- 337 - del ,centenario di Kosciusco, pubblicamente ha riconosciuto il diritto della nazione polacca all'unità, all'indipendenza e alla libertà, ed a questo riconoscimento dànno piena e cordiale adesione gli alleati. Sotto il governo cli Venizelos, b Grecia !1a chiarito la sua posizione nella guerra eliminando quegli equivoci che, dura.nte gli ultimi tempi del regno di Costantino, avevano I,lrodotto non poca incertezza nella situazione inte1·nazionale di quel paese. L'esercito e la mitrina cli Grecia, con l' ausilio della Francia e. dell'Inghilterra, sono in via di riorganizzazione, per unirsi quanto prima agli alleati nella lotta contro i comuni nemici. Il recente scambio di visite fra il Presidente clella•Repubblica francese e il Re d'Italia, ha dato luogo di constatare e cli riaffermare la perfetta armonia e la completa fiducia che presiedono alle relazioni delle due nazioni sorelle ed alleate. Una collaborazione sincera, fondata sullo scrupoloso rispetto dei rispetti vi interessi nel mondo, costituisce una vitnle utilità, tanto per l'Italia, quanto per la Francia. Le due nazioni, legate da vincoli tradizionali, ora vieppiù cementati dalla fratell:mza delle armi, procederanno sicure nelle vie del progresso e verso le gloriose finalità rhe a loro addita il genio imperituro della razza latina. La visita del nostro Sovrano a S. M. il Re dei Belgi attesta inoltre tutta la viva e sentita partecipazione degli italiani alln. sventura di quel popolo eroico. Nello scorso agosto il Pontefice diramò agli stati belligeranti una Nota in cui, con l'autorità della sua spirituale missione, riafrermn. solennemente i benefici della pace ed annunzia le provvidenze d'ordine generale da pi-enclersi dopo la guerra dal consorzio delle nazioni, allo scopo di prevenire una ripetizio11e di questo immane conflitto. Su questo terreno più generale non possiamo che acconsentire con l'autorevole parola del Papa; ma quando si scenda ad esaminare la Nota del Pontefice nell'indicazione pratica delle condir.ioni di pace, vi ravvisiamo quella medesima indeterminatezza' che caratterizza le comunicazioni da parte nemica, e che rende impossibile o inutile qualsiaai conseguente scambio di vedute. Gli ultimi discorsi del Cancelliere, del ministro ge1n1anico degli Esteri e del ministro degli Esteri d' Austria-Ungheria 1lovrebbero pur far cadere le illusioni di 0 o-nnno: nessun terreno pratico di discus- !!ione viene offerto, sia dalla :Notn clel Papa, sia in quei discorsi, per quanto riguarda le contingenti condizioni della futura pace. Occorre tener presente che ben altra importanz,t avrebbe l'inizio reale di trattative tm lo parti contendenti di quella che possa a vere la. semplice denunciazione unilaterale c1i desiderate condizioni di pace, che metta innanzi l'una o l'altra di esse. Non basta, per iniziare utilmente negoziati, che l'uno o l'altro belligerante esprima le sue aspirazioni di guerra, ossia le condizioni alle quali ,·orrebbe che la pace si facesse. I governi alleati non si sono mai rifiutati, anzi si sono sempre dichiarati disposti, come è di loro dovere, a prendere in esame ed a discutere tra loro qualunque proposta cli pace che venga seriamente messa innanzi dagli avversari; ma ciò non significa affatto la possibilità e la convenienza di entrare in negoziati su tali proposte, quando esse non presentino i caratteri voluti cli serietà, oppure siano tali, per la troppa divergenza dagli scopi fondamentali ed essenziali per cui viene proseguita la guerra dagli alleati stessi, da non offrire alcuna più lontana probaùilitit che le trattative in contradittorio o in comune con gli avversari posaano condurre nel alcuna pratica soluzione all'infuori di ogni successivo radicale mutamento nelle vicende della guerra combattuta. L'entrare in negoziati fra i belligeranti sia direttamente, sia per interposta persona, non potrebbe condurre altrimenti ad alcun utile risnltato; e se invece a ciò mirano sopra. tntto gli Imperi centrali, cioè al ratto in SP, stesso dell'iniziamento cli trattative, senza che essi si siano impegnati o compromessi per alcun preciso schema cli cpndizioni ntto a servire di l>ase alle trattati ve stesse, ò !loltanto perchò essi speculano sni risultati di sfibramento e cli rilasciamento che la notizia dell'avviamento delle trattative produrrebbe nell'animo delle nostre popolazioni, col creare la falsa illusione cli una ormai prossima fine delle ostilità. Una volta che gli Imperi centrali fossero giunti al fatto delle trattative, anche mediante vaghe e non ufficiali, nè scritte dichiarazioni al terzo intermediario, rPlative a supposte concessioni che sarebbero disposti a fare, sia alla Francia, sia all' Italia, essi Imperi confidano <li conseguire senz' altrn due risultati:• 11rimo, creare dissicli trn, gli alleati col far dipendere le maggiori concN,- sioni prospettate a favore dell'una potenza dalln. clecurta.zione delle aspirazioni cloll' n.ltra o addirittura dall'ottenimento, per parte degli Imperi stessi, di positivi compensi a carico di nn terzo alleato; secondo, suscitar<' vane illusioni nelle popolazioni assetate cli pare, in modo che i governi allenti e clf'mocratici si trovino susseguentemente co!ltrelti ad accettare anche le più dnre condizioni per la difficoltà di riportare lo spirito 1mbblico nei loro rispettivi 1inesi al clinpa1:1on oecorrente per nna vigorofla ripre~a <lf'lle ostilità. Rit hc CREDITO ITALIANO • Qualsiasi operazione di banca 8ié.... ....., 22
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