Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1918

r n1acchie nere sui rn,uri a,Lbattnti e sui altro abitn,to, Nova Vas. T'ochc case buchi fondi, prodotti da,lle granate. form.avano il leggiadro villa,ggio che, La strada che condl\ce al vallone, per la sna posizione alta, dovette gosolca un falsopiano, folto di cespugli e dcre un singolare fascino, dominandosi di :roccie e raggiunge Cotici, una bor- di lassù tutto l'altipiano fino a Voiscizza gata semidistrutta, che si affaccia sul ed allo St3{ri Lovka ad est, sino alla vallone e guarda il margine orientale pin.nur,a friulana ed al mare a S-!ld dell'altipiano carsico, che va dal Nad ovest. Logem a quota 2Q8 sud. Nova Vas fu occupata d'impeto, Il vallone è il più pittoresco e strano come Oppacchiasella. Costò n1olti sforzi luogo del Carso. Formato dall'antico -e molto sangue. Divenuta nostra, dei alveo di un fiume, esso taglia, l'altipiano suoi casolari non c'era che il segno e })er una lunghezza di dùe chilometri. Nel dei suoi freschi boschetti che i tro:nchi, suo fondo, la terra è coltivabile e sui .anch'essi quasi tutti sezionati. prati - ora abbandonati alle erbo spon- Da· Nova Vas, una bella strada di tanee - popolano gli innumerevoli muli 3a classe - sempre battutissima dal nedelle sahnerie. Ricoveri, cavern~, ba- 1nico - conduce a Selo, conquistato dalle racche incassate nella roccia, che volge tn,1ppe del 23° Corpo d'Armata il 20 le spalle al Carso di Oppacchiasella e agosto 1917. Selo non ha più nulla di di.Nova Vas, presentano un a5-petto così vivo. Case, cimitero, la cappelletta persingolare di movimento e di vivacità sino - che dovette essere singol3irmente che l'occhio resta ,stupito, s01nbrando vivace - tutto è scomparso sotto il tiro • quasi impossibile che l'uomo abbia fatto radente dei nosti:'i cannoni da campagna di un luogo inospitale e inabitabile, un e sotto il grave scempio delle bombarde centro sano ed- allegro di vita.. e degli obici pesanti campali. Fu conqùiDa,l vallone, si sale ad Oppacchia- stato alla baionetta e gli Austriaci non sella. Poche strade.- e medioèri - le- volevano lasciarlo, poichè ne avevano. gavano prima questi paesi uno all' al- fatto ·un solido fortino, irto di mitratro. Ma, imposse.ssatisi gli italiani del gliatrici. Da Selo si vedono, pi,·ossime, 111argine occidentale del Carso - le le boscose spalle dello Stari Lovka (Boi vecchie strade furono miglio1·ate e se sco Vecchio) e le ormai ingiallite, e come ne costruirono di nuove. Ora l'irradia- invecchiate da lunga e clnra battaglia, zione logistica trova numerosissimi sboc- pendici nord dell' Hermada. chi. Se una s~rada è battuta dal nemico, · Una strada austriaca legava Solo a ve n' ha una seconda - più coperta. - Ca.stagnevizza a nord ed a Jamiano e che permette ai rifornimenti ed alle Breslovizza a sud. Castagncvizza era truppe di portarsi sulla linea del fuoco, uno dei paesi più grandi dell'altipiano senza perdite. e fu sede - priina che noi italiani scaOppacchiasella dovette essere gaia e Ya,lcasBimo le barriere d.el S. Michele e graziosa. Sebbene inerpicata sul rude <.leiSei Busi - di un alto comando Auterreno carsico, essa ~i appoggiava dol- striaeo. . ccmente con le sue case basse di sud al Castagnevizza è ancora austl'iaca: - ~ costone del Nad Bregom, un tempo bo- cumolo di. rovine, intersecato da cascoso,. caldo di vegetazioni, spe~so di verne e da ripari formida.hilmente difesi campicelli• lavorati a granoturco. a cui i] nemico si tiene aggrappato con Caduta in nostre mani, era ancora disperata energia. Esso coinprende che, quasi intatta. Noi non l'avevamo rovi- perduta Ca.sta.gnevizza, tntto l' altipi.ano 11ata, per quel rispetto sacro - così sarebbe 1ninacciato - e consun1a enormi proprio della nostra 1·azza - della casa quantità d'uomini e di 1nateriale nella e del focolare; ma gli austriaci, ·durante resistenza. • le nostre azioni di agosto, settembre, L' altl'a strada, che scende a vaJle, ottobre e novembre 1916, la den1olirono si affida ad un costone dirupato e scoqnasi completamente,. I grossi calibri sceso ed incontrati i ruderi di Kornal'ic ' vi ge"tt,avano ogni giorno centinaia di - una borgata - entra in mezzo allo colJ)i. ~uttavia, qualche casa ha, ancora case distrutte di Jamiano, da cui si vede aspetto qua.si integro e resiste. Il cimi- il piccolo lago di Doberdò. tero fu uno dei punti più battuti: e non Il lago di Dober~ò usurpa evidenteuna sola croce è rimasta illesa: quelle 1nente la qualifica che gli hanno data. che non furono rovesciate e divelte, re- È una non vasta conca, piena di acqt1e stano ancora oggi, come per uua ven- putride e di piante palustri: ie quali tata di tempesta, sbilenche e distorte. sono così spesse e folte da impedire al• OltJ:e il costone del Nad Bregom, è un l'acqua lo specc~o 4cl ciclo. · BibliotecaGino Bian·co l • ( . \ I ,.I

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