326 nnra - ravia d' U,l:nc:', Caimpolongo, Aiello, Strassolùo, Cervignano - sono ridentissimi, quelli che troviamo al di là dell'Isonzo o lo sono meno o n1an• cano affatto della vivacità gaia dei prin1i : come se la breve. dìstanza che li separa dal Carso, abbia rattenuto la fantasiosa brama di costruire, così personale nei friulani: costringendoli a st,ringersi intorno ad una chiesa modesta, in pochi e poveri, con case mediocri, corti ristrette e vie soffocate. La Pedecarsica immediata è più ridente. V' ha una certa snellezza e bellezza. nelle case di Gradisca, in quelle di Sagrado, nell'abitato di Monfalcone; 1na ciò è forse dovuto più alla vicinanza dell'Isonzo -· che permetteva qualche industria, che offriv~ il capriccio di qualche passeggiata ombrosa e fresca al forestiero - che ad un vero e propno attaccamento ai luoghi. Il Carso comincia ai piedi -di l\ionfalcone e va, radendo le terre verdissime d'oltre Isonzo, fino all'altezza di Gradisca: la quale, per essere in una conca e quasi a contatto im1nediato di Gorizia, si vestì di giardini, si decorò di ville, ebbe l'aspetto quasi di una città. Negli ultin1( tempi - prin1a della guerra - gli austriaci avevano iniziato il rimboschimento del Carso: ed infatti, dove questo altipiano è boscoso, ha quasi un aspetto leggiadro: se, entrando nei boschi, non si vedesse ancora quanto brullo e desolato, sotto i tl'onchi, sia il suo terreno. Il Carso di oggi non è dunque quello di tanti anni fa, quando esso era ancora senza alberi e senza un segno assoluto di vita; n1a non è neppure quello del 1914, dell'anno, in cui il rimboschimento era nel suo 1naggiore sviluppo: e, dovunque, si vedèvano attivi gli uomini dell'Austria allo scavo delle buche ed alla piantagione degli alberi. Oggi è quale lo volle la guerra. Dove la guerra ha conservato, l' italiano ha portato migliorie e intensificato il lavoro di rinascita. Se togli Gradisca, tutti i paesi della Pedecarsica, da Sdraussina a Monfalcone, erano, prima dell'agosto 1916 -. quando ancora il nemico ci guardava dal S. Michele e dai Sci Busi - un ammasso di rovine, di tronconi, di n1uri, di finestre vuote come occhiaie: vita 1norta. 1\1:a,g-cttato il ne1nico oltre il vallone, gli italiani si dicùcl'o all' 01JCra alacre- ' I BibliotecaGino Bianco men te: costruite, ecco una forza della, nostra 1·azza, non mai sn1entita. E le centinaia di soldati di retrovia, abbandonato il fucile, imbracciarono gli arnesi di un tempo: cazzuola, badile, gli utensili della pace e del lavoro: co~ì c_he Monfalcone, la perla del basso Isonzo - tanto dolorosamente provata - rivide sorgere le sue case, sebbene non 'tutte, essendo tuttavia sotto il tiro del ·nemico ed accanendosi il barbaro sul suo abitato, con una specie di rabbia feroce che neppure oggi ristà; e Ronchi, piccola e leggiadra, così vicina e legata a Monfalcone e pur così orgogliosa del suo sole, delle sue case e del suo verde; e Vermegliano, 'il paesino più addossato al Carso e più terribilmente devastato, per l' im1nediata vicinanza alle trincee nemiche: Vermegliano, la cui piazza, con fontana, è oggi calda di voci e di canti, movimentata e chiacchierina;' e Redipuglia, la cui cP-ntrale elettrica rico1ninciò a funzionare, nelle nostre mani, con regolare ritmo, sebbene il nemico ogni giorno vi lanciasse i suoi colpi per demolirla; Redipuglia, divenuto, per virtù della cazzuola italiana, un paese quanto mai festoso, giovane e fresco, ambiente che ricorda i paesi più vivaci delle stazioni nostre balnearie dell'Adriatico e del Tirreno: e Polazzo, piccola, gonfia di baracche, ancora, e di casine in legno, contrastanti con quelle in pietra, nelle quali vivono reparti ausiliarii ·e funzionano - con quasi assoluta sicurezza - i nostri comandi: tutta ·chiassosa per il traffico dei treni che, alla sua stazione, sostano, :fischiano, fanno 1nanovra, co1ne ai bei tempi· della pace; e Fogliano, che, con la sua piazza lIDrga, su cui si affacciano botteghe e :finestre, esce ogni sera iri un canto di letizia, quello c.hc le suggeriscono le fanfare delle truppe a riposo, ivi accantonate: fanfare che si fermano a suonare il silenzio, mentre sugli spalti dell' altipiano, oltre il vallone, tuona il .cannone e clal n1are un ronzio lento annuncia un'incursione d' aeroplani nemici; e Sagrado, bella c\i ville e del bosco che la sovrasta, il fan10so parco della villa Hohenlohe di Castelnuovo; Sagrado che costò tanto sangue ed Qra è nostra, nostra, con la sua chiesa rifatta a mezzo il poggio, con tutti i nuoYi segni che le ha dati l'anima italiana, rendendola ormai sacra e indissolubilmente legata. a noi; e S,draussina, infine, con il suo cimitero ordinato e vastissimo, dove gran parte dei morti del 1915 e del 1916 ,dormono, i nostri; e li culla, con la monotona can-
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