- 196 - di Vienna. In questo tempo deve aver fatto 11primo soliizzo della mezza figura di Sa,nGiovan Ba,ttiata, giovluetto, e disegnata la Leda ignuda col cigno, ohe ll giovane Raffaello, venuto allora da Urbino a Firenze per studiare pittura, copiò in uno schizzo a penna. Questa geniale composizione, ohe Leonardo colorl più tardi e portò in Francia, paseò nelle collezioni Reali di Fontaineùl~au dove Ju veduta, e registrata nei cataloghi, durante tutt.o il secolo XVll, pei scomparve; noi non la conosciamo se non por cop,io di diverse rotini. Ma l'opera più mirabile di questo periodo fu il ritratto di Monna, Liaa, mog:tio di Francesco del Giocondo, la Gioconda, alla quale, a dire del Vasari, lavorò per quattr' anni per lasciarla, anoh' essa, incompiuta: il ohe può spiegare perohò, invece di consegnarla al committente, Leonn,rdo la tenesse con sè o la portasse in Francia dove, por altro, so non prima, la condusse a perfezione. Nel maggio del 1506, mentre Leonardo lavoravo. alla Battaglia, d' A:nghia,ri, Carlo d'Amboise, Signore di Chaumont, Governatore dello Stato di Milano per il re di Francia, pregò la Signoria di consentire ohe il grande artista. si roca.sso por qualche tempo nolfa metropoli lombt1,rdapor esegµiro lavori ohe egli aveva. in a.nimo di affidargli: gli fu concesso un congedo di tre mesi con una penale di centotrenta ducati se non tornasse a tempo debito; questo congedo fu più volte prorogato per le insistenze dell'Arnboise, e fl nalmente, quando il 14 gennaio del 1507, lo stesso Re invitò la Signoria ad ordinare al1' artista di non muoversi da Milano finchè egli non vi fosse giunto, si flnl per considerare tacitamente sciolto ogni impegno. Luigi XII entrò infatti a Milano il 2, maggio e, dura.nto il suo soggiorno nella. città, ebbe a frequentare Leonardo e a rimanerne incantato, gli commise " certe tavolette di nostra. Donna ", gli regalò dieci oncie d'acqua del naviglio grande presso San Cristoforo. In una delle sue lettere a.i Governo di Firenze, relative al congedo dato al Vinci, Carlo d' Amboise dichiarava ohe le opere egregie da lni eseguite a Milano in questo tempo lo avevan fatto ammirare ed a.mape da. tutti; egli lo ammirava già prima di conoscerlo personalmente, ma, ora che lo ha. conosciuto, deplora che tante sue virtù non siano da. tutti celebrate al pari della sua valenUa n~lla pittura : Leonardo è sommo anche nella architettura e in molteplici altri studi: tutto quanto la Signoria farà per onorare nn tant' uomo, conoludeval' .Amboise, gli prooureràla più grande compiacenza. Ma quali sono questi lnvori, specialmente d'architettura, da lni eseguiti o iniziati pel governatore e per il Sovrano 1N o.n è poeelbtle dt1,renna. rispost11,,solo una ipotesi Biblioteca Gino Bianco oi è permesso di fa.re: in questa lettera, ohe è del 1Gdicembre 1506, il Governatore dice di esser rimasto ammirato 1< <liqualche cosa. ohe li havemo domandato di disegni et architettura,»; ebbene, ei sa che nel 1507 l' Amboiee fece oo• strul'l'e il Santuario di Santa Maria della. Fontana nel aupurbio milanese sul posto dove scaturiva un'acqua creduta miracolosa, consistente in un oratorio centrale e In due chio11triniricinti da deliziosi porticati; e una epigrafe ricorda cbe egli stesso ne pose la prima pietra il 28 settembre di quell'anno. Tali ooincidenze inducono a pensare ohe Leonardo abbia. eeeguitb il disegno di quella. graziosa costruzione ohe ancor ci è dato ammirare, o cooperatovi, se non pur del témpio olle, a giudicar <la' poche traccie rimaste d' nna grande costruzione fin dal principio sospesa, avrebbe dovuto sorgerle accanto. Da qualche appunto dei manoscritti possia,m dedurro che Leonardo visse un po'presso l'Amboise, un po' nella villa di Gerolamo Melzi, padre del giovane Francesco oh' ei prese ad amare e tenne poi sempre con aè come discepolo ed amico: a Vaprio ei occupò di meccanica e di illrnulica, di termologia. e di cosmologia. Ma quanto a lavori d'arte, non c'è che un indizio: sono alcuni disegni per nn monume11tc equestre che gli studiosi per lungo tempo credettero riferirsi a quello per Francesco Sforza, od ora convengono nel crederli studi preparatorii per nn monumento, non mai eseguito, al maresciallo G. Giacomo Trivulzio a cui tanto dovevano le vittorie dei francesi in Lombardia. Nel settembre del 1507-Leonardo torna a Firen:&e, non già per mantenere i suoi impegni colla Signoria, ·bensl per nna lite coi fratelli che volevano contestargli l'eredità d •uno zio; portava con sè una lettera del Re di Francia che raccomandava alla Signoria di assisterlo in modo che potesse al più presto sbrigarsi e tornare a Milano. La lite andò per le lunghe e, per tranquillizzare il Re, l'artista scriveva a.11' Amboise che non aveva dimenticato le commissioni e, al ano ritorno, avrebbe portato i due quadri di Madonne fatti per Sua Maestà. Quali erano queste Madonne 1Il pensiero corre alla. Madonna Litta e nlla Santa, Fwmiglia che, prima della rivoluzione russa, si trovavano nel Museo dell' Hermitage a Pietroburgo, o anche alla Madonna della bilancia, al Louvre; ma la critica non è concorde nel ritenerlo opere genuine del Nostro; é, d'altra parte, non sarà stata questa. delle due Madonne nna delle solite promestie 1A questo punto la vita di Leonardo diventa sempre più oscura. Nell' autunno del 1508, vinta la lite, che gli fruttò un podere in quel di Fiesole, fece ritorno a Milnno e vi restò fino al '13; ebbe il titolo
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