Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1919

- 204 gia prospettante un delizioso paesaggio di sogno: seduta in nobile atteggiamento colle bellissime, insuperate mani incrociate, mani ohe hanno esse stesse una vita e lasciano tmvedere una delioatissima sensibilità del tatto. Quale rivela,zione ! i pittori del Quattrocento lumeggiavano faccia e corpi conmgual chfarezza, e qui luci ed ombre dànno alla figura i palpiti della vita; quei pittori tentavano di ottenere l' illm1ione plastica con mezzi scultorii caricando rigidamente il contorno sì che le figure parevan distaccate dal fondo con una lama di coltello: qui luce ed aria son come qualche cosa di fluttuante ohe tr,emola intorno alla figura e la legq, collo sfondo; quei pittori compensavano la mancanza d' espressione degli intimi sent.imenti dell'animo stendendo sul vieo delle loro donne un'ombra leggera di mestizia; non tentarono, e forse non osarono, ritra1Te sorrisi di donna, e la Gioconda ci guarda con quel volto sorridente che da, quattro secoli parla agli uomini incantati e non ha ancor detto la parola che li acqueti. Quel sorriso indimenticabile lo ha dipinto un profondo conoscitore dell'anatomia del volto umano, un artista che ba saputo cogliere il moto di quei muscoli risorti che contraggono ad un tempo la bocca e gli occhi, e quel moto ha ·colto nell'attimo p,rimo, ohè, se lo avesse oltrepassato, ne sarebbe risultata una smor- .fla. Fu tale il magistero di quel Grand~ che nessuno degli innumerevoli copisti \!ella Gioconda ha saputo copiarn quel sorriso ed in smoriìa appunto lo ha'n tutti tramutato. Un fremito lievissimo, quasi imp_eroettibile, corre su tutta la morbida superficie di quel viso come un alito d'aria su uno specchio d'acqua, il sorriso non è fissato, sì presente; ecco perchè una certa aura di mistero par lo adombri, ecco perchè impazienti osservatori da secoli si affannanò a cercarvi un intimo senso che credono sempre di vedersi sfuggire, e chi si figura unaGiocondasprezzante, chi maliziosa, chi scettica,, chi altera; a ohe tanto discutere sulle intenzioni dell'artista se quel sorriso così vero, cosl umano, non è artificio di pennello ma opera della natura i Nei suoi capilavori Leonardo da Vinci non ha solo esplicato la sua potenza creatrice e le straordinarie attitudini artistiche di cui la Provvidenza lo aveva sì largamente fornito, ma ha applicato i risultati di un'esperienza acquisita con una indefessa, sistematica, osserva:,;ionedella natura, dalla quale esperien:,;a ha ricavato il complesso delle mirabili dottrine da lui esposte nel '.l'rattato della pittura. In quest'opera è una vera teoria dell'arte, ma così profondamente pensata e sentita ohe ne balza tutto il carattere umano ed estetico <li lui. Bastino pochi esempi. Il lavoro diligente, l'esercizio continuo e l'osservazione BibliotecaGinoBianco della natura sono il suo programma fonda• mentale ed ei lo praticò scrutando i mutamenti dei gesti e delle espressioni degli uomini nei dtversi stati d'animo, solo e non veduto dalla folla; si impadrom di tutti i segreti della gesticolazione e ne concretò i caratteri in tipi universali. Egli diceva: braccia e mani debbono sempre, esprimere l' intenzione di chi le muove: ee nel Cenacolo si coprissero tutte le figure e si lasciaS!!ero scoperte solo le mani, si avrebbe ugualmente un'idea della parte ohe ciascun apostolo rappresenta nella scena. I bimbi, continua, ei muovon vivacemente quando son seduti, ma a sinistra, timidamente se in piedi; e si veggano i putti nelle sue madonne; i vecchi hanno le gambe piegate sul ginocchio, mettono innanzi i piedi sempre allo stesso modo, camminan curvi, spingon le braccia poco dir stanti dal corpo; e tali ci appaiono in molti de' suoi disegni; le giovani vanno rappresentate colle braccia una sull'altra (ecco la Gioconda), le gambe serrate, la testa piegata leggermente in avanti e da un lato. Quando si dipinge all'aperto i corpi non devono essere direttamente illuminati dal sole; i ritratti vanno dipinti nelle ore serali, o quando il cielo è coperto, giacchè allora uomini e donne guadagnano in grazia e in mollezza : e i di segni e i dipinti di Leonardo mostrano colle loro ombre dolci e fumose l'applicazione perfetta di queste norme; egli~ stato il precursore della pittura all'aperto ohe oggi è ritenuta principio fondamentale. Nelle storie voleva si ponesse gente di diversa et(I., corporatura, colore e posizione, onde risultassero immediati contrasti: ~d ecco l' ..él.dorazionè ed il Oenacolo. Nelle singole figure non voleva forti scorci, li riservava pi le storie dove hanno luogo infiniti attorcimenti e piegamenti di corpi, e il cartone della Battaglia d' .Anghiari è lì a provare come con arditi scorci si può rendere chiara la rabbia bestiale. Le forme della natura sono infinite, innumerevoli gli aspetti dei volti e perciò il disegno deve essere libero. Scopo di tutto era la verità. parlante, la pienezza dell'espressione. La scienza Dopo la morte di Leonardo, Francesco Melzi tornò in pat'ria. col carico prezioso dei manoscritti del Maestro ohe conservò, fin che visse, con gelosa venerazione nella sna villa di Vaprio d'Adda. Ma altrettanta cura non ne ebbero gli eredi, chè anzi il signor Orazio Melzi si lasciò rubare ben tredici volumi da un precettore di casa, tal Gavardi, che li portò in Toscana sperando di venderli al Granduca; fortunatamente un bravo giovane milanese, G. Ambrogio Mazenta, imbattutosi

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