- 198 - • ullicinlo tli piUol'O dol Ro o uu' ampiii provvigiouo tli cui trova118i lnwoio uei mano- ,;oritli. li :.ll oUobro tlel 1510 pal'Locipava ooll' Omoùoo, il l!'usina, il ::;ol:wi, atl uua aùu1111,nzda' artisti convoca.ta dalhi l!'ahbrica del Duomo per discutere sulla cosl,ruzione lltigli stalli tlol coro. In quest' auno rip1·ese con JerV0l'0i l:ltLosit.udi d' 11natomi1t: egli stosso scrivo: •• questa vemata del 1510 Ol'Cdospediro tutta tal 11otomh1". Ma i1 ilauo non ompiù ambiente per lui; era tliveuula un centro cli lot.te fm1l partito francese e lo sforzesco che si appoggiav11 all'Impero.Vinte le anni tli.Ic'ranoia, fu rimesso sul tro110 :ri1as11imiliano,figlio di Lodovico il 1\loro, tlebolo zimbello nollo mani dogli Svizzeri che awovan sostenuto per lui il maggior peso della guerm e desolavano la metropoli con inauclit,e p1·epotonze. Il 21 settembre del 1513, accompagnato clall' nmatissimo Molzi e d:,l.fìtlo allievo :Salai, partiva por Romn chiamato da un suo nuovo protettore, Giuliano de' Medici, fratello del nuovo Papa Leone X. A Roma, intorno a quel Pontefice, grande pl'otcttore tlcllc lettere e delle arti, convonivnno i più valenti artisti d' ItaUa. Le accoglienze ful'ono aclegnate al valore e alla fama clell' uomo; Giuliano si proponeva cli dargli ln,,oro, gli •f'ooepreparare uno studio in Vat.icano, in quel delizioso Belvedere creato da Bramante perchè fosse il santuario dell'arte. Non mancaJJo indizi di piltnrn ohe avrebbe qui eseguito o iniziato per incarico di Giuliano e del Pa1>a, ma nessuna è oggi possibile identificare, se togliamo la Leda che probabilmente qui rivrese e colorl. Anche qui gli studi .di ingflgueria e cli idraulica lo assorbirono: pare studiasse persino migliol'llmenti al po1·to cli Civitavecchia e un piano pel prosciugamento delle paludi Pontine. Nel Belv,edere, più ohe dipingere, studia meccanica, ottica, matema- · tica; lavoranti tedeschi lo aiutano nel costrnrre istrnmenti e modelli' di macchine. l!'uori si dà a sezionar cadaveri nel!' ospedale, non ostanti i di vieti inspirati dai pregiudizi del tempo che non consentivano esporionze anatomiche su corpi umani se non cli condanuati a morte. Questi ed altri esperimenti sembravano alla società romana follìe nò mancnron maligni o invidiosi che tentnron di metterlo in sospetto presso Giuliano o il Papa. facendolo passare per un cinico e quasi un eretico. E così, mentre altri artisti, come Raffaello e :òiichelangelo, ri.uscÌl'ono a farsi a Roma nn' invidiata posizione, Leonardo, sconfortato e deluso, sulla fine del 1516, se ne partiva per recarsi in Francia dove il giov11ne e cavalleresco Re Francesco I, cla poco successo a Luigi XII, prometteva cli ass:\i meglio comprenderlo e incoraggiarlo. Biblio.tecaGinoBianco Nou mono onl,usi:u,1t1~tlel gmndo artista che 11011 fos8e il snQ pt·e(looessore, 1''rancosco gli assegnò oome dimorn il castello di Gloux, presso A.mboise, sulla Loim, dove all(lava spesso a tl'ovurlo o s'intratteneva con lui in lunghi couversari: gli confermò la cal'ioa di pittore e ingegnere del Re, col lauto com1ienso cli soti,econto scudi all'anno, pari a circa trentacinqnemila clelle nostre lire. Nella quiete di Cloux potò finire lavori già da tempo cominciati, mentre, ripresi i suoi stncli prediletti, andav:i disegnando nella sua mente quel grandioso canale cli Romorantin che, cleatinn lo ad un tempo alla inigazione e alla navigazione, doveva congiungere Tom·s e .Blois alla Haona. Un documento cli singolare interesse ci descrive la vita di Leonardo in Francia: è la relazione cl' una visita fattagli il 10 ottobre del 1517 dal Ua1·diual Luigi d'Aragona, scl'itta dal segret,ario che accompaguava il prelato. Leouarclo mostrò all' illustre visitatore tre quadri " uno cli certa donna fiol'Ontina, facta di naturale, acl instantia del quooclam Juliano de Medici, l'altro cli San J ohanne Baptlsta jovene et uno cle la Madonna et del figliolo ohe atan posti in grembo de Sant' Anna, tucti perfectissimi: hen vero che cla lui, per esserli venuta certa paralosi ne la dextra, non se po expectare più cosa bona: ha ben facto uno creato milanese che lavora molto bene ". Mostrò i suoi disegni d'anatomia, che parvero al Cardinale ll' una evidenza e d' Ulla perfezione non mai cla alcuno raggiunta, disse d'aver sezionato pin cli trenta cacbveri d'ambo i sessi, mostrò i suoi scritti sulla natura delle acque, i suoi disegni cli macchine, quasi tutti insomma i suoi manoscritti, " quali " conclude il segretario, " se vengono in luce saranno profigui ". Leonardo aveva dunque con sè, ridotti i~ perfeziono forse coll'aiuto del Melzi, '' il creato milanese '' in causa della paralisi ond' era stato colpito, la Sant' Anna e ,il San Giovannino che figmano oggi al Louvre; il secondo, per altro, in una copia, chè l' originale è andato perduto; il ritmtto di donna fiorentina diremmo senz' altro essere la Gioconda se non ci tenesse in dubbio l'accenno a Giuliano che l'avrebbe ordinato. L'energia <lei grande nomo era ormai fiaccata: il 28 aprile clel 1519 faceva il suo testamento: ordinò che il suo corpo fosse sepolto nella chiesa cli San Fiorentino ad Amboise, lasciò ai fratelli, quantunque lo avessero trattato male, i stwi denari depositati presso l'ospedale di Santa Maria Nuova in Firenz.,; il suo pHt prezioso tesoro, i manoscritti, lasciò all'amato l!'rancesco ~elzi qual prova di gratitudine pei servigi resigli in tanti anni. E il Melzi ne raccolse il 2 maggio di quell'anno l' ul• timo respiro.
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