Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1919

- 245 - poi anche agli stessi buoi da lavoro ed alle stesse vacche da latte. Per avemc un'idea concreta facciamo un confronto fra la situazione avanti guerra, e quella attuale. Il prof. Fotticchia, direttore del!' Ispettorato Generale del servizio zootecnico al nostro l\1inistero di .Agricoltura, potè stabilire che nel periodo immediatamente precedente alla guerra si macellavano ogni anno nel Reguo 1.850.000 boviui e bufalini, con un reddito netto di chilogrammi 310.000.000.000 di carne; 5.500.000 ovini e caprini con un reddito netto di chilogrammi 45.000.000.000 di oorne; 50.000 equini con un reddito di 7.400.000.000 ili carne. In totale 9.250.000 capi di bestiame con 562.500.000.000 chilogrammi di carne. Senza tener conto delle carni fresche congelate ed importate, dei l)Olli, della cacciagione e della selvaggina, ogni abitante consumava una media di 16 chilogrammi di carne al1' anno. .Ali' inizio della guerra il bestiame bovino era in Italia di circa 6.800.-000 capi. Il quautitati vo dei bovini stati macellati durante la, gnena, il prof. Pirocchi, direttore del R. Istituto di zootecnicn. della R. Scuola Superiore cli agricoltma di 1\lilano, lo calcolava così nella sua relazione presentata nel dicembre 1917 al Cousiglio Superiore zootecnico: Bovini per la popolazione Numero civile negli anni 1915-16 2,691,578 Id. nei primi 9 mesi del 1917 .. 673,000 Bovini per l' esercito dal 1 ° gennaio al 31 agosto 1915. 320,000 Id. dal l° settemb. 1915 al 30 settembre 1917. 1,410,590 Bovini consmµati dalla R. Marina dal 1 ° gennaio 1915 al 30 settembre 1917 . 100,000 In circa 'tre anni si sarebbero dunque macellati, in cifra tonda, 5.200.000 bovini. Ora, tenuto conto della produzione data dagli alle,ameuti, fra il quantitativo consumato e il quantitativo ricostituito, si calcola che alla fine del 1917 il nostro patrimouio zootecnico era dimiuuito di circa un milione Ili bovini. La produzione del latte prima della, guerra era di 38 milioni di ettolitri al1' anno di cui 22 milioni di ettolitri per l' i11dustria e 16 milioni per l'alimenta• ziouc. In principio del 1918 la produzione del latte si calcolava diminuita di un terzo, e forse più. Questa era la situazione quale si presentava alla fine del 1917, situaziolle che è andata ancora aggravandosi per la perdita del bestiame nei paesi inYasi dal nemico nel V cneto, calcolata 11 1.400.000 bovini, e per ht aumentata requisizione per l'Esercito nel 1918, calcolata a 150.000 capi al mese, ai quali sono da aggiungere altri 50 o 60 mila capi pure al mese per la popolazione ci vile, IJer quanto il suo consumo sia stato molto ridotto. Da ciò, e considerando che I.a ricostituzione degli allevamenti andò forzatamente ridncenùosi, possiamo dedurre quanto il nostro patrimouio zootecnico sia stato fortemente intaccato, e come siasi fatta acuta. la crisi del bestiame, da destare tante ben giusti- -fìcate preoc:cupazioni, nou solo per il presente, ma anche per il prossimo aYvenire, per ì' immediato dopo guerra. È questa del bestiame una di quelle crisi da non potersi certamente sanare hic et niinc col solo ritorno della pac<'. Anzi, nell'immediato dopo guerra. le prospettive sono per uu acuirsi anche di più per questo fatto, che, causa la guerra, il patrimonio zootecnico è diminuito in tutti i paesi del monùo : e quindi, dopo la guerra, la necessità di provvedere animali da allevamento, da lavoro, da carne sarà tale da trovarci di fronte ad una precipitata, affannos11 ricerca di bestiame ovunque se Le trovi. Fortunati quei paesi che si troveranno meno esamiti e che avranno potuto provvedere per trovarsi meno allasprovYista, o non troppo indietro, nella ricostituzione del loro patrimonio zootecnico! Ma, comunque, in sulle prime, per la ragione or accennata, non si ritiene improbabile qualche altra maggior difficoltà nella già acuta crisi. E da ciò la necessità ùi perdurare nelGIOCONDA Acqua minerale purgativa italiana t,11otecaGino Bianco

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