspirazioni dei popoli. " L'invito così formulato costituisce indubbiamente la pnrte più importnnte e originale, il punto più luminoso della nota papale, per quanto esso non fornisca alcuna base pos~ibile e pratica 11.1i1n'iziamento di qualsiasi trattativa . .Ad ogni modo, a questo invito ili prendere in qualche considerazione le aspirazioni dei popoli, hanno risposto tesi.è, in modo categorico gli Imperi centrali, ossia lo Czernin, nel suo discorso del 3 di questo me11e a :Budapest, e il Kiihlroann il 9 corrente, davanti al Refohstag, e la risposta, così pei territori reclamati come italiani dall'Italia, come nei riguardi dell'Alsazia-Lorena per la Francia, si compendia nella parola " no, mai ". Riassumo. Tutti vogliamo la pace, ed una pace che non sia soltanto un:i. tregua. Siamo disposti, procedendo sempre di piena inte11a coi nostri alleati, a<l esaminnre ogni seria proposta che ci venga da. qualunque parte, mettendo, per quanto ci riguarda, con1pletamente daccanto ogni spirito cosl di vendetta e di rancore, come di imperialistica prepotenz:i. Ma vi sono alcuni punti es!lenziali sni CREDITO ITALIANO • Qualsiasi operazione di banca Rit L. ., ... ,lC
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