Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1919

- 335 dopo l'entrata in gt1erra. Abbiamo giiLriportato il trattato di Londra del 26 aprile 1915: diamo ora il sunto della nota che l' Ambasciatore rosso a Roma inviava il 21 ottobre 1917 al Ministro degli esteri russo. Il document-0 riguarda un colloquio dell'Ambasciatore medesimo col barone Sonnino, il quale si clichiara soddisfatto dello stato di spirito del paese ma esprime timori relativamente agli avvenimenti militari, in seguito alla concentrn.zione di forze tedesche sul froute italiano· ciò che faceva prevedere che altre forze l; avrebbero seguite. " 11 barone Sonnino (così si esprimo il documento pubblicato dall' Isvestia) m'incarica di cbieclere se non sia possibile alla Russia di effettuare almeno una dimostrazione militare sul nostro fronte, se non è possibile un'offensiva. Una tale climostrazioue, anche se non avesse conseguenze dal punto di vista militare, avrebbe, al contrario, una seria importanza per l'Italia, dal punto di vista politico. Trasmettendovi la domanda del barone Sonnino, insisto perchè clinte ad essa esecuzione nella misura del possibile "]. 51. - L'inizio dell' offensiva degli Imperi centrali sul nostro fronte. 23 ottobre 1917. -Il bollettino del Comando Supremo annunzia che i soldati tedeschi combattono alla nostra fronte insieme con gli austriaci. [Già. nei primi mesi della no!ltra guerra le truppe italiane avevano fatti prigionieri dei soldati bavaresi che combattevano insieme con i soldati austriaci: e anche in :Macedonia i nostri soldati si erano trovati pi ii volte di fronte ai tedeschi; ma i bollettini ufficiali non ne avevano mai clato notizia. Ricordiamo inoltre che il 28 settembre 1916 il cancelliere Bethmann Hollweg dichiarò che anche prima della d,ichiarazione di gnorra con l'Italia, i soldati tedeschi combattevano 1ml froute italiano insieme con i soldati austriaci]. 52. - La solidità della situazione finanziaria. Due miliardi in più di entrate. 24 ottobre 1917. - Alla Camera dei Deputati discutendosi la domanda cli esercizio provvisorio dei bilanci l' on. Ca.rea.no ministro del tesoro o,-pone dati e cifre sulla situazione finanziaria dell' Italfa e ne dimostra la solidità. CARCANOm, inistro ùel tesoro, farà brevi dichiarazioni. Kon farà un discorso di difesa. Si limiterà. a chiarire alcuni element;i di fatto per eliminare il pericolo di infondati timori circa la solidità. della nostra finanza. Premette che quale sia per essere il risultato politico del voto ohe la Camera è per ùare, sarà in ogni modo indispensabile l' approvazione dell'esercizio provvisorio. Esporrà le spese prevedibili e il modo di farvi fronte. Prendendo le mosse dall'ultimo esercizio rileva che la somma delle entrate effetti ve è ascesa a 5 miliardi 280 milioni contro 17 miliardi 640 milioni di spesa effettiva. Di questa, 14 miliardi appartengono ai bilanci militari. Il che dimostra essere erronea l'opinione tli alcuni che le spese di guerra non sinno contemplate nel bilancio. Delle entrate principali 210 milioni provengono dai servizi postali telegrafici e tclefouici altri 3 miliardi mppresentano il gettito ùelle imposte. Nell'esercizio corrente in seguito ai recenti provvedimenti la somma delle entrate principali salì a 4 miliardi, 141 milioni, cioè 2 miliardi 157 milioni in pià clell' esercizio precedente. Confutando quanto fu dotto da un oratore, che le spese cli guen-a distruggono i l'isparmi, dichiara che in questi ultimi due anni i depositi delle casse di risparmio salirono di quasi 2 miliardi e mezzo. Norresita acl affermare che le condizioni generali della vita economica durante la guerra si mantennero e si mantengono confortanti. Espone cbe i debiti di guerra al 30 giugno 1917 erano di 22 miliardi e 87 milioni, calcolando in questa cifra le spese non coperte da entrate e le spese effettive senza il corrispondente movimento di capitali. Al 30 settembre 1917 la cifra sale a 25 miliardi, anzi, tenendo conto ùel capitale nominale, a 25 miliardi 806 milioni. La media degli interessi dei debiti assunti dallo Stato è del 4.24 per cento. Parlament-0 e paese debbono di ciò confortarsi ed essere grati ai nostri alleati che ci dànno amichevole aiuto per le immani spese della guerra. Anche aggiungendo gl' interessi per ulteriori debiti, avremmo per questo titolo una spesa di un miliarclo e 700 milioni. Che B\ anche volessimo calcolare un miliardo e 800 milioni, abbiamo entrate in più di 2 miliardi e 139 milioni. Potremo ora, senza chiedere• altri sacrifici, far fronte anche ai nuovi debiti per l' avvenire. Da quanto vi ho rudemente e semplicemente esposto - continua l' on. ministro - crt>ùo di essere riuscito a dimostrarvi come non ~ia !lnhhia la soliditiì, clella. fln:rnza itaCREDITOITALIANO Qualsiasi operazione -di banca h1b'10 o

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