- 206 - in quel marinolo, seppe indurlo a pentirsi del mal fatto e a lasciargli i manoscritti che egli stesso :wrebbe riportato, come riportò, al Melzi. Il quale, del resto, tanto poco ci teneva che glie ne fece dono in premio della sua lealtà; poi, indotto dal mirnggio di gmndi ricompense da pal'te del Re di Spagna fattogli balenare dallo scultore Pompeo Leoni, famigliare di quella Corte, ne rivolte setto che affidi) al Leoni perchè li offrisse al Sovrano; dei sei rinrnsti in cnsa Mazeuta uno fn donato al Cardinal Feilorigo Borromeo 1nentro stnvn, fonclanclo la sun, biblioteca ambrosia,n11,,nno a Carlo Emanuele di Savoia, uno al pittore Figini; gli ultimi tre riuscì a<l avere il Leoni che s'era tenuti anche quelli tlestiuati nl Re cli Spagna: dopo la sua morte, fnron tutti acquistati dal milanese conte Galeazzo A rconali che, nel 1637, li regalò all' .A.mb1·o!lia11Na.apoleone Bonaparte, conqui• stata ne-11790 111, Lombardia, se li appropriò e li spedì a Parigi cl' onde ritornò nel 1815 il Aolo Corlice 1\.tlantico, rimanemlo gli altri ali' Istituto di Francia dove son tuttora. Del materiale vinciano rima"8to in cn,sa J\fel?:i si fece col tempo un incredibile sperpero: fortunatamente nu:i grnn parte pervenne nelle mani del ne cl' Inghiltena e si conserva ora nel Castello di ,vinclsor, o in nn collegio cli Oxford, o al Museo Britannico. L' immenso tesoro cli sapere che in quei manoscritti è raccolto rimase sconosciuto fino al secolo XIX: solo nel 1802 il modenese Venturi, pubblicaU(lone alcuni brevi estratti, diecle una prima idt>a dell' uni versalitk del genio <liLeonardo. In questi ultimi tempi i grandi pl'Ogressi clelle arti grafic~e ne resero possibile la più perfetta riproduzione fotomeccanica, la quale, accompagnata da diligenti trascrizioni, s'è anelata e si va moltiplicanclo in mezzo allo stnpore sempre crescente del mondo intero. Leonardo ha dominato tnt,ti i campi.dello scibile derivando, primo nel suo tempo, tutte le sne cognizioni non dalle opere degli uo• mini ma dall' esperien1.a. Fu dato. a Bacone il merito cl' aver introdotto il metodo inchltti vo nella scienza: quel merito .gli va tolto perchè spetta a Leonardo da Vinci. Non solo egli tutto conobbe ma divinò molti principi e leggi che furono nei secoli posteriori, e-an• che n,i giorni nostri, proclamati come scoperte nuove, cosicchò oramai la conoscenza del- !' opera cli lui obbliga a sconvolgere la storia (lelle scienze. L'anatomia si riduceva 11p, oche nozioni artificiose e quasi sempre errate: egli, seguenclo la via clell' esame diretto e in· dipendente, le diede la dignità e lo sviluppo d'una vera scienza. I suoi disegni anatomici, fatti clal ,•ero, gincchè, come s'è eletto, egli stesso sezionn,va cnchveri, sono -di una belJez:r.aimpareggiata; mirabile è la conseguenza BibliotecaGinoBianco colla quale procede nei suoi stucll, cominciautlo colle leggi della meccanica, (lescrivendo poi tutte le membra secondo lo formo elementari dei tessuti del corpo, cosicohè prima si clescrf von lo ossa, cla ultimo la pelle, senza <limenticare cli stmliar ogni membro anche sul mo<lello vivo nellà sna aziono o fnn· :r.ioue. '.l'rocento anni 1n·irua cli Naegele e di "'e.ber, trovò la posi?:ione obliqua do! bacino e la vera formn, del torace, rappresenti) per il primo il pneuma della mascella superiore, doli' osso frontale, dello sfenoide, e la descrizione fattane da lui è adottata anche dagli anatomisti moderni, come pur qnella della ca· vità del naso colle sue appe111lici pneumati· che. Conosceva già i movimenti cletermina,ti e spontanei dei muscoli, intuì la legge della loro contrazione longitudinale, e la circolazione clel sangue. Conosceva perfettamente i • nervi e i vasi e la sua descrizione o suoi disegni clei vasi del collo, clel braoqio o clolpetto sono cli ta,Je eleganza da sembrar fatti f!U preparati moderni. Descrisse sotto tutti gli 11,spotti l'anatomia e la fisiologi:i del cuore, .studiò n fonclo la fisiologia clcll' occhio enunciando una teoria clella viAione 11,ffa,ttodiversa da quella adottata ai suoi tempi; per il primo applicò all'occhio le leggi fisiche della refrnzione, intuì il presentarsi clélle immagini capovolte sulla retina e la loro persistenza, pur non riuscendo a dare una spiegazione esatta del loro raclchfazamento, intuì il restringersi e il dilatarsi della pupilla. Osservò le clifforenti forme della pupilla, anche negli animali, specialmente negli uccelli notturni e nei felini. Passando dalla vita a,uimale a quella vegetale, si occupò con amore clelle piante: la sua rappresentazione dei vegetali, sì nei disegni che nei dipinti, è così perfetta cla consentime una precisa identificazione. Prevenne il Brown (1658) nella scoperta della fillotassi, 1>ssia del modo come le foglie sono i11serte nei fusti e nei rami, fece osservazioni acutissime sull'eliotropismo e il geotropismo dei rami e delle foglie, comprese l' importanza, cl ella luce solare, dell'aria, clelln rugiada, clel· l'acqua e dei sali nella vit,1 ci.elle piante, il movimento e In,funzione nutritiva dei succhi vegetali, le proprietà assorbenti delle foglie e delle radici, infine, mirabile intuizione, si rese conto del fenomeno della capillarità. - Nella geologia ebbe divinazioni sorprepdenti per il suo tempo: dimostrò l'origine sediU1,0n· taria degli strati terrestri e soi!tenne che le acque costituiscono il più efficace fra gli agenti trasformatori della superficie della terra; cli• mostrò che durante il tempo son variati i rapporti fra mari e terre emerse e, per il primo, espresse l' idea che la pianura del Po fosse stata, nei tempi preistorici, coperta dal mare. Studiò profondamente la circolazione
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