- 308 - ohè la malizia nemica non avveleni il paese. La maggior parte delle mozioni ohe toccano della pace e del passo fatto dalle potenze nemiche per l'apertura di negoziati, sembra partire dal presupposto che il Governo abbia o stia per avere dinanzi a sè proposte concrete e più o meno precise intorno alle basi su cui dovrebbero vertere i negoziati stessi. Così la mozione presente svolta con tantaoloquenzadall'on. Cappa, così quella dell' on. Be.renini, così quella dell'on. Bonomi Paolo, dell'on. Raimondo, Rubini, Dello Sbarba, ecc. Ora, come già. clissi l'altro gio1·noalla Camera, questo supposto non ha corrispondenza noi fatti. È nella nota delle quattro potenze nemiche ohe manca qualsiasi indicazione di condizioni o basi di trattative. Da più parti si sente invero ripetere cou fare miste1·ioso ohe taluno che ha relazione coi circoli diplomatici o tal altro che conosce il cugino di una persona che bazzica nel Vaticano, oppure un uomo politico bene informato, ma che cela le fonti da cui derivano le sue notizie, affermano che le condizioni che debbono formare base degli accordi sono già note e consegnate: e l'uno vi accenna sottovoce al Trentino, l'altro al Belgio indipendente e integro, il terzo all'Alsazia-Lorena, il quarto a Trieste o alla Polonia e alla Lituania o ad una confederazione balcanica, e così di seguito. Torno ad affannare che al regio governo nulla, assolutamente nulla risulta cli tutto questo, nè di nessun'altra condizione specifica. Io non bo altro cenno ohe si riferisca alle magnificate eventuali condizioni, all'infuori delle parole della nota nemica che ebbi l'onore di leggere testualmente alla Camera quando risposi alla prima interrogazione dell' on. Baslini. 'l'utio questo significherebbe poco se non ricordasse singolarmente quanto avveniva in questa stessa Roma nell'aprile e nel maggio 1915, cioè nel periodo anteriore alla nostra denuncia della Triplice e alla entrata in guerra. Anche allora circolavano foglietti autografati provenienti direttamente o indirettamente clalle rappresentanze oggi nemiche o da altre misteriose fonti, nei quali si facevano tante concessioni ohe si asserivano offerte dal1' Austria-Ungheria a patto della nostra neutralità, delle quali molte erano assolutamente ignote alla Consulta, altre erano notevolmente travisato, ed altre infine risultava,no positivamente contrarie alla verità. Il presidente Tisza, nei suoi. discorsi alla Camera ungherese ci ha poi chiarito lo scopo a cui servivano allora tutte quelle misteriose rivelazioni e tutti quei clandestini foglietti. ])unqne proposte non vi sono all'infuori di quella generica di aprfre negoziati, ma e se venissero più in qua 1 Se venissero avviseremo al da fare e non sarebbe pratico nè serio discutere oggi. Del resto occone pure imprimersi bene in mente ohe nessuno degli alleati potrebbe prendere in qualsivoglia considerazione qualsiasi coudizione ohe pe,r ipotesi gli venisse eventualmente offerta in forma separata. Non posso, uell' interesse della cosa pubblica e nei riguardi dovuti ai governi alleati, comunicarvi nulla intorno al tenore della risposta che daremo al p~sso dolle quattro potenze nemiche; risposta che sarà resa di pubblica ragione appena sarà stata concertata; tutti siamo-desiderosi di pace e di pace durevole; ma intendiamo per pace durevole un assetto ordinato la cui durata non dipenda dalla saldezza con cui siano state l'ibadite le catene che sottomettono un popolo all'altro, bensl da un giusto equilibrio tra gli stati, dal rispetto del principio di nazionalità, delle norme del diritto delle genti e delle ragioni deJ.I.u' manità e della civiltà. Pur proponendoci di intensificare, come di dovere, allo scopo di debellare il nemico, ogni nostro maggior sforzo, ma con la più scrupolosa osservanza delle buone regole di guerra, non aspiriamo affatto a conseguire alcun assetto internazionale di servitù o di prepotenza, o che implichi annientamento di popoli o di nazioni. Di fronte ad una seria proposta di basi concrete di negoziati, di basi tali da poter s9ddisfare ai postula,ti generali di giustizia e di civiltà che ho accennato, nessuno opporrebbe un aprioristico rifiuto di trattare, ma nulla finora accenna lontanamente a che si verifichino nel caso attuale le condizioni suddette, anzi molte cose stanno a indicare il con - trarlo. A me ripugna adoperare parole grosse, ma il tono di vanteria, di insincerità. che caratterizza il proemio delle note nemiche, non ispira certo alcuna fiducia che quelle tali misteriose c·onclizioni di pace che gli Imperi centrali dicouo di avere in animo di esporre piì1 tardi, nell'intento di garantire (son parole loro) la esistenza, l'onore e il libero sviluppo dei loro popoli rispondano ai postulati richiesti. Si afferma nel proemio che le quattro potenze nemiche furono costrette a prendere le armi per la difesa della propria esistenza e della libertà del loro sviluppo nazionale, il che è contrario a verità per tutte quattro le potenze in questione, Germania, Austria-Ungheria, Turchia e Bulgaria collettivameute o singolarmente considerate. Così per quanto riguarda l'esistenza, come per la libertà tli sviluppo pacifico, a meno che per libertà di sviluppo nazionale si debba intendere il puro desiderio di prepotenze sugli altri. Bibliotec CREdlTOITALIANO• Qualsiasi operazione di banca
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